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filmato televisivo. Un articolo può essere letto e riletto più volte, dunque è suscettibile
di essere analizzato e consente una risposta meno istintiva ed immediata.
Le reazioni emotive che possono facilmente essere provocate da immagini in
movimento e suoni vengono in parte recuperate dalle foto e dalle vignette pubblicate
spesso sui giornali, ma ad esse si aggiungono riflessioni più ponderate.
Sicuramente, il problema del rapporto fra la stampa britannica e la questione
irlandese presenta molte sfaccettature. Pertanto, esso può essere affrontato solo a
settori. Le notizie ricevono ovviamente un diverso trattamento a seconda che siano
pubblicate da settimanali piuttosto che da mensili o quotidiani. Inoltre, per quanto
concerne la stampa inglese, è necessario tenere conto anche della divisione fra i
giornali popolari e i cosiddetti qualities.
Si è ritenuto opportuno scegliere i quotidiani perché è su di essi che, giorno
dopo giorno, si forma progressivamente l'opinione pubblica. Inoltre, è stato così
possibile vedere le differenze di trattamento delle varie notizie per cercare di
identificare i criteri secondo i quali un evento è considerato più importante o
notiziabile di altri. Generalmente, i settimanali e i mensili pubblicano servizi su un
determinato problema solo in occasione di avvenimenti particolarmente coinvolgenti o
nel caso di inchieste specifiche, pertanto un esame di questo tipo particolare di stampa
non avrebbe permesso di tenere conto di tutte le fasi che hanno progressivamente
portato alla situazione attuale.
Fra i quotidiani, si è operata una prima scelta decidendo di optare per la stampa
di qualità. Certamente, non è in base ad essa che la gente comune si forma le proprie
convinzioni, dal momento che i lettori di queste pubblicazioni si collocano ad un
livello culturale medio-alto. Ma l'elemento interessante è proprio questo: osservare
come i ceti più elevati si pongono nei confronti di una questione così delicata. La
cultura che essi pretendono di possedere permette loro una visione più critica ed
obiettiva del problema? O sono anch'essi vittime dell'emotività e della necessità di
salvarsi la faccia nei confronti della comunità internazionale?
Per cercare di dare una risposta a questi interrogativi, l'interesse è ricaduto su
due testate che, per le loro peculiarità, sono state ritenute idonee alla ricerca.
Da un lato, il Times, quotidiano di orientamento conservatore, è l'espressione
per antonomasia del giornalismo inglese.
Dall'altro lato, il Guardian (ex Manchester Guardian) ha tendenze più liberali e,
fin dalla sua nascita, si è proposto quale paladino dello Home Rule for Ireland
(autogoverno per l’Irlanda).
In una stampa piuttosto omogenea quale sembra essere quella britannica, si è
ritenuto che un confronto fra due quotidiani dall'orientamento politico difforme
potesse fornire risultati significativi ed interessanti.
I disordini in Irlanda del Nord sono cominciati nel 1969, con l’invio dei soldati
inglesi, e sono durati venticinque anni. Nel presente studio, pur accennando anche alla
situazione precedente, l’attenzione è stata focalizzata sugli ultimi vent’anni per la loro
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attualità e per poter disporre di un periodo sufficientemente ampio, in grado di rivelare
le dinamiche in atto. Quindi, si è proceduto per grandi linee tematiche. Le notizie
relative all’Irlanda del Nord sono per la maggior parte connesse al terrorismo.
Quest’ultimo è stato, pertanto, adottato quale primo grande gruppo tematico. Il
secondo è costituito da tutti i tentativi diplomatici e dai colloqui anglo-irlandesi a
favore della pace. Così da cercare di spiegare i passi che hanno preceduto le
clamorose dichiarazioni di cessate il fuoco e l’attuale processo di pace.
Il terzo gruppo di notizie riguarda più in particolare questi ultimi anni di grandi
trasformazioni.
Dopo una panoramica generale, per ogni gruppo sono stati scelti eventi
particolari, presentati in successione cronologica, per i quali si è condotta un’analisi
più dettagliata. Non sempre si tratta degli avvenimenti più clamorosi (anche se questo
è il caso più frequente), perché si è ritenuto che anche eventi “minori” potessero
fornire indicazioni interessanti su aspetti più nascosti del problema. In ogni caso, i
criteri saranno di volta in volta più chiari.
Si è dato anche rilievo all’aspetto visivo dei giornali, con l’analisi di diverse
fotografie ed immagini, nella convinzione che, prima di tutto, il giornale sia qualcosa
che si vede e che è in grado di attirare l’attenzione anche per il suo aspetto grafico.
Inoltre, quest’ultimo concorre a creare il contesto entro il quale s’inseriscono le
notizie. A seconda della loro disposizione, il giornale può creare insinuazioni e
rimandi per i quali gli articoli arrivano a significare più di quanto sia effettivamente
scritto in essi.
Attraverso questo studio è stato dunque possibile ripercorrere le grandi tappe
che hanno segnato la storia dell’Irlanda del Nord. Per rendere più agevole la
comprensione dei fatti, prima d’iniziare l’analisi vera e propria dei giornali, si è
ritenuto opportuno tracciare il profilo storico della questione irlandese. Inoltre, sono
state fornite anche le informazioni necessarie a comprendere, almeno a grandi linee,
quali sono i meccanismi che regolano la stampa inglese e qual è la situazione generale
della stessa, poiché è di essa che il presente studio si occupa, sebbene nello specifico
caso dei suoi rapporti con l’Irlanda del Nord.
