Premessa
Le tecnologie digitali sono una rilevante risorsa per l'efficienza e la produttività
nelle Pubbliche Amministrazioni.
Prima di entrare nello specifico tecnico di alcuni argomenti è fondamentale
soffermare l'attenzione su quelli che vengono considerati i processi comunicativi
che sono alla base di ogni aspetto di socialità sia in termini generali sia nello
specifico del settore pubblico e, nel nostro caso, socio-sanitario.
L'impulso dato dalla nostra politica per la modernizzazione della P.A. attraverso
nuove applicazioni tecnologiche, un quadro normativo coerente e un
organizzazione dedicata, assieme ad un metodo condiviso ed a una diffusa
cultura dell' e-government ( tutti contenuti nel Codice dell'Amministrazione
Digitale) parte dal fatto che lo Stato si sia reso conto che le nuove tecnologie
sono alla base di un processo di evoluzione comunicativa tra strutture pubbliche
amministrative e cittadino e che dette strutture consentono oggi di realizzare quei
benefici in termini di efficacia e di risparmio (successivamente analizzati). Non
va dimenticato che la politica del governo elettronico ha a che fare sì con
questioni di ordine tecnologico ma soprattutto di tipo riorganizzativo dell'attività
pubblica, dando vita ad una nuova forma di cittadinanza – anche se non ancora
ben definita.
A tal proposito l'interconnessione è da considerarsi un punto nevralgico del
processo comunicativo tra cittadino e pubblico servizio. La relazione tra queste
due sfere è alla base dell' auto mantenimento del processo di socialità; la società
infatti è un intricato rapporto di relazioni che prevedono il rispetto di alcuni
fattori quali la trasparenza, la partecipazione, l'accessibilità e la facilità di
scambio, tutti elementi che danno significato alla comunicazione.
Proprio dal rispetto di questi fattori si è disarticolata la normativa che da vita al
processo di modernizzazione della P.A..
Nonostante ciò la macchina del “full-digital” (strumento ritenuto ottimale per
apportare una maggior connessione tra P.A. e utenza) è ancora frenata dalle
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resistenze sociali, ovvero dalle persone che faticano ad accettare il cambiamento
verso un’innovazione che apre potenzialità innumerevoli, nonché dalla non
irrilevante problematica di tipo economico-organizzativo e dai fattori di non
omogeneità contestuale.
Con questo elaborato di ricerca ci si propone di comprendere non solo cos'è il
processo di dematerializzazione e come si sviluppa in termini di protocollo
informatico in riferimento alla vigente normativa ma di come esso entri a far
parte del processo comunicativo sociale; dimostrando la realtà di applicazione di
tali principi e strumenti previsti dalla teoria normativa, analizzando come essa si
pone in pratica, visionando le modalità con cui una struttura sanitaria pubblica,
nello specifico L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) della
Franciacorta
1
, abbia messo in pratica i precetti normativi con tutte le difficoltà
economico-strutturali e di “forma mentis” che strutturano buona parte delle
organizzazioni pubbliche e private.
CAPITOLO PRIMO
ASPETTI COMUNICATIVI
1.Aspetti comunicativi, elementi alla base della comunicazione tra Stato e
cittadino.
Alla base di ogni società si trovano i rapporti comunicativi - non esiste società
senza comunicazione.
La comunicazione può avvenire in vari modi e su vari livelli di rilevanza
cognitivo-intellettuale.
Senza troppi preamboli il processo comunicativo è costituito (in ultima istanza)
1
Deliberazione della Giunta Regionale n. X/4491 del 10.12.2015 in attuazione della Legge
Regionale n. 23/2015 con sede nel Comune di Chiari; personalità giuridica di diritto pubblico
dotata di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile e tecnico-gestionale,
nell'ambito degli indirizzi programmatici della Regione Lombardia,
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da un soggetto mittente, un ricevente e una risposta. è chiaro
quindi che detto processo debba essere dinamico e non unilaterale,
in quanto basato su un riscontro ed un messaggio di ritorno.
