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INTRODUZIONE
Trovare una definizione.
Se fossimo in cerca di un modo per descrivere il significato della parola “e-learning”, e aprissimo un
buon vocabolario della lingua italiana, potremmo imbatterci in questa definizione: “Apprendimento
per mezzo di corsi multimediali fruibili soprattutto a distanza attraverso Internet.”
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Per quelle che
devono essere le necessità legate alla sintesi, che un vocabolario di una lingua articolata come
l’italiano deve tenere in considerazione, potrebbe anche bastare. Se volessimo però andare ad
analizzare la situazione che attualmente si presenta nel panorama universitario italiano dell’e-learning,
come questa tesi vorrebbe tentare di fare, questa definizione non potrebbe di certo rappresentare un
punto d’arrivo. Potrebbe però rappresentare un buon punto di partenza. “L’apprendimento a
distanza”, citato nella definizione che abbiamo preso in esame, è il cuore dell’e-learning, la sua
missione prima, e questo ci appare chiaro dal verbo “to learn”, che significa apprendere, imparare.
Quello che invece dovremmo approfondire al fine di avere ben chiaro il tema che andiamo ad
analizzare, è l’insieme di fattori che permette di legare al verbo “to learn”, il prefisso “e-“, che altri non
è che l’abbreviazione di quel “electronic”, ormai divenuto familiare al nostro linguaggio per le tante
parole che accompagna, al punto da meritarsi un posto tutto per sé nei vocabolari. Poiché la
formazione a distanza (da qui in avanti anche FAD) nasce prima dell’era elettronica, ed essendo quindi
l’e-learning un’evoluzione della FAD, credo possa essere utile se non necessario, riepilogare come la
storia di questa si sia andata delineando. Grazie all’incontro con l’ICT (Information and Communication
Technology), e quindi con quella tecnologia che ci permette di elaborare e comunicare l’informazione
attraverso mezzi digitali, siamo arrivati appunto all’e-learning come lo conosciamo oggi. Procederemo
per gradi, in questo viaggio che, partendo da come nasce, si sviluppa e cosa è oggi l’e-learning, ci
porterà ad analizzare prima il quadro normativo di riferimento, poi la situazione nelle Università
italiane, per finire con un caso di studio concreto, cioè come l’e-learning viene utilizzato presso
l’Università di Roma la Sapienza. Per ottenere questo risultato, e cercare di poter guidare lungo questo
percorso anche persone non esperte del settore, passeremo per un primo capitolo, in cui verrà
illustrata l’evoluzione della FAD durante il corso della storia, fino ad arrivare all’e-learning come lo
conosciamo oggi, illustrandone alcune peculiarità. Nel secondo capitolo, cercheremo di valutare cosa
si è fatto e si continua a fare in Europa ed in Italia, a livello legislativo, per far si che la diffusione di
questa modalità didattica, venga supportata dalle istituzioni. Da questo punto potremo anche capire
perché lo sviluppo dell’e-learning viene ritenuto fondamentale per il nostro futuro, e quello della
Comunità Europea tutta. Il capitolo prenderà poi in analisi i dati provenienti dall’Osservatorio E-
learning realizzato da Anee / AITech-Assinform
2
. Questo è uno degli osservatori più completi che
1
Devoto G. e Oli G. C., Il Devoto-Oli: Vocabolario della lingua italiana 2008, Le Monnier, Varese, 2008.
2
http://www.anee.it/anee/com_anee.htm
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abbiamo nel nostro paese, ed essendosi focalizzato, oltre che sull’Università, anche sulle Aziende, la
Scuola e le Pubbliche Amministrazioni, ci permetterà di valutare la tendenza generale riscontrata in
questo settore. Dal quadro fornito dall’Osservatorio, si potrà verificare se l’e-learning ha ormai fatto
breccia nel nostro Paese o meno, e grazie al rapporto finale si analizzeranno le previsioni di sviluppo
per il futuro prossimo. Infine, per valutare sul campo le informazioni teoriche esposte nei primi
capitoli, si scenderà ancora di più nello specifico. Si prenderà in esame come caso di studio concreto
l’Università la Sapienza, valutandone il servizio e-learning a partire dall’offerta didattica che si trova
on-line. Questa verifica sarà accompagnata da un’intervista fatta al prof. Paolo Renzi, docente presso
la Facoltà di Psicologia 2 nonché uno tra i promotori dell’e-learning presso questa Università.
