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analizzano i modelli principali di e-commerce, si prendono in considerazione i processi
di riorganizzazione dell’attività aziendale (interna ed esterna), i vantaggi e gli svantaggi
per le aziende e si analizza infine il problema della sicurezza nelle transazioni online.
La seconda parte della tesi riguarda il fenomeno e-commerce nel Friuli - Venezia
Giulia: si presentano i contenuti del questionario, la modalità di ricerca e selezione dei
nominativi delle aziende alle quali è stato indirizzato e si descrive la modalità di
elaborazione dati adottata.
In fase di analisi dei dati e descrizione dei risultati forniti dalle aziende campione
delle quattro province, si è cercato di rilevare il grado di integrazione dell’e-commerce
nelle aziende, i rapporti commerciali sviluppati nel contesto nazionale e/o
internazionale; sono stati inoltre considerati aspetti quali: il settore di appartenenza; il
fatturato aziendale; le nuove opportunità d’affari realizzate grazie agli strumenti della
New economy; i vantaggi o gli svantaggi e infine il tipo di promozione che le aziende
stanno adottando per la loro attività di e-commerce.
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1 La nascita di Internet
Gli studi e le ricerche che avrebbero portato alla nascita di Internet, hanno avuto
origine in un evento che è stato l’anticamera dell’evoluzione delle reti di calcolatori: in
seguito al lancio del primo satellite artificiale nello spazio da parte dell’Unione
Sovietica (1957) gli Stati Uniti, temendo un’evoluzione militare dell’impresa fondarono
nell’ambito del Dipartimento della Difesa, “Arpa” (Advanced Research Project
Agency), un’agenzia di ricerca avanzata con l’obiettivo di ristabilire il primato
tecnologico statunitense. Uno dei principali obiettivi che Arpa si propose, attraverso lo
studio delle possibili configurazioni in rete dei calcolatori, era quello di realizzare
un’efficiente rete logistica di comunicazione sul territorio.
Gli studi dell’Arpa hanno dimostrato che le reti di comunicazione possono essere di
diversi tipi e avere diversi gradi di robustezza, ma sono tutte rette dal “Principio di
inaffidabilità permanente”. Secondo tale principio, una rete di calcolatori non garantisce
la continuità di comunicazione in modo permanente quando vi è l’interruzione di un
determinato numero di connessioni tra PC all’interno della rete stessa.
Osservando la figura 1.1 nella pagina seguente, possiamo vedere che nel primo
modello di rete se si rompe una connessione, ogni calcolatore può comunque parlare
con tutti gli altri e la comunicazione è permessa anche se si interrompono due
collegamenti, ma per un numero di interruzioni superiore a tre, uno o più calcolatori non
sono più in grado di comunicare con gli altri. Nella configurazione successiva invece,
qualunque interruzione spezza la rete in due sottoreti separate che non comunicano; la
terza configurazione, ad anello, minimizza il numero di connessioni necessarie e
garantisce che la comunicazione si mantenga in presenza di una qualsivoglia
interruzione, purché sia una sola.
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1.2 Internet e il World Wide Web
Come abbiamo appena visto Internet non è un fenomeno recente, ma la crescita
esponenziale del suo utilizzo si è verificata solo negli ultimi sette - otto anni,
successivamente alla nascita nel 1992 del World Wide Web (WWW), che letteralmente
significa “ragnatela grande come il mondo”, presso il Cern di Ginevra. Il Web,
attraverso un insieme di componenti hardware e software, ha consentito la diffusione di
Internet anche al di fuori degli ambienti accademici e del settore pubblico.
Per quanto riguarda le componenti hardware necessarie per poter accedere a Internet,
è necessario disporre di un PC con un modem connesso a una linea telefonica, e
sottoscrivere un abbonamento con un ISP o Internet Service Provider, ovvero una delle
organizzazioni che funge da porta d’ingresso alla rete elettronica globale.
Il Web attraverso l’utilizzo di un software denominato browser (i più diffusi in
commercio sono: Internet Explorer e Netscape Navigator), che funge da interfaccia sia
interna che esterna tra l’utente e il Web, ha trasformato Internet in un supporto grafico
facile da usare, che consente di decodificare il linguaggio di formattazione dei
documenti Web, detto HTML (Hyper Text Mark-up Language), utilizzato per creare la
maggior parte del contenuto di tipo testuale, grafico e musicale disponibile in rete.