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CAPITOLO 1
LA QUESTIONE IRLANDESE: PROFILO STORICO
1.1 Dai Normanni al 1916
Le radici della questione irlandese vanno ricercate nell'invasione danese
avvenuta attorno all' VIII secolo d.C., quando l'Ulster fu diviso in due stati. A quel
tempo gli Irlandesi erano già divenuti cattolici, in quanto si erano convertiti fin dal V
secolo.
Successivamente, l'isola fu invasa dai Norvegesi la cui conquista fu totale nel
997, ma essi vennero sconfitti dalla popolazione locale nel 1014.
Nel 1169 re Enrico II d'Inghilterra invase e conquistò l'Irlanda. A quel tempo era
papa Adriano IV, un inglese di nome Nicholas Breakspeare, il quale, nel 1155, aveva
concesso ad Enrico la bolla Laudabiliter con la quale gli donava l'Irlanda. E proprio
perché si trattava di un dono papale, generazioni di cattolici irlandesi accettarono la
bolla come autentica. In realtà, essa non era stata un atto spontaneo del papa. Il
pontefice l'aveva emanata in seguito a una precisa richiesta del re, il quale desiderava
l'approvazione papale per interessi essenzialmente inglesi, considerati assolutamente
necessari per l'Inghilterra, anche se egli evitò di manifestarli in forma così esplicita.
La prima fase di consolidamento dell'invasione inglese agli effetti degli
immediati scopi pratici poteva dirsi compiuta nel 1172. Questa data aprì un periodo
che doveva terminare solo nel 1921 con l'Irish Treaty: un periodo di sette secoli e
mezzo, durante i quali la maggioranza della popolazione irlandese fu spesso spinta
all'aperta ribellione a causa della durezza della dominazione inglese. Per gli Inglesi si
trattava di una guerra del re, del parlamento e dei colonizzatori (chiamati in Irlanda
planters). Per gli Irlandesi era essenzialmente una guerra in cui essi lottavano per
questi tre scopi: libertà dalla dominazione straniera; libertà di governarsi in modo
autonomo; rivendicazione delle terre irlandesi che erano state confiscate dai
conquistatori.
Le guarnigioni inglesi lasciate nell'isola da Enrico compirono continui saccheggi
a cui gli Irlandesi, non essendo organizzati in un esercito, potevano opporsi solo con
operazioni di guerriglia.
Nel 1210, re Giovanni d'Inghilterra decise di visitare l'Irlanda per riportare i suoi
baroni all'obbedienza. Approfittando della calma apparente causata dal suo arrivo, il
re procedette alla divisione dell'isola, che era costituita da province governate da re e
da aree tribali più piccole soggette a capi locali. Si cominciò con la suddivisione in
dodici contee sul modello inglese, per arrivare, nel 1605, alle attuali trentadue contee.
Nel 1315-18, quando Edoardo II era re d'Inghilterra, si verificò una violenta
ribellione che vide gli Irlandesi alleati con gli Scozzesi. Questi ultimi discendevano da
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un gruppo di Irlandesi, allora noti col nome di Scots, insediatesi in tempi remoti in
quella regione della Gran Bretagna che da loro prese il nome di Scozia. Risultato di
questa ribellione fu la liberazione totale dell'Ulster dai colonizzatori inglesi. I capi
locali ripresero il comando e i clan si riappropriarono delle loro terre, ma in tutta
l'isola regnava il disordine più assoluto.
Nel frattempo gli antichi conquistatori anglo-normanni si erano andati sempre
più assimilando alla popolazione locale e alla loro cultura e si assisteva all'arrivo di
nuovi immigrati inglesi che qui pensavano di trovare un terreno favorevole ai propri
affari.
L'ultimo tentativo inglese di imporre il proprio dominio sull'Irlanda prima
dell'avvento dei Tudor fu quello operato da Riccardo II, il quale, però, non riuscì a
sottomettere il capo Art Og Mac Murrogh e fu deposto una volta tornato in Inghilterra
dove morì nel 1399.
Nel XVI secolo i Tudor conquistarono l'isola stabilendovi la Chiesa protestante,
ma la maggior parte degli Irlandesi rimase cattolica. In particolare, l'Ulster si alleò con
la Spagna contro l'Inghilterra.
Nel 1603 la regina Elisabetta sconfisse definitivamente la resistenza irlandese.
Agli inizi del XVII secolo coloni inglesi e scozzesi furono inviati nell'Ulster con
lo scopo di portarvi la loro cultura. Col passare degli anni il numero dei cattolici
nell'Ulster andò diminuendo e in questo senso la colonizzazione si può considerare un
successo anglo-scozzese. Da queste vicende ebbe origine l'attuale territorio delle "sei
contee" dell'Irlanda del Nord. Si sviluppò una classe dirigente profondamente estranea
all'Irlanda, legata solo alla proprietà della terra irlandese confiscata, che trovava nella
religione un utile strumento di dominio politico. Ma i colonizzatori non si accorsero
che una nuova generazione di Irlandesi era ormai cresciuta, con forze intatte e spirito
rinnovato.