Ed è proprio questa ricerca comunicativa l'elemento che ha spinto le P.A. a
rinnovarsi, per riuscire ad ottenere questo processo di feed-back indispensabile
per il buon funzionamento e fruizione del servizio pubblico.
Già dagli anni Ottanta si riteneva difficile ma non irrealizzabile lo sfruttamento
dei canali di comunicazione di massa (allora la TV e successivamente internet)
per rendere partecipi i cittadini alla vita decisionale dello Stato. Questo principio
di democrazia evoluta ( e- democracy
2
) rimase però un concetto quasi utopistico,
visto che il canale mediatico può facilmente essere corrotto.
Da qui la consapevolezza che il processo comunicativo debba acquisire [la
facoltà di relazionare cittadino e Stato.
Ma come ottenere tale facoltà?
La prima cosa che deve essere messa a norma è la comunicazione interna alle
strutture amministrative - “la comunicazione va messa in ordine prima in casa
propria”
3
-. Se la comunicazione all'interno di una qualsiasi forma di
organizzazione è scadente o disordinata inficia irreparabilmente i rapporti [non
solo interni all'organizzazione ,ma anche tra la stessa e l' esterno a cui è rivolta.
Innanzi tutto è una riorganizzazione comunicativa interna non solo tra operatori
ma anche tra settori e distaccamenti; proprio in riferimento a questo aspetto,
come non pensare alle risorse tecnologiche per favorire omogeneità , facilità e
velocità comunicativa. Il lento ma progressivo snellimento della
burocratizzazione fa si che si lasci più agio alla distensione comunicativa
2
.
Si parla di e- democracy relativamente a qualsiasi tipo di utilizzo o sperimentazione delle
tecnologie telematiche (Internet in particolare ma anche telefonia mobile) offerto dalle
istituzioni ai cittadini per la partecipazione politica alle scelte delle istituzioni in qualsiasi
ambito e qualsiasi livello (locale, nazionale, sovranazionale).
3
Cit. dal libro “la comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni di Graziella Priulla
sociologa e saggista italiana .
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bilaterale. È logico che, come in ogni altro aspetto, il processo va pianificato e la
rete comunicativa deve essere organizzata - nel nostro paese fino alla fine degli
anni '90 questa consapevolezza non c’era.
Entra qui in gioco la capacità di riorganizzare e uniformare
il processo comunicativo, individuando i mezzi più idonei a tale
scopo.: si tratta non solo di far funzionare meglio i rapporti interni, ma di porre le
basi di relazione con l'esterno, le quali sono fondate sulla credibilità dell'ente
erogatore di servizi e sull'accessibilità.
Per quanto riguarda la seconda parte comunicativa si parla del rapporto con
l'esterno: qui si tiene conto di una molteplicità di elementi di tipo comunicativo,
quelli giuridico-formali, le comunicazioni di servizio, le comunicazioni alla
cittadinanza.
In questo settore l'argomento è più complesso se non si ha chiara la finalità
comunicativa, che non può solo essere propagandistica o di carattere finanziario
ma soprattutto di ascolto e comprensione dei bisogni dell'altro.
Ne consegue che una risorsa come quella digitale non solo faciliterebbe l'iter
comunicativo, ma anche i costi di gestione dello stesso.
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CAPITOLO SECONDO
E-COME…
1.0 e-government
[Ed è proprio nell'ottica di sfruttare nuove risorse per ottimizzare la
comunicatività ma non solo, anche la trasparenza , l'efficienza e il risparmio
economico che si parla di una nuova forma di governo “e-government”.
l' e-government è l'insieme di tutti quegli elementi tecnologici che favoriscono le
transazioni tra cittadino ed amministrazione e tra amministrazioni stesse;
La caratteristica che deve assumere è quella di bilanciare i servizi elettronici
forniti dalle P.A. e la fruizione di tali servizi da parte del cittadino.
