1. Concetto di Social Network
1.1. Introduzione e scopo di questo lavoro
Questo lavoro riprende la tematica dell’accessibilità, tema di un mio precedente
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elaborato. Se il lavoro precedente si dimostrava più teorico, ora lo stesso concetto
viene recuperato ma ampliato e dotato di maggior concretezza.
La pretesa infatti è quella di verificare se l’accessibilità sia un aspetto del quale si tenga
conto nell’ambito della progettazione dei siti, in particolare quelli il cui scopo è di
mettere in contatto tra loro le persone, meglio conosciuti con il nome di Social Network.
Per affrontare questa verifica, riprendendo il concetto di accessibilità, è necessario
innanzitutto capire cosa essi siano, come nascano, se e in quale modo essi si rivolgano a
particolari categorie di persone. E’ solo tenendo conto della loro storia che si possono
avanzare le prime considerazioni in materia di accessibilità. Sarà inevitabile l’accenno a
Facebook, il Social Network al momento più conosciuto e che registra il maggior
numero di utenti iscritti; se ne contano 500 milioni secondo l’intervento intitolato “500
Million Stories” e pubblicato dal suo fondatore Mark Zuckerberg in data 21 luglio
2
2010, un numero importante rispetto a quello registrato dagli altri Social Network
presenti in rete.
Di fondamentale importanza è il richiamo alle linee guida in materia di accessibilità,
principale fonte di informazione alla quale tutti gli sviluppatori di contenuti dovrebbero
attingere. Nell’elaborato sarà presente anche uno studio specifico effettuato su un Social
Network nato prettamente per i professionisti del mondo del lavoro, Viadeo, per
1
cfr. Chiara Evangelista, “Le disabilità visive: la situazione normativa e tecnologica in Italia”, Pavia,
A.A. 2007/2008
2
Link all’intervento: http://blog.facebook.com/blog.php?post=409753352130
1
valutarne l’effettiva accessibilità, con l’auspicio che, indipendentemente dal risultato,
esso sia di monito per chiunque.
1.2. Social Network: una definizione
Tutte le fonti presenti nel Web sembrano concordare sulla stessa definizione di Social
Network, che riporteremo più avanti, ma è interessante notare un fenomeno che si
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verifica consultandone una di esse. Cercando la definizione di Social Network la
pagina, anziché fornirne la definizione, ci presenta la seguente istruzione “Vedi Social
Media” rimandandoci alla voce in questione: ciò è sintomo di come spesso le due
definizioni tendano a sovrapporsi quasi fondendosi l’una nell’altra, senza che vi sia una
specifica delimitazione di campo. Ma procediamo con ordine la nostra ricerca della
definizione di Social Network appellandoci ad altre risorse, forse meno autorevoli,
presenti nel Web.
Ritornando al cammino per la ricerca della nostra definizione, tra le risorse consultate,
4
in una si legge:
“Un Social Network è un sistema complesso di relazioni tra individui o enti o gruppi
legati tra loro da rapporti sociali. Tali rapporti alla base di una rete sociale possono
essere del più disparato genere: interessi comuni, semplice conoscenza, colleghi di
lavoro, compagni di squadra, sport in comune, compagni universitari, amici di lunga
data, familiari, soci d’affari”. La definizione appare chiara ed aiuta a farsi un’idea più
precisa del concetto. Traducendo letteralmente il termine Social Network, la definizione
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poi si fa ancora più nitida: come si legge anche nel blog di un utente (tobya) che
3
http://www.pc-facile.com/glossario/social_network/
4
http://www.gratis-gratis.net/socialnetwork/social_network.htm
5
http://blog.mikamai.com/2008/11/che-cosa-e-un-social-network/
2
sembra avere le idee piuttosto chiare in materia, il Social Network è “una rete sociale
(traduzione letterale dall’inglese) che consiste di un qualsiasi gruppo di persone
connesse tra loro da diversi legami sociali”.
La gestione della propria rete sociale è affidata a una serie di strumenti accessibili sia
lato client (ovvero lato utente) attraverso programmi che permettano la comunicazione
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come Skype, Messenger, ecc., sia lato server come chat, forum e in generale tutti i siti
che permettono agli utenti di connettersi e comunicare fra loro.
