La Pubblicità a Stampa nei Settimanali Inglesi > Introduzione
ingresso nel campo pubblicitario la
psicanalisi, la sociologia dei gruppi,
la teoria dei gruppi di riferimento e
gli studi di Lazarsfeld e Katz sugli
opinion leaders nel modello del
flusso di comunicazione a due livelli
(two step flow of communication)
5
.
Ben presto però vengono percepiti e
svelati i propositi persuasori del
mezzo, come denunciato da Vance
Packard in The Hidden Persuaders
(1957), dove si punta il dito verso le
squallide alleanze tra pubblicitari,
produttori e studiosi delle scienze
umane. La critica alla lunga perde
d’efficacia, come nota McLuhan,
pochi anni dopo la denuncia di
Packard, affermando che,
paradossalmente, proprio i numerosi
detrattori della pratica
pubblicitaria, invece di screditarla,
non fanno altro che accrescerne
successo e fama
6
.
Nel suo Confessions Of An
Advertising Man (1963), Ogilvy
teorizza la pubblicità di immagine
(brand image): l’immagine del
prodotto deve possedere un plus, un
valore aggiunto
4
, dal quale il
consumatore sarà in grado di trarne
un inimitabile benefit. É l’inizio
dell’era moderna dell’advertising. Il
prodotto diviene secondario, e la
sua bontà non coincide più con il
suo valore d’uso, bensì con il suo
valore percepito, ovvero un
significato simbolico coagulato in
un’immagine coerente. Non si vende
qualcosa, ma la promessa di
qualcosa: non un orologio, ma il
fascino del divo; non una macchina,
ma uno stile di vita; non un
ammorbidente, ma la felicità
coniugale. Da qui in poi la priorità in
fase di produzione sarà data
all’immagine ed al brand name ad
t
5
WOLF, Mauro, 1996, Teorie delle comunicazioni di
massa, Bompiani, Milano, 2001.
6
MCLUHAN, H.M., 1964, Understanding Media,
Routledge & Keagan Paul, London, tr. It. Gli s rumenti
del comunicare, 1967, Garzanti, Milano.
esso legato, ovvero il marchio
brevettato che trasmette un
messaggio misto, verbo-visivo, nel
quale convivono sinergicamente
parola ed immagine, in una sorta di
sinolo aristotelico. Il lavoro del
pubblicitario non sarà sui fatti, né
sulla persuasione in quanto tale, ma
sulle idee
4
: advertising is about
ideas, ideas about products
7
.
Intorno agli anni Settanta si
collocano i primi studi sistematici di
carattere semiotico sulla
comunicazione pubblicitaria. Ci si
concentra principalmente sulla
componente linguistica, riprendendo
da un lato i concetti della retorica
classica in quanto disciplina atta
alla comunicazione persuasiva, e
dall’altro gli strumenti della
linguistica moderna, per
evidenziare l’unicità del linguaggio
pubblicitario
8
.
L’immagine della pubblicità sembra
sempre più quella di una società che
si guarda allo specchio, conscia, o
meno, del riflesso distorto del
proprio vivere quotidiano. Tutto ciò,
come afferma McLuhan, sarà
immensamente più interessante per
l’antropologo del futuro, di quanto
non siano per noi i geroglifici
egiziani
6
.
Ma cosa significa pubblicità oggi, ai
primi anni del Ventunesimo secolo?
Abbandonata ogni riferimento con
l’originaria teoria economica e le
sue basi materiali di
domanda/offerta, superata ogni
strategia retorica sciupata e
sempliciotta, muoversi nel mondo
dell’advertising significa sempre più
trovarsi tra viluppi ed intersezioni
multidisciplinari, di natura e
d’intendimenti sempre differenti:
economia, psicologia, marketing,
antropologia, sociologia, fino alle
f
7
OGILVY, D., 1963, Confessions O An Advertising Man,
Longmans, London.
8
VOLLI, Ugo, 2000, Manuale di Semiotica, Editori
Laterza, 2001.
II
La Pubblicità a Stampa nei Settimanali Inglesi > Introduzione
recenti ricerche mass-mediologiche
e culturologiche riguardanti il
rapporto tra media e modelli sociali.
Le influenze incrociate/incrocianti
sono state molteplici, creando
frammisti strumenti d’analisi. Il
settore delle pubbliche relazioni
risulta forse essere l’unico minimo
comune denominatore in questo
mare magnum: un vero e proprio
terreno trasversale per gli approcci
sopra elencati, l’unico in grado di
mutare lo strumento pubblicitario in
contenuti e forme, grazie al know
how acquisito nell’ambito
comunicativo.