I documenti in formato HTML sono trasmessi al browser, tramite un protocollo di
comunicazione detto HTTP (Hyper Text Transport Protocol) che connette un server (il
concetto di server è trattato nel cap.3.1, pag.39) al World Wide Web.
Un sito Internet in genere è formato da più documenti HTML, per individuarlo e
poterlo visitare tra gli infiniti documenti presenti sulla rete globale è necessario
conoscerne l’indirizzo Internet, che in genere è simile al nome dell’organizzazione o
dell’ente che ha “costruito il sito”: ad esempio per visitare il sito dell’Istat, l’indirizzo da
utilizzare è “www.istat.it”.
Il metodo che consente di trovare facilmente sulla rete un sito web attraverso il nome
che si riferisce a un’impresa, istituzione, organizzazione ecc. è detto DNS (Domain
Name System) o dei nomi a dominio. L’uso del DNS consente di utilizzare il nome del
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sito ricercato al posti di un indirizzo numerico detto IP (Internet protocol) tramite un
sistema associativo, rendendo più semplice la ricerca in rete. Sarebbe infatti più difficile
ricordare degli indirizzi numerici che, per essere ancora più precisi servono a
identificare i calcolatori collegati in rete.
I nomi a dominio hanno dei livelli che possono essere individuati all’interno di un
indirizzo con la seguente struttura: “www.nomedelsito.it/com/org/net/gov/int/edu/mil”.
La parte finale dell’indirizzo, nelle sue possibili varianti è detto dominio di primo
livello (Tab.1.1), che in genere indica la natura dell’organizzazione cui appartiene il
sito; lo spazio “nomedelsito” è il dominio di secondo livello, ma ci potrebbe anche
essere un terzo livello prima del “nomedelsito”; ad esempio riportando l’esempio
dell’Istat potrebbe essere “www.rossi.istat.it”, che individuerebbe un ulteriore
calcolatore, quello di Rossi, all’interno della organizzazione, in grado di fornire altri
documenti HTML.
Fonte: A.Mastromonaco
Il prefisso www, indica il World Wide Web, la grande ragnatela all’interno della
quale viene effettuata la ricerca.
Tabella 1.1 Tipologie dei possibili domini di primo livello e loro utilizzo
.it, uk, ne,
ecc…
Stato di appartenenza dell’organizzazione: Italia, Regno Unito,
Olanda…
.com Organizzazione commerciale
.org Organizzazione senza fini di lucro
.net Organizzazione che ha a che fare con la rete
.gov Organizzazione governativa
.int Organizzazione internazionale
.edu Organizzazione accademica
.mil Organizzazione militare
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Per ottenere l’assegnazione di un dominio l’azienda si rivolge al proprio ISP, che
verificherà presso un apposito istituto per le registrazioni dei domini, se esso è ancora
disponibile o se qualcun altro lo ha già registrato a proprio nome.
Questo meccanismo per cui “chi primo arriva” acquisisce il domain name che
preferisce, ha instaurato una speculazione sui nomi a dominio, alla quale l’Istituto per le
applicazioni telematiche (Iat, che è la Registration Authority italiana) competente per
l’assegnazione del dominio di primo livello “.it”, sta cercando di porre rimedio per
evitare i numerosi contenziosi tra titolari legittimi di un dominio e accaparratori che
quotidianamente finiscono in tribunale.
Secondo una protocollo d’intesa firmato tra la Registration Authority italiana e
Infocamere (la società consortile che gestisce i servizi informatici del sistema camerale),
i dati di chi richiede un dominio aziendale “.it” saranno confrontati con quelli contenuti
nell’archivio dei registri delle imprese e, se non corrisponderanno, l’Authority boccerà
la domanda di assegnazione (Il sole 24 ore, marzo 2001).
Attualmente in Italia le aziende utilizzano Internet principalmente per pubblicizzare i
propri prodotti, infatti i siti sono per la maggior parte delle vetrine virtuali dove mettere
in mostra i propri servizi o catalogo prodotti, quelli più evoluti consentono anche di
effettuare transazioni online attraverso il proprio PC, da casa o dall’ufficio.
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1.3 Intranet ed Extranet
Intranet ed Extranet sono due tipi di rete elettronica ad uso prevalentemente
aziendale che utilizzano una configurazione e una tecnologia basata su Internet, ma che
consentono l’accesso a un numero chiuso di persone. Le tecnologie Intranet ed Extranet
costituiscono una chiave strategica per una migliore organizzazione aziendale; esse
consentono un rapido scambio di informazioni e creano un network di business che si
integrano e supportano a vicenda.
