6
È quindi a tutti evidente come le tecnologie digitali abbiano apportato
cambiamenti epocali, tali da rivoluzionare i rapporti tra singoli individui e la vita
stessa in azienda. Tutti questi cambiamenti sono stati effettuati con lo scopo di
migliorare lo svolgimento delle attività aziendali e, visti i diversi livelli di
efficienza e di risultati, si possono a ragion veduta considerare di ampio successo.
Il presente lavoro di tesi nasce dalla curiosità personale di comprendere e
analizzare il modo con il quale le tecnologie digitali hanno assunto tale
importanza nel contesto aziendale odierno e le ragioni che spiegano la loro ampia
diffusione in ogni ambiente. Le ICT paiono ormai essere essenziali e necessarie
all’implementazione di ogni strategia e attività aziendale, un must al quale è ormai
impossibile fare a meno.
Tramite questo lavoro tento quindi di ripercorrere l’evoluzione del ruolo che le
tecnologie digitali hanno sul marketing business to business. L’obiettivo è di
comprendere come le ICT influenzano lo svolgimento delle attività aziendali di
marketing. L’evoluzione di quest’ultimo ha condotto verso un approccio
relazionale in cui l’interazione tra imprese diviene il perno fondamentale di tutta
l’attività aziendale. Le tecnologie digitali rappresentano quindi il mezzo
privilegiato che consente di creare legami relazionali tra attori economici inseriti
in un contesto competitivo altamente globalizzato e caratterizzato dalla virtualità
dei mercati.
Il primo capitolo è incentrato sull’analisi teorica del concetto di marketing. Il
cambiamento di paradigma macro-economico che ha visto il passaggio da un
capitalismo di tipo fordista ad uno reticolare post-fordista, ha conseguentemente
impattato anche sul concetto di marketing. Il focus è quindi passato dal prodotto
alla relazione, accompagnato da un allargamento della visione dell’azienda da
chiusa ad aperta.
Il concetto di relazione è quindi studiato secondo due punti di vista: quello firm-
to-firm e quello network; la letteratura utilizzata è stata soprattutto quella
proveniente dalla Scuola Svedese del Marketing Industriale, frutto del lavoro
7
dell’IMP, e della Scuola Nordica dei Servizi. Queste due scuole sono infatti quelle
che più di altri hanno enfatizzato l’importanza della relazione tra clienti e partner,
basandosi sull’osservazione di come nuovi forze (su tutte globalizzazione, de-
regolamentazione, sviluppo tecnologico e virtualizzazione dei mercati) abbiano
modificato il contesto economico contemporaneo.
Il secondo capitolo contiene invece un’analisi in merito al ruolo delle tecnologie
nel contesto economico contemporaneo. Questa sezione del lavoro è incentrata
sulla volontà di comprendere quale sia il percorso evolutivo delle tecnologie e di
come esse, nella realtà pratica, riescono a svolgere questo ruolo decisivo.
Le leggi di Moore, di Grosch, di Metcalfe rendono evidente come le nuove
tecnologie informatiche e della comunicazione hanno rivoluzionato il mondo e di
come esse continueranno a rivoluzionarlo in futuro. Il superamento del trade-off
tra reach e richness dell’informazione è l’aspetto più evidente di come le ICT
influiscono sulla definizione della strategia di marketing, poiché permettono di
allargare e approfondire la visione dell’impresa in merito al mercato e ai singoli
operatori che lo compongono.
Le nuove ICT ed in particolar modo la rete Internet hanno difatti modificato la
visione stessa del fare business; riprova ne è la mutata visione della nota catena
del valore di Porter, ormai sostituita da un frame work reticolare in cui ogni attore
economico opera. Le ICT hanno modificato anche il concetto di catena di
distribuzione, portando ad una sua decostruzione in cui il ruolo dell’infomediario,
ovvero del distributore di informazione, si inserisce nello spazio virtuale tra
imprese e consumatori finali.
La nascita dell’e-business quale attività economica avente basi sul mondo virtuale
della Rete ha portato alla nascita di altre nuove figure, che operano
esclusivamente in contesti on line oppure occupano sia lo spazio fisico
tradizionale che quello virtuale.
La nascita di nuove piattaforme e quindi di nuovi attori economici ha contribuito
decisamente alla mutazione del contesto competitivo, mosso da nuove forze e
8
proprietà che rendono i confini delle imprese e dei mercati sempre più sfumati e
labili.
