Capitolo 1. Lineamenti generali
1.1 Operatività di funding
JESSICA, acronimo di Joint European Support for Sustainable Investment in City
Areas, sta per sostegno europeo congiunto per investimenti sostenibili nelle aree urbane.
Si tratta di un’iniziativa che si inserisce nell’ambito delle politiche di coesione
promosse dalla Commissione Europea ed è sostenuta dalla Banca Europea degli
Investimenti (BEI) in collaborazione con la Banca per lo Sviluppo del Consiglio
d’Europa (CEB). A tale collaborazione, si somma quella con gli Stati membri, le
Regioni, Provincie e Comuni e gli altri investitori pubblici e privati per la realizzazione
dei progetti. Il partenariato è condotto nel rispetto delle competenze istituzionali,
giuridiche e finanziarie di ciascuna categoria di soggetti.
Il progetto offre nuove modalità di utilizzo dei Fondi Strutturali già esistenti per il
sostegno dei progetti di sviluppo urbano, non è fonte di ulteriori finanziamenti. È
destinato all’uso e allo sviluppo di innovativi strumenti di ingegneria finanziaria che
realizzino investimenti rimborsabili o garanzie per investimenti rimborsabili o entrambi.
Grazie a questa iniziativa, le Autorità di gestione degli Stati membri, in particolare le
Regioni, sono autorizzate ad utilizzare la quota dei Fondi Strutturali a loro disposizione
per lo sviluppo delle aree urbane, per investirli in Fondi di Sviluppo Urbano (FSU) o in
Fondi di Partecipazione (FP) e in FSU.
Questi sono strumenti di ingegneria finanziaria che devono essere costituiti come entità
giuridiche indipendenti o come “capitale separato” contabilizzato separatamente
all’interno di un istituto finanziario esistente. Hanno natura pubblica, privata o mista
pubblico-privata, non godono di una disciplina privilegiata all’interno dei Regolamenti
Europei per i Fondi Strutturali, ma possono investire direttamente in partenariati
pubblico-privati (PPP) e in altri progetti urbani inseriti in un Piano Integrato di sviluppo
urbano sostenibile.
JESSICA è concepita per iniziative di riqualificazione urbana i cui rendimenti devono
mirare a conservare nel tempo il valore dell’investimento e permettere, tramite il riciclo
dei fondi, la riutilizzazione del contributo iniziale per altri progetti simili.
Si assicura il finanziamento della pianificazione dei progetti, e della realizzazione della
strategia di investimento e il controllo dell’implementazione in ogni fase, in conformità
alle norme nazionali ed europee applicabili. Nella fase finale sono definite la politica di
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uscita dal programma operativo dello strumento di ingegneria finanziaria e le
disposizioni sul reimpiego delle risorse restituite dagli investimenti realizzati.
JESSICA introduce una ricognizione della realtà urbana nelle dimensioni ambientale,
sociale, istituzionale e di governo attraverso metodologie innovative per l’analisi
strategica e la valutazione dei progetti. Capitale fisico, umano e imprenditoriale
vengono integrati in una visione multidimensionale e flessibile, con lo scopo di creare
“comunità sostenibili”.
L’implementazione prevede la realizzazione di un Piano Integrato per lo sviluppo
urbano sostenibile (ossia PI), un sistema di interventi interconnessi, finalizzati a
migliorare le condizioni economiche, fisiche, sociali ed ambientali di una città o un
quartiere. Il piano nel suo insieme deve dare risultati superiori alla somma che
darebbero le singole parti realizzate autonomamente. Va visto come un processo, non
come una struttura chiusa e può essere adattato ed integrato. I regolamenti Europei dei
Fondi Strutturali per il periodo 2007-2013 non contengono una definizione o requisiti
specifici per tali piani, questi dovrebbero essere definiti dagli Stati membri e dalle
Autorità di gestione, tenendo conto delle caratteristiche urbane, amministrative e legali
di ciascuna regione. È essenziale la preparazione di un piano di medio-lungo termine
per lo sviluppo sostenibile e per garantire la coerenza degli investimenti e la loro qualità
ambientale.
I Piani Integrati devono condurre non solo al ripristino delle caratteristiche territoriali,
ma ad una vera rinascita del territorio, influenzando l’insieme delle dimensioni della
realtà urbana e extraurbana. La rigenerazione è un processo di rinnovamento,
miglioramento e riparazione, che agisce sull’ambiente naturale ed infrastrutturale, sulla
conservazione culturale, sull’integrazione e l’occupazione e sulle variabili economiche.
Si cerca di creare un sistema urbano competitivo, che riesca a garantire il mantenimento
e la crescita delle risorse e lo sviluppo del benessere dei cittadini, agendo dove i
disallineamenti sono più marcati. Un intervento efficace, deve porsi il problema della
realizzazione, della gestione nel tempo e della sostenibilità finanziaria, sviluppando
incentivi adeguati e tenendo sempre presente la possibilità di shock esterni. Il processo
nella sua interezza comprende diverse fasi, nelle quali sono necessarie le competenze
specifiche di un ampio numero di soggetti.