Approfittando dei problemi che il re inglese Carlo I doveva affrontare in
Inghilterra dove l'opposizione puritana causò una guerra civile, gli Irlandesi insorsero
ripetutamente. Nel 1649, quando Carlo I fu decapitato in seguito alla vittoria dei
nemici della monarchia, si verificò una buona occasione per l'Irlanda. Cromwell, lo
spietato capo del parlamento che aveva sconfitto Carlo I, si accorse di questo pericolo
e il 14 agosto 1649 sbarcò a Dublino con un fornito esercito. Nel 1652 tutta l'Irlanda
fu ridotta sotto il dominio inglese. Nell'agosto di quello stesso anno il parlamento
inglese votò il Cromwellian Act of Settlement, in seguito al quale l'Irlanda fu
considerata come una parte assai redditizia della proprietà fondiaria inglese.
Le guerre di Elisabetta avevano quasi completamente distrutto il complesso
della cultura e della civiltà gaeliche dell'Irlanda. Il Settlement di Cromwell distrusse le
poche tracce che ancora ne rimanevano. Fece dell'Irlanda una colonia inglese in modo
ancor più radicale di quanto avessero fatto le precedenti colonizzazioni. Ma l'effetto
più persistente della conquista inglese fu l'odio irriducibile che essa seminò nei cuori
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degli Irlandesi. Essi non dimenticarono mai quelle sventure, né permisero che altri le
dimenticassero.
Le condizioni dei cattolici in Irlanda rimasero dure anche sotto Carlo II, ma
quando, nel 1685, salì al trono inglese il cattolico Giacomo II, le cose migliorarono.
Le leggi anticattoliche furono sospese ed eminenti cariche pubbliche furono
finalmente ricoperte anche dai cattolici. I protestanti si consolavano pensando che a
Giacomo sarebbe succeduta sua figlia Maria, la quale come protestante e moglie di
Guglielmo d'Orange, signore d'Olanda, avrebbe certamente rimesso le cose a posto.
Ma nel 1688 Giacomo ebbe un figlio maschio e gli Inglesi, ben decisi ad evitare una
successione cattolica, deposero Giacomo a favore di Guglielmo d'Orange. Ciò causò
una guerra che gli Irlandesi chiamarono Williamite War. Essa vide la sconfitta di
Giacomo e l'imposizione dell'Oath of Allegiance agli Irlandesi. I cattolici tornarono ad
avere vita dura.
Nel XVIII secolo gli Anglicani emarginarono sempre più i Presbiteriani, in larga
parte Scozzesi, molti dei quali emigrarono in America e il legame che si stabilì con
questo Paese favorì lo sviluppo di idee liberali e democratiche nell'Ulster.
Gli anni attorno al 1760 furono caratterizzati da azioni di piccolo terrorismo
rurale per il possesso delle terre.
Nel 1801 fu firmato l'Act of Union che segnò l'intensificazione dell'agitazione
irlandese per l'emancipazione cattolica. Inoltre, l'Irlanda non possedeva un parlamento
proprio, dal momento che i protestanti irlandesi al parlamento di Westminster
costituivano una minoranza che poteva essere sconfitta dagli Inglesi in qualunque
momento.
L'Irlanda era governata da un sistema iniquo, per cui la popolazione locale si
vedeva continuamente sottrarre le terre. Dal 1870 in poi l'agitazione agraria si svolse
contemporaneamente alla campagna generale per lo Home Rule (governo autonomo).
Il primo importante capo del movimento Home Rule fu Parnell, un protestante che
veniva dalla classe dei grandi proprietari anglo-irlandesi. Egli svolse la sua azione fra
il 1880 e il 1891 riuscendo a far compiere agli Irlandesi due passi preliminari di vitale
importanza per raggiungere l'autogoverno e rovesciare il dominio inglese: 1.
l'annullamento delle basi del Cromwellian Settlement, in modo da rendere impotente il
vecchio sistema latifondista; 2. la conquista del partito liberale inglese alla causa dello
Home Rule.
Nel 1886 il parlamento inglese bocciò il primo Home Rule Bill, mentre il
secondo fu respinto nel 1893. Un terzo Home Rule Bill fu proposto nel 1912. Il
progetto di legge non solo riservava all'Inghilterra i controlli sugli affari irlandesi che
essa deteneva prima dell'Act of Union del 1801, ma ne aggiungeva di altri: vietava
all'Irlanda persino di spendere la sua propria moneta. Quali vantaggi poteva dunque
arrecare una simile legge a un Paese che chiedeva maggiori libertà? La legge fu
oggetto di un'accanita discussione alla Camera dei Comuni, ma fu approvata nel 1912,
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anche se, essendo stata bocciata alla Camera Alta, non poteva entrare in vigore fino al
1914. La più forte opposizione al progetto di legge venne dagli unionisti dell'Ulster.
Contro il tentativo inglese di cancellare del tutto la tradizione gaelica, si
svilupparono diverse organizzazioni che promossero il mantenimento della lingua e
dei costumi irlandesi.
