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INTRODUZIONE
Oggetto di questa ricerca di tesi sono i monogrammi ed in particolare quelli cri-
stologici. Ad indurmi ad approfondire un argomento così specifico è stato il per-
corso svolto durante un tirocinio formativo avviato dal Corso di Laurea in Beni
Culturali e Archeologici dell’Università degli Studi di Palermo nell’Anno Acca-
demico 2012-2013. L’esperienza di lavoro e di studio maturata presso la catacomba
di Villagrazia di Carini (Pa) ha incentivato il mio interesse nei confronti
dell’argomento trattato durante le lezioni in aula di Archeologia Cristiana e Me-
dievale condotte dalla prof.ssa R. M. Carra.
Al fine della ricerca è risultata fondamentale la consultazione delle Inscriptiones
Christianae Vrbis Romae (ICVR). Ci si è avvalsi, inoltre, di bibliografia specialistica,
oltre che dell’ausilio del database informatico epigrafico (EDB) dell’Università de-
gli Studi di Bari Aldo Moro.
Nel primo capitolo si tratterà dell’origine del monogramma, nato come compen-
dium scripturae quasi esclusivamente per i nomi comuni o nomi propri di persona
e del suo sviluppo grafico mediante la descrizione delle prime attestazioni rinve-
nute in ambito funerario e monumentale.
Il secondo capitolo discuterà della nascita e dello sviluppo dei monogrammi cri-
stologici a partire dalle prime attestazioni soprattutto in ambiente sepolcrale dal III
secolo fino alla sua massima diffusione nel IV-V secolo. Verrà inoltre preso in
esame un particolare tipo di monogramma cristologico che presenta la lettera sig-
ma nella sua forma lunata C, il cosiddetto monogramma ‹‹siciliano›› in quanto ri-
sulta essere attestato soprattutto nei contesti cimiteriali siciliani. Si specifica che, in
questa sede, non sono stati considerati come oggetti utili al confronto i mono-
grammi cristologici rinvenuti su instrumentum e pertinenti al contesto siciliano, a
favore dei soli esemplari pertinenti a monumenti o sepolture cristiane.
2
Nel terzo capitolo, infine, mi occuperò nello specifico dei monogrammi cristolo-
gici attestati presso la catacomba di Villagrazia di Carini (Pa), ad oggi il più vasto
cimitero paleocristiano della Sicilia occidentale che conta un totale di 6 mono-
grammi di cui uno appartenente al tipo ‹‹siciliano››. In particolare verrà trattato il
cubicolo X.20 e il monogramma rinvenuto all’interno di esso durante l’esperienza
sul campo. Ebbi infatti, durante il tirocinio formativo presso la catacomba di Villa-
grazia di Carini nel luglio 2013, la possibilità di assistere e di partecipare attiva-
mente alle operazioni, coordinate dalla dottoressa Serena Bavastrelli e dalla sua
équipe, che documentarono, in seguito ad un processo di pulitura dai depositi ter-
rosi della parete Nord del cubicolo X.20, un’interessante decorazione pittorica.
Inoltre durante le procedure di pulitura rinvenni un monogramma cristologico in-
ciso sull’intonaco di chiusura orizzontale dell’arcosolio per infante A6
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che ha co-
stituito il punto di partenza di questa ricerca di tesi.
1
VITALE 2014, p.51.
3
Capitolo I
IL MONOGRAMMA
I.1 L’origine dei monogrammi
L’etimologia della parola monogramma rimanda esattamente al suo significato.
Dal greco μονογράμματος composto di μονο- «mono, uno, solo-» e γράμμα «se-
gno, figura, lettera», significa «formato da una sola lettera».
Graficamente un monogramma deriva direttamente dal nesso e dalla sigla ma da
questi, seppur in apparenza simili, nettamente si distingue in quanto il mono-
gramma è il risultato dell’intreccio e della disposizione simmetrica delle lettere che
lo compongono
2
.
L’uso dei monogrammi è attestato in Grecia sulle monete allo scopo di indicare
popoli o il nome della città di appartenenza, i nomi dei magistrati monetari o le ci-
fre del sistema decadico adoperate per indicare i nomi delle monete. A Roma l’uso
dei monogrammi è attestato in ambito funerario e in quello monumentale e voti-
vo; in quest’ ultimo viene utilizzato soprattutto da personaggi di rango elevato o
esponenti del clero come il particolare monogramma del patriarca Elia
attestato nel
pavimento musivo della basilica di S. Eufemia a Grado (Tav.1,1) o il monogram-
ma
3
del vescovo Massimiano di Pola (546-556) scolpito al centro sulla fronte della
cattedra d’avorio conservata presso il museo arcivescovile di Ravenna
4
(Tav.1, 2-
3).
