PREFAZIONE
Tale lavoro di tesi è nato dall‟ interesse verso la società in generale, gli
sviluppi della stessa avutosi nel decorso degli anni e l‟ evoluzione del modo di
concepire e gestire le relazione interpersonali, tra fasce d‟ età e stili di vita tra
loro differenti.
Nello specifico ciò che ha dato vita a questa analisi è la presa di coscienza di
una società, soprattutto giovanile, totalmente difforme dalla precedente, in cui
prevalgono interessi materiali, finalizzati a procacciarsi beni, denaro,
popolarità e rispetto anche con modalità contrarie alle regole sociali o morali e
con comportamenti criminosi.
Il giovane, con riferimento anche al minorenne non imputabile, sta vivendo, in
quest‟ epoca, una dispersione dei valori precedentemente radicati ma forse
persi anche dagli stessi genitori, sta valorizzando sé stesso anche a discapito
degli altri, sta sviluppando una personalità tendenzialmente criminosa in cui l‟
unico punto di forza è la condivisione del proprio essere, della propria crescita,
delle proprie azioni con chi ha vissuto o vive gli stessi malesseri.
Le cause scatenanti di questo cambiamento nei giovani sono sicuramente
intorno agli stessi quali la famiglia in primis, spesso dedita alla carriera o poco
dedita a dispensare un „educazione basata sull‟ amore e sul rispetto degli altri,
la scuola in cui gli insegnati tendono spesso a sviluppare disistima ed
incertezza, sollecitando così un senso di rivalsa verso la società in toto, gli
amici che a volte sottopongono i loro coetanei a prove di coraggio o che li
scherniscono deridendoli o isolandoli.
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Il presente lavoro non ha lo scopo di dare delle soluzioni al problema, ma solo
delle risposte a molti punti interrogativi, per avere così una panoramica della
direzione verso la quale la società si sta dirigendo.
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CAPITOLO PRIMO
Origine delle Baby Gangs
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1. Le origini della baby gang
La nuova forma di devianza minorile che trova la propria espressione nel
gruppo sta prendendo sempre più piede in Italia, coinvolgendo giovani di ogni
strato sociale, inserendosi in ogni realtà e spaventando le famiglie e le scuole.
La banda come aggregazione patologica è un comportamento antisociale, dato
dalla necessità di ritrovare nella coesione il modo per superare le proprie
frustrazioni, le paure, le ansie, le insicurezze, nasce dal bisogno di rafforzarsi
attraverso la condivisione con gli altri componenti e con l‟ identificazione in
chi vive gli stessi disagi.
Tanto premesso, il passaggio all‟ azione diventa un atto liberatorio e anche un
richiamo all‟ attenzione dell‟ adulto. Il minorenne crea la propria identità
contrapposta a quella originaria affinché gliene venga attribuita una anche
dagli altri, seppur deviante , passa dall‟infanzia all‟età adulta, dalla famiglia
alla società, dalla dipendenza ai genitori all‟emancipazione.
Perché si possa parlare di baby gang è fondamentale riscontrare alcune
caratteristiche quali la guida di un leader, una definita gerarchia interna, il
controllo di un territorio, una stabilità nel tempo data dalla coesione interna e
dal senso di appartenenza al gruppo, rivalità e scontri con le gangs avversarie;
inoltre ogni gang possiede simboli caratterizzanti come l‟ abbigliamento e i
linguaggi.
L‟ età può variare dai 12 ai 24 anni con presenza femminile che si aggira
intorno al 10%.
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I luoghi maggiormente interessati al fenomeno sono le grandi metropolitane,
soprattutto del sud Italia, mentre il ceto sociale nel quale si sviluppa con più
facilità è quello medio borghese con minorenni che compiono principalmente
reati di violenza contro la persona e, secondariamente, rapine o furti finalizzati
alla ricerca di oggetti status symbol; negli ultimi anni sono in crescita reati più
gravi, quali abusi sessuali di gruppo, lanci di sassi dal cavalcavia, incursioni in
feste private di coetanei compiendo atti di vandalismo o sottraendo oggetti di
valore.
L‟ elemento che accomuna i componenti il gruppo è il fatto che le loro azioni
nascono in modo improvviso o quasi, senza alcuna preventiva progettazione o
macchinazione, derivano da una sorta di illuminazione del singolo che plasma
le menti degli altri spingendoli al compimento di atti illeciti; da ciò viene
delineata la figura del capo branco che domina i gregari.
L‟ interrogativo principale è a cosa o a chi possono essere addebitati tali
atteggiamenti; gli studiosi hanno individuato i fattori di rischio in diverse aree.