Intanto si formò un "governo dell'Ulster" provvisorio e si rafforzò l'idea di una
forza nazionale volontaria per difendere lo Home Rule. Così si crearono diversi
drappelli di forze armate, anche se disorganizzate e con pochi mezzi. La popolazione
era sempre più disorientata anche a causa dei contemporanei eventi bellici in tutta
Europa. Gli anni 1915 e 1916 rappresentarono un periodo di riflessione e di
preparativi dei vari gruppi, ancora mal coordinati, sebbene collegati gli uni con gli
altri. Si stavano creando le condizioni che avrebbero portato all'insurrezione armata
del lunedì di Pasqua del 1916, a Dublino.
1.2 La rivolta di Dublino e la lotta per l'indipendenza (1917-1921)
L'insurrezione armata che sconvolse Dublino il lunedì di Pasqua del 1916 fu
causata da molteplici fattori, primo fra tutti il desiderio a lungo maturato di ottenere
l'autogoverno per l'Irlanda. I giorni precedenti furono caratterizzati da continui
disordini e manifestazioni, mentre gli stessi capi dei diversi gruppi armati si trovarono
più volte in disaccordo.
Dalla successione degli eventi bisogna dedurre che un piano esisteva, assai
ambizioso, ingegnosamente concepito e messo in atto con regolarità e determinazione.
Si dovevano occupare, fortificare e mantenere il più a lungo possibile alcuni punti
strategici della città.
L'insurrezione, però, finì con la vittoria inglese, la quale fu dovuta soprattutto
all'artiglieria e venne favorita dagli incendi provocati dai colpi di cannone.
Il grande poeta irlandese William Butler Yeats celebrò la rivolta con la poesia
Easter 1916 (Pasqua 1916), dove ogni strofa termina col verso: “A terrible beauty is
born” (Una terribile bellezza è nata). Queste parole esaltarono i sentimenti degli
uomini che lottarono e commossero coloro che non furono protagonisti.
La ritorsione contro i vinti fu assai dura: i processi si celebrarono a porte chiuse
e agli imputati non fu neanche concesso il patrocinio degli avvocati. Molti di coloro
che avevano partecipato alla rivolta furono condannati a morte o ai lavori forzati.
Tra il 1917 e il 1921 l'amministrazione britannica in Irlanda continuò a
dimostrare una totale mancanza di sensibilità psicologica nel trattare la nuova
situazione creatasi dopo l'insurrezione del 1916. Prendeva procedimenti cervellotici e
sorpassati per governare un popolo considerato riottoso e da tenere a freno con la
forza. Tutto ciò non fece altro che aumentare i fermenti fra la popolazione. Le forze
ribelli andarono riorganizzandosi supportate dalla certezza di avere dalla propria parte
tutta l'Irlanda. Gli Inglesi, ormai totalmente impopolari, si trovavano a combattere in
un Paese interamente ostile.
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La grande forza dell'Irlanda era la forza morale. Essa poteva condurre la sua
battaglia solo con azioni di guerriglia, dato che l'Inghilterra disponeva di un esercito
infinitamente superiore. Così si succedettero episodi di violenza ed assassinii di
personalità in vista, molti dei quali organizzati dall'IRA (Irish Republican Army),
l'organizzazione responsabile dei principali atti terroristici degli anni a venire. Alla
fine, l'ebbero vinta gli Irlandesi e la tregua fu firmata l'11 luglio 1921.
Nel dicembre 1922 nasceva l'Irish Free State, il quale manteneva con la Gran
Bretagna un rapporto analogo a quello del Canada, per cui aveva un suo governo
autonomo ma continuava a far parte dell'Impero Britannico. L'Irlanda del Nord (le sei
contee dell'Ulster) doveva esser libera di decidere se entrare a far parte del nuovo
stato o se restarne fuori. In questo secondo caso, sarebbe stata istituita una
Commissione per i Confini al fine di delimitare i territori delle due Irlande.
1.3 Dal Government of Ireland Act ad oggi
L'Irlanda del Nord costituiva un caso separato in quanto questo era il territorio
in cui la colonizzazione inglese aveva avuto più successo, grazie al fatto che molti
Scozzesi che qui immigrarono discendevano da quegli Irlandesi che in epoca remota
avevano colonizzato l'attuale Scozia. Di conseguenza, essa era abitata da molti
protestanti che volevano rimanere uniti alla corona inglese e che avevano sempre
rivestito ruoli molto importanti nella vita pubblica.
Nel 1920 Lloyd George escogitò il suo ingegnoso Government of Ireland Act,
che fra altre complesse misure proponeva un "Consiglio per l'Irlanda" e un'Irlanda
unita con due parlamenti autonomi: uno a Dublino per il Sud (ventisei contee) e uno a
Belfast per il Nord (sei contee: Londonderry, Tyrone, Fermanagh, Armagh, Antrim,
Down), con una rappresentanza notevolmente ridotta a Westminster per il Sud e il
Nord. Gli unionisti dell'Ulster rifiutarono di riconoscere il "Consiglio d'Irlanda", ma
accettarono l'idea di avere un proprio parlamento, che significava un loro proprio
governo. Alle elezioni che seguirono essi vinsero sui nazionalisti e sul Sinn Fein. Ma
l'IRA continuò ad imperversare con attentati e la situazione divenne sempre più critica.