2
TESTINI 1980,p. 352.
3
CIL XI 267.
4
MAZZOLENI 2007, p. 165; Cipriano 2007, pp. 254-255, fig.194.
5
I monogrammi vengono adoperati in primis come compendium scripturae per i no-
mi comuni o nomi propri di persona maschili, sono rari quelli femminili che com-
paiono quasi esclusivamente in oggetti di oreficeria
5
. Dal sec. I a. C. cominciarono
ad essere usati su oggetti di carattere industriale, di particolare interesse è un mo-
nogramma
6
inciso su un contenitore di collirio lýkion in ceramica a vernice nera
rinvenuto a Pompei datato agli inizi del II secolo a.C.
(Tav.2, 1-3) che potrebbe in-
dicare verosimilmente il nome del farmacista Νυμϕόδώρoς (Tav.2, 4) oppure po-
trebbe essere interpretato come l’abbreviazione dell’aggettivo διάσμυ(ρνον) ‹‹a ba-
se di mirra››
7
( Tav.2, 5).
5
MAZZOLENI 1997, p.165.
6
VALLARINO 2003, pp. 351: ‹‹ monogramma alt. max 0,56 cm e larg. max 0,47cm››.
7
VALLARINO 2003, pp. 357-358.
7
I.2 Struttura e forme dei monogrammi
La costruzione del monogramma e conseguentemente la sua stessa composizione
non segue nessuna regola fissa. Da ciò ne può conseguire spesso una difficile let-
tura e/o una chiara interpretazione. Le lettere che lo dovranno comporre, infatti,
possono essere espresse tutte, ripetute, assimilate o appena accennate a seconda
della forma del monogramma
8
.
In base alla disposizione delle lettere si possono distinguere due fondamentali
strutture di monogramma: una semplice e l’altra più complessa.
Una prima struttura di monogramma fu concepita collocando tutte le lettere che
componevano la parola stessa disposte ‹‹in giro›› sulla lettera iniziale del nome
scritta in maiuscolo. Secondo il De Rossi
9
tale struttura fu la ‹‹maniera primitiva››
in cui vennero composti e vennero comunemente definiti ‹‹monogrammi con lette-
ra chiave››. Esempio di questo tipo di monogramma è stato rinvenuto sulla fronte
di un sarcofago nella catacomba di San Callisto, nel quale tutte lettere che lo com-
pongono sono disposte ‹‹in giro›› attorno alla lettera iniziale K (Tav.3, 1). Ne risul-
ta un monogramma di facile lettura ma di dubbia interpretazione. Se cioè si tratta
del nome proprio Κή[ν]σωρεινος
10
oppure dell’abbreviazione di
κή[ν]σωρ[ἐκ]εῖνος. Altro esempio di monogramma con ‹‹lettera chiave›› è quello
attestato in un frammento marmoreo del nome Μόδεστoς
11
, proveniente sempre
dallo stesso complesso catacombale, dove le lettere sono anch’esse disposte ‹‹in gi-
ro›› all’interno della lettera M (Tav.3, 2).
8
TESTINI 1980, p.353.
9
TESTINI 1980,p.353.
10
ICVR IV, 10713.l.
11
ICVR IV, 10713.p.
8
Una seconda forma strutturale decisamente più complessa e ostica
12
, ma al con-
tempo più comune, è costituita dai cosiddetti monogrammi con ‹‹lettere intreccia-
te››, ottenuti mediante l’intreccio e la fusione di tutte le lettere del nome o della pa-
rola nella lettera iniziale della stessa, sfruttando le aste verticali ed orizzontali di
quest’ultima in modo tale che una sola lettera si potesse leggere ripetutamente va-
rie volte, come si evince nel monogramma inciso su intonaco rivenuto presso la ca-
tacomba di Priscilla, dove la lettera C ricorre due volte ma graficamente compare
una sola volta; il De Rossi legge il nome Cassiane
13
(Tav.3, 3).
Secondo questo criterio sembra siano stati formulati anche due monogrammