V
prescindere da qualsiasi valutazione sull’effettiva realizzazione di
obbiettivi assegnati.
A partire dagli anni novanta però un profondo mutamento del
clima culturale ha dato impulso ad una stagione di importanti
riforme della pubblica amministrazione, incentrata inizialmente
sulla semplificazione e razionalizzazione del sistema normativo in
attuazione dei principi di trasparenza, efficacia ed efficienza. Infatti
una seria e sistematica riforma della pubblica amministrazione non
potrebbe prescindere da un suo processo di semplificazione
normativa profondo e radicale, implicando tale percorso necessario
e prodromico ad altre azioni ed interventi, costi specifici esigui
ovvero il contenimento dei costi di gestione e spesso l’eliminazione
di centri di spesa superflui.
Il legislatore degli anni novanta ha fatto molto su questo
versante, ma è necessario pur tuttavia procedere ad un ancora più
radicale revisione di norme superate e inutili, riordinando nel
contempo l’organizzazione sotto il profilo soggettivo anche con la
soppressione di enti ed apparati privi di qualsiasi utilità economica
e sociale.
VI
L’altro settore di intervento è costituito dalla
informatizzazione della pubblica amministrazione.
Il tema dell’informatizzazione assume un ruolo fondamentale
per la gestione dei procedimenti e l’erogazione dei servizi secondo
criteri di efficacia ed efficienza valutabili da autorità indipendenti in
relazione al soddisfacimento del cittadino-cliente, nonché in
relazione ai tempi di erogazione ed al relativo costo.
L’informatizzazione consente di razionalizzare i procedimenti,
di gestire una enorme quantità di dati contenuti in archivi
informatici in tempi veloci, assicurando risultati oggettivamente
adeguati alle esigenze della comunità.
I benefici non sono riferiti ai soli tempi di svolgimento del
procedimento e alla qualità degli servizi erogati, molto spesso si
concretano nel soddisfacimento diretto dei bisogni del
ttadino cliente che accede alla pubblica amministrazione
telematicamente.
In questa stessa logica si muove la gestione dei servizi on line
mediante l’impiego di applicazioni informatiche che prevedono
anche la firma elettronica e digitale.
VII
In tale contesto evolutivo s’inquadra infine il cambiamento
avvenuto nella gestione degli acquisti della pubblica
amministrazione, che vede un sistema incentrato in unico soggetto.
Questo settore rappresenta uno dei maggiore campi di applicazione
del processo di informatizzazione che consente ad un tempo di
razionalizzare le procedure offrendo maggiori garanzie di
trasparenza, professionalità e quindi efficienza.
L’esigenza di trasparenza è immanente ed essenziale in tutta la
gestione pubblica e costituisce il principio fondamentale che
presiede anche nella materia degli acquisti con riferimento speciale
alle modalità operative di gestione delle procedure di scelta del
contraente ed aggiudicazione del fornitore.
Il sistema, ove correttamente realizzato, offre maggiori
garanzie di trasparenza perché incentrato su un unico soggetto
deputato professionalmente agli acquisti, mentre nel passato i
centri di spesa, spesso piccoli e innumerevoli, operavano senza
competenze specifiche.
L’altro aspetto positivo di questo sistema di acquisizione è
costituito dal fatto che le operazioni possono essere svolte in tempi
VIII
più brevi rispetto alla gestione tradizionale basata su procedimenti
documentali cartacei.
Un ulteriore profilo è costituito dalla possibilità di ottenere a
prezzi più vantaggiosi e competitivi beni e servizi in ragione della
entità della richiesta e della competenza espressa dall’ente preposto
agli acquisti nella gestione del procedimento.
Gli acquisti effettuati con l’impiego di strumenti informatici
sono in generale, secondo la legge di mercato, più vantaggiosi degli
acquisti di beni e servizi attuati secondo i canoni tradizionali,
perché consentono da un lato il contenimento delle spese generali e
di diretta imputazione, d’altro maggiori vantaggi connessi alla
scelta stessa del fornitore e dei beni e servizi.
L’informatizzazione anche nel settore degli acquisti, e in tutte
le attività della pubblica amministrazione, tende ad avvicinare il
momento della richiesta di servizio al momento della erogazione,
con vantaggi indiscutibili per la collettività.
La digitalizzazione della pubblica amministrazione,
auspicabile in tutti i settori e quindi anche in quello degli acquisti,
richiede un impegno importante non solo da parte del legislatore per
la regolamentazione della materia e per gli investimenti da attuare,
IX
ma anche maggiori competenza e professionalità delle risorse
umane impiegate nella pubblica amministrazione, cui corrisponda
una crescita culturale globale della collettività, richiedente i servizi.
In questi anni in tale settore ha svolto un ruolo importante la
Consip s.p.a., cui è attribuito il compito di stipulare convenzioni e
contratti quadro per l’acquisto di beni e servizi per conto delle
amministrazioni dello Stato.
La Consip si è rivelato uno strumento innovativo sotto il
profilo gestionale poiché, configurandosi come struttura di servizio
delle singole amministrazioni, contribuisce a semplificare e
razionalizzare il sistema di approvvigionamento di beni e servizi da
parte delle amministrazioni.