Secondo un’idea condivisa e spesso anche insegnata nelle università italiane, gli
strumenti elencati sopra possono essere considerati come ambienti: l’ambiente chat,
l’ambiente forum, ecc. Ciò deriva dal concetto di chat: quando si è in essa, infatti, è
come trovarsi dentro ad una stanza con altre persone a chiacchierare, e non a caso la
metafora delle stanze veniva utilizzata nei primi anni di diffusione di questi strumenti,
stanze che ora sono più comunemente chiamate “topic”, cioè argomenti di discussione
nei forum e nelle chat appunto.
Questi ambienti in cui gli utenti hanno la possibilità di scambiarsi messaggi - citando la
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celebre frase di McLuhan “il mezzo è il messaggio” - possiamo definirli proprio come
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E’ un software gratuito di messaggistica istantanea e VOI, permette cioè di effettuare telefonate verso
altri computer sui quali risiede lo stesso programma e anche verso apparecchi fissi. E’ scaricabile dal sito
internet: http://www.skype.com
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E’ un altro software di messaggistica istantanea scaricabile gratuitamente dal sito proprietario:
http://www.messenger.it
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Marshall McLuhan (1911-1980) è stato un importante sociologo canadese. Alla base del suo pensiero vi
è l’idea che in una società la struttura mentale delle persone e la cultura siano influenzate dal tipo di
tecnologia di cui tale società dispone. Nel suo scritto più famoso “Gli strumenti del comunicare” del 1964
(titolo originale “Understanding Media: The Extensions Of Man) McLuhan inaugura uno studio
pioneristico nel campo dell’ “ecologia dei media”. E’ proprio qui che McLuhan afferma che è importante
studiare i media non tanto in base ai contenuti che essi veicolano, ma in base ai criteri strutturali con cui
organizzano la comunicazione. Questo pensiero è notoriamente sintetizzato con la frase “il medium è il
messaggio”. L’espressione sta a indicare che il vero messaggio che ogni medium trasmette è costituito
dalla natura del medium stesso.
3
Social Network. Un Social Network è perciò un ambiente Web in cui gli utenti possono
connettersi, comunicare e condividere informazioni in modo personale.
Vi sono alcuni Social Network che apparentemente ci sembrano tali ma che in realtà
non lo sono poiché non permettono all’utente di effettuare alcune operazioni che invece
rientrano nella concezione dello stesso; un esempio in proposito potrebbe essere Google
Reader, il quale fornisce agli utenti la possibilità di condividere notizie ma non di
comunicare con le persone alle quali sono connessi, risultando perciò non un Social
Network ma soltanto un aggregatore di notizie.
Vi sono poi invece quelli che Social Network lo sono davvero poiché consentono la
comunicazione e l’interconnessione tra gli utenti. Tra i moltissimi segnaliamo
Facebook, e LinkedIn, che avremo modo di descrivere in maniera più ampia nel quarto
capitolo. Per ora ci basti avere chiara la definizione di Social Network per proseguire il
discorso.
1.2.1. Nascita e sviluppo dei Social Network
Con l’avvento di Internet i Social Network hanno trovato la loro massima espressione.
Una rete sociale trova nella rete delle caratteristiche ideali per strutturarsi, propagarsi e
prosperare. Internet permette infatti una veloce condivisione delle relazioni e delle
informazioni, concetti che sono alla base del funzionamento di un Social Network.
Sulla rete l'esperienza dei Social Network è nata nel 1997 con il sito SixDegrees, che è
rimasto realtà di nicchia per diverso tempo. Solo nel 2003 con l'esperienza di
Friendster, i Social Network hanno conosciuto un momento di boom su Internet.
Basti pensare che da tali esperienze tutte le più grosse realtà del mondo della rete si
sono mosse in tal senso.
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E’ proprio per l’importanza che hanno avuto questi due antenati, non così lontani, degli
odierni Social Network che occorre spendere due parole per descriverne le
caratteristiche e le modalità di fruizione offerte ai loro utenti.
a. SixDegrees e la teoria dei sei gradi di separazione
Il Social Network SixDegrees si basa sulla teoria omonima cosiddetta dei sei gradi di
separazione secondo la quale qualunque persona può essere collegata a qualunque altra
attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari, come è possibile
osservare sotto in figura 1.