D’altra parte non basta proprio più
dire che il prodotto è buono, o
meglio, eccellente; bisogna
convincere il pubblico, già
comprensibilmente sospettoso del
messaggio persuasivo, che il
prodotto sia quello giusto, l’unico
3
.
Anche il messaggio dell’annuncio
pubblicitario si è complicato: non
potendo più esortare alla semplice
azione del comprare, è costretto ad
arricchirsi di echi simbolici,
riflessioni sociologiche e
considerazioni estetiche
3
. Allo
stesso modo del contenuto, ormai
non più commerciale, anche la
forma dell’annuncio si è evoluta,
raffinandosi: non conta più solo
cosa si dice, ma il come. É per
questo che la pubblicità dice
sempre più di quanto non sia pagata
per dire: commenta l’evoluzione (o,
talvolta, involuzione) dei costumi
sociali; offre percorsi onirici
all’interno della routine; sollecita
l’immaginario attraverso l’uso di
figure archetipiche e crea i miti
contemporanei
9
.
Nello spazio di una pagina, o di
pochi secondi, la réclame si fa
veicolo di una moltitudine di
messaggi espliciti e persuasivi,
9
SAUVAGEOT, Anne, 1987, Figures de la publicité
Figures du monde, Presses Universitaires de France,
Paris.
utilizzando strategie retoriche di
sicuro impatto sul pubblico,
situazioni fittizie ed inattese,
stereotipi e cliché del quotidiano. Il
proposito commerciale scema in un
contenuto enciclopedico e
plurivalente, la forma dell’annuncio
assume una fisionomia moderna e
trasgressiva, ed il codice espressivo
guadagna la sua autonomia nei
confronti del messaggio, facendosi,
esso stesso messaggio: il significante
coincide con il significato
4
.
Ci si trova in questo modo di fronte
ad una situazione semplicemente
paradossale. La pubblicità, che
doveva essere il genere codificato
per antonomasia, stretto da rigide
impostazioni di tempo–spazio–
obiettivo, è riuscita ad evadere da
un contesto soffocante e costrittivo,
ritagliandosi uno spazio vitale unico,
fatto di aspirazioni estetiche ed
espressioni artistiche personali.
Mondi, ambienti onirici, life styles,
metafore e strutture astratte che
attingono alla sfera emozionale…a
questo puntano i pubblicitari per
creare la promessa legata al
consumo del prodotto; nel processo
di rappresentazione della merce,
dal collaudato schema addizionale
m+i (merce più immagine) si passa a
i+M (immagine più mito) in una
graduale perdita di referenzialità
10
.
In conclusione, l’intenzione di
questo lavoro è principalmente
quella di parlare di pubblicità. Ciò
comporterebbe, in maniera tanto
audace quanto azzardata, una
riflessione di carattere generico,
per la quale non si dispone di spazi
e tempi adeguati. Per questo motivo
si è optato per la restrizione del
campo operativo alla sola pubblicità
stampata, preferendo l’esperienza
inglese, per le molteplici possibilità
d’analisi offerte dalla lingua.
10
LIVOLSI, M.,1987, E comprarono felici e contenti,
Sole – 24 Ore, p. 17.
III
La Pubblicità a Stampa nei Settimanali Inglesi > Introduzione
Procedendo per ordine di logica,
secondo il cosiddetto approccio “ad
imbuto”, si porrà inizialmente
attenzione al linguaggio
pubblicitario, nei suoi componenti
standard, comuni ad ogni tipo di
linguaggio, e nelle sue specifiche
caratteristiche espressive, che lo
rendono unico ed inconfondibile.
Saranno riportate diverse citazioni
teoriche e pratiche, tratte dai lavori
di alcuni studiosi che si sono
occupati dell’argomento in
questione (corsivi e neretti sono
stati aggiunti). Inoltre si
utilizzeranno esempi di annunci
pubblicitari, alcuni dei quali
supposti per necessità didattica.
Si procederà quindi utilizzando la
metodologia semiotica
nell’esaminare il rapporto tra il
codice visivo e quello verbale, e
l’opera d’analisi sulle identità visive
del semiologo francese Jean-Marie
Floch.
Si proporrà infine un’analisi
pubblicitaria, che, per i medesimi
vincoli delle premesse iniziali, è
stata riservata al solo ambito delle
riviste a lingua inglese. Il materiale
su cui si basa la ricerca è costituito
da annunci stampa di compagnie
aeree (airlines ads), apparsi su The
Economist e Time, famosi
settimanali di politica, cultura e
società, dal Novembre 1984 al
Febbraio 2004: un panorama
temporale di quasi venti anni, che
ha permesso una diacronia
sull’evoluzione strategica dei
suddetti schemi comunicativi. Le
tavole degli annunci pubblicitari,
raccolte in appendice, sono disposte
sia con criterio tematico, che
logistico, nell’ordine in cui verranno
commentate.