CAPITOLO 1: L’E-learning
1.1 Formazione a distanza: un po’ di storia
La formazione a distanza (FAD) nasce come soluzione necessaria per far superare all’insegnamento e
alla didattica tradizionale, i limiti imposti dal vincolo della compresenza fisica. Le prime esperienze le
abbiamo in Inghilterra, in particolare a Londra. La portata di questi esperimenti inizialmente è scarsa,
mirano ad un’utenza adulta, anche in ambito lavorativo, ma non solo. Il suo sviluppo ha viaggiato su
binari paralleli con quello delle tecnologie della comunicazione, a cui resterà legato in maniera tanto
forte, da arrivare al punto che le diverse generazioni che oggi conosciamo di FAD, vengono distinte
proprio dal tipo di supporto che utilizzano. Solitamente si suole distinguere tra tre generazioni diverse.
Una prima generazione che ha utilizzato come medium la corrispondenza postale. La seconda
generazione (quella dei cosiddetti sistemi FAD plurimediali) che ha sfruttato appieno le nuove
possibilità delle tecnologie audiovisive degli anni cinquanta e sessanta. La terza generazione, che inizia
con materiale fruibile off-line (su supporti fisici di varia natura) per poi evolversi cavalcando
l’esplosione delle reti informatiche e avvalendosi della fruibilità on-line
3
. Per capire le peculiarità di
ognuna di queste fasi, ed avere una panoramica più esaustiva dell’evoluzione che ci ha traghettato fino
allo stato attuale, vediamo questo sviluppo nel particolare.
1.1.1 Prima generazione: la didattica per corrispondenza postale
Le prime applicazioni di FAD si cominciano a vedere verso la fine del XIX secolo in Inghilterra, grazie
alla crescita esponenziale delle reti di trasporto e dei servizi postali, oltre che alle sempre più
sofisticate tecniche di stampa. Tramite questi due elementi si arriva a possibilità prima impensabili,
consentendo la distribuzione di materiale cartaceo a persone che altrimenti non avrebbero potuto
raggiungere i luoghi di apprendimento. Anche se rimangono pochissime testimonianze di questi
prodotti, è innegabile che questo primo tentativo di offrire una formazione a distanza, sarà l’inizio di
un processo evolutivo lungo (in continuo divenire ancora oggi) e fruttuoso. Questa prima generazione
3
Trentin G., Ricercatore presso l'Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR, Genova, Formazione a Distanza di nuova
generazione: nuovi orientamenti, http://www.area.fi.cnr.it/r&f/n7 /trentin.htm
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sarà quindi contraddistinta da materiale inviato per posta, spesso corredato di informazioni e istruzioni
su come studiare al meglio. In questa prima fase, che potremmo definire sperimentale, era prevista
una prova finale a scopi valutativi, quasi sempre un test scritto, che andava compilato e riconsegnato,
sempre tramite spedizione, al docente. Questo, anche se oggi potrebbe far sorridere, rimarrà per anni
l’unico momento di interazione tra insegnante e studente.
1.1.2 Seconda generazione: le tecnologie audiovisive
Agli albori del ‘900 la didattica per corrispondenza inizia ad essere riconosciuta sempre più come
valido supporto di formazione ed istruzione, maggiormente indirizzato all’ambito scolastico e
professionale, ed erogata sempre meno da singoli individui e sempre più da soggetti istituzionali o
aziende. Proprio in questo momento di incremento della diffusione, abbiamo l’incursione massiccia di
un nuovo medium nella società del tempo: la radio. Questa permette alla formazione (e non solo) di
intravedere l’immenso apporto che può venire da un medium che usa, per diffondere l’informazione,
la propagazione nell'etere. Abbiamo così “il passaggio da una modalità di comunicazione impersonale
a una modalità diffusionale, vale a dire il paradigma “da uno a molti” ovvero “da pochi a molti”
4
. Ad
onor del vero, va segnalato comunque che i corsi di formazione radiofonica fanno largo uso anch’essi,
come per la generazione precedente, della corrispondenza postale, indispensabile per la distribuzione
di materiali cartacei necessari per la fase di verifica.
In questo frangente abbiamo in Italia un esempio di eccellenza: la Scuola Radio Elettra di Torino.
Questa nasce con l’intento di insegnare l'arte di riparare radio, a chiunque volesse cimentarsi, inviando
materiale didattico per corrispondenza. Utilizzando proprio la radio per reclamizzare l'iniziativa, la
"Scuola Radio Elettra" divenne negli anni cinquanta la più grande e più nota scuola per corrispondenza
del vecchio Continente, facendo giungere la sua fama in tutta Europa, con sedi in Francia, Germania,
Belgio e nei Paesi Africani dell' area francese, a dimostrazione che quell’idea fu brillante e innovativa.