Il terzo capitolo integra i contenuti presenti nei precedenti due, attraverso lo studio
di come le tecnologie digitali influiscono sulle proprietà delle relazioni. In
particolare sono stati presi in considerazione alcuni elementi che influiscono sul
successo della relazione tra attori economici, quali fiducia, impegno e fedeltà. Nel
corso di questa trattazione è stato introdotto il concetto di “technologicalship”,
definito come l’integrazione dell’insieme delle tecnologie nel costrutto relazionale
e nel modo di come i rapporti e le interazioni tra partner subiscono modificazioni
in seguito all’utilizzo di ICT.
In seguito vengono quindi riportate alcune ICT tra le più diffuse nell’ambito
aziendale. Di esse vengono analizzate le proprietà e le modalità di
implementazione, con il focus sempre posto sull’impatto che tali tecnologie hanno
sulle relazioni di business.
Infine viene analizzato il modo con le quali le tecnologie digitali influenzano la
concorrenza, dati i differenti modi di interazioni e di rapporti che intercorrono tra
imprese moderne che fanno largo uso di ICT.
Il quarto ed ultimo capitolo si sofferma sull’analisi di un caso concreto,
riguardante l’esperienza personale vissuta presso Nuovo Pignone GE Oil & Gas di
Firenze. Dopo aver delineato brevemente la storia e le caratteristiche principali
della società, il presente lavoro descrive l’insieme dei sistemi tecnologici digitali
operanti presso la forza vendite nella divisione “service” di Nuovo Pignone.
L’obiettivo è di verificare la presenza ed il ruolo delle tecnologie digitali descritte
a livello teorico nel capitolo tre, riproponendo molti schemi e modelli,
precedentemente presentati a livello generale, applicati alla realtà di Nuovo
Pignone. Ogni strumento ICT viene quindi descritto e collocato all’interno di uno
schema in grado di spiegare il loro grado di influenza sugli aspetti relazionali
riguardante la relazione buyer – seller.
9
In seguito viene quindi presentato un caso di introduzione di un nuovo tool
tecnologico, rivolto alla gestione ed implementazione di una campagna di vendita
diretta. La descrizione di questo processo di digitalizzazione intende mostrare
come, nelle grandi compagnie, vengono inserite nuove applicazione tecnologiche
in seguito alla emersione di specifici bisogni e necessità.
Anche in questo caso, è stato studiato l’impatto del nuovo strumento tecnologico
sull’aspetto relazionale esistente tra GE Oil & Gas ed i suoi clienti.
L’osservazione diretta e lo studio dei processi di introduzione consentono quindi
di fornire il supporto pratico necessario alla conferma dei concetti teorici espressi
nei capitoli precedenti.
Infine sono descritte alcune linee guida generali in merito al futuro sviluppo delle
tecnologie informatiche e della comunicazione presso Nuovo Pignone GE Oil &
Gas.
Il presente lavoro di tesi è quindi rivolto alla ricerca di definire i rapporti esistenti
tra marketing e tecnologie digitali, sfruttando l’esperienza diretta avuta presso una
grande impresa operante nel settore del business-to-business.
L’interesse personale riguardo a tale argomento, unito all’esperienza diretta e alla
positiva esperienza universitaria avuta nel Corso di Laurea Specialistica di
Marketing del Prof. Aiello, mi hanno fornito i mezzi necessari alla costruzione di
questa tesi.
Lavorare a GE Oil & Gas mi ha offerto la possibilità di rapportarmi
quotidianamente con grandi personalità manageriali, che mi hanno formato da un
punto di vista umano e professionale. Il loro sostegno, soprattutto quello ricevuto
dal team dell’Ing. Quercioli, mi è stato di grande aiuto al fine di incrementare le
mie conoscenze e capacità utili alla redazione di questo mio lavoro.
10
CAPITOLO I
MARKETING RELAZIONALE: EVOLUZIONE, DEFINIZIONE E PROPRIETÀ
1.1 Evoluzione del concetto di marketing
Nell’epoca contemporanea il modello macro economico di riferimento è
denominato postfordista (o post-economico); esso succede in linea di tempo al
sistema economico fordista, il quale caratterizzò la rivoluzione industriale del
diciannovesimo secolo e l’intero capitalismo industriale sino ai primi anni
successivi alla seconda guerra mondiale. L’evoluzione storica del capitalismo
industriale ha quindi visto il succedersi di tre distinti paradigmi, ciascuno legato
ad un diverso principio regolatore della complessità
1
:
- Capitalismo liberale prefordista, caratterizzato dalla scomposizione della
complessità in moduli materiali, quali macchine e prodotti, e ricombinata
attraverso il mercato; la conoscenza è incorporata nelle macchine e nei
prodotti, circola e si replica attraverso di essi.