IV
La Pubblicità a Stampa nei Settimanali Inglesi > Il Linguaggio Pubblicitario
1- Il Linguaggio
Pubblicitario
Il discorso pubblicitario si presenta
come un serbatoio ricchissimo di
immagini e simboli che attingono sia
all’inconscio sia al patrimonio
culturale accumulato nei secoli, in
cui vengono convogliate le
esperienze più diverse
1
. Il debito di
riconoscenza con la letteratura
sembra davvero infinito: numerosi
sono gli stili e i generi puntualmente
richiamati nel testo scritto, poesia e
prosa su tutti. La pubblicità trova
inoltre grande fonte d’ispirazione
nell’arte, integrandone, o talvolta
copiandone, gli stili espressivi,
dall’Art Nouveau al Surrealismo,
dall’Impressionismo al Cubismo,
dall’Astrattismo alla Metafisica,
assumendo l’aspetto trasformistico
tipico dell’annuncio grafico. A sua
volta questa, in particolare con il
Futurismo, il Dadaismo e la Pop Art,
ne ha valorizzato genere e stile,
inserendo il materiale pubblicitario
nelle proprie opere eterogenee, e
creando una nuova forma d’arte
indirizzata a tutti, e non più
solamente ad una ristretta cerchia
elitaria.
La specificità della pratica
pubblicitaria, unita alle molteplici
esperienze di materie umanistiche,
ha generato l’utilizzo di un proprio
linguaggio peculiare, inteso come
lo strumento di lavoro alla base del
processo creativo, con regole e
t
1
PENNAROLA, Cristina, 1998, La publudicità nella
s ampa inglese, Liguori, Napoli.
forme specifiche fatte per essere
puntualmente manipolate,
trasgredite, sovvertite, al fine di
esprimere l’ineffabile. Geoffrey
Leech afferma che uno degli aspetti
interessanti del linguaggio
pubblicitario sta nel suo delicato
compromesso tra le opposte
tendenze di conformità ed
eterodossia: tra seguire uno schema
prescritto di clichés pubblicitari, ed
esercitare la libertà di deviarli da
ciò, e, all’occasione, dalle regole
della lingua inglese stessa
2
. Egli
propone una semplice distinzione
bipartita tra il linguaggio
pubblicitario standard ed il
linguaggio pubblicitario creativo,
sulla base del rapporto di
convergenza ed opposizione che si
viene a stabilire tra la parole
pubblicitaria e la langue, ovvero il
codice della lingua, e l’uso che ne
viene fatto negli annunci. Tale
distinzione offre una grande utilità
operativa in quanto consente una
disamina delle varie strategie
pubblicitarie; tuttavia, difficilmente
trova riscontro nella realtà degli
annunci, dove originalità e
conformismo sono inestricabilmente
connessi
1
. Per questo motivo la
dicotomia standard/deviante deve
essere interpretata e pensata come
un continuum concettuale piuttosto
che come un solco tra due zolle
opposte. Le croniche trasgressioni
alle regole pubblicitarie fungono da
richiamo per il pubblico, al fine di
sollecitarne la fantasia.
La premessa del processo
pubblicitario è la volontà necessaria
di comunicare significati. Si tratta
di ricercare significanti adatti, da
contestualizzare in uno specifico
codice, un linguaggio appunto, ed è
proprio in questa ricerca che si
misura l’abilità degli ideatori
.
t
2
LEECH, Geoffrey N., 1966, English in Advertising A
Linguis ic Study of Advertising in Great Britain,
Longman, London.
1
La Pubblicità a Stampa nei Settimanali Inglesi > Il Linguaggio Pubblicitario
comunicativi: saper usare, in
maniera ponderata e strategica, le
infinite e misteriose possibilità
offerte dal linguaggio, e da
qualunque tipo di codice che, pur
diverso dalle lingue storico-naturali,
sia in grado di ordinare la
produzione e comprensione di
segnali della più varia natura.
1.1 Il Lessico
Aggettivale
Tra le parti del discorso, l’aggettivo
rappresenta l’elemento cardine del
lessico propagandistico, e la sua
costante frequenza è uno dei tratti
salienti del linguaggio pubblicitario.
Generalmente posti in successione,
gli aggettivi creano un effetto di
accumulazione ascendente e
iperbolica:
At last a Cream Mask that makes
something new, fresher and non-
irritating.
