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Introduzione
In questo lavoro intendiamo analizzare le musiche di Luis Bacalov per Milano
calibro 9, film noir-poliziottesco diretto da Fernando di Leo nel 1972.
Bacalov, versatile musicista e Premio Oscar, ad oggi non gode di una
monografia a lui dedicata, né di una giusta visibilità in rapporto al suo operato e
alla sua decennale carriera. Con nostro stupore, è stato assai difficoltoso
reperire informazioni su di lui, chiara dimostrazione che l‟interesse per questo
artista è ancora (molto) “di nicchia” e non esteso ad un pubblico più generico.
Abbiamo voluto quindi dedicargli questo lavoro (piccolo, in confronto a tutti i
suoi prodotti per il cinema) presentando un profilo artistico del Maestro il più
completo possibile, dalla biografia, alla discografia, alla filmografia, analizzando
brevemente tre delle sue colonne sonore tratte da tre film differenti per epoca,
genere e realizzazione, per arrivare poi al centro del nostro lavoro, con l‟analisi
del film Milano calibro 9 e, soprattutto, delle sue musiche. In generale, le analisi
delle musiche dei film di Bacalov, dove non indicato diversamente, sono nostre.
Prima ancora di addentrarci nel nucleo del nostro lavoro, ci è parso opportuno
inserire una corposa ed approfondita discussione delle varie teorie sul rapporto
tra cinema e musica, sull‟analisi della musica nel cinema, utilizzate per lo studio
delle colonne sonore. Ma non solo. Le musiche di Milano calibro 9 presentano
delle “contaminazioni” musicali innovative, tipiche (ma non solo) degli anni
Settanta: il progressive rock e la musica elettronica. Ci è sembrato adeguato
stilare un quadro generale dei due generi musicali, dalla loro nascita,
all‟evoluzione, alle influenze subite, agli esponenti più significativi sulla scena
musicale, alle applicazioni nel cinema.
Gli obiettivi di questo lavoro sono diversi.
Ci pare innanzitutto significativo il tentativo di raccogliere tutte le informazioni
relative a Luis Bacalov e alla sua carriera artistica, le quali sono poche,
confusionarie, talvolta discordanti e sparse in fonti molto diverse tra loro.
4
Abbiamo cercato di dare un ordine, anche cronologico, a queste informazioni
che abbiamo trovato ed elaborando anche una filmografia il più possibile
completa.
Ci siamo posti alcune domande e abbiamo cercato di dar loro una risposta:
ξ Che rapporto stabiliscono le musiche con le immagini che commentano?
ξ Sono influenzate dal “genere” del film e dalle richieste del regista?
ξ Le musiche di Milano calibro 9 sono da ritenersi inferiori e secondarie
rispetto a quelle per i grandi “autori”?
ξ Per quali elementi queste musiche possono considerarsi “tradizionali” o,
al contrario, innovative?
ξ La musica di Milano calibro 9 è qualcosa di più di un accompagnamento
o “commento alle immagini”?
Per rispondere a queste domande abbiamo dovuto far fronte a diversi ostacoli:
ξ Innanzi tutto, la mancanza degli spartiti musicali del film (il cui
reperimento lo consideriamo, oramai, pressoché impossibile) i quali ci
avrebbero assai agevolato ed aiutato a stilare un‟analisi più precisa e
corretta fin nei minimi dettagli: sapere con certezza il tempo di battuta, le
note suonate da uno strumento piuttosto che da un altro, in che punto del
pentagramma subentrano gli archi o gli ottoni, tutte queste esigenze le
avremmo soddisfatte leggendo lo spartito musicale. In mancanza di
questo prezioso alleato, abbiamo operato un‟analisi delle musiche
prettamente sull‟ascolto o sull‟audiovisione del film, considerando la
nostra competenza musicale più che discreta, sebbene un po‟
“arrugginita”, ma che abbiamo cercato di incrementare (ma che non è
comunque ottimale per un‟analisi musicologica pura e approfondita).