- Capitalismo sistemico fordista, in cui la complessità viene scomposta in
moduli organizzativi, quali la parcellizzazione dei compiti, le routine e le
procedure, e si ricompone attraverso la gerarchia dell’impresa o delle
istituzioni. La conoscenza oltre ad essere incorporata in prodotti e
macchine, lo è anche nelle imprese che la generano e ne governano la
circolazione.
- Capitalismo reticolare postfordista, caratterizzato dalla scomposizione
della complessità in moduli virtuali che costituiscono delle
rappresentazioni di moduli materiali ottenute mediante tecnologie digitali,
la cui ricombinazione avviene attraverso l’interazione tra produttori di
conoscenze ed utilizzatori.
1
Aiello G.M. (2002), Relazioni di marketing e tecnologie digitali, Giappichelli Editore, Torino.
11
L’ultimo stato evolutivo qui esposto mette in evidenza come la conoscenza sia
diventata la risorsa fondamentale della moderna economia, in quanto generata,
sviluppata e diffusa attraverso il tessuto di relazioni tra soggetti economici. Il
funzionamento di questo paradigma non è soltanto conseguenza dello sviluppo e
dell’utilizzo degli strumenti tecnologici, ma soprattutto della nascita di reti di
relazioni capaci di realizzare un frame condiviso in cui scambiare e condividere la
conoscenza.
Questa evoluzione rispecchia e condiziona la transizione che storicamente è
avvenuta nell’ottica di riferimento del marketing, che è passato da un approccio
esclusivamente rivolto alla transazione, ad uno orientato alla relazione.
L’approccio transazionale ha come fondamenta il modello delle 4P, dominante
negli anni Sessanta, che prevede un approccio di massa nei confronti del mercato,
focalizzato sulla transazione e quindi su una relazione con il cliente basata sul
rapporto di vendita fine a se stesso, avente natura unidirezionale e con potere
d’influenza spostato fortemente sul venditore.
Figura 1: Prospettiva di marketing “product-oriented”: approccio di
marketing transazionale. Gronroos (1996)
Secondo lo schema proposto da Grönroos, nel contesto basato sull’approccio
transazionale “product-based”, i tre elementi chiave del marketing (come esposto
12
in figura 1) sono
2
: il dipartimento marketing e vendite, il mercato ed il prodotto. Il
mercato viene visto dall’impresa come avente struttura omogenea, laddove i
clienti non sono identificati singolarmente, spesso sono sconosciuti in termini
specifici e vengono considerati analoghi gli uni con gli altri. Attraverso questi tre
elementi si sviluppano le attività del marketing che consistono nel fare promesse
attraverso il marketing di massa e le vendite, mantenere le promesse attraverso le
funzionalità del prodotto e preparare lo sviluppo del prodotto al fine di essere
costantemente in grado di mantenere le promesse fatte in precedenza. Le
transazioni vengono considerate avvenimenti isolati e focalizzati sullo scambio
prestazione contro prezzo, con la mancata adozione di un’ottica di lungo periodo.
È quindi assenta una logica comunicativa interattiva.
Le prime critiche a questa visione del marketing furono apportate dalla Scuola
Svedese del Marketing Industriale e dalla Scuola Nordica dei Servizi, poiché era
per loro impraticabile applicare questo marketing concept al comparto dei beni
industriali e a quello dei servizi
3
. Esse infatti vedono il marketing come una
materia manageriale e non semplicemente come una funzione; inoltre
l’orientamento al mercato deve per loro essere basato su relazioni piuttosto che su
transazioni. Entra così prepotentemente in scena la relazione, quale elemento
chiave in grado di permettere il cambiamento di paradigma.
Le critiche provenienti da queste scuole volevano mettere in luce come
l’approccio tradizionale orientato alla transazione era ormai superato, in quanto il
termine del paradigma fordista aveva portato le imprese a ritenere fondamentale
instaurare un legame con il cliente, che permettesse di conoscere le sue esigenze e
volontà e quindi di approntare un’offerta sempre più congrua e calzante a livello
di soddisfazione dei bisogni individuali.
2
Grönroos C. (1996), "Relationship marketing: strategic and tactical implications", Management
Decision, vol. 34, n. 3, pp. 5-14
.
3
Moller K., Halinen, A. (2000), "Relationship marketing theory: its roots and direction", Journal
of Marketing Management, Vol. 16 pp.26–54
13
Numerosi sono i fattori che hanno reso obsoleto l’approccio transazionale
nell’attuale contesto competitivo ed economico, essi possono essere ricapitolati
come segue
4
:
- La globalizzazione: essa permette di individuare segmenti di mercato
transazionali sul fronte della domanda, mentre fornisce possibilità di
approvvigionamento più efficienti sul fronte degli acquisti. Essa però
comporta maggiore pressione competitiva, in quanto si allarga il contesto
di riferimento, e maggiore necessità di risorse, soprattutto di natura
informativa.