Fig. 1 – Immagine esemplificativa della teoria dei sei gradi di separazione
Tale teoria è stata proposta per la prima volta nel 1929 dallo scrittore ungherese Frigyes
Karinthy in un racconto breve intitolato “Catene” (“Chains”).
5
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Negli anni ’50 Ithiel de Sola Pool del MIT e Manfred Kochen dell’IBM cercarono di
provare la teoria matematicamente e formularono quindi la domanda: "Dato un insieme
di N persone, quale è la probabilità che ogni membro di N sia connesso ad un altro
membro attraverso k1, k2, k3...kn collegamenti?". Per circa vent'anni però nessuno
riuscì a risolvere il problema in modo soddisfacente.
Nel 1967 il sociologo americano Stanley Milgram trovò un nuovo sistema per testare la
11
teoria, che egli chiamò "teoria del mondo piccolo". Selezionò casualmente un gruppo
di americani del Midwest e chiese loro di mandare un pacchetto ad un estraneo che
abitava nel Massachusetts, a diverse migliaia di chilometri di distanza. Ognuno di essi
conosceva il nome del destinatario, la sua occupazione, e la zona in cui risiedeva, ma
non l'indirizzo preciso. Fu quindi chiesto a ciascuno dei partecipanti all'esperimento di
mandare il proprio pacchetto a una persona da loro conosciuta, che a loro giudizio
avesse il maggior numero di possibilità di conoscere il destinatario finale. Quella
persona avrebbe fatto lo stesso, e così via fino a che il pacchetto non venisse
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Massachusetts Institute of Technology, è una delle più importanti università di ricerca del mondo con
sede a Cambridge, nel Massachusetts.
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International Business Machines Corporation, è la più grande azienda informatica del mondo e anche
una delle più antiche. IBM è anche il brand name con cui la stessa commercializza i suoi prodotti.
11
La teoria del mondo piccolo, o teoria dei piccoli mondi, ipotizza un mondo piccolo costituito da una
rete di collegamenti tra persone relativamente breve. Gli esperimenti sono spesso associati alla frase “sei
gradi di separazione” anche se Milgram non ha mai utilizzato questa espressione. Questa teoria
generalizza ed esplora le caratteristiche di insieme che hanno reti connesse di elementi,
indipendentemente dalle caratteristiche proprie degli elementi che avrebbero almeno due caratteristiche
simili: l'alto livello di aggregazione e il basso grado di separazione. La teoria illustra appunto come sia
possibile conciliare questi due aspetti apparentemente contraddittori: il fatto che nonostante ogni
elemento tenda ad avere relazioni prevalentemente con pochi altri (alta aggregazione) non impedisce di
ottenere comunque una sua "vicinanza", tramite pochi intermediari, con qualsiasi altro elemento della rete
(basso grado di separazione). Tale studio ha fatto molto scalpore poiché dà una spiegazione generale a
situazioni già osservate in particolari reti connesse di elementi (es. reti di persone, di computer, catene
alimentari) in differenti campi scientifici. Un esempio abbastanza conosciuto è proprio quello dei sei
gradi di separazione osservati nelle reti sociali, cioè il numero di passaggi sociali (amici degli amici degli
amici...) che separano, mediamente, ogni essere umano da qualsiasi altro.
6
personalmente consegnato al destinatario finale. I partecipanti si aspettavano che la
catena includesse perlomeno un centinaio di intermediari, e invece ci vollero solo (in
media) tra i cinque e i sette passaggi per far arrivare il pacchetto. Le scoperte di
Milgram furono quindi pubblicate in diverse riviste tra le quali “Psychology Today” e
da qui nacque l'espressione “sei gradi di separazione”. L’espressione divenne poi ancor
più popolare quando venne scelta come titolo di uno spettacolo teatrale del 1990: i sei
gradi di separazione erano ormai diventati un fatto assodato nella cultura popolare.
Nel 2001 Duncan Watts, un professore della Columbia University, riprese per conto suo
la ricerca e ricreò l'esperimento di Milgram su Internet. Watts usò un messaggio e-mail
come "pacchetto" che doveva essere consegnato e, sorprendentemente, dopo aver
analizzato i dati ottenuti dagli invii effettuati da 48.000 differenti persone residenti in
157 stati diversi, nei confronti di 19 "bersagli", Watts trovò che il numero medio di
12
intermediari era effettivamente sei. La ricerca di Watts pubblicata su “Science” nel
2003 e l'avvento dell'era del computer permisero l'applicazione della teoria dei sei gradi
di separazione anche in aree differenti, tra cui l'analisi delle reti informatiche ed
elettriche, la trasmissione delle malattie, la teoria dei grafi, le telecomunicazioni, e la
progettazione della componentistica dei computer.
