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CAPITOLO 1: UNIONE EUROPEA: DALLA FINE DELLA
GUERRA ALLA MONETA UNICA
L’Unione Europea nasce ufficialmente con questo nome il sette febbraio 1992, data in cui
venne firmato il Trattato di Maastricht dai 12 capi di Stato dei Paesi che formavano la Comunità
Europea.
Il processo che ci ha portati alla nascita di questa istituzione come la conosciamo oggi inizia
subito dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. In quasi 80 anni, passo dopo passo, partendo
da semplici accordi economici e commerciali tra alcuni Paesi, si è costruita l’unione politico-
economico-monetaria che conosciamo tutti.
È certo che l’idea di un’Europa unita sotto un’unica bandiera era già da tempo nella mente
degli abitanti del Vecchio Continente; infatti già nell’800’ Napoleone Bonaparte disse:
“Abbiamo bisogno di una legge europea, di una Corte di Cassazione Europea, di
un sistema monetario unico, di pesi e di misure uguali, abbiamo bisogno delle
stesse leggi per tutta Europa. Avrei voluto fare di tutti i popoli europei un unico popolo...
Ecco l'unica soluzione!”
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“Unita nella Diversità” cita il motto dell’Unione Europea e, come possiamo leggere nel sito
ufficiale, questo sta a indicare come, nonostante le difficoltà, grazie all’UE gli europei siano stati in
grado di portare finalmente una pace duratura in Europa e di creare prosperità, pur mantenendo le
ricchezze e le diversità culturali che rendono ogni Paese Membro unico.
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Come già citato, l’obiettivo principale alla base della nascita dell’UE fu quello di creare una
situazione stabile in grado di garantire pace e prosperità, ma molti altri furono i propositi:
• Creazione di un mercato europeo che garantisca sostenibilità, piena occupazione, libertà di
spostamento di persone e capitali
• Creare una situazione ottimale per lo sviluppo scientifico e tecnologico
• Lottare contro le discriminazioni e le violazioni dei diritti
• Creare un’unione economica e monetaria (euro).
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Tratto da http://www.archiviostampa.it, consultato il 27/03/2023
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Tratto sa https://european-union.europa.eu/index_it, consultato il 27/03/2023
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Per la realizzazione di questi obiettivi, le istituzioni europee si fondano su alcuni valori
imprescindibili e assolutamente inviolabili: democrazia, libertà, uguaglianza e rispetto dei diritti.
Ad oggi molti di questi obiettivi sono stati raggiunti, l’Europa grazie alla sua unità
economica e politica compete con le grandi potenze mondiali, è all’avanguardia in molti settori ed è
riconosciuta da tutti ai primi posti per il rispetto dei diritti. Certo non mancano le critiche, negli anni
ne sono state rivolte moltissime, sono nati movimenti e partiti politici in tutta Europa per manifestare
il dissenso nei confronti dell’UE. A sostegno di questo, un sondaggio svolto dall’Eurobarometro nel
2006, indica come più della metà dei cittadini sia sostanzialmente non interessata agli affari
dell’Unione. Con la crisi finanziaria del 2008 e la politica molto dura adottata dalla Banca Centrale
Europea nei confronti di alcuni Paesi economicamente più deboli, la fetta di popolazione critica nei
confronti dell’Eurozona crebbe molto. Per esempio, la Grecia fu salvata dal default finanziario dopo
aver ammesso pubblicamente di aver truccato i bilanci per poter entrare nell’area euro, con l’adozione
della “troika”, un piano di aiuti economici da oltre 240 miliardi di euro, che portò il paese ellenico a
perdere in sostanza il proprio potere economico. La BCE e il FMI concordarono quel prestito a
condizioni definite da molti quasi da usura; di fatti solo lo scorso agosto 2022 la Grecia è uscita
definitivamente dal programma di sorveglianza
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. Proprio nei primi anni 2000 si diffuse sempre di più
il termine “euroscetticismo”, entrato anche nel dizionario italiano, a testimonianza, come cita la
Treccani, di questo “atteggiamento critico nei confronti delle politiche dell’Unione”
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Nonostante ciò, l’Unione Europea rimane un’istituzione forte e negli ultimi anni, soprattutto
grazie al voto dei più giovani, l’affluenza alle elezioni per il parlamento europeo è in rialzo, e nel
2019 è stato toccato il dato più alto mai rilevato dal 1979 (50,66%), sottolineando la fiducia che la
popolazione europea ripone in essa.
