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emozioni che un prodotto uguale per tutti diventa personale, prende
vita e si trasforma in ipermerce
1
. Il rapporto con la marca si consolida
quando il consumatore vive sensazioni forti, che lasciano un segno
nella sua memoria, consentendogli sia di associare valori positivi al
brand, sia di spingerlo a condividere la sua esperienza con gli altri,
alimentando in questo modo il passaparola. Ma non bisogna
dimenticare che la natura umana è caratterizzata anche dal bisogno di
relazione, appartenenza e socialità: le imprese lo hanno compreso e
hanno costruito molto del loro successo creando comunità a cui il
cliente viene indotto a partecipare. È la relazione con il brand che
trasforma il rapporto con un oggetto inanimato in qualcosa di
vivificante che fa sentire il consumatore importante e parte integrante
di una collettività.
La comunicazione d’impresa si trova dunque ad affrontare un
terremoto profondo ed esteso, il cui epicentro è situato nei nuovi
comportamenti del pubblico e nella diffusione delle tecnologie
digitali, che portano un numero sempre maggiore di aziende e agenzie
a ridefinire i propri metodi allontanandosi dagli schemi rigidi del
marketing di massa. L’intento della tesi è quello di offrire una visione
globale delle nuove manifestazioni della comunicazione aziendale in
tutte le sue forme, partendo dal marketing non convenzionale fino a
giungere alla pubblicità interattiva resa possibile dall’avvento dei
1
Ipermerce: questo nuovo tipo di merce, definito anche “di culto”, racchiude una
forza comunicativa e una potenza simbolica capaci di andare oltre il semplice
valore d’uso dell’oggetto diventando così uno specchio delle emozioni del
consumatore. Con l’ipermerce è possibile superare la dimensione materiale del
prodotto e stimolare comportamenti di affezione che trascendano la pura e
semplice fruizione utilitaria del bene.
Cfr. CARMAGNOLA F. & FERRARESI M., Merci di culto. Ipermerce e società
mediale, Mauro Castelvecchi, Roma 1999
6
media digitali. Nella trattazione verranno esposti i diversi aspetti e le
molteplici caratteristiche di questa “nuova era della pubblicità”,
analizzando le strategie comunicative che si sono dimostrate
maggiormente efficaci nel panorama della società postmoderna,
correlate dall’analisi di case history di aziende che si sono rivelate gli
antesignani dell’innovazione nel campo dell’advertising.
Il primo capitolo presenta un’analisi dello scenario postmoderno e
delle sue caratteristiche di rottura con gli schemi tradizionali del
passato, concentrandosi sul nuovo ruolo centrale dell’utente diventato
il punto di partenza per ogni strategia pubblicitaria. Il secondo
capitolo offre una panoramica sulla pubblicità non convenzionale
partendo dalla sua prima formulazione e analizzando quelle modalità
che si sono dimostrate maggiormente efficaci come le tecniche di
impatto creativo del guerrilla marketing e lo spirito di comunità su cui
fanno leva le brand tribe, mettendone in evidenza le caratteristiche e i
differenti obiettivi di comunicazione. Nel terzo capitolo vengono
analizzate le diverse tipologie di comunicazione aziendale veicolate
attraverso Internet, approfondendo le strategie di advertising online
che si sono diffuse maggiormente a livello internazionale, con
particolare attenzione alle formule pubblicitarie che hanno decretato il
successo planetario di Google. Il quarto capitolo si concentra sulle
forme di pubblicità legate alla telefonia mobile che si rivela un campo
ancora inesplorato per molte aziende, ma ricco di potenzialità latenti
che restano ancora nascoste. Infine nel capitolo conclusivo saranno
presentate le questioni più attuali e interessanti relative alle nuove
tecniche pubblicitarie, fino al difficile tentativo di inquadrare le
prospettive future dell’advertising. In particolare verranno
approfondite le tematiche relative alla pubblicità virale che è
7
attualmente riconosciuta come la forma di comunicazione aziendale
più affidabile e meno dispendiosa e le tipologie pubblicitarie legate al
Web 2.0 che si pone come il naturale punto di incontro tra la
pubblicità non convenzionale e l’advertising digitale, riassumendo le
caratteristiche peculiari dell’interattività resa possibile dalle nuove
tecnologie e al tempo stesso consentendo l’espressione della socialità
e del senso di comunità tipici della società postmoderna.