Il 22 giugno 1921 re Giorgio d'Inghilterra, all'apertura del parlamento del Nord a
Belfast, pronunciò un discorso a favore della pace. Si arrivò, così, alla firma del
trattato anglo-irlandese del dicembre 1922, ma non senza la truce minaccia da parte
inglese che, se i delegati irlandesi non fossero stati disposti ad accettare tutte le
condizioni, le ostilità sarebbero state riprese entro tre giorni. La firma del trattato
portò ad una scissione nel Sinn Fein: una parte, capeggiata da De Valera, lo
considerava una sconfitta, perché non realizzava immediatamente la Repubblica;
l'altra parte accettava il trattato e consentiva a collaborare. L'Irlanda del Nord formò il
suo governo unionista appoggiato a una vasta maggioranza. Lo Stato Libero d'Irlanda
era formato dai sostenitori del trattato, ma finora senza De Valera e i suoi "anti-
trattato". Il primo risultato di questa scissione nell'Irlanda del Sud fu una cruenta
guerra civile che terminò con una situazione politica, in cui i "sudisti" conservavano la
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possibilità di adoprarsi con tutte le loro forze per ottenere lo scopo originale del Sinn
Fein: la Repubblica indipendente.
Nel 1937 fu votata una nuova Costituzione, con la quale lo Stato Libero
d'Irlanda divenne uno "stato sovrano, indipendente e democratico", in "associazione
esterna" con il Commonwealth britannico.
Questo realizzava i sogni del passato, ma non interamente. Restavano le sei
contee dell'antica provincia irlandese dell'Ulster, divise dal resto dell'Irlanda da una
frontiera che non era stata mai gradita al Nord ed era sempre stata detestata al Sud. A
peggiorare le cose, nell'Irlanda del Nord la situazione si faceva sempre più critica.
Questa regione si governava da sola, ma subordinatamente all'approvazione del
governo di Westminster e con la Corona.
Nel 1922 un atto aveva conferito al ministro degli Interni il potere di arrestare
chiunque fosse stato sospettato di detenzione illegale di armi o di attività contro la
pace. Non c'era bisogno di alcun mandato ed ogni persona, autorizzata dal potere
civile, poteva arrestare chiunque fosse stato considerato sospetto. Ogni anno, l'atto
veniva rinnovato. Dal 1928 fu esteso per cinque anni e dal 1933 divenne permanente.
Il governo britannico condannò l'atto (che era rivolto soprattutto contro i
cattolici) e sostenne che esso era stato promosso dall'Ulster Unionist Party (l'unico
partito al potere) per respingere ogni opposizione.
La minoranza cattolica ebbe sempre scarse possibilità di andare al potere.
Inoltre, non c'era il suffragio universale, per cui i poveri, in larga parte cattolici, non
potevano votare.
L'Ireland Act del giugno 1949 decise che in nessun caso l'Irlanda del Nord
avrebbe cessato di essere parte della Corona britannica senza il consenso del
parlamento nordirlandese.
A partire dagli anni Sessanta sono state create diverse associazioni per i diritti
civili e a favore della pace, ma la vita nelle sei contee ha continuato ad essere difficile.
Ci sono stati continui attentati terroristici attuati dai militanti dell'IRA che lottano per
un'Irlanda unita. Inoltre, nel 1969, l'Inghilterra mandò in questa regione numerose
truppe di soldati.
Anche i rapporti con la Repubblica Indipendente d'Irlanda non furono mai
buoni. Durante la Seconda Guerra Mondiale essa rimase neutrale, al contrario di
quanto fece l'Irlanda del Nord. In più, l'IRA aveva basi nel sud dell'isola e ciò era una
prova del fatto che Dublino, pur condannando pubblicamente la violenza, in segreto la
approvava.
Il 28 marzo del 1972 ci fu l'ultima riunione del parlamento dell'Irlanda del Nord.
Venne imposto il Direct Rule e ciò causò l'aumento degli episodi di violenza.
Il 18 luglio 1973 fu promulgato il Northern Ireland Constitution Act. Rispetto
alla Costituzione precedente, l'autonomia era ridotta, ma l'Irlanda del Nord godeva pur
sempre di un grado di autonomia maggiore di quello di qualunque altra regione
controllata dal governo inglese.
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Le prime elezioni a suffragio universale si svolsero nel 1973 e furono vinte dagli
unionisti.
Gli anni recenti sono stati caratterizzati da continui attentati terroristici, ma più
volte si è intrapresa anche la strada del dialogo. Si è arrivati così all'importante
accordo di Hillsborough Castle, siglato nel novembre del 1985 fra i primi ministri
inglese ed irlandese, Thatcher e FitzGerald. Esso prevedeva che lo status politico
dell'Irlanda del Nord sarebbe rimasto inalterato finché la maggioranza della
popolazione locale non si fosse dichiarata apertamente favorevole ad un'Irlanda unita.
Ci furono manifestazioni di ostilità nei confronti dell'accordo, soprattutto da parte dei
Protestant Loyalist, i quali temevano che si fosse compiuto un primo passo verso la
riunificazione da loro tanto temuta. Il 15 novembre 1986, primo anniversario
dell'accordo, un attentato causò la morte di due persone e il ferimento di altre settanta.
