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Introduzione
Per il mio lavoro di tesi ho deciso di focalizzare la mia attenzione su uno dei
più grandi problemi nutrizionali dei nostri tempi, ovvero l’epidemia di obesità
e tutte le problematiche fisiopatologiche ad essa correlate, ma la mia
attenzione si è spostata sull’altra faccia dell’obesità, quella se vogliamo, più
oscura e non visibile a primo impatto, in cui sia i pazienti affetti da obesità,
familiari, persone comuni e professionisti della salute, potrebbero essere
coinvolti; ovvero la stigmatizzazione sociale del paziente affetto da obesità.
Ho voluto fortemente approfondire questo argomento in quanto credo che il
lavoro del nutrizionista non sia semplicemente limitato alla produzione di
piani nutrizionali, ma che nell’ambito della sua professione possa fare molto
di più proprio per andare a migliorare la qualità della vita dei paziente e
ritengo sia importante riconoscere tutti quegli atteggiamenti che includano il
pregiudizio e la stigmatizzazione del paziente con un eccesso di peso.
Ho indagato, su tutti quei processi che portano una persona ad avere un
eccesso di peso, su come si insinua nelle vite quotidiane il pregiudizio, quali
sono questi atteggiamenti stigmatizzanti e come questi influiscono sulla vita
dei pazienti con eccesso di peso e infine cosa si può effettivamente fare per
andare a migliorare la qualità di vita dei pazienti, non solo limitandomi alla
professione del nutrizionista ma anche di altre professioni collegate alla cura
dei pazienti affetti da obesità.
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1. L’obesità: cosa è, epidemiologia, cause e conseguenze.
1.1 Cosa è l’obesità
“L’obesità è una patologia multifattoriale caratterizzata dall’aumento della
massa grassa a cui si associa un significativo aumento di morbilità e
mortalità.”(cit.)
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Come si evince da questa definizione l’obesità è una malattia complessa, la
sua complessità risiede sia nella molteplicità delle sue cause, ma anche nella
moltitudine delle sue conseguenze, infatti ha un impatto importante sulla
qualità e sull’aspettativa di vita delle persone che ne soffrono.
E’ una patologia che si fa strada poco alla volta e le sue conseguenze non
sono immediate ma si palesano con la comparsa dei sintomi dopo che si sono
già instaurate da diverso tempo.
Per tutti questi motivi, che verranno anche esplicitati nel mio lavoro di tesi e
per tutto ciò che ho studio e ho appreso nel corso dei miei studi, posso
ampliare ed estendere la definizione di partenza e posso affermare che:
“L’obesità è una patologia multifattoriale, cronica e degenerativa,
caratterizzata da un accumulo di tessuto adiposo tale da influire
negativamente sullo stato di salute della persona affetta, associandosi ad un
aumento di morbilità e mortalità, e che ha un notevole impatto sulla società,
sul sistema sanitario nazionale e sul tessuto economico e produttivo”.
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www.treccani.it https://www.treccani.it/enciclopedia/obesita/
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Secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
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la condizione di
obesità viene definita dall’indice di massa corporea (IMC):
IMC < 16 : grave magrezza.
IMC tra 16 a 18,49 : sottopeso.
IMC tra 18,5 e 24,99 : normopeso.
IMC tra 25 e 29,99 : sovrappeso.
IMC tra 30 e 34,99 : obesità classe 1.
IMC tra 35 e 39,99 : obesità classe 2.
IMC > 40 : obesità classe 3.
1.2 Epidemiologia dell’obesità
Secondo l’indagine “Aspetti della vita quotidiana” che viene condotta
dall’ISTAT
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annualmente, le stime del 2019 indicano che l’obesità è una
patologia che interessa almeno un adulto su 10; l’indagine è eseguita
considerando l’indice di massa corporea secondo la classificazione dell’OMS,
da questo si evince che: il sovrappeso riguarda il 35% degli adulti dai 18 anni
in poi, quindi l’eccesso di peso considerando obesità e sovrappeso raggiunge
il 46,4% della popolazione italiana adulta. Il fenomeno è in crescita in tutto il
mondo, le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità rivelano che sono
sovrappeso (oppure obesi) il 50% degli adulti e il 30% dei bambini e
adolescenti del Pianeta, infatti l’OMS dichiara che siamo di fronte ad una
pandemia dell’obesità.
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https://www.salute.gov.it/portale/nutrizione/dettaglioContenutiNutrizione.jsp?lingua=italian
o&id=5510&area=nutrizione&menu=croniche
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https://www.istat.it/it/archivio/129956
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https://www.uci.it/dettaglionews/Salute/world-obesity-day-2021-un-italiano-su-10-e-obeso
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In Italia c’è una prevalenza di obesità al Sud; nel confronto regionale le
Regioni Molise, Basilicata e Puglia sono quelle con la più elevata prevalenza
di obesità, ma anche le altre regioni non sono da meno.
Dalle ricerche è emerso che la prevalenza di obesità e sovrappeso sono più
elevata nei gruppi sociali svantaggiati, infatti le persone che hanno un basso
livello socio-economico hanno una probabilità doppia di diventare obesi.
I dati ISTAT indicano che in Italia 22 milioni di italiani sono in sovrappeso e
6 milioni affetti da obesità e l’eccesso di peso riguarda anche 1 minore su 4.