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Capitolo 1
La nuova era della pubblicità
_______________________________________________
1.1 La società postmoderna e il nuovo marketing
L’avvento della postmodernità ha segnato un superamento/evoluzione
dei paradigmi che hanno caratterizzato l’epoca moderna lasciando il
posto ad un tipo di società in fieri che è espressione di una nuova fase
storica definita dal sociologo Zygmunt Bauman
2
: “modernità liquida”.
I liquidi, spiega Bauman, non conservano mai a lungo la propria
forma, ma tendono a cambiarla continuamente: così lo stato fluido
infrange il tradizionale ordinamento sistemico dell’epoca moderna,
basato su omogeneità e compattezza, rivoluzionandolo nella sua
2
Zygmunt Bauman: sociologo e filosofo britannico, ha focalizzato le sue
ricerche sui temi dell’olocalusto ebraico, della stratificazione sociale e del
movimento dei lavoratori, prima di elevarsi ad ambiti più generali come la natura
della modernità. Bauman ha paragonato il concetto di modernità e postmodernità
rispettivamente allo stato solido e liquido della società. Nei suoi libri sostiene che
l’incertezza che caratterizza la società contemporanea deriva dalla trasformazione
dei suoi caratteri peculiari: in particolare lega tra loro concetti quali il
consumismo alla creazione di “rifiuti umani”, la globalizzazione all’industria della
paura, lo smantellamento delle sicurezze ad una vita sempre più frenetica che
costringe gli individui ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi
esclusi. L’esclusione sociale elaborata da Bauman non si basa più sull’estraneità
al sistema produttivo o sul “non poter comprare l’essenziale”, ma del non poter
comprare per sentirsi parte della modernità: il povero, nella modernità liquida,
cerca di standardizzarsi agli schemi comuni, ma si sente frustrato se non riesce a
sentirsi come gli altri, cioè accettato nel ruolo di consumatore.
9
essenza.
3
In un’epoca caratterizzata dalla fluidità qualunque schema o
modello non può essere fisso, ma deve essere sempre aperto al
cambiamento e a rapidi giri di boa, pronto ad accogliere inedite
varianti, nuove opzioni e nuove sfide. Il passaggio dalla modernità
solida a quella fluida indica che tutte le certezze su cui è stata costruita
la modernizzazione stanno venendo meno, sostituite da una fase di
deregolamentazione e flessibilizzazione dei rapporti sociali che vede
al centro del suo sviluppo l’individuo.
4
Così il marketing si è trovato
improvvisamente con strumenti metodologici e modelli analitici del
tutto obsoleti e inadeguati a decodificare la nuova realtà postmoderna:
in questo senso la sua evoluzione può essere letta come un graduale
distaccarsi dalla specificità dei compartimenti aziendali a favore di un
progressivo inserimento nei fenomeni culturali e nelle dinamiche della
nuova struttura sociale. Sotto la spinta dei nuovi media, il mondo sta
prendendo la forma del “villaggio globale” teorizzato da Marshall
McLuhan
5
dove lo spazio è svanito e tutto accade all’istante.
6
Le
aziende hanno dunque dovuto ridefinire le proprie strategie
orientandosi verso approcci più coerenti che, sotto l’effetto della
globalizzazione, hanno inaugurato un nuovo tipo di comunicazione
più versatile, multimediale e sempre presente, capace di superare i
limiti spazio-temporali. Come afferma in una sua recente intervista
3
Cfr. BAUMAN Z., Modernità Liquida,Laterza, Bari 2006
4
Cfr. MINESTRONI L., Comprendere il consumo. Società e cultura dai classici al
postmoderno, Franco Angeli, Roma 2006, pag. 307
5
Marshall McLuhan: sociologo canadese che nei suoi studi ha approfondito gli
effetti prodotti dalla comunicazione sulla società e sui comportamenti dei singoli
individui. Il suo pensiero ruota intorno alla convinzione che sia il mezzo
tecnologico a determinare i caratteri strutturali della comunicazione,
indipendentemente dal contenuto veicolato dall’informazione, secondo il
paradigma “il mezzo è il messaggio”.
