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COMUNE
open data
progetto inclusione digitale
servzi on line (eccetto suap)
numero
tipologia
soluzione tecnologica
servizio on line suap
soggetto delegato/associato
Tarano no no si 1 calcolo tributi suap associato
unione di comuni
della
bassasabina
Toffia no no no unione dei comuni della
valle dell'olio
unione dei
comuni della
valle dell'olio
Torri in Sabina no no no impresainungiorno.gov.it cciaa-ri
Torricella in
Sabina
no no no impresainungiorno.gov.it cciaa-ri
Turania no no no impresainungiorno.gov.it cciaa-ri
Vacone no no no impresainungiorno.gov.it cciaa-ri
Varco Sabino no no si 4 calcolo tributi/richiesta destinazioni
urbanistiche/autocertificazioni/mailing
list
apkappa
s.r.l./ndesign
impresainungiorno.gov.it cciaa-ri
1.2. La transizione al digitale: Le ragioni di un difficile
percorso.
Le difficoltà incontrate dai piccoli comuni in tale percorso, non sembra siano state tenute,
almeno inizialmente, in particolare conto dal legislatore nazionale, che si è prefisso obiettivi
assai ambiziosi, sicuramente condivisibili in se, ma che si sono rivelati molte volte velleitari,
nelle tempistiche, costringendolo a procastinarne più volte le scadenze per la piena attuazione,
come sarà illustrato in seguito.
Le ragioni di ciò sono molteplici; nei capitoli seguenti verranno analizzate in modo più
approfondito.
L’analisi si svolgerà su due piani:
– uno, nel quale si prendono in considerazione le condizioni di contesto, (macro e micro)
nel quale operano la generalità delle amministrazioni, che possono condizionare, sia in
senso positivo che negativo il loro operato e la transizione digitale in particolare;
– l’altro, che concerne le azioni che le singole P.A. possono intraprendere, tenuto conto
risorse, materiali e immateriali a disposizione e della loro struttura organizzativa.
SI tratta in sostanza, per ogni Ente, di valutare i punti di forza e le debolezze, tenendo conto
delle opportunità e delle minacce. Le prime riguardano l’ambiente interno, le seconde
l’ambiente esterno, nei confronti delle quali Il margine di manovra risulta ridotto. Tale tecnica,
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ben nota in campo aziendalistico prende il nome di SWOT analysis, acronimo derivante dai
corrispondenti termini inglesi Strengths, Weaknesses, Opportunities and Threat)
9
.
L’utilità di un simile strumento può aversi sia in fase di programmazione, (ex ante), sia nella fase
di attuazione (in itinere), per verificare l’idoneità delle soluzioni e dei mezzi dispiegati, in
relazione agli obiettivi prefissi, in modo da apportare eventualmente i correttivi del caso ed
infine nella fase conclusiva (ex post), in cui oltre a tracciare un bilancio dei risultati conseguiti, si
procede ad una nuova valutazione che tenga conto dei mutamenti nelle condizioni di contesto
interne ed esterne, nel frattempo intervenute.
Quella che segue è soltanto un’esemplificazione delle situazioni più ricorrenti, da adattarsi al
caso concreto, ma comunque utile per gli scopi del presente lavoro.
9
Per un esempio di analisi SWOT, applicata alla pubblica amministrazione, si suggerisce la consultazione del sito del
Dipartimento della Funzione Pubblica, http://qualitapa.gov.it/sitoarcheologico/relazioni-con-i-cittadini/utilizzare-gli-
strumenti/analisi-swot/index.html e più in particolare sulla diffusione del digitale nel nostro paese, si segnala quanto
presente sul sito dell’AGID https://strategia-crescita-digitale.readthedocs.io/it/latest/doc/analisi-swot.html, ed
ancora AA.VV, “L'analisi di contesto e l 'analisi SWOT” , Formez PA, 2017 nell'ambito del Progetto Eleadership, in
convenzione con la Regione Sardegna, disponibile on line - http://focus.formez.it/sites/all/files/analisi_contesto.pdf.
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SWOT ANALYSIS P.A. – TRANSIZIONE AL DIGITALE
Elementi positivi Ostacoli
Fattori interni
Punti di forza:
Fattore umano:
Presenza di competenze specifiche:
Personale tendenzialmente portato
a lavorare per obiettivi;
Predisposizione a lavorare in team.
Azioni possibile: valorizzazione
Fattori organizzativi
Procedure e routine efficaci;
Buon coordinamento tra diverse
aree in cui è strutturato l’Ente;
Azioni possibili: Costituzione di gruppi di
lavoro intersettoriali
Fattori economico finanziari e
patrimoniali
Tendenziale condizione di equilibrio
di bilancio;
Buona dotazione di strumentazioni,
attrezzature e infrastrutture.
Azioni possibili, messa a disposizione di
altri Enti, delle dotazioni per sfruttare le
economie di scale, assunzione del ruolo
di Comune capofila.
Debolezze:
Fattore umano:
Organico sottodimensionato
Formazione carente:
Personale demotivato;
Scarsa collaborazione.
Azioni possibili: Assunzione personale, (sottoposta a vincoli)
Stabilizzazione personale precario, incentivazione e premialità legate
all’impegno e al risultato, outsourcing, formazione professionale.
Incremento servizi on line, in modo da ridurre l’impiego di personale in
attività di front office.
Fattori organizzativi
o
Procedure farraginose;
Scarso coordinamento tra diverse aree in cui è strutturato l’Ente;
Azioni possibili: riesame critico delle procedure e routine, Adozione di
modelli organizzativi diversi; outsourcing;
Fattori economico finanziari e patrimoniali
Tendenziale squilibrio di bilancio;
Scarsa dotazione di strumentazioni, attrezzature e infrastrutture.
Azioni possibili: Riduzione costi mediante un’ utilizzo più ampio di
piattaforme di e-procurement e centralizzazione degli acquisti.
Accesso a contributi in conto capitale e di esercizio;
Valutare la possibilità:
Del riutilizzo di software o parti di esso sviluppati per conto
della pubblica amministrazione;
Dell’utilizzo di software libero o a codice sorgente aperto;
software fruibile in modalità cloud computing;
Outsourcing.
Fattori esterni
Opportunità
Tessuto socio – economico di riferimento
solido e con elementi di dinamicità;
Buona dotazione di risorse culturali e
ambientali;
Azioni possibili
Alto livello di scolarizzazione, ampia
diffusione di conoscenze digitali.
Azioni possibili: Interazione telematica
più agevole tra Ente e cittadinanza.
Iniziativa regionale:
che contempla l’erogazione di
contributi a fondo perduto;
che supporta la transizione
digitale; (esempio intermediari
tecnologici MyPay della
Regione Veneto)
Incentivante la costituzione di
forme associative tra enti
(convenzioni, unioni e fusioni di
comuni) e loro stabilità nel
tempo.
Azioni possibili: Accesso a fondi e
adesione alle iniziative regionali;
Efficace gestione associata di funzioni
fondamentali e realizzazione di
economie di scala.
Minacce
Tessuto socio – economico fragile, degrado ambientale; minacce alla
sicurezza urbana.
Azioni possibili: ruolo del SUAP on line, nella promozione
dell’economia locale e nel miglioramento dei rapporti tra PA e
impresa.
Politiche di inclusione sociale e tra esse, quelle di inclusione digitale;
riduzione del digital divide e attenzione, nella implementazione dei
siti internet e app istituzionali del software utilizzato all’interno
dell’Ente affinché essi siano accessibili alle persone con disabilità;
Realizzazione di sistemi integrati di sicurezza urbana, (telecamere di
videosorveglianza, di lettura targhe veicoli (ocr), e software specifici
per l’analisi dei dati.
Assenza o inadeguatezza di normative regionali in materia di
convenzioni fusioni di comuni: conseguente perdita di fiducia delle
amministrazioni comunali nei confronti dei modelli sovracomunali,
rischio di dispersione degli investimenti materiali ed immateriali e
vanificazione degli sforzi fatti per il loro avvio, in caso di
scioglimento/recesso di uno o più Enti e/o ritiro delle deleghe di
funzioni; conferimento di funzioni parziali o a geometria variabile.
Azioni possibili; risulta difficile, a livello di singolo Ente, sopperire all’
assenza di un indirizzo chiaro da parte del legislatore regionale e
accade sovente che le sorti delle convenzioni o unioni sia in balia di
capricci politici dei singoli amministratori; risulta pertanto essenziale
che i dirigenti/funzionari forniscano alla parte politica dati oggettivi
sui costi/benefici delle scelte in materia, come supporto decisionale.
20
La frammentazione degli enti locali; le difficoltà 1.2.1
finanziarie.
Nel già citato rapporto della Corte dei Conti, viene chiaramente messa in luce una delle cause
principali dei ritardi nella transizione digitale, laddove testualmente si afferma che “Malgrado le
strutture di coordinamento messe in campo per governare il processo di digitalizzazione delle
pubbliche amministrazioni (come l’Agenzia per l’Italia digitale, “AgID”, istituita nel 2012), la
frammentazione degli enti locali (per il 69% costituiti da Comuni con popolazione inferiore a
5.000 abitanti) è uno dei fattori che rallentano l’implementazione degli obiettivi stabiliti nella
Agenda digitale europea ed italiana.”
Infatti, il tessuto amministrativo che deve tradurlo, o meglio che avrebbe già dovuto tradurlo in
pratica in ambito locale è caratterizzato da un’estrema polverizzazione.
Certamente è una realtà non nuova e perfettamente conosciuta; basti pensare che, dall’Unita
d’Italia il numero già consistente dei Comuni, è ulteriormente cresciuto, raggiungendo nel
2009 il massimo di 8.101 unità.
Comprendere le conseguenze di un tale stato di cose, significa capire con buona
approssimazione le ragioni del ritardo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’Agenda
Digitale Italiana, nell’ambito di quella europea.
Illuminante in proposito il grafico sottostante, ricavato dai dati attinti dal sito AIDA PA
10
, che
mostra il rapporto tra il totale spesa corrente per numero di abitanti, per classe demografica
del comune, riferito all’anno 2019.
10
I dati sono stati ricavati per gentile concessione di Bureau van Dijk, società di raccolta e analisi dati di Moody’s , che
ha acconsentito l’accesso ai dati di AIDA PA, banca dati sulla Pubblica Amministrazione.
1336
1003
827
742
702
643 644
666
749
1016
1185
1372
rapporto spesa corrente/popolazione
rapporto spesa corrente/popolazione
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Risulta evidente, come i costi pro-capite crescano in misura decisa al decrescere della classe
demografica dei comuni, al di sotto dei 1000 abitanti, raggiungendo un minimo per i comuni
con circa 10.000 abitanti, diminuzione ragionevolmente attribuibile ad economie di scala;
l’incremento, sebbene meno ripido, al crescere della classe demografica, oltre i 10.000-19.999
abitanti, può essere attribuito, non solo a diseconomie di scala, ma anche al fatto che gli Enti di
maggiori dimensioni, generalmente offrano servizi di cui usufruiscono anche cittadini residenti
nei comuni limitrofi, che per ragioni varie (lavoro, di studio, sanitarie etc) vi si recano nonché
del livello degli stessi, generalmente più alto.
Tale ipotesi trova conforto nel diagramma successivo, tratto dalla pubblicazione “I modelli di
calcolo dei fabbisogni standard come strumento di previsione e monitoraggio della spesa
corrente dei comuni - Francesco Porcelli (SOSE SpA) Ancona 13 dicembre 2018, che mostra
l’analisi delle performance
11
.
www.sose.it
E se è vero che si assistito ad una diminuzione di tale spesa, a ciò non ha fatto riscontro un
significativo miglioramento della condizioni strutturali, in quanto contestualmente, si è
registrato un calo dell’entrate correnti, come dimostra la sostanziale costanza del rapporto
spese correnti/entrate correnti
12
; si riportano a titolo esemplificativo i dati relativi ai comuni
appartenenti alla I° classe demografica, (fino a 499 abitanti) e alla VII° (10.000-19.999 abitanti)
ma la situazione non è dissimile se si considerano le altre classi.
11
“I modelli di calcolo dei fabbisogni standard come strumento di previsione e monitoraggio della spesa corrente dei
comuni” (Porcelli, 2018), SOSE SpA, https://www.sose.it/sites/default/files/inline-files/SOSE_ANCONA_131218.pdf
12
Soprattutto per la consistente riduzione negli anni dei trasferimenti di parte corrente, nonostante vi sia stato,
soprattutto nel periodo tra il 1990 e il 2009, l’attribuzione di svariate competenze, per rendere effettivo il processo di
decentramento amministrativo.
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Classe I - <499 abitanti
Classe VII – 10.000-19.999 abitanti
Tale stato di cose, comporta sia un aumento della spesa pubblica complessiva, sia
l’impossibilità per i piccoli comuni di offrire livelli adeguati di welfare ai propri cittadini e
ovviamente maggiori difficoltà nel mettere in atto le azioni necessarie alla digitalizzazione delle
loro amministrazioni.