Il concetto differisce da quello più vecchio di e-democracy dove il principio di
fondo era quello di favorire una forma di democrazia al passo con i tempi basata
sullo sfruttamento dei network per rendere partecipi alla vita di stato i cittadini.
All'interno di questo processo non si devono dimenticare la trasparenza.
Garantire trasparenza cosa significa?
Significa garantire al cittadino di poter accedere agli atti delle Pubbliche
Amministrazioni fornendo le proprie univoche credenziali di accesso.
Obiettivo accattivante che presuppone lo snellimento di immense procedure
burocratiche ma che apre anche altrettanti innumerevoli punti di domanda sui
concetti di privacy ( da intendersi su due fronti, per le P.A. che devono garantire
la tutela di certe informazioni e per il cittadino che risulta identificabile in modo
inequivocabile ) e sulle garanzie di sicurezza di tali credenziali; accanto a questo
aspetto abbiamo anche da tenere in considerazione i problemi economici di
messa in opera di tali progetti.
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1.1 I piani triennali
I problemi sopra citati vengono affrontati dallo stato mediante un
e-government che prevede piani triennali
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di approccio.
Piani di sviluppo che mirano poco alla volta all'integrazione fino a raggiungere il
completamento dell'obiettivo della totale digitalizzazione dei processi di servizio
al cittadino. Questa temporalità (la triennalità) fa emergere un’ ulteriore
riflessione di non poco conto e cioè rende evidente come la macchina legislativa
non possa mai essere al pari temporale con l'evoluzione tecnologica e nemmeno
con la sua messa in opera.
La legge prescrive, ma l'applicazione pratica richiede non solo la deliberazione
delle disposizioni in merito, che possono essere indicativamente concettuali o
anche tecniche ma soprattutto l'elargizione dei fondi economici (sempre più
difficile nell'era in cui viviamo, dove le priorità cambiano in tempi sempre più
ristrette sempre in funzione dei governi che si susseguono), per non scordare poi
le priorità e le realtà territoriali.
Nel nostro caso infatti esamineremo la messa in opera del processo di
informatizzazione di un'azienda ospedaliera con una non piccola influenza
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L’Italia, sulle base delle indicazioni fornite dalla “Agenda digitale europea”, ha definito una
propria strategia nazionale elaborata di concerto con i Ministeri e in collaborazione con la
Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Nel 2015 il Consiglio dei Ministri ha
approvato due programmi strategici per il Paese: il Piano nazionale Banda Ultra Larga e la
Strategia per la Crescita Digitale
L’attuazione dell’Agenda digitale italiana richiede il coordinamento di molteplici azioni in
capo alla Pubblica amministrazione, alle imprese e alla società civile e necessita di una
gestione integrata delle diverse fonti di finanziamento nazionali e comunitarie (a livello
centrale e territoriale). A tal fine l’Agenzia per l’Italia Digitale ha il compito di redigere il
Piano triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione. Il Piano è stato costruito
avendo a riferimento quanto indicato nella Strategia per la crescita digitale, con le azioni, la
definizione dei fabbisogni finanziari e gli indicatori ivi rappresentati, con l’obiettivo di
indirizzare gli investimenti in ICT(tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni) del
settore pubblico secondo le linee guida del Governo e in coerenza con gli obiettivi e i
programmi europei. Il Piano propone alle Pubbliche amministrazioni di contribuire allo
sviluppo e alla crescita dell’economia del Paese fornendo loro indicazioni su alcuni
strumenti che permetteranno lo snellimento dei procedimenti burocratici, la maggiore
trasparenza dei processi amministrativi, una maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi
pubblici e, non ultimo, la razionalizzazione della spesa informatica. Sono questi tutti fattori
che contribuiscono alla realizzazione di norme, condizioni e opportunità uguali per i
destinatari primi della trasformazione digitale del Paese, e cioè tutti i cittadini e tutte le
imprese.
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