6
Cfr. GAMALERI G., Understanding McLuhan. L’uomo del villaggio globale,
Kappa, Roma 2006, pag. 38
10
Martin Lindstrom, guru del branding e del marketing strategico, il
compito del marketing e della pubblicità sarà quello di adeguarsi a
questo nuovo assetto globale:
Le marche sono destinate e trasformarsi presto da entità passive, statiche, in
soggetti attivi. Ciò significa che cominceranno ad ascoltare il consumatore e
a reagire sostanzialmente in modo più veloce. Il problema è che oggi le
marche sono ancora lente, talmente lente da reagire nell’arco di anni anziché
di minuti come può avvenire sui nuovi media. Nel prossimo futuro,
dovranno comunque tendere a un modello di istantaneità e questo avrà
notevoli ripercussioni sulle strategie e sul modo di attuarle. La specificità
dei media, dunque, influirà sempre di più sulla metodologia e sulla prassi
pubblicitaria.
7
Le nuove tecnologie hanno enormemente accelerato e fluidificato gli
scambi di informazione, dando maggiore libertà di accesso a tutti gli
individui, rendendo possibile un alto grado di interazione e
rinnovando il modo di comunicare e veicolare elementi culturali. Lo
sviluppo e la diffusione di mezzi di comunicazione sempre più potenti
e interattivi, ha mutato profondamente numerosi aspetti della nostra
vita, sovvertendo gli stessi concetti di tempo, spazio e identità.
La vera scintilla che ha innescato la serie di innovazioni nella
trasmissione delle informazioni è stata la possibilità di digitalizzare
tutte le forme di comunicazione (testo, immagini e suoni). Questo
processo ha rivoluzionato sia la natura che i settori della
comunicazione, rendendo possibile la convergenza tra diversi media,
diffondendo a tutti i livelli l’interattività e permettendo la
decentralizzazione degli accessi (sia per pubblicare che per ricercare
informazioni). Internet, la telefonia mobile, la tv digitale e satellitare, i
7
BALLARDINI B., Pubblicità istantanea, Nova (Il Sole 24 ore), 30 ottobre 2008
11
computer palmari, le nuove applicazioni multimediali integrate,
diventano tutti strumenti finalizzati ad offrire e garantire un accesso
completo e totale alle informazioni. Il Web crea un flusso continuo di
dati che, come un fiume in piena, non permette di porre alcun limite
spaziale o temporale alla libera circolazione delle informazioni:
ottenere facilmente notizie in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento è
diventata così una delle caratteristiche fondamentali della nostra
società. Parallelamente l’avvento della rete telematica ha innescato
anche cambiamenti più profondi che riguardano i luoghi (dal mercato
fisico al cyberspazio), le relazioni (dal singolo individuo alle
community) e lo stesso materiale di scambio (da beni fisici a
informazioni, conoscenze, idee). Il Web 2.0
8
e i social network
9
sono
il laboratorio di questi cambiamenti: Internet con le sue applicazioni si
è progressivamente trasformato da mezzo di comunicazione digitale in
una rete di persone che si esprimono, scambiano e condividono il loro
sapere. Per le aziende il nuovo grande business consiste nel collocarsi
negli incroci di questo traffico di relazioni e informazioni condivise:
ormai quello che realmente conta non sono i singoli messaggi o le
specifiche tecnologie, ma risultano fondamentali le relazioni che
queste sono in grado di creare e le potenzialità comunicative che sono
in grado di esprimere. In questo scenario la vera rivoluzione nel
campo della comunicazione aziendale consiste nel passaggio dal
8
Web 2.0: termine coniato nel 2004 da Tim O’Reilly per indicare l’evoluzione
profonda, dei metodi di accesso e di uso delle risorse sulla Rete condensati in un
insieme di tendenze economiche, sociali e tecnologiche che formano la base per la
prossima generazione di Internet.