In base alla loro estensione tali reti sono denominate rispettivamente LAN (Local
Area Network) ossia una rete intraziendale e WAN (Wide Area Network) ossia una rete
interaziendale derivante dall’unione di più LAN.
Tra le WAN vi è anche Internet, che può essere considerata una WAN globale.
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1.3.1 Intranet
Intranet è una LAN, una rete intraziendale di dimensioni locali, la cui funzione
principale è quella di agevolare la condivisione e lo scambio di informazioni e
comunicazioni, tra i vari reparti di un’azienda o anche all’interno di uno stesso reparto
di grandi dimensioni.
Alla rete Intranet ha accesso solo il personale dell’impresa, il sistema di
comunicazione in genere è protetto da un protocollo di sicurezza detto firewall, che
impedisce al personale non autorizzato l’accesso al sistema.
L’utilizzo di una Intranet migliora l’organizzazione dell’attività di un’azienda,
contribuendo a rendere più efficiente l’operatività nelle seguenti attività:
ξ accesso a banche dati e documenti in comune
ξ gestione e organizzazione dell’attività del personale
ξ comunicazione e lavoro di gruppo
ξ diffusione dei comunicati riguardanti l’impresa e i suoi prodotti
ξ diffusione dei programmi relativi all’attività aziendale a breve, medio e lungo
termine
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1.3.2 Extranet
Extranet è una WAN derivante dall’unione di più Intranet che connette più aziende
tra loro, in genere clienti e fornitori di fiducia. Lo sviluppo di una Extranet rappresenta
il concetto di virtual business, infatti consente a tutte le aziende che fanno parte della
catena del valore di un’impresa, di integrare i loro sistemi informatici e di gestire
attraverso la rete elettronica le attività che svolgono in comune.
La nozione di Extranet non è nuova poiché lo scambio di dati attraverso reti
elettroniche private, avveniva già prima della diffusione globale di Internet; infatti i
sistemi EFT (Electronic Funds Transfer) per il trasferimento di fondi elettronici sono in
vigore dagli anni ’70 (es. i Bancomat); i sistemi EDI (Electronic Data Interchange) per
lo scambio di dati tra aziende sono in vigore dai primi anni ’80, ma entrambi hanno
presentato non pochi problemi di sicurezza a causa dei pirati informatici.
Potenzialmente le Extranet di oggi, grazie allo sviluppo di software di sicurezza
sempre più sofisticati, offrono la prospettiva di rimuovere molti dei problemi relativi
alla condivisione dei dati di un’azienda con clienti e fornitori, che si legano soprattutto
al timore di una violazione del sistema informatico aziendale e al possibile accesso a
informazioni riservate.
Le applicazioni di una Extranet si concretizzano nelle seguenti attività interaziendali:
ξ scambio di grosse quantità di dati, di qualsiasi tipo
ξ condivisione dei cataloghi di prodotti
ξ collaborazione su progetti comuni
ξ sviluppo e utilizzo di programmi e attività di formazione
ξ accesso a servizi forniti da un’azienda a un altro gruppo di aziende
ξ offerta di un proprio servizio a un altro gruppo di aziende
ξ condivisione di notizie, informazioni e comunicazioni di interesse comune
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2 Lo studio del fenomeno
e-commerce
Il concetto di commercio elettronico, in termini di materia di studio, è nato in un
contesto internazionale nell'ambito del progetto “Ricerca sulla società
dell'informazione”, condotto dall’Eurostat (Istituto Europeo di Statistica) e dall'Ocse
(Organizzazione per la Cooperazione e le Sviluppo Economico) e al quale in
rappresentanza dell’Italia ha partecipato l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) cui
tradizionalmente è affidata la fotografia del quadro socio-economico del nostro Paese.
Tra i motivi che hanno condotto la statistica ufficiale nazionale allo studio del
commercio elettronico e alla ricerca sulla società dell’informazione, si collegano anche
le numerose richieste provenienti nel contesto nazionale dal “Forum della Società
dell’Informazione”, costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e
dall'Osservatorio Permanente per il Commercio Elettronico istituito presso il Ministero
dell'Industria, dal momento in cui si è reso necessario uniformare generalizzare e
soprattutto definire gli aspetti rilevanti e gli indicatori importanti di questo fenomeno
per la politica economica nazionale. Un ulteriore stimolo deriva anche dal mondo delle
imprese e dai ricercatori che si occupano di questo settore e della sua analisi.
