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INTRODUZIONE
Indagare il sentimento religioso è un compito arduo, che comporta
notevoli sforzi, soprattutto quando lo si cerca di analizzare dal punto
di vista razionale, essendo per sua natura la patria dell’irrazionalità.
In questo mio lavoro non ripercorrerò la nascita delle religioni, delle
loro origini e possibili ed eventuali trasformazioni del ruolo svolto
dall’attesa messianica
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. Cercherò invece, partendo da due movimenti
messianici totalmente distinti, sia per aspettative, che per origini sto-
riche, sia per la loro collocazione geografica, che per le diverse tradi-
zioni socio-culturali, di far emergere il significato profondo, quella
roccia intimamente nascosta dietro le vesti simboliche del messiani-
smo religioso.
La tesi sarà suddivisa in quattro capitoli, ognuno strettamente le-
gato all’altro. L’obiettivo del primo capitolo consiste nel gettare le ba-
si conoscitive ed informative, circa le origini del messianismo. Verrà
fornita quindi, una breve introduzione alla nascita del termine, ed ai
suoi successivi sviluppi nel mondo ebraico. Questa breve premessa
sulle origini del messianico è un passaggio obbligato, in quanto sarà
proprio il popolo giudaico a gettare le fondamenta di ogni ulteriore
messianismo sviluppatosi nel teatro del mondo. Dopo aver illustrato il
principio di ogni messianismo, l’attenzione si rivolgerà alla conoscen-
za diretta dei due movimenti messianici che costituiranno gli attori
principali di questo elaborato. Il Rastafarianesimo e il Sebastianismo.
L’interesse nei confronti di questi due movimenti sarà in particolare
modo rivolto al valore del messianico, alle conseguenze, aspettative e
credenze che esso comporta. Eviterò dunque di entrare in contatto
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Per coloro interessati allo studio sulle origini del religioso, rimando a David Hume
Storia Naturale della Religione, Emile Durkheim Le Forme elementari della vita reli-
giosa, Renè Girard La violenza e il sacro.
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con le loro dottrine specifiche (vale soprattutto per il Rastafarianesi-
mo, che a differenza del Sebastianismo, poggia su un piano dottrinale
molto forte), nonostante esse abbiano un fascino suggestivo.
La mia preoccupazione principale nel secondo capitolo sarà invece
quella di offrire al lettore un’immagine storica, imparziale e non vi -
ziata da alcun fine specifico, dei due Re, considerati dai loro seguaci i
Salvatori portatori di redenzione. Questo capitolo, prettamente stori-
co, vuole quindi allontanarsi dalla visione mistica degli adepti, per
presentare i due Messia nella loro veste umana, inevitabilmente con-
traddistinta da pregi e difetti, da scelte politiche avventate e altre lun-
gimiranti. In questo capitolo, privo di alcun giudizio personale a ri-
guardo della vita e condotta dei due Sovrani, lo scopo consisterà, nel-
l’offrire al lettore una prima evasione dalla contingenza messianica,
così da permettergli di iniziare a riflettere sull’intimo valore che con-
traddistingue il messianismo.
Nel terzo capitolo, andremo a conoscere i rispettivi profeti dei due
movimenti. Essi grazie alle loro opere e al loro carisma, riuscirono a
muovere l’animo delle genti, sollevandolo dalla pura quotidianità, e
spingendolo in quel mondo sovrannaturale dove redenzione e pace si
incontrano e ogni sofferenza troverà fine. Questi Uomini sono i can -
tori del futuro, coloro che alimentano nei fedeli le aspettative e le
speranze, coloro che riempiono l’attesa di speranza. Attenzione parti-
colare inoltre verrà riservata ai due grandi profeti dei rispettivi movi-
menti, Robert Nesta Marley e Fernando Pessoa, i quali, grazie alle loro
canzoni da una parte, e poesie dall’altra, permetteranno al Tafarismo
e al Sebastianismo di giungere all’apogeo spirituale.
Infine nell’ultimo capitolo, probabilmente il più arduo, forte dei tre
precedenti a supporto, esporrò la mia teoria generale circa l’idea
messianica. Cercherò di sollevare il velo che copre il messianismo, per
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coglierne il suo senso profondo, e mostrare come esso, si fondi in ul-
tima analisi, sul sentimento umano della speranza.
La finalità di questa tesi non consiste nel fornire una spiegazione
tecnico-scientifica al messianismo, questione che sarebbe impossibile
dato l’aspetto fortemente irrazionale che lo caratterizza. Lo scopo
principale consisterà dunque, nell’analizzare il messianico, avvicinarsi
ad esso, non per definire se questo o quel messia siano “veramente”
dei Salvatori o solo degli impostori, ma per scoprire cosa si cela dietro
a queste figure simboliche e quale sentimento essi incarnano.