L’eterogeneità aggettivale è però
solamente quantitativa. La
frequenza non corrisponde ad un
uguale varietà. John Morley ha
stilato una hit parade delle best
loved words più ricorrenti
3
:
New
Good/Better/Best
Free
Fresh
Delicious
Sure
Clean
Wonderful
Special
3
MORLEY, John, 1993, Advertising: Some Notes,
Dispense, Inglese per Scopi Speciali, Facoltà di Scienze
Politiche, Università di Siena, Siena.
Fine
Great
Real
Easy
Bright
Extra
Rich
La costruzione tipica del linguaggio
pubblicitario è il composto
aggettivale, sia per la sua frequenza
che per la notevole duttilità. Questo
costrutto si sposa quindi
perfettamente con la grande
flessibilità della lingua inglese,
formando un numero
potenzialmente illimitato di
soluzioni. Con l’accostamento di
alcune parti del discorso, si possono
distinguere differenti tipi di
composto aggettivale:
Aggettivo + Verbo:
extra-lasting energy
Sostantivo + Aggettivo:
skin friendly after-shave
Avverbio + Aggettivo:
non oily hair-gel
Aggettivo + Aggettivo:
new-fresh body milk
Avverbio + Verbo:
everlasting batteries
Sostantivo + Verbo:
hair smoothing shampoo
La maggior parte degli aggettivi
utilizzati ha un significato
imprecisato. Si tratta di parole con
valore altamente emotivo, ma
paradossalmente imprecisate e
prive di referente. Predomina così
un vocabolario allusivo, dove il
2
La Pubblicità a Stampa nei Settimanali Inglesi > Il Linguaggio Pubblicitario
senso connotato si sostituisce a
quello denotato. Ecco il motivo
dell’utilizzo frequente degli
aggettivi: permettono di ribadire le
strabilianti virtù di ogni prodotto,
senza per questo contravvenire al
severo codice che regola la
pubblicità in Gran Bretagna.
1.2 La Struttura
Sintattica
Il Linguaggio pubblicitario presenta
una struttura sintattica
estremamente semplice e tipica del
parlato: frasi brevi con una netta
predominanza della paratassi; la
disgiunzione; la prevalenza delle
forme imperativa, interrogativa ed
esclamativa
2
. Il testo è di norma
breve, e grazie ad alcune parole
chiave (link words) svolge
l’importante funzione di ancoraggio
con l’immagine dell’annuncio.
Quest’ultima può avere molteplici
interpretazioni per i suoi echi
simbolici ed emotivi.
Si preferisce rompere un lungo
periodo in frasi spezzate
dall’andamento lento, quasi
scandito, in modo da rimanere
maggiormente impresse. Headline,
body copy e pay off devono quindi
avere stile semplice e sintetico,
assolvendo la funzione informativo-
esplicativa:
Take a photo with your best singer.
Send it to your best friend. And
receive his best shocked face. It’s
all in your hand. It’s your new
mobile.
La tendenza a semplificare la
struttura sintattica porta ad
un’ulteriore segmentazione del
periodo. Le proposizioni non sono
più connesse nella coordinazione
paratattica, ma formano delle frasi
indipendenti, ridotte ai loro
elementi essenziali e che possono
essere sostituite anche da un
semplice sintagma nominale o da un
avverbio.
Emotions. Deep colours. Perfect
sounds. Here’s how you will discover
reality. With you digital camera.
Questa sintassi, che recide la
fluidità del discorso, presenta un
ritmo lento, scandito da pause che
isolano gli elementi evocativi
ponendo enfasi su più punti focali.
L’annuncio appena riportato ne è la
riprova: i tre sostantivi di apertura
(emotions, deep colours, perfect
sounds) sono enfatizzati come
elementi evocativi grazie ai punti
che li separano.
Un’ulteriore caratteristica del
linguaggio è la frequenza abituale
degli ordini tra gli emittenti del
messaggio e i clienti destinatari. Il
tipico “comprate”, “utilizzate”,
“prendete” sembrerebbe di primo
acchito in contrasto con il rapporto
irreale di distanza forzata tra le due
parti. Nonostante ciò l’invito viene
considerato del tutto lecito e
normale, anzi, sarebbe
paradossalmente incongruente ogni
forma garbata e compita. Infatti
l’ordine instaura un rapporto subito
confidenziale e intimo con il
potenziale compratore, cancella le
distanze create dalle formule di
cortesia e ribadisce inoltre
l’autorevolezza della voce
pubblicitaria: chi dà gli ordini deve
trovarsi in una posizione di
superiorità e deve essere in grado
di consigliare per il meglio gli
acquirenti. I vantaggi della
pubblicità, quindi, non sono altro
che preziosi consigli a beneficio di
chi li segue
4
:
Discover the pleasure of being The
One for her. A diamond is forever…
4
MYERS, Greg, 1994, Words in Ads, Edward Arnold,
London, pp. 47-48.
3