12
Rivista scientifica pubblicata dall’American Association for the Advancement of Science (AAAS),
organizzazione internazionale senza fini di lucro dedicata all'avanzamento della scienza nel mondo che
opera come educatore, leader, portavoce e come associazione professionale. considerata una delle più
prestigiose riviste in campo scientifico. L’articolo di Watts dal titolo “An Experimental Study of Search
in Global Social Networks” pubblicato l’8 agosto 2003 è disponibile al seguente indirizzo:
http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/301/5634/827
7
13
Nel 2006 due ricercatori di Microsoft, sfruttando i log delle conversazioni attraverso
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MSN Messenger, hanno ricavato che in media tra due utenti del programma vi sono
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6,6 gradi di separazione. Nello stesso anno un servizio-inchiesta della rete televisiva
16
ABC confutò la convinzione di alcuni detrattori della teoria, dimostrando come lo
status socioeconomico dei "bersagli" non influisca in alcun modo sul numero di gradi di
separazione: la ABC ha reclutato una nota giornalista newyorkese, chiedendole di
mettersi in contatto con un ex pugile disoccupato. La giornalista ci è riuscita nei
canonici sei passaggi. All'ex pugile invece, è stato chiesto di contattare una nota
17
ballerina: ci è riuscito in soli cinque passaggi.
Tutto questo discorso serve a comprendere la logica su cui si basava SixDegrees.com,
un Social Network appunto, che durò dal 1997 al 2001 e che era basato sul modello
“Web of Contacts”, letteralmente “Web di contatti”, tipico proprio dell’attività di social
18
networking. Il sito ha preso il nome proprio dalla teoria sopra riportata e permetteva
agli utenti di contattare familiari, amici a persone conosciute all’interno del sito stesso o
anche al di fuori; inoltre le persone esterne al sito venivano invitate a parteciparvi.
13
Indicano le registrazioni cronologiche delle operazioni che vengono eseguite e i file su cui esse sono
memorizzate.
14
v. pag. 3
15
Lo studio dei due ricercatori dal titolo “Worldwide Buzz: Planetary-Scale Views on an Instant-
Messaging Network” di giugno del 2007 è on-line all’indirizzo:
http://research.microsoft.com/apps/pubs/default.aspx?id=70389
16
American Broadcasting Company (ABC) è uno storico network televisivo statunitense.
17
Fonte Wikipedia.
L’articolo della giornalista dal titolo “If Osama's Only 6 Degrees Away, Why Can't We Find Him?” è
disponibile on-line all’indirizzo: http://discovermagazine.com/2008/feb/if-osama.s-only-6-degrees-away-
why-can.t-we-find-him
18
Letteralmente, è l’attività di navigare sui Social Network
8
Gli utenti potevano inviare messaggi e lasciare post sulla bacheca elettronica degli altri
utenti e vedere perciò le connessioni che questi a loro volta avevano con gli altri utenti
del sito. SixDegrees.com è stata una delle prime manifestazioni di social networking
nella maniera in cui lo intendiamo oggi dando vita al modello su cui sono basati i Social
19
Network in voga al momento come Facebook, Myspace, LinkedIn, e tanti altri.
La società che ha sviluppato il sito era la MacroView, rinominata “SixDegrees” in un
secondo momento, fondata da Andrew Weinreich, uomo d'affari americano e
2021
attualmente Amministratore Delegato di meetMoi e presidente di Xtify, siti
rispettivamente di incontri e di applicazioni per dispositivi mobili. Al suo apice la
SixDegrees contava circa 100 dipendenti e il sito aveva raggiunto circa 1.000.000 di
membri registrati. Il sito è stato poi acquistato nel 2000 da un’altra società, la
“Youthstream Media Networks” per la cifra di 125.000.000 $.
In figura 2 si può osservare la Home page del Social Network.