Il 31 agosto 1994 l'IRA annunciò la fine delle violenze a patto che Londra e
Dublino trattassero con gli irredentisti. Il 13 ottobre dello stesso anno anche le milizie
lealiste annunciarono il cessate il fuoco. Sulla scia di questi avvenimenti, il 1°
febbraio del 1995, il governo britannico, per bocca del primo ministro John Major, si
disse disposto a creare istituzioni comuni per legare in modo stretto l'Irlanda del Nord
e la Repubblica d'Irlanda. Ciò naturalmente suscitò la furia dei protestanti che videro
materializzarsi il tanto temuto spettro di un'unificazione dell'isola, nonostante le
rassicurazioni del governo di Londra. Con l'accordo raggiunto il 21 febbraio 1995,
Dublino si impegnò ad emendare gli articoli 2 e 3 della Costituzione del 1937 per i
quali la Repubblica d'Irlanda mantiene una rivendicazione sull'intero Ulster, anche
sulle sei contee che formano l'Irlanda del Nord. Dal canto suo, Londra rinunciò al
diritto, sancito dalla legge del 1920, di governare il Nord Irlanda.
Questi fatti hanno acceso per mesi la speranza che la pace fosse un obiettivo
possibile, ma, nel febbraio 1996, una serie di esplosioni dovute a bombe piazzate
dall’IRA a Londra ha nuovamente posto seri interrogativi. Fortunatamente, nel luglio
dello stesso 1996, l’IRA ha dichiarato un secondo cessate il fuoco. La situazione si sta
evolvendo rapidamente in questi ultimi mesi. Gerry Adams, leader del Sinn Fein, ha
sottoscritto la proposta britannica per la creazione di un parlamento separato per
l'Irlanda del Nord e di un'autorità congiunta che gestisca i rapporti bilaterali Nord-
Sud, fra le due Irlande, e quelli Est-Ovest, fra Londra e Dublino. Adams si è appellato
anche agli unionisti affinché collaborino al conseguimento della pace. Intanto, nel
maggio 1997 è stato eletto alla carica di Primo Ministro inglese il laburista Tony
Blair, per cui è cambiato anche lo scenario politico. Qualche mese dopo, è stato il
turno dell’Irlanda dove Mary McAleese è stata eletta Presidente della Repubblica.
Attualmente, ai negoziati di pace è stato ammesso anche il Sinn Fein al quale,
secondo gli Unionisti che solo di recente si sono detti disposti a trattare con Gerry
Adams (sebbene con molte cautele), sarebbero state fatte molte concessioni.
E` difficile dire come potrà procedere il processo di pace, ma è indubbio che c’è
una ferma volontà in questo senso espressa da tutte le parti in campo.
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1.4 Il fattore religioso
La religione ebbe sempre un'importanza fondamentale nella lotta fra Irlandesi e
invasori. Dopo l'invasione di Enrico II, i conquistatori inglesi si arrogarono
(evidentemente con l'approvazione papale) il virtuale monopolio di tutte le alte
cariche religiose in Irlanda, dalle quali gli Irlandesi si trovarono quasi totalmente
esclusi. Nel XVI secolo la conquista inglese dell'Irlanda era già per metà compiuta e
la nuova frattura religiosa che si aprì fra Inglesi ed Irlandesi, quando i primi si
staccarono da Roma e i secondi le rimasero fedeli, spinse più che mai gli Inglesi a
trattare gli Irlandesi come "indigeni" che vivevano beyond the Pale (al di là della
giurisdizione inglese).
Nel XVII secolo gli Inglesi colonizzarono l'Irlanda cattolica con immigrati
protestanti, i quali ebbero fortuna soprattutto nell'Ulster grazie al fatto che molti di
loro erano Scozzesi e, pertanto, appartenevano alla stessa etnìa della popolazione
locale.
Di conseguenza, prima e dopo la Riforma, gli Irlandesi dovettero subire la
tirannia ecclesiastica inglese. Così l'effetto della Riforma inglese sulla Chiesa
irlandese fu semplicemente quello di rafforzare sempre di più lo status ecclesiastico:
un'ingiustizia che fu riparata solo nel XIX secolo con l'azione congiunta di due atti del
parlamento del Regno Unito sottoscritti a Westminster: il Catholic Emancipation Act
del 1829 e il Disestablishment And Disendowment Act della Chiesa episcopale
d'Irlanda, nel 1869.
Nel 1852 l'Ulster Journal of Archaeology in un articolo riguardante le
caratteristiche della popolazione delle contee di Down e di Antrim, indicò i protestanti
come gente di razza anglosassone, portata al risparmio, adatta per i lavori duri e con
un grande senso di rispetto per la legge e l'ordine. I cattolici, invece, erano dichiarati
di origine gaelica, portati all'ospitalità, passionali, amanti della poesia.
In realtà, a partire dal XVII secolo, gli immigrati inglesi e scozzesi nell'Ulster
andarono sempre più amalgamandosi con la gente del luogo, fino ad assimilarne anche
gli usi e i costumi. Alla fine del XIX secolo la fusione aveva raggiunto livelli tali che
sarebbe sbagliato concludere che la grande maggioranza dei cattolici dell'Ulster è di
origine gaelica, mentre i protestanti discendono in larga misura dal ceppo inglese.