- La virtualizzazione dei mercati: essa consente di personalizzare l’offerta
delle imprese, impostare strategie di marketing individuale tali da
permettere un recupero di potere del cliente sul seller. La virtualizzazione
induce quindi un’accelerazione dei processi competitivi che porta al
continuo miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dei processi
aziendali. Inoltre la virtualizzazione fa nascere nuove figure di
intermediari quali “l’infomediario” che si pongono come distributori di
informazioni a cavallo tra domanda ed offerta.
- La deregolamentazione, ovvero l’apertura al commercio globale da parte
dei Governi, che garantisce crescita delle opportunità di business e
comporta maggiore competitività.
- Lo sviluppo tecnologico: i progressi delle tecnologie informatiche ed
elettronica hanno permesso di superare i trade off costi-differenziazione e
reach-richness dell’informazione.
Questi elementi comportano quindi dei mutamenti nelle strategie aziendali e nella
considerazione di alcune variabili. In particolare, la customizzazione diviene
quindi strategia necessaria al fine di creare vantaggio competitivo nei mercati
globali che si sviluppa attraverso attività di micro-marketing, marketing
4
Giulivi A. (2001), Marketing relazionale e comunicazione business-to-business, FrancoAngeli,
Milano.
14
individuale e one-to-one relationship, tutte orientate a sviluppare la “customer
retention”.
L’informazione diviene perciò la risorsa fondamentale sulla quale basare il
vantaggio competitivo. Essa è fortemente spinta da elementi già elencati quali
globalizzazione, customizzazione e tecnologia. Come detto le tecnologie
permettono di superare il trade off tra reach (ampiezza) e richness (profondità)
dell’informazione, garantendo un monitoraggio continuo e pervasivo sul cliente e
sul consumatore finale. In tale contesto Internet è strumento fondamentale di
marketing intelligence, in quanto permette comunicazione in tempo reale, scambi
di informazioni bidirezionali e l’interattività. In questo ambiente competitivo il
fattore tempo assume quindi rilevanza elevata, in quanto la velocizzazione dei
processi aziendali garantiti dal progresso tecnologico permette di raggiungere
maggiori livelli di efficacia ed efficienza e di creare vantaggi competitivi.
Dati questi fattori, il modello di Grönroos (Figura 2) muta verso un approccio
“resource oriented”, che prevede innanzitutto che ogni organizzazione presenti
una funzione completamente dedita al marketing e alle vendite (full-time
marketers), ma che sia affiancata nell’esercizio delle attività di marketing dai
cosiddetti part-time marketers, in altre parole tutti i soggetti interni
all’organizzazione che, pur svolgendo mansioni diverse, sono chiamati ad adottare
un’ottica rivolta al cliente in ogni loro attività. Il mercato in questo ambito non è
più visto indistintamente quale massa di anonimi individui o imprese, ma viene
posta enfasi sui singoli clienti e sulla loro conoscenza. Differentemente dal
modello sopra presentato, il prodotto non compare più come elemento chiave,
sostituito da risorse in grado di creare “customer care”, quali tecnologia, personale
di contatto, conoscenza e tempo
5
.
5
Grönroos C. (1996), op. cit.
15
Figura 2: Prospettiva di marketing "resource oriented": approccio di marketing
relazionale. Grönroos (1996)
La relazione e la conoscenza del cliente assumono quindi il ruolo di protagonisti
nella scena del marketing, in quanto la teoria e la ricerca empirica si indirizzano
verso modelli di scambio nei quali la cooperazione viaggia di pari passo con la
competizione ed in cui il contenuto dei rapporti non è solo di natura economica,
ma anche sociale. Questo focus sullo scambio di risorse, spesso di natura
informativa, permette di definire il cliente relazionale, sia impresa che
consumatore, come un sistema cognitivo capace di attivare relazioni di
condivisione di conoscenza con altri soggetti
6
.
L’approccio basato sulle risorse diviene quindi il perno sul quale si basa il
marketing relazionale, in quanto è attraverso l’interazione continua, stabile e
profonda che avviene lo scambio di risorse necessarie a mantenere l’atmosfera di
mercato caratterizzata da cooperazione e competizione. Questo aspetto è descritto
nella figura 3 nella pagina seguente.
6
Aiello G.M. (2002), op. cit.