19
MySpace è una comunità virtuale, e più precisamente una rete sociale, creata nel 2003 da Tom
Anderson e Chris DeWolfe. Offre ai suoi utenti blog, profili personali, gruppi, foto, musica e video.
Grazie a questo spazio su Internet artisti e gruppi musicali sono diventati famosi in tutto il mondo ancora
prima di mettere effettivamente sul mercato i loro dischi. (Fonte: Wikipedia)
20
http://www.meetmoi.com
21
http://www.xtify.com/
9
Fig. 2 – Schermata di accesso di SixDegrees.com
b. Friendster
Friendster è una rete sociale con sede a Sydney, in Australia.
Lo scopo di Friendster è quello di aiutare le persone a trovare nuovi amici, rimanere in
contatto con loro e condividere contenuti e media on-line. Il sito viene utilizzato anche
per darsi degli appuntamenti e scoprire nuovi eventi, band musicali, hobby ed altro.
Gli utenti possono condividere video, fotografie, messaggi e commentarli con i loro
amici attraverso il profilo e la loro rete. Un anno fa, precisamente il 24 giugno 2009,
Friendster contava più di 90.000.000 di utenti registrati e più di 61.000.000 di singoli
visitatori al mese. Venivano visualizzate approssimativamente diciannove miliardi di
22
pagine al mese ed era tra i cento siti più visitati.
Ad oggi, 8 luglio 2010, il sito non rientra più nella top 100 dei siti più visitati e,
nonostante il numero degli utenti registrati sia rimasto pressoché invariato, a diminuire
sono stati in particolare il traffico giornaliero, il numero delle pagine visitate e infine il
22
Dati presi dal sito: http://www.alexa.com/siteinfo/friendster.com
10
tempo giornaliero dedicato alla navigazione del sito come si evince dai grafici che
23
riportiamo nelle figure 3,4 e 5.
Fig. 3 – Diminuzione del traffico giornaliero di Friendster.com dal 2009 al 2010
Fig. 4 – Diminuzione del numero di pagine visitate di Friendster.com dal 2009 al 2010
Fig. 5 – Diminuzione del tempo giornaliero dedicato alla navigazione di Friendster.com dal 2009 al 2010
23
I dati e i grafici sono presi dal sito: http://www.alexa.com/siteinfo/friendster.com
11
Più del 90% del traffico di Friendster proviene dall'Asia, dove esso raccoglie più singoli
24
visitatori mensili di qualsiasi altro Social Network. Secondo Alexa.com i dieci paesi
con più accessi a Friendster, al 7 maggio 2009, erano le Filippine, Indonesia, Malesia,
Corea del Sud, Stati Uniti, Singapore, Cina, Giappone, Arabia Saudita e India.
Secondo lo stesso sito ad oggi, 8 luglio 2010, la situazione presenta sempre le Filippine
(con il 27% di visite al sito) e l’Indonesia (16%) rispettivamente al primo e secondo
posto ma il dominio asiatico è ora interrotto dal posizionamento al terzo posto degli
Stati Uniti (11,8%).
L’India (7,3%) appare ora quarta seguita da Malesia (4,3%), Giappone (2,4%) e Cina
(2,4%). Solo all’ottavo posto si posiziona Singapore (2%) seguito da Corea del Sud
(2%) e dal Regno Unito (1,6%), decimo soltanto. Fuori dalla top10 troviamo l’Italia al
quindicesimo posto con l’1% di visitatori del sito. Ultimo stato in classifica è il
Bangladesh con una percentuale dello 0,5%.
Dopo aver elencato le caratteristiche relative ai contenuti del sito e i numeri legati alla
sua popolarità occorre effettuare un rapido excursus storico per comprenderne la nascita
e lo sviluppo.
Friendster venne fondato dal programmatore Johnatan Abrams nel 2002 a Mountain
View, in California, prima della creazione, lancio e successo di MySpace, Facebook,
LinkedIn, ecc.
Friendster venne fondato con lo scopo di creare un ambiente più sicuro e valido per
incontrare nuove persone attraverso la navigazione sui profili degli utenti e la
connessione ad amici, amici di amici e così via, permettendo ai membri di espandere la
loro rete di amici più rapidamente che nella vita reale, in uno scenario "faccia a faccia".
24
Il sito dal quale abbiamo preso anche i grafici appena sopra riportati on-line all’indirizzo:
http://www.alexa.com
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