L’uomo nel suo percorso personale, cerca sempre di trovare stabi-
lizzazioni che gli offrano protezione, che si oppongano ai cambia -
menti e che arrestino il continuo flusso della vita. Parafrasando
Nietszche egli sosteneva che l’essere umano, pur essendo un essere
finito, è capace di oltrepassare la propria determinatezza, la propria
naturalità, e giungere così, ad assaporare quell’incantevole profumo
dell’eternità. Dunque l’uomo da sempre necessita di un rifugio dove
potersi ritrovare, staccandosi così dal flusso sociale. Questo rifugio
eterno, i fedeli dei due movimenti messianici presi in esame, lo hanno
ritrovato rispettivamente in due uomini controversi, che assurgono ai
loro occhi come il simbolo capace di condurre loro in quel luogo chi-
merico chiamato futuro.
In un gioco continuo caratterizzato da sogni e attese, gli inconsa-
pevoli Messia divengono la rappresentazione sensibile di quel biso-
gno umano chiamato speranza, che per rimanere tale, deve conti-
nuamente rinnovarsi, penetrando in un circolo vizioso destinato a non
concludersi mai.
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CAPITOLO I
Messianismo e movimenti messianici
“Un rampollo dal tronco d’Isai spunterà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spi-
rito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortez-
za, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Si-
gnore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito
dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi
del paese ”
Isaia XI
“Il messianismo è aspirazione all’impossibile, un’esigenza di assoluto che nessu-
na realtà storica potrà mai soddisfare”
Stephane Mosès
1 – Breve introduzione al messianismo
Il messianismo è un complesso di aspettative, speranze, tensioni di
origine ebraica, orientate verso un’epoca escatologica di pace e di
salvezza. Questa corrente religiosa originalmente è dotata di una for-
te valenza politica, in quanto è al mashiach (unto dal signore) che vie-
ne affidato il compito di realizzare il regno di Dio. Nell’Israele preesi -
lico l’unzione riguardava soltanto il Re, il quale al momento dell’inco-
ronazione, quando assumeva la pienezza del potere, entrava in qual-
che modo nella sfera del divino, diventando il rappresentante di Dio
in terra. Messianismo quindi indica una funzione di salvezza che alle
origini era legata al ruolo del Re, in quanto, rappresentante di Dio
sulla terra, cioè suo unto. Ciò che emerge dal messianismo dunque, è
che si fonda su due elementi principali. Il primo consiste nel credere
che Dio garantisca che ci sarà un uomo dotato di particolare carisma,
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il quale giungerà in futuro, per attuare il disegno divino. Il secondo
invece è il contenuto del volere divino, ossia l’instaurazione di
un’epoca di pace e di salvezza.
Nell’Antico Testamento le attese escatologiche, contenute in parti-
colare nei libri profetici di Daniele, Isaia, Ezechiele e Zaccaria, sono
strettamente collegate a quelle di un tempo messianico di serenità e
redenzione per il popolo d’Israele. Tale epoca sarà legata alla figura di
un discendente di David dotato di particolari carismi. Qui troviamo i
due elementi che compongono il messianismo: lo strumento umano
(il Messia discendente della casa di David) e l’attuazione del mondo
buono futuro. Questo messianismo delle origini si definisce davidico
regale (VIII- VII sec a.C.), ma già a partire dalla prima metà del VI se-
colo a.C. le reinterpretazioni, le riletture delle profezie messianiche,
incominciano a mutare con il cambiare delle contingenze storiche: il
regno indipendente di David è finito, ed Israele è sottomessa a Babi-
lonia. Il messianismo di conseguenza resta regale, ma non è più davi-
dico. Il David storico diventa così pura figura del Re ideale che verrà
un giorno per salvare Israele: "Farò sorgere su di loro un pastore, il
quale li pascerà, il mio servo David: egli li pascerà e sarà per loro un
pastore"
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. Dunque, David, quello vero, deve ancora venire e sarà il pa-
store di Israele. Prima David era l'antenato del Re-Messia, ora ne è di-
ventato figura. La speranza messianica comincia a trasformarsi, si
passa dal discendente di David a un David ideale non necessariamen-
te discendente di quello storico.
Contemporanea e in contrasto con la cultura dominante di Gerusa-
lemme (messianismo regale) nel pensiero ebraico, cominciò ad
emergere una prima revisione della figura del Messia: non Re-Messia,
ma la figura di uomo con doti e tratti superumani. Esso aiutava a rea-
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Vecchio Testamento, Gherardo Casini Editori, Traduzione di Giovanni Diodati Luc-
chese, illustrazioni di Gustave Dorè. Libro di Ezechiele XXXIV, 23-24.