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Tratto da https://www.lindipendente.online, consultato il 27/03/2023
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Tratto da https://www.treccani.it/, consultato il 27/03/2023
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Tratto da https://www.europarl.europa.eu/portal/it, consultato il 27/03/2023
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STRUTTURA E FUNZIONAMENTO (1.1)
Ad oggi l’UE conta 27 Paesi membri e oltre 400 milioni di abitanti. Nel corso di quasi 80
anni di storia, ai sei Paesi fondatori (Italia, Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi),
si sono aggiunti:
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• Nel 1973: Danimarca, Repubblica D’Irlanda e Regno Unito (fino al 31 gennaio 2020)
• Nel 1981: Grecia
• Nel 1986: Spagna e Portogallo
• Nel 1995: Austria, Finlandia e Svezia
• Nel 2004: Repubblica Ceca, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia,
Slovenia e Ungheria
• Nel 2007: Bulgaria e Romania
• Nel 2013: Croazia.
Le lingue ufficiali dell’Unione sono 24; ogni Trattato, Direttiva o Regolamento europeo è
tradotto interamente in ogni lingua, a dimostrazione di come usi e culture di ogni Paese vengano
rispettati.
Dal 1985 il cosiddetto Spazio Schengen, firmato all’inizio solo da Francia, Lussemburgo,
Germania, Paesi Bassi e Belgio, permette a 400 milioni di persone in 27 Paesi di circolare liberamente
senza controlli alle frontiere. Ma come si garantisce la sicurezza? Grazie ad un sistema di
cooperazione tra le varie forze di polizia e l’istituzione del SIS (Sistema di Informazione Schengen),
un sistema di condivisione di informazioni utili che garantisce la sicurezza nei paesi che aderiscono
a questo trattato. La particolarità dello Spazio Schengen è che, oltre a 23 dei 27 Paesi Membri, ne
fanno parte altri 4 (Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda) tramite un accordo di libero scambio
europeo.
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A partire dagli anni ’90, la realizzazione di un’unione monetaria cominciò a diventare realtà,
e, il primo gennaio 2002, entrò in vigore ufficialmente l’euro, la moneta unica europea. Inizialmente
solo per 12 Paesi (Italia compresa), mentre ad oggi se ne contano 20, per un totale di circa 340 milioni
di persone, che ne fanno la seconda moneta più utilizzata al mondo.
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Come abbiamo visto non tutti i
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Tratto da https://european-union.europa.eu/index_it, consultato il 29/03/2023
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Tratto da https://www.consilium.europa.eu/it/european-council/, consultato il 29/03/2023
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Tratto da https://www.ecb.europa.eu/ecb/html/index.it.html, consultato il 29/03/2023
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Paesi Membri fanno parte dell’area euro poiché le condizioni e i criteri di stabilità economica richiesti
dall’Unione non sono rispettati da tutti; un caso particolare è quello della Danimarca (e fino al 2020
anche del Regno Unito) che, pur rispettando le norme richieste, ha deciso di non sostituire la propria
moneta (corona danese).
Per governare e legiferare in una Unione di Paesi così diversi, è necessario una struttura
istituzionale completa e che sia in grado di dare ascolto a tutti. Per questo motivo ora analizzeremo
nel dettaglio tutti i più grandi enti governativi dell’UE.
PARLAMENTO EUROPEO (1.1.1.)
Il Parlamento Europeo è una delle istituzioni più importanti dell’Unione Europea. Ha la
particolarità di essere l’unico organismo direttamente eletto dai cittadini. La sua sede ufficiale è a
Strasburgo, in Francia, anche se nell’edificio Paul-Henri Spaak di Bruxelles, si tengono ulteriori
riunioni e, soprattutto, le riunioni delle commissioni parlamentari.