Il fattore principale è il basso livello di integrazione.
Nella famiglia, invece, la povertà, l‟ assenza dei genitori biologici, un
attaccamento parentale non adeguato, uno scarso controllo dagli agenti sociali.
Tra i fattori scolastici vi sono le basse aspettative circa il successo scolastico,
la scarsa fiducia derivante sia dal genitore quanto dallo studente stesso, il basso
impegno scolastico, lo scarso attaccamento agli insegnanti.
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Tra i fattori di rischio individuali, invece, sono stati individuati la bassa
autostima, i sintomi depressivi, i numerosi eventi negativi esistenziali ed il
facile accesso agli stupefacenti.
In Italia si tratta più che altro di gruppi di giovani annoiati che cercano i modi
per impegnare il tempo divertendosi, costituiti genericamente da compagni di
scuola o ragazzi cresciuti nello stesso quartiere o che si incontrano in un luogo
di ritrovo, appartenenti a contesti sociali e familiari problematici ma non
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necessariamente a fasce socio-culturali disagiate.
I criminologi identificano tre insiemi di sottoculture giovanili: le criminali, le
conflittuali, le astensioniste.
Le sottoculture criminali sono strutturate per sopperire bisogni primari e
raggiungere fini di tipo materiale quindi, ad esempio, i giovani organizzano
rapine; prevalgono in zone della città dove domina il ceto inferiore e si
localizza una criminalità adulta capace di controllare ed indirizzare quella
giovane.
Le sottoculture conflittuali sono di protesta e di ribellione; sono presenti in
zone metropolitane povere dove la coesione sociale non è sempre bassa, ma
presentano un‟ estrema mobilità
Le sottoculture astensioniste sono quelle che fanno uso di droghe e di alcool,
commettendo reati per procurarsi queste sostanze; sono prevalenti nelle aree
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V. Lamanna F.., Gruppi minorili devianti e profilo di personalità dei leader, in SRM Psicologica,
2004, p.54
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povere delle metropoli urbane dove la struttura sociale è instabile e vi è un alto
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tasso di emarginazione.
Tale analisi a largo spettro è finalizzata a creare una visione generica dei
giovani di oggi e dei pericoli ai quali incorrono, con l‟ obiettivo di analizzare
poi nello specifico i casi che maggiormente interessano l‟ Italia e le possibili
soluzioni.
2
V. A.K. Cohen Ragazzi delinquenti: una penetrante analisi sociologica della cultura della gang,
Feltrinelli, Milano, 1963, pag. 78
7
2. Dall’ America, passando per l’Europa fino all’Italia
Ormai diffuso in tutto il mondo, il fenomeno delle Baby Gang, come
aggregazione giovanile al fine di commettere reati, ritrova le sue origini negli
Stati Uniti tra gli anni 50‟ e 70‟.
Atti vandalici, assunzione di sostanze alteranti, furti, aggressioni, sono solo
alcuni esempi delle condotte illecite adottate più facilmente dai ragazzi quando
si trovano in un gruppo di coetanei e in aggregazione.
La Baby Gang é la banda giovanile entrata nell‟immaginario collettivo grazie
ai numerosi films holliwoodiani che, narrando le storie dei ragazzi di strada
delle grandi città americane, violenti e ribelli con i loro giubbotti in pelle e i
capelli imbrillantinati, hanno influenzato, in modi diversi, l‟atteggiamento e il
modo di vestire dei ragazzi di mezzo mondo. Il fenomeno delle gangs
giovanili nasce negli slums, i quartieri più poveri e degradati delle grandi città
americane che, determinando un forte senso di disagio sociale ed urbano in
concerto con modelli di vita culturale devianti e instabilità familiari, hanno
determinato il carattere di “questi gruppi ribelli”. Tali gruppi, secondo le teorie
criminologiche statunitensi, sono capaci di compensare i conflitti e placare le
paure dei singoli soggetti attraverso il coinvolgimento nel gruppo, dove esiste
una ideologia, un capo, la possibilità di sostenersi economicamente.
Le gangs, in America, sono cresciute in modo allarmante a partire dagli anni
„20, e oggi se ne contano circa 23.000, diffuse in tutti gli USA. Più
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precisamente, secondo i dati raccolti dal National Youth Gang Center,
attraverso una serie di ricerche realizzate dal 1995, lo Stato con il maggior
numero di bande è la California, con 4.927 gangs presenti sul suo territorio.
Gli altri Stati sono il Texas (3.276) e l‟Illinois (1.363).