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Fig.1 Il processo di rigenerazione urbana
Identificazione Strategia di Definizione
bisogno di intervento veicolo
Finanziamento Monitoraggio
rigenerazione ed esame responsabile
urbana fattibilità gestione
Fonte: elaborazione propria
Volendo analizzare i vantaggi apportati dal programma JESSICA, si può individuare un
effetto leva realizzato attraendo e combinando capitali privati e supportando la
creazione di partenariati pubblico-privati (PPP) e un approccio orientato al mercato, che
incentiva l’efficace attuazione dei progetti. L’utilizzo del know-how professionale delle
istituzioni finanziare internazionali e dei fondi di investimento specializzati, incentiva lo
sviluppo e la modernizzazione dei mercati finanziari locali, richiamando l’attenzione di
nuove categorie di investitori. Quanto all’uso dei Fondi Strutturali europei, che riducono
i rischi associati alla complessità dei progetti di sviluppo urbano sostenibile, JESSICA
offre la potenzialità di disporre di uno strumento permanente, in quanto permette di
anticipare la recezione dei pagamenti e di riutilizzare i fondi. La sostenibilità a lungo
termine degli investimenti è potenziata dal carattere rotativo dei Fondi Strutturali
europei, e dal “riciclaggio” dei fondi già ottenuti grazie al finanziamento di progetti
generatori di entrate.
I ritorni generati dagli investimenti nei progetti, sono destinati in via preferenziale agli
investitori privati, e solo in un secondo momento agli altri partner pubblici. Nel rispetto
dei vincoli nazionali specifici, questo strumento fornisce la flessibilità necessaria sia
nella definizione dell’obbiettivo generale e dei settori di intervento, sia nell’utilizzo
delle risorse. Contribuisce alla realizzazione di migliori rendimenti degli investimenti
grazie alla configurazione di un pacchetto globale di progetti, coordinati con tutte le
altre politiche nazionali o regionali. Grazie al sostegno della BEI, che fornisce
consulenza specialistica, offre la possibilità di attirare finanziamenti anche da altre
istituzioni internazionali, come la CEB che ha già accettato di partecipare.
Infine, lo sviluppo e il consolidamento di un mercato europeo di operatori specializzati
nella rigenerazione urbana, permette il chiarimento e la standardizzazione delle
procedure, facilitando l’introduzione dello strumento JESSICA nei Programmi
Operativi nazionali e regionali e nella loro attuazione.
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1.2 Il processo di implementazione
Lo schema generale di funzionamento, si compone essenzialmente di tre fasi:
1. la Commissione Europea assegna agli Stati membri o alle Autorità di gestione
designate le sovvenzioni dei Fondi Strutturali;
2. le Autorità di gestione investono in progetti inseriti all’interno di un Piano
integrato di sviluppo urbano sostenibile in forma di capitale proprio, prestiti,
garanzie attraverso Fondi di Sviluppo Urbano o attraverso Fondi di Partecipazione;
3. altri investitori terzi, pubblici o privati possono decidere di apportare ulteriore
capitale proprio o di debito nel FSU o direttamente nei progetti. Sono compresi
apporti sotto forma di terreni o edifici.
Fig 2. Il processo di implementazione
Fonte: Brochure Jessica, www.eib.org
L’integrazione di capitale a livello nazionale e locale, benché non indispensabile per
l’attuazione di JESSICA, è auspicabile per la realizzazione degli obbiettivi nei tempi
stabiliti, e per aumentare l’effetto leva.
Qualora venga costituito un Fondo di Partecipazione, questo avrebbe diversi compiti
organizzativi e di sostegno, tra cui la preparazione della sua politica di investimento e
del piano strategico, la gestione della tesoreria attraverso la contabilizzazione delle
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risorse ricevute, e la commercializzazione dell’iniziativa JESSICA tra gli investitori
finanziari o altri organismi potenzialmente interessati. In relazione ai rapporti con il
FSU, il compito del FP è di identificare e assistere i progetti oggetto di investimento del
FSU, preparare il piano di attività del FSU e le strutture di controllo e gestione,
sorvegliare le performance realizzate e i motivi di eventuali ritardi o mancati ritorni
economici. Nella fase finale ha il compito di definire le procedure per la chiusura della
sua attività e di quelle del FSU, e illustrare le modalità di riutilizzazione delle risorse
prodotte dagli investimenti. Qualora fosse necessario, ha il compito di assistere i gestori
del FSU nell’ interpretazione delle disposizioni comunitarie relative agli aiuti di stato e
nell’applicazione dei Regolamenti comunitari.
La costituzione del FP è opzionale, qualora le Autorità di gestione decidano per la
costituzione, i contributi dei Fondi Strutturali confluiranno in tale Fondo. Questo
investirà capitale nel FSU che a sua volta finanzierà i progetti. In generale il FP
consente di strutturare al meglio il sistema del FSU, di delegare i compiti di elevato
contenuto tecnico e di snellire le procedure decisionali; ciò comporta però
l’introduzione di una struttura addizionale, e quindi di ulteriori costi di gestione e i
progetti finanziati devono poter remunerare oltre al FSU anche il FP.
In base ai Regolamenti comunitari, le Autorità di gestione possono affidare il FP
direttamente alla BEI, senza gara pubblica di appalto. Ciò può essere utile per un
periodo di tempo medio-lungo se le Autorità di gestione hanno bisogno di un elevato
supporto tecnico, altrimenti il ruolo della BEI può essere solo temporaneo e limitato al
lancio dell’iniziativa. La BEI permette un’attivazione rapida del FP con benefici
soprattutto sul piano organizzativo-decisionale. Potrebbe infatti assumere un ruolo di
coordinamento, di assistenza tecnico-finanziaria e di stimolo alla presa delle decisioni,
fermo restando il ruolo delle Regioni nell’approvazione degli investimenti. Permette
una maggiore flessibilità nella costituzione del FSU e la riscossione anticipata dei fondi
comunitari e nazionali. Offre inoltre maggiori possibilità di studiare e strutturare un
FSU e nel caso le opportunità di investimento non siano ancora perfezionate, può
aiutare a definire una strutturazione successiva.
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