Tra gli anni quaranta e cinquanta, ci sarà un ulteriore balzo in avanti portato dall’arrivo del telefono,
che sarà anch’esso oggetto di sperimentazione nel settore della formazione. Negli anni cinquanta e
sessanta vengono introdotti nuovi medium e supporti audiovisivi (per esempio la televisione) come
strumenti per apprendere. Questi saranno importanti al punto che le TV pubbliche europee si faranno
carico del compito, tramite le emittenti, di diffondere la cultura nazionale. In Italia, in particolare, la
televisione sarà, oltre che un fattore di incremento della FAD, una spinta verso la reale unificazione
culturale del paese. Soprattutto grazie all’utilizzo che questo medium fa di esemplificazioni
audiovisive, e che si prestano ad una facile comprensione anche per gli italiani dell’epoca, un pubblico
con basso tasso di scolarizzazione e alfabetizzazione.
Un importante cambiamento migliorativo rispetto alla TV, viene dato alla FAD grazie alla
commercializzazione e diffusione nella seconda metà degli anni settanta del VHS (Video Home
System). Le videocassette consentirono per la prima volta di poter intervenire sui tempi di visione,
favorendo ulteriormente la fruizione personalizzata dell'offerta formativa. Riassumendo, possiamo
sostenere che il fulcro dei sistemi per la formazione a distanza di seconda generazione furono
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Eletti V. (a cura di), Cos’è l’e-learning?, Carocci, Roma, 2007
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generalmente sistemi integrati: gli audiovisivi uniti agli strumenti offerti dalla telematica (telefono, fax
etc.) ed ai supporti tradizionali (per esempio dispense cartacee).
Le tecnologie audiovisive hanno potenziato e diffuso più velocemente una cultura dell'immagine, di
certo meno elitaria rispetto alla scrittura ma più immediata, e una maggiore personalizzazione dei
tempi e modi di fruizione. Resta però vivo un limite, che accomuna i sistemi di prima e seconda
generazione: relegare la concezione di apprendimento a distanza quasi esclusivamente come processo
individuale. Gli studenti ricevono e studiano i materiali in maniera assolutamente isolata, potendo
chiedere assistenza ai loro formatori ma quasi mai in maniera semplice e istantanea, come un corretto
metodo di apprendimento richiede.
1.1.3 Terza generazione: le tecnologie informatiche
L’arrivo del personal computer nell'ambiente domestico rende possibile, a metà degli anni ottanta, un
altro passo in avanti. La FAD di terza generazione si articola in due fasi:
1. Fase off-line: una prima modalità basata sull'uso di strumenti che non si avvalgono del
supporto delle reti (floppy disk, videodischi, CD-ROM);
2. Fase on-line: la fase attuale, caratterizzata dalla diffusione dell'uso delle reti informatiche
(specialmente Internet).
Questa seconda fase della FAD di terza generazione, che va a distinguersi appunto con l'avvento della
formazione cosiddetta on-line, fa si che l'apprendimento, da modalità individuale e quindi di auto-
apprendimento passivo, si trasformi in un processo complesso e dinamico, che prevede il ruolo attivo
dello studente e sposta l’equilibrio verso un tipo di apprendimento nuovo, collaborativo e cooperativo.
E’ proprio qui uno dei segreti della buona riuscita della FAD che si basa sulla telematica e che viene
generalmente denominata come “e-learning”, rispetto alle generazioni che l’hanno preceduta: l’essere
basata sull'interazione tra tutti i partecipanti al progetto formativo.
L'utilizzo delle nuove tecnologie però, da solo, non basta a giustificare l’immenso cambiamento.
Prendiamo ad esempio il CBT (Computer Based Training: insegnamento basato sul computer tramite
l’utilizzo di software per computer diffusi su supporto fisico, come CD-ROM, DVD-ROM o altro):
anch’esso andava a sfruttare degli strumenti informatici, ma costituiva ancora una forma di
apprendimento trasmissivo. “Ciò che si verifica oggi, nella società della conoscenza, è invece
l'emergere di un paradigma costruttivista della conoscenza.”
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L'interazione dei partecipanti, la
trasformazione dei singoli in una vera e propria comunità di apprendimento diventa uno dei cavalli di
battaglia di questo sistema, che favorisce il superamento dell'isolamento e della passività, esaltando e
valorizzando i rapporti con il gruppo. L'interesse verso questo approccio formativo innovativo è
dimostrato, come il suo successo, dal numero sempre maggiore di Università ed Enti di formazione
5
Eletti V. (a cura di), opera citata.