Certamente, il fattore religioso si è aggiunto agli altri elementi di disordine ed è
stato spesso usato come mezzo di oppressione. I cattolici sono a lungo stati
discriminati, anche perché l'Ulster è stato per molto tempo popolato da una
maggioranza protestante. Ma il censimento del 1991 ha dimostrato che, attualmente,
nell'Irlanda del Nord ci sono tanti protestanti quanti sono i cattolici.
L'opera del Concilio Vaticano II, conclusosi nel dicembre 1965, intesa a
realizzare l'unione di tutta la cristianità, ha creato una nuova atmosfera che può
contribuire ad una distensione religiosa in Irlanda, mostrando un atteggiamento
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arrendevole e conciliante verso i sentimenti religiosi dell'estrema ala orangista
dell'Ulster protestante e contribuendo a smussare le asperità ideologiche dei cattolici.
Sono, infine, da sottolineare anche gli sforzi della Chiesa presbiteriana per la
pace, in quanto in essa si riconosce la maggioranza dei protestanti nord-irlandesi.
1.5 Michael Collins, la causa irlandese e la nascita dell'IRA (Irish Republican
Army)
La trattazione della questione irlandese non sarebbe completa senza il ritratto di
Michael Collins, che ne fu un personaggio chiave e che organizzò i primi nuclei di
quella che sarebbe diventata l'IRA.
Egli fu ucciso settantacinque anni fa, in una strada secondaria di Cork La sua
morte avrebbe prodotto un effetto profondo sul successivo sviluppo della Repubblica
irlandese creando anche una polemica sulle circostanze stesse che la causarono, la cui
eco non si è ancora spenta.
Michael Collins, l'ultimo di otto fratelli, nacque il 18 ottobre 1890 a Sarns
Cross, nei pressi di Clonakilty. A quel tempo, suo padre aveva 75 anni. Il giovane
Michael Collins era noto per essere un ragazzo avventuroso che voleva eccellere in
tutto ciò che faceva. Nel 1906, all'età di 15 anni, andò a vivere con la sorella Hannie a
Londra e cominciò a lavorare per il servizio postale.
A Londra, Collins partecipò assiduamente ad ogni aspetto della florida cultura
irlandese in Inghilterra. Nel 1909 entrò a far parte dell'Irish Republican Brotherhood
grazie al suo concittadino Sam Maguire. Nel gennaio 1916, Collins lasciò Londra per
Dublino. Quando cominciò l'insurrezione armata della Pasqua 1916, Collins venne
attaccato nella guarnigione di Sackville Street.
Dopo una settimana di lotta, si arrivò alla resa dei "Volunteers". Quando questi
ultimi furono deportati nei campi d'internamento, Collins vide i prigionieri picchiati
dal Capitano Lee Wilson. Questo incidente deve aver impressionato in modo
particolare Collins se, anni dopo, avendo scoperto che Wilson era diventato ufficiale
del Royal Irish Constabulary (R.I.C), gli sparò uccidendolo. Dopo il rilascio dalla
prigione di Frongagh, nel dicembre 1916, Collins cominciò subito a riorganizzare i
"Volunteers" e a creare una rete di sostenitori attivi della causa irlandese, la futura
IRA.
Nel 1918, Collins fu costretto a fuggire. Nel gennaio 1919 si udirono i primi
spari della Guerra d'Indipendenza a Soloheadbeg. Per i successivi tre anni, Collins
coordinò la guerra contro gli Inglesi da vari rifugi segreti a Dublino.
Nel febbraio 1919 partecipò in Inghilterra alla liberazione di DeValera dalla prigione
di Lincoln.
Nel 1920 gli Inglesi erano quasi sconfitti. Per cercare di risollevare le proprie
sorti, essi crearono un gruppo di agenti scelti noti come "Cairo gang" che avevano il
compito di eliminare i capi repubblicani. Ci furono perdite da entrambe le parti e il 21
novembre 1920, nell'episodio salutato come il successo più grande di Collins, squadre
dell'IRA uccisero almeno 14 agenti Cairo a Dublino e causarono la fuga di altri loro
compagni.
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Per vendetta, 3 "Volunteers" furono torturati al Castello di Dublino. Più tardi,
nel pomeriggio, nella cosiddetta "Bloody Sunday", soldati inglesi aprirono il fuoco
contro gli spettatori di una partita di calcio fra il Dublino e il Tipperary, uccidendo 14
persone e ferendone molte altre.
Nel luglio 1921, contro la propria volontà, Collins dovette obbedire al suo
presidente, Eamonn DeValera, che lo volle a capo della delegazione che aveva il
compito di condurre i negoziati con Londra.
Il 6 dicembre, la delegazione irlandese firmò il trattato che avrebbe causato una
rottura fra i ranghi repubblicani segnando l'inizio della guerra civile, in quanto
prevedeva la divisione dell'isola con la creazione a sud dell"Irish Free State", mentre il
nord dell'Irlanda rimaneva sotto la giurisdizione inglese a cui bisognava giurare
obbedienza. Firmando, Collins disse a Lord Berkinhead che probabilmente stava
sottoscrivendo la propria condanna a morte.