9
Social network: sono siti Web a cui gli utenti possono accedere previa
iscrizione e compilazione di un proprio profilo personale. Una volta registrati, gli
utenti diventano membri della community e possono interagire con altri utenti per
comunicare, condividere opinioni o contenuti (come file, foto, audio, video) e
restare costantemente in contatto tra loro.
12
marketing di massa
10
al marketing di relazione, in cui si ricerca la
soddisfazione del cliente allo scopo di fidelizzarlo attraverso l’offerta
di un prodotto realizzato su misura, di elevata qualità e venduto a
prezzi equi. Perciò per creare una relazione personalizzata con l’utente
diventa necessario coinvolgerlo direttamente e relazionarsi con esso,
non solo trasmettendogli un generico valore di marca, ma
comunicando qualcosa di più specifico. Il consumatore deve avere la
sensazione che l’informazione sia indirizzata esclusivamente a se
stesso, deve rispondere ai suoi interessi, soddisfare le sue esigenze e,
al tempo stesso, farlo sentire unico e importante. Solo in questo modo
l’azienda può conquistare la fiducia del potenziale cliente
trasformando il rapporto brand-consumatore in un legame permanente,
capace di durare a lungo e influenzare positivamente l’aggregazione di
altri consumatori.
Utilizzando una metafora di Maurizio Sala vicepresidente del gruppo
“Armando Testa” questo rapporto può essere visto come la storia di
due amanti che si scoprono all’improvviso diversi:
Lei, la Marca, abituata ad essere corteggiata e desiderata da lontano, si
accorge che il suo Lui, il Consumatore, è diventato improvvisamente meno
romantico e più intraprendente. Non più platonico e adorante come un
tempo, oggi propone avances e chiede un rapporto più stretto, più
coinvolgente dal punto di vista della relazione. L’aplomb di lei non basta
più e per questo le è necessario un abbandono maggiore. Un concedersi più
intenso e alla pari per tornare, in veste nuova, ai fasti afrodisiaci di una
volta.
11
10
Marketing di massa: strategia di marketing utilizzata dalle imprese che si
rivolgono ad un pubblico generico ed indistinto.
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COVA B., GIORDANO A., PALLERA M., Marketing non-convenzionale, Il Sole 24
ore, Milano 2007, pag. X
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L’approccio violento del vecchio marketing, nel quale i consumatori
venivano distinti in target
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da colpire e in gruppi sociali da
“aggredire” è ormai superato.
Le persone non vogliono essere aggredite: vogliono conversare
pacificamente, vogliono ridere ed essere informate, non vogliono desiderare
sempre più di ogni cosa, ma conoscere il giusto per poter cercare una
soddisfazione meno ansiogena di quella offerta dal consumismo.
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Nel nuovo marketing che si sta affermando, l’approccio customer
oriented
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diventa dunque il focus della strategia: si investe nel cliente,
non più sul prodotto. Questa evoluzione è frutto non solo di un
mutamento culturale, ma anche dello sviluppo degli strumenti di
comunicazione che permettono di instaurare un rapporto diretto e
interattivo con l’utente.
La fidelizzazione del cliente si basa sulla personalizzazione della
comunicazione e tale ambizioso obiettivo si potrà raggiungere solo
raccogliendo informazioni dettagliate sul target in modo da calibrare
al meglio l’offerta aziendale. Le caratteristiche che risultano
fondamentali nell’identificare il nuovo consumatore sono gli interessi
culturali, l’approccio alla vita e il lifestyle. Le differenze geografiche,
di età e di sesso non esistono più: nascono i cosiddetti “segmenti
transnazionali” cioè gruppi di consumatori presenti in ogni paese, con
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Target: gruppo specifico di individui che si pone come naturale destinatario di
una azione di marketing o di comunicazione.
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DE BIASE L., Pubblicità sperimentale: l’intero è il messaggio, Nova (Il Sole 24
ore) 8 maggio 2008
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Customer oriented: (orientamento al cliente) è un approccio dell’impresa al
mercato incentrato su un nuovo tipo di cliente più evoluto ed esigente. Per essere
conquistato il consumatore va seguito con nuovi atteggiamenti e comportamenti
da parte dell’impresa e deve sempre essere posto al centro di ogni attenzione con
prodotti e servizi personalizzati.