Ma come funziona la votazione? Iniziamo col dire che il Parlamento conta 705 deputati,
eletti a suffragio universale ogni cinque anni, in modo proporzionale tra tutti i Paesi membri (Paesi
con più abitanti avranno in proporzione più deputati). Solo dal 1979 però è rappresentanza dei
cittadini, grazie ad un atto del Consiglio dell’UE.
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Il Parlamento è presieduto da un Presidente, eletto dalla stessa assemblea ogni due anni e
mezzo, con possibilità di rielezione. Ad oggi il Presidente è la deputata maltese Roberta Metsola.
A testimonianza dell’unità che questo organismo vuole rappresentare, i gruppi politici non
sono creati per nazionalità, ma bensì per valori e credenze politiche. Vi sono infatti sette gruppi, di
schieramenti e pensieri differenti, che rappresentano tutte le forze politiche dei 27 Paesi membri. Ogni
gruppo elegge al suo interno un Presidente o due Copresidenti.
Proprio come accade nel caso del Parlamento italiano, i deputati sono divisi,
proporzionalmente alla composizione dell’aula, in commissioni. Ogni commissione è specializzata
in un argomento ed è formata da un numero compreso tra 25 e 82 deputati, per un totale di 20
commissioni differenti.
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Tratto da https://www.europarl.europa.eu/portal/it, consultato il 05/04/2023
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Il Parlamento europeo, insieme al Consiglio dell’Unione Europea, detiene il potere
legislativo e di bilancio. Inoltre, esercita un potere di controllo rispetto alle attività della Commissione
Europea con la possibilità, grazie ad una mozione di censura, di decretare le sue dimissioni.
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Per quanto riguarda il potere legislativo, l’unica istituzione che ha il potere di presentare le
leggi per la sua approvazione è la Commissione Europea. Inizialmente il potere del parlamento era di
genere consultivo, ma via via negli anni, grazie a vari trattati come Maastricht e Lisbona, ha assunto
un ruolo sempre più importante e ora, nella stragrande maggioranza dei casi, il suo potere è comparato
a quello del Consiglio dell’UE.
L’iter legislativo europeo ha due diverse procedure:
• Procedura ordinaria: in cui il Parlamento e il Consiglio votano la proposta di legge
• Procedura speciale: in cui il Parlamento svolge un ruolo consultivo ed è solo il Consiglio ad
approvare la proposta.
Nella procedura ordinaria la Commissione presenta la proposta che viene inizialmente
visionata ed eventualmente modificata dalla commissione parlamentare che si occupa di
quell’argomento. A quel punto la proposta passa in Aula, dove viene votata e, una volta trovato
l’accordo con il Consiglio, la proposta viene approvata.
Parlando invece del potere di bilancio, dopo il Trattato di Lisbona del 2007, insieme al
Consiglio dell’Unione Europea, il Parlamento approva il bilancio UE. L’iter è abbastanza complicato
poiché si tratta di un documento molto importante da approvare, e si svolge in questo modo:
La Commissione Europea, entro settembre, prepara un documento previsionale di bilancio
che presenta al Parlamento e al Consiglio per la valutazione. A questo punto il Consiglio elabora una
sua posizione a riguardo e la presenta in Aula dove il parlamento dispone di 42 giorni per approvarla.
Se i deputati decidono invece di votare solo alcuni emendamenti, il testo passa al Comitato di
conciliazione (organo convocato dal Presidente del parlamento, formato dai 27 membri del Consiglio
e da 27 del PE) che ha il compito di modificare il testo. Il Comitato passa poi il documento al
Consiglio e al Parlamento che, entro 12 giorni, lo votano e lo approvano. Se anche con queste
modifiche il testo non viene accettato, è la Commissione Europea a dover ripresentare un nuovo testo
da lei redatto.
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Tratto da https://www.treccani.it/, consultato il 05/04/2023