Con il modello global service, che costituisce una rilevante
novità nella gestione integrata dei servizi, ad opera di un unico
soggetto specializzato esterno, sono condotte le attività relative alla
gestione e alla manutenzione degli immobili dell’amministrazione,
sia le attività complementari all’utilizzo dell’immobile stesso.
Il ricorso alla Consip e al global service offre la possibilità di
porre rimedio al frazionamento contrattuale, sia attraverso
l’individuazione di un unico assuntore responsabile dell’intero
X
pacchetto, sia attraverso la creazione di un sistema unitario di
governo della procedura, che include anche le funzioni di
monitoraggio e programmazione. L’adozione di tale modello oltre
ad individuare i costi che l’amministrazione deve sostenere fa
emergere la cosiddetta spesa sommersa.
I vantaggi derivanti dall'introduzione dei modelli sopra descrit-
ti sono stati apprezzabili sul versante del risparmio dovuto ai bassi
prezzi di aggiudicazione, sia soprattutto sul fronte meno visibile ma
altrettanto importante, della liberazione di risorse
dell'amministrazione, che potranno essere impegnate in attività a
maggior valore aggiunto rispetto alla gestione delle procedure di
acquisto come avvenuto fin'ora. Le opportunità offerte dagli
acquisti Consip sono ulteriori e probabilmente suscettive di
ampliamento nel corso del tempo.
Tuttavia sussistono anche taluni aspetti controversi
nell’impianto complessivo delineato dalle convenzioni Consip.
Talune perplessità riguardano la compatibilità fra la normativa
comunitaria e l’affidamento alla Consip di alcune funzioni proprie
delle diverse stazioni appaltanti, sia con riferimento alle modalità di
XI
individuazione della centrale di acquisti, sia dalle riforme
federaliste.
Le maggiori problematiche derivanti dal ricorso alle
convenzioni potrebbero essere legate ad eventuali ripercussioni
negative in tema di libertà di concorrenza, sia con riferimento
all’esclusione dal mercato di un numero considerevole di soggetti
che non disporrebbero dei requisiti di qualificazione sufficienti alla
partecipazione alle procedure, con pregiudizio della libertà di
iniziativa economica costituzionalmente tutelata, sia soprattutto
rispetto ai pericoli legati alla possibile configurazione di situazione
di monopolio in capo alla stretta cerchia di aziende partecipanti, che
in caso di aggiudicazione, si troverebbero a controllare grandi fette
di mercato.
Altre perplessità sono legate all’analisi delle prestazioni
offerte, in quanto la centralizzazione degli acquisti potrebbe portare
ad una valutazione non equilibrata nel rapporto prezzo qualità e ad
un appiattimento della scelta sugli aspetti più facilmente
apprezzabili, cioè il prezzo.
Inoltre l’entità del vantaggio in termini di minore prezzo
d’acquisto, unicamente in base alla maggiore quantità richiesta, è
XII
verosimile che in concreto si riveli inferiore alle attese, non potendo
contare sui benefici che un fornitore potrebbe diversamente ricavare
da un rapporto personalizzato con ciascun ente.
1
CAPITOLO Ι
CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
1. Il processo di riforma e di ammodernamento della P.A.
avviato negli anni novanta
La riforma della Pubblica Amministrazione, da diversi decenni
un tema fra i più dibattuti dalla dottrina e tuttora al centro delle
politiche di governo, ha vissuto agli inizi degli anni novanta una
stagione singolarmente intensa e convulsa trovando, in un mutato
clima culturale, una prima favorevole attuazione grazie a molteplici
e significativi interventi legislativi.
Difatti è in quel momento diffusa la convinzione che non solo
l’assetto costituzionale dello Stato debba essere innovato, ma anche
l’intera amministrazione pubblica secondo principi e regole nuovi
che impongono un capovolgimento dei vecchi schemi su cui essa
era articolata. L’amministrazione pubblica abbandona i tradizionali
modelli di comportamento ispirati prevalentemente
all’adempimento formale delle leggi e dei regolamenti e orienta la
sua azione, secondo i canoni della trasparenza, al raggiungimento di
obiettivi e risultati misurabili. Con gli interventi normativi volti a
2
ridistribuire i compiti, le funzioni e le responsabilità tra i vari
soggetti pubblici viene poi perseguito l’obiettivo di miglioramento
degli standard qualitativi delle attività ora valutabili in termini di
efficacia e di efficienza. Vengono introdotti i primi sistemi di
valutazione oggettiva dei servizi resi al cittadino-cliente per
misurarne la qualità sulla base dei costi e dei rendimenti.