Questa congiunzione di forze ha portato l'Istat ad inserire “La società
dell'informazione e il commercio elettronico” nei propri piani di sviluppo delle
statistiche, nella pianificazione relativa al triennio 2000/2002 (discussa nel 1999) sotto
forma di studio progettuale concordato con il Ministero dell'Industria, del Commercio e
dell’Artigianato. Nelle indagini sul commercio elettronico la statistica ufficiale
nazionale deve tener conto dei vincoli internazionali quali i regolamenti, le direttive e le
decisioni in tema di statistiche predisposti ed emanati a livello comunitario o
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internazionale (ad es. Consiglio, Commissione europea, Ufficio Statistico delle Nazioni
Unite...), che costituiscono il sistema della statistica ufficiale internazionale e che
consentono il confronto dei risultati a livello internazionale.
In tale progetto di studio sono stati presi in considerazione gli effetti socio-economici
derivanti da un uso sempre maggiore degli strumenti informatici, che hanno richiesto
una riorganizzazione dell’attività sia interna che esterna delle aziende. Bisognava
innanzitutto capire come affrontare questo nuovo tema, quali fossero le sue
caratteristiche peculiari e individuare i fattori che avrebbero dovuto differenziare
l’analisi sulla società dell’informazione dalle analisi sociali ed economiche di tipo
tradizionale.
Nell’analisi dei cambiamenti delle abitudini sociali si è arrivati a parlare di “e-
society”, espressione nella quale il prefisso “e-” si riferisce a tutto ciò che è elettronico e
“society” indica la società: ne consegue che l’e-society è la società risultante
dall’impiego di massa delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione o
ICTs, che si sono diffuse in maniera esponenziale gli anni successivi la nascita di
Internet.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, constatato che le iniziative e le imprese che
utilizzano il canale elettronico per commerciare prodotti e servizi aumentano di giorno
in giorno e data la grande articolazione e complessità del tema in questione, si è ritenuto
che sarebbe stato importante mettere a punto dei modelli di analisi, per definire il ruolo
che le ICTs hanno nel determinare innovazioni di processo/prodotto e come fattore di
competitività per le aziende.
Bisogna infine ricordare che a livello nazionale e internazionale vi sono molteplici
istituti di ricerca privati che effettuano analisi e misurazioni sul commercio elettronico e
sono proprio queste organizzazioni che per prime si sono fatte carico di studiare tale
fenomeno emergente.
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2.1 Le fasi del progetto per lo studio dell’e-commerce
Tutte le indagini o le elaborazioni statistiche effettuate dall’Istat sono normalmente
precedute da un'attività progettuale, nella quale sono coinvolti il Ministero dell'Industria
e il Ministero delle Comunicazioni. La fase progettuale consiste nella discussione e
messa a punto di alcuni elementi fondamentali per lo studio del commercio elettronico
che sono:
ξ le unità di analisi e le loro caratteristiche
ξ gli indicatori rilevanti
ξ la metodologia per sviluppare la base informativa
Questa fase tuttavia non può prescindere dai seguenti vincoli imposti dalla metodologia
statistica implementata, affinché i risultati siano confrontabili a livello internazionale:
ξ una fase di definizione dei fenomeni che si stanno verificando
ξ un’identificazione degli indicatori che rappresentino le caratteristiche indagate
ξ la messa a punto delle tecniche di misurazione più appropriate
La fase progettuale si snoda quindi lungo il seguente percorso: per prima cosa si
individuano le definizioni di riferimento, successivamente le classificazioni statistiche,
gli indicatori e infine si delinea una strategia di misurazione. Seguendo questo ordine
nello sviluppo dei progetti, la fase successiva è definita di volta in volta a seconda dei
risultati conseguiti nelle fasi precedenti.
Lo studio del commercio elettronico data la novità dell’argomento, richiede un
impegno considerevole nella fase progettuale, in quanto bisogna ridefinire unità di
analisi e variabili di osservazione che non trovano riscontro nelle analisi tradizionali. Il
compito è arduo, poiché in molti casi le pratiche contabili delle imprese non consentono
di rilevare alcun aspetto riguardante un’eventuale attività di commercio elettronico.
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È evidente che i problemi concettuali e di misurazione si devono confrontare con le
pratiche contabili delle imprese, che costituiscono la base delle statistiche sulle imprese
e soprattutto della stessa contabilità nazionale.