ξ Ci rammarichiamo molto di non essere riusciti ad ottenere un‟intervista
col Maestro, un prezioso “traguardo” che sarebbe stato molto utile per
delle delucidazioni relative soprattutto alle modalità di composizione e
realizzazione.
Il nostro lavoro è strutturato in tre capitoli.
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Nel primo capitolo abbiamo elaborato e ripresentato alcune tra le più importanti
teorie sul rapporto tra cinema e musica (concernenti i “livelli”, gli usi e le sue
funzioni), sul suono, sulla colonna sonora, abbiamo discusso sul lavoro del
compositore, del direttore d‟orchestra e abbiamo presentato l‟iter di lavorazione
per la creazione di una colonna sonora, dall‟idea al prodotto finale. Infine,
abbiamo presentato un panorama generale (nascita, evoluzione, produzione,
esponenti italiani e stranieri, esempi di film) dei due generi che hanno
contaminato le musiche del film di di Leo: musica elettronica e progressive rock.
Il secondo capitolo è interamente dedicato a Luis Bacalov e comprende
biografia, carriera artistica, discografia, filmografia, un‟analisi di tre tra le sue
musiche cinematografiche più celebri (Il Vangelo secondo Matteo, Django e Il
postino) e, a sostituire l‟intervista che avremmo dovuto fare al Maestro, parti di
alcune interviste del passato.
Il terzo capitolo riguarda interamente Milano calibro 9. Ci è parso ovvio aprire il
capitolo con un‟appofondita presentazione del cinema di genere italiano,
soprattutto il poliziottesco, per poi proseguire con un breve paragrafo su
Fernando di Leo (biografia, filmografia, sceneggiature) e il suo rapporto con
Giorgio Scerbanenco, autore del racconto noir sul quale si basa il film, e con
Luis Bacalov. Siamo poi giunti alla vasta analisi del film (scheda tecnica e
sinossi) per aprire una larga parentesi sulla città e l‟immaginario urbano nel
cinema, analizzando l‟apporto della città di Milano nell‟economia del film.
Proseguiamo quindi con l‟analisi della colonna sonora: abbiamo diviso il film in
sequenze in una tabella di due colonne dove nella prima colonna si trova la
sinossi e nella seconda colonna abbiamo presentato, descritto ed analizzato le
musiche relative alla sequenza. Il capitolo si conclude con un nostro commento
assai approfondito sulle musiche appena descritte.
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Capitolo primo
1. Cinema e Musica
L‟accostamento di queste due parole, sintesi di due vasti mondi paralleli ma al
tempo stesso convergenti, ha prodotto copiose pubblicazioni effettuate da molti
studiosi di entrambi i settori. Molti infatti sono i professori di cinema, i critici, i
registi, i musicisti, i direttori d‟orchestra, gli autori di colonne sonore, o
semplicemente cinefili appassionati e autodidatti che hanno incluso queste due
parole nei titoli dei libri o articoli da loro pubblicati. La prima problematica che si
ritrova nello studio della musica cinematografica è che essa stessa sia una
disciplina “a cavallo” di due competenze di studio autonome, e cioè in mezzo fra
la musicologia da una parte e l‟analisi del film dall‟altra. Questo è il problema di
metodo basilare che compromette il raggiungimento di una maturità scientifica
da parte di tale disciplina.
Perché la materia raggiunga un grado di scientificità, un‟ipotetica soluzione è
dunque prestare l‟attenzione necessaria alla dimensione sonora e musicale.
Data la specificità monografica di questo lavoro – e data la copiosa quantità di
parole e pagine che il rapporto tra cinema e musica riesce a far produrre – si
svilupperanno qui di seguito soltanto le parti che possono essere di maggior
comprensione e arricchimento ai fini di ciò che presenteremo nello specifico nei
capitoli successivi (Luis Bacalov e la sua colonna sonora per Milano calibro 9).
In particolare, questo capitolo verterà sulla colonna sonora, un approfondimento
sul lavoro del compositore di musica per film e sul direttore d‟orchestra, sulla
dinamica del suono e più precisamente mostreremo una panoramica generale
degli studi effettuati da molti studiosi del settore. Parleremo anche di due generi
musicali che hanno particolarmente influenzato il cinema italiano (e non solo) a
partire dagli anni Sessanta e Settanta: la musica elettronica e il rock
progressivo.
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1.1 MUSICA1
1.1.1 LA COLONNA SONORA
La colonna sonora è quella zona della pellicola
cinematografica che reca la registrazione foto-acustica,
quella cioè in cui sono incise delle vibrazioni luminose
che, nel passare davanti a un apparato apposito del
proiettore, si trasformano in vibrazioni elettriche. Tali
vibrazioni diventano sonore in quanto ascoltabili
attraverso un altoparlante posto dietro lo schermo.2
Con la presente definizione di colonna sonora di Ermanno Comuzio, si può
facilmente dedurre che essa sia componente intrinseca del film sonoro stesso,
proprio per l‟accezione fisica (<<la zona della pellicola>>) del termine; è da
intendersi che il concetto di colonna sonora non si limita all‟aspetto fisico.
La musica, quindi, diventa uno dei pilastri fondamentali per la realizzazione di
un film in quanto attua una relazione continua e necessaria tra il visivo e
l‟uditivo, tra immagini e suoni, voci, rumori suscitando nell‟animo del fruitore
ogni sorta di emozione e al tempo stesso trasmettendo messaggi e significati.3
In modo chiaramente esemplificato, Ermanno Comuzio ci spiega la struttura
della colonna sonora:
1
Le informazioni relative alla musica presenti in questo paragrafo sono ricavate da: G.
MOUËLLIC, La musica al cinema, Lindau, Torino 2005 pp. 17-19/ 43-61; G. PLENIZIO, Musica
per film. Profilo di un mestiere, Guida, Napoli 2006, pp. 33-36/ 39-43/ 48-86/ 93-96; E. SIMEON,
Per un pugno di note - storia, teoria, estetica della musica per il cinema, la televisione e il video,
Rugginenti, Milano 1995, pp. 22-37/ 46-51/ 61-64/ 117/ 143-147/ 181/ 216-237; M. CHION,
L'audiovisione: suono e immagine nel cinema, Lindau, Torino 1997, pp. 18-27/ 33-40/ 60-61/
82-85; S.G. BIAMONTE (a cura di), Musica e film, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1959, pp. 23-33/
173-193/ 197-211; G. RONDOLINO, Cinema e Musica - Breve storia della musica
cinematografica, Utet Libreria, Torino 1998, pp. 69-74/ 111-120; S. MICELI, Musica e cinema
nella cultura del Novecento, Sansoni RCS, Milano 2000, pp. 53-89/ 329-384.
2
La presente definizione di colonna sonora è di Ermanno Comuzio ed è rintracciabile in: G.
RONDOLINO, Cinema e Musica - Breve storia della musica cinematografica, Utet Libreria,
Torino 1998, p.73.
3
Tutte queste riflessioni sono da attribuirsi, ovviamente, al cinema sonoro, che nasce nel 1927
circa.
8
La colonna sonora è composta dei seguenti elementi
principali: dialogo, rumori, musica. Il dialogo (o
comunque il cosiddetto parlato) può essere quello degli
attori che interpretano il film, dunque realistico, o la voce
di uno speaker che commenta l‟azione, o una voce
impiegata come puro suono. I rumori (o effetti sonori)
possono essere a loro volta realistici (cioè legati a
materiali esposti contemporaneamente nell‟immagine:
sia che provengano da presa diretta sia che vengano
rifatti artificialmente in laboratorio) o immaginari, cioè
usati indipendentemente dalla rappresentazione visiva.
Anche la musica può essere legata a fonti preesistenti
nell‟immagine (uno strumento che si vede e si ode, un
cantante in azione) oppure no. Si ha in quest‟ultimo caso
una musica in funzione di commento all‟azione, che può
essere legata a determinate immagini; o provenire
dall‟esecuzione off di uno strumento, di una voce, di un
complesso orchestrale o vocale; o essere creata
elettronicamente4 (senza strumenti naturali) o
sinteticamente (senza registrazioni di fonti sonore
esterne alla pellicola).5
Dialogo, rumori e musica, dunque. Fermiamoci un istante sull‟ultimo elemento
di questa suddivisione: la musica. Apparentemente, incastonare la musica
all‟interno di una tripartizione equiparata (dialogo, rumori e musica, appunto)
può facilmente indurre a pensare che ciò svilisca l‟essenza della musica
stessa, andandola ad intendere come mero e semplice <<accompagnamento
delle immagini>>6. Al contrario, la musica acquisisce un <<alto livello di
4
Della musica elettronica si parlerà verso la fine di questo capitolo.
5
La presente definizione di colonna sonora è di Ermanno Comuzio ed è rintracciabile in: G.
RONDOLINO, Cinema e Musica - Breve storia della musica cinematografica, Utet Libreria,
Torino 1998, p. 73- 74.
6
G. RONDOLINO, Cinema e Musica - Breve storia della musica cinematografica, Utet Libreria,
Torino 1998, p.74.
9
significazione>>7(ma già nel cinema muto ciò avveniva) proprio perché la
musica è <<parte integrante di un insieme>>8, un‟interrelazione bilanciata, tra
suoni, certo, ma anche tra parole, rumori e immagini che opera un rapporto
diretto con l‟azione filmica.
Dal 1927 (anno in cui si colloca l‟avvento del sonoro nel cinema) ad oggi, la
musica cinematografica ha percorso strade diverse, modificando radicalmente
nel corso del tempo, il modo stesso di fare musica. Ma la musica viene
considerata, lo ripetiamo, interazione con il visivo da sempre, anche da prima
dell‟avvento del sonoro. La musica per film si è sviluppata, dicevamo, in
direzioni diverse. Da una parte, si assiste ad un rinnovamento basilare della
colonna sonora stessa (<<musica sperimentale>>); da un‟altra parte si assiste,
invece, ad un‟immersione nel passato (<<musica di qualità>>)9 trattenendo
ancora la componente della tradizione da cui i nuovi modelli filmico-musicali
attingono (folklore, tradizione popolare…). Su un piano principalmente europeo,
ricordiamo, ad esempio, le note di alcuni grandi compositori – come Joseph
Kosma – frutto di sperimentazione ma anche di ripresa della tradizione.
La realizzazione di una colonna sonora prevede un lavoro assiduo, divenuto col
tempo un vero e proprio mestiere; molte, infatti, sono le persone che
collaborano e lavorano nella composizione e nella realizzazione di una colonna
sonora (i ruoli principali di questo mestiere si vedranno nei paragrafi
successivi). Talvolta sono gli stessi registi e sceneggiatori, per esempio, a
delineare le strade principali per la composizione sonora, proprio perché
coscienti dell‟importanza del sonoro.
La musica multiforme di Luis Enriquez Bacalov10 si mantiene, potremmo dire,
a metà strada tra queste due forme andando a creare un connubio creativo di
note drammaturgicamente sinestetiche. Come lui, altri artisti del panorama
7
Ibidem.
8
Ibidem.
9
G. RONDOLINO, Cinema e Musica - Breve storia della musica cinematografica, Utet Libreria,
Torino 1998, p.115.
10
Altrimenti indicato ed accreditato come: Luis Enrique Bacalov, Luis E. Bacalov, Luis Enriquez,
Luis Bacalov o semplicemente Bacalov.