Le gangs contemporanee sono più violente e molto più inserite nelle attività
criminali rispetto a quelle del passato; un‟escalation che sembra direttamente
collegata ad un loro crescente coinvolgimento nel traffico di droga e alla
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crescente diffusione di armi tra i membri.
I fattori scatenanti possono essere svariati: dalla difficoltà di accedere a
modelli di vita culturale lontani dalla propria realtà, la vicinanza a strati sociali
e culturali devianti alternativi a quelli dominanti nella società, un‟ instabile
vita familiare, la scarsa stima di sé. Secondo i criminologi statunitensi, tutti
questi fattori legittimano così il minorenne a cercare nel gruppo una via di fuga
dai propri malesseri e dalle proprie incertezze, per raggiungere mete sociali
altrimenti inaccessibili.
Scotland Yard è la città della Gran Bretagna più assalita dal suddetto
fenomeno, ormai estesosi anche in Europa. In Inghilterra le gang giovanili
sono maggiormente formate da 20 o 30 persone, le più grandi arrivano fino a
100 membri; in genere sono suddivise a seconda dell‟etnia: afro-caraibici,
asiatici e bianchi. Tendono a caratterizzarsi con pistole di calibro e vestiti
colorati che permettono di identificare la loro di appartenenza.
3
V. Savona E. U., Ascolani A., Bertelli B., Fasol R., Bianchi F., Cornelli R., Castellan S., Terzo
Rapporto sulla Sicurezza nel Trentino 2001/2002.
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Differentemente dall‟Italia, le subculture spettacolari inglesi si sviluppano
sempre dentro un territorio, geografico e simbolico, ben preciso: il quartiere
operaio o una parte di esso, il pub, il campo di calcio e gli spalti, un angolo di
strada, una discoteca, sono i confini più comuni che devono essere
salvaguardati dalle “intrusioni” dei gruppi rivali. L‟ obiettivo principale degli
adolescenti facenti parte di una subcultura spettacolare è quella di trasmettere
immagini di sé con una manifesta diversità, con messaggi comunicativi e
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simboli .
La situazione della Manica rispetto a quella del resto dell‟ Europa è molto più
grave, caratterizzata da carceri che scoppiano di giovani, per quanto le
punizioni siano molto dure, come l‟ uso del braccialetto e del controllo,
l‟esiliazione dalla vita, da un paese che criminalizza i suoi giovani.
In Italia il fenomeno ha avuto inizio a partire dagli anni ‟50 ed è concentrato
maggiormente nelle metropoli del centro sud; i reati attuati da gruppi di
minorenni sono soprattutto il furto ed il vandalismo, mentre quelli compiuti da
minorenni in concorso con maggiorenni sono molto più gravi, quali rapina e
spaccio di stupefacenti.
La realtà italiana non offre vere e proprie gang così come sono presenti negli
Stati Uniti e in Inghilterra, e ciò si evince dalla mancanza di caratteristiche
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V. AA.VV., Bande: un modo di dire, Unicopli, Milano, 1986, p. 55
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tipiche della gang quali una struttura gerarchica definita, regole di condotta,
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una buona coesione tra i membri ed il controllo del territorio.
3. Baby gang come evoluzione del bullismo
Le baby gangs sono un fenomeno di gruppo basato su una coscienza collettiva
di ruolo, su un‟ unione che dà la forza e che determina un‟azione criminale
compatta più intensa e distruttiva.
Il bullismo è una manifestazione deviante dell‟ individuo sul singolo, in cui il
bullo necessita di essere visibile agli occhi del gruppo per rendere
apprezzabile il suo potere.
Entrambi i fenomeni evidenziano una base deviante data dall‟ esigenza di
ribellione e rivalsa verso la società in generale e la famiglia, la scuola, il
diverso in particolare, data da un benessere di vita che purtroppo trasmette falsi
miti, principi innovativi ma deterioranti, che lascia una solitudine infinita.
La parola bullismo deriva dal vocabolo inglese bullying per indicare il
compimento di comportamenti violenti atti ad intimorire o prevaricare un‟ altra
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persona usando prepotenza, violenza, persecuzione; occorre dunque definire
le caratterizzanti del fenomeno:
- intenzione di fare del male e mancanza di compassione verso la vittima;
- persecuzione che dura nel tempo, riducendo la stima di sé nella vittima;
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V. Savona E. U., Ascolani A., Bertelli B., Fasol R., Bianchi F., Cornelli R., Castellan S., Terzo
Rapporto sulla Sicurezza nel Trentino 2001/2002.
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V. D. Scaglione, “Comportamenti prevaricatori e violenti tra coetanei: dalla rappresentazione all‟
intervento”, in Cassazione penale, 2008, n.11, p.4378-4379
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