Nell'agosto 1922, partecipò ad un'ispezione a Cork, anche se è ormai un fatto
accettato l'ipotesi che Collins si trovasse là per incontrare i Repubblicani più influenti
nel tentativo di porre fine alla guerra civile. Mentre viaggiava verso la sua nativa
Cork, un'unità attiva dell'IRA fu avvertita del fatto che un convoglio del "Free State"
(Stato LIbero) era passato per Béal na Bláth. Per evitare che il convoglio potesse fare
la stessa strada al ritorno, fu organizzato un agguato. Dopo diverse ore, l'unità IRA
credette che il convoglio non sarebbe più tornato indietro e circa sei "Volunteers"
rimasero sul posto per smantellare l'imboscata, mentre gli altri se ne andarono.
Durante quest'operazione, ricomparve il convoglio di Michael Collins.
Credendosi vittime di un agguato, i "Volunteers" rimasti aprirono il fuoco per coprirsi
la fuga. Nella sparatoria che ne seguì, Michael Collins fu colpito e rimase ucciso.
Quello che accadde esattamente a Béal na Bláth quel giorno e chi uccise
Michael Collins sono tuttora oggetto di dicussione. Era il 20 agosto 1922.
A questo personaggio chiave della storia irlandese, il regista Neil Jordan dedicò
il film "Michael Collins" che, nel 1996, vinse il "Leone d'Oro" alla Mostra di Venezia.
1.6 Le principali forze politiche
Le istituzioni del potere protestante sono le seguenti:
-Orangisti: quest'ordine risale al 1795. Dopo la battaglia di Diamond contro i
cattolici, i protestanti si organizzarono in logge segrete (una in ogni centro) con il
compito di "mantenere la legge, la pace e la costituzione protestante dell'Ulster".
Viene chiamato Ordine dal 1885 quando resistette alla concessione dell'autogoverno
decisa dall'allora primo ministro inglese Gladstone.
-Presbiteriani: fra i loro partiti, il più importante è l'Ulster Unionist Party che
controlla 198 seggi nelle amministrazioni locali.
Viene poi il Democratic Unionist Party con 102 seggi.
I gruppi cattolici sono i seguenti:
-Social Democratic and Labour Party: è il più grande partito cattolico e conta
126 seggi. Nato negli anni Settanta, è aperto al dialogo e alla pace.
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-Sinn Fein: il nome significa "noi da soli". Nacque durante il periodo di lotta per
lo Home Rule quando radunò tutti coloro che lottavano per l'indipendenza irlandese.
E` il braccio politico dell'IRA e il suo attuale leader è Gerry Adams. Occupa 51 seggi
nelle amministrazioni locali.
Ci sono poi i cosiddetti "gruppuscoli", nati negli ultimi anni:
-Ulster Defence Association e Progressive Unionist Party: sono due formazioni
piccole, ma aggressive. Godono di molti consensi tra i giovani e le fasce sociali più
emarginate. Sono vicini ai gruppi terroristici ed estremisti.
Le organizzazioni fuori legge:
-Ulster Freedom Fighters: è la milizia clandestina più violenta, nata dalla
costola dell'Ulster Defence Association.
-Ulster Volunteer Force: creata nel 1912, è stata a lungo fiancheggiatrice, se
non vero braccio armato, degli orangisti. Di essa fanno parte i lealisti.
-IRA (Irish Republican Army): è il principale gruppo terroristico. La sua
espressione politica è il Sinn Fein. Essa è divisa al suo interno in:
-Provos: detti anche "repubblicani verdi". Sono nazionalisti e aderirono
all'esercito provvisorio dell'IRA.
-Officials: detti anche "repubblicani rossi". Sono marxisti e hanno sempre
riconosciuto l'esercito ufficiale.
Per cercare di controllare la situazione, sono state create dal governo britannico
diverse forze para-militari e di polizia, fra cui sono da citare i cosiddetti B Specials
(Special Constabulary), gruppo di soli protestanti il cui scopo è quello di combattere
l'IRA. Esiste anche il Royal Ulster Constabulary, a maggioranza protestante ma aperto
anche ai cattolici. Si tratta di una forza civile.
Oltre agli Unionisti e ai fautori di un’Irlanda unita, esiste una terza realtà,
denominata Ulster Nation, che lotta per un Ulster indipendente, nella convinzione che
questa sia l’unica via possibile per risolvere definitivamente la questione.
Accanto a queste organizzazioni di lotta, ce ne sono molte altre che cercano di
raggiungere la pace attraverso il dialogo e la diplomazia.
1.7 Il Forum for Peace and Reconciliation
Nell’ottobre 1994, in seguito ai cessate il fuoco dei Repubblicani e dei Lealisti,
nacque il Forum for Peace and Reconciliation con lo scopo di promuovere la pace
attraverso il negoziato. Si tratta di un organo dotato del solo potere consultivo, già
preannunciato nel paragrafo 11 della Joint Declaration firmata il 15 dicembre 1993
fra il Governo inglese ed irlandese.
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Le delegazioni presenti alle sedute del Forum rappresentano la maggior parte
dei partiti politici presenti nell’intera isola d’Irlanda, con l’eccezioni degli Unionisti
nordirlandesi che rifiutarono l’invito a partecipare.
La riunione inaugurale si tenne il 28 ottobre 1994.