L’obesità rappresenta un grave problema di salute pubblica, perché è causa di
importanti comorbidità come diabete, ipertensione, dislipidemia, malattie
cardio e cerebro-vascolari, tumori, disabilità e riduzione della funzione
motoria; questo comporta un peggioramento della qualità della vita, ma
anche una ingente spesa per il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) italiano,
contando un costo di 22,8 miliardi di euro; inoltre bisogna considerare che le
persone affette da obesità si assentano maggiormente dal posto di lavoro.
Tutti questi aspetti ci portano alla conclusione che l’obesità è una patologia
cronica degenerativa che ha un impatto rilevante sia per quanto riguarda
l’aspetto economico che il costo delle vite umane perse.
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9° Rapporto sull’Obesità in Italia. Ricerca, clinica e Terapia: lo stato dell’arte. Istituto
Auxologico Italiano. Il pensiero scientifico editore. 2021
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1.3 Le cause dell’obesità
Per indagare sulle cause che portano una persona a soffrire di obesità
dobbiamo prima capire che la nutrizione, elemento essenziale della vita
umana, è un processo complesso che ha subito varie modifiche nel corso del
tempo.
1.3.1 Neuroendocrinologia della nutrizione
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L’ipotalamo ha sicuramente un ruolo centrale nella regolazione omeostatica
della nutrizione, esso è una struttura anatomica dal peso di circa 4 gr; forma
parte delle pareti e del pavimento del terzo ventricolo, si estende
anteriormente fino al chiasma ottico e posteriormente fino a due formazioni
mammellonate chiamate corpi mammillari. Ogni corpo mammillare contiene
da 3 ai 4 nuclei mammillari che sono estremamente importanti in quanto la
loro funzione principale è quella di trasmettere i segnali al sistema limbico e
al talamo. Inoltre, l’ipotalamo, è deputato al controllo del sistema nervoso
(SN) autonomo e del sistema endocrino, è un punto di connessione quindi tra
le funzioni endocrine e le funzioni nervose; infatti gioca un ruolo essenziale
nella regolazione omeostatica del nostro organismo e i suoi nuclei
comprendono centri connessi con un’ampia varietà di funzioni viscerali.
Infatti controlla:
- fame, sazietà e bilancio energetico
- febbre e temperatura corporea
- ritmo sonno-veglia
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Blüher M. Nat Rev Endocrinol. 2019;
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Metabolic aspects of obesity ES Gordon PMID: 4247986 DOI: 10.1016/b978-0-12-027304-
1.50012-0
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- comportamento sessuale
- funzioni endocrine
- funzioni immunitarie
- Emozioni
Non solo l’ipotalamo ha quindi questo ruolo d’integrazione centrale tra il
sistema endocrino e il sistema nervoso, ma c’è anche uno scambio di
informazioni e segnali al sistema limbico. Queste strutture collaborano tra di
loro per il buon funzionamento dell’organismo.
Il sistema limbico è un importante centro connesso con le emozioni e
l’apprendimento; si trova sulla faccia mediale degli emisferi cerebrali,
disposto intorno al corpo calloso e al talamo; ha tre strutture molto importanti
che sono:
- la circonvoluzione del cingolo che si trova sopra il corpo calloso nei lobi
frontali e parietale;
- l’ippocampo che si trova nella regione mediale del lobo temporale;
- l’amigdala che è localizzata rostralmente all’ippocampo.
Le componenti del sistema limbico sono interconnesse attraverso un’
articolato sistema di fasci e fibre, con un complesso sistema a feedback che
connette i suoi nuclei con i neuroni corticali; queste strutture sono pari e sono
simmetriche, infatti esiste un sistema limbico in ciascun emisfero cerebrale,
quindi ha un ruolo significativo e ha una stretta connessione con i centri della
gratificazione, delle emozioni e dell’avversione. In particolare i centri della
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gratificazione si trovano a livello del nucleo accumbens, quelli
dell’avversione caratterizzano l’amigdala.
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Per quanto riguarda la neuroendocrinologia
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della nutrizione dobbiamo tener
presente, non solo il ruolo centrale dell’ipotalamo e dell’amigdala, ma tutti
quei segnali interni ed esterni che fanno afferenza al cervello, i segnali
vengono integrati in modo che il nostro cervello possa produrre una risposta,
in particolare queste risposte poi si traducono in:
- APPETITO: desiderio di un determinato cibo per piacere, non per bisogno
di energia.
- FAME: bisogno di qualsiasi cibo, sensazione poco piacevole, bisogno di
energia.
- PIENEZZA: fine del bisogno di cibo nel contesto del pasto.
- SAZIETA': mancanza di fame prolungata, anche dopo il pasto.
Possiamo suddividere i fattori bioumorali coinvolti nel controllo alimentare
in:
- Ormoni: glucocorticoidi, aldosterone, insulina, colecistochinina (CCK),
glucagon-like peptide 1 (GLP-1), peptide Y-Y (PYY), grelina, resistina,
leptina, adiponectina.
- Neuropetidi: neuropeptide Y, grelina, proopiomelanocortina (POMC),
endocannabbinoidi, ormone di rilascio della somatotropina (GHRH),
ormone di rilascio della corticotropina (CRH), ormone concentrante della
melanina (MCH), orexina, trascritto regolato da cocaina e anfetamina
(CART), neuropeptide correlato all’agouti (AgRP).
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Anatomia Umana. Kenneth S. Saladin. Piccin 2011
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Anatomia Umana. Martini FH, Timmons MJ, Tallitsch RB. Seconda Edizione. Edises .2012
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Nutrizione Umana. Rivellese, Annuzzi, Capaldo, Vaccaro, Riccardi. Edizioni Idelson
Gnocchi.