1.1 l’Amministrazione trasparente
Nel quadro del mutato clima culturale si colloca la legge 7
agosto 1990, n. 241, che delinea una radicale riforma
dell’amministrazione, introducendo una vera e propria carta dei
diritti dei cittadini e delle imprese. Il principio ispiratore della
riforma è che l’amministrazione deve cambiare completamente
l’obiettivo e la finalità del proprio lavoro, indirizzando la sua
azione, con modalità affatto diverse rispetto al passato, al
soddisfacimento dei bisogni del cittadino, inteso anche come
cliente di servizi. La nuova disciplina, che richiama principi non
del tutto sconosciuti all’ordinamento giuridico, regola l’intera
materia in una visione unitaria e sistematica chiara con effetti
propulsivi verso il profondo cambiamento sostanziale dei rapporti
3
tra Pubblica Amministrazione e cittadini. Al principio della
trasparenza, sicuramente già enunciato nel preesistente
ordinamento, si ispirano, costituendone anzi concreta espressione
ed attuazione, quelle regole dell’azione amministrativa che
conferiscono al cittadino nel rapporto con la P.A. un ruolo attivo e
non come semplice destinatario di provvedimenti che può solo
eventualmente impugnare con i mezzi di tutela messi a sua
disposizione. In questa ottica sono dettate le norme che impongono,
da un lato all’Amministrazione l’obbligo di pubblicità degli atti,
l’obbligo di indicare il responsabile del procedimento, l’obbligo
della motivazione, l’obbligo di concludere il procedimento con un
provvedimento espresso e dall’altro conferiscono al cittadino e alle
imprese il diritto di partecipazione al procedimento amministrativo
e il diritto di accesso agli atti amministrativi e all’informazione
sullo stato del procedimento.
La disciplina richiamata costituisce “un autentico punto di
svolta non solo costituzionale ma anche di rilievo civile e politico,
sia nella tradizione italiana in materia di amministrazione che nello
stesso modo di concepire l’amministrazione pubblica e sui rapporti
con i cittadini”. Con essa la pubblica amministrazione si avvicina al
4
cittadino anche per recuperare un rapporto di fiducia per molto
tempo compromesso da disfunzioni di ogni genere e dal suo stesso
modello organizzativo impenetrabile ed opaco.
Allo stesso tema della trasparenza è riconducibile
l’introduzione del codice di comportamento dei dipendenti pubblici
benché, il corpo unitario di regole e prescrizioni di cui si compone,
costituisca applicazione puntuale dei generali principi di lealtà,
indipendenza ed imparzialità, alla cui osservanza ciascun
dipendente è chiamato. Secondo tali norme il pubblico funzionario
deve anteporre il rispetto della legge e l’interesse pubblico agli
interessi privati propri e altrui. Egli deve mantenere una posizione
d’indipendenza al fine di evitare di prendere decisioni o svolgere
attività anche solo potenzialmente di conflitto di interesse. Il
dipendente assicura la parità di trattamento tra i cittadini e non
rifiuta né accorda ad alcuno prestazioni che siano normalmente
accordate o rifiutate ad altri. Respinge le pressioni illegittime e deve
indicare le corrette modalità di partecipazione all’attività
amministrativa.
È evidente che solo un’amministrazione che opera secondo tali
regole può anche essere trasparente. Assume a tal fine un
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significato particolare la responsabilità degli impiegati pubblici con
la previsione normativa del responsabile del procedimento che nella
logica del sistema introdotto intende sanzionare le omissioni e
inadempienze di cui il cittadino è sovente vittima.
Parallelamente anche la legge penale con la modifica apportata
all’art. 328 del c.p. prevede le ipotesi delittuose del rifiuto dell’atto
d’ufficio e della omissione. Proprio quest’ultima disposizione tende
a prevenire comportamenti frequenti della P.A. che si concretano
molto spesso in lungaggini non giustificate e unicamente riferibili
ad inerzia. Ma anche sotto il profilo civilistico cambia la posizione
di privilegio in cui versa il dipendente pubblico di fronte a fatti
dannosi arrecati a terzi di cui è il diretto responsabile. In effetti con
l’obbligo di indicare il responsabile del procedimento la legge non
ha solo inteso agevolare il cittadino nella gestione dei rapporti con
l’Amministrazione, ma ha anche offrirgli per l’ipotesi di fatti
dannosi uno strumento di tutela diretta potendo agire ad personam
nei confronti del funzionario.
Il danneggiato sulla base del combinato disposto dell’art. 28
della Costituzione e dell’art. 22 del Testo Unico n. 3/1957, ha la
possibilità di agire sia nei confronti dell’Amministrazione che del
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dipendente, ma prima della legge 241/90 questa seconda facoltà era
del tutto teorica a causa della situazione di anonimato e di
responsabilità diffusa.
Inoltre, essendo connessa la responsabilità ai soli casi di
lesione di diritti soggettivi per comportamenti tenuti con dolo o
colpa grave, l’ordinamento lasciava fuori di ogni tutela gli interessi
legittimi sovente connessi ad attività amministrative esercitate con
ampi margini di discrezionalità.
1.2 L’amministrazione efficiente
La legge 241/90, in attuazione del dettato costituzionale di cui
all’art. 97, sancisce che l’azione amministrativa “è retta da criteri di
economicità e di efficienza”.
Il criterio di economicità impone in sostanza di realizzare il
risultato migliore in relazione ai mezzi di cui si dispone, cioè il
conseguimento dei fini con il minimo dispendio di mezzi, intesi non
solo come risorse di carattere economico, ma anche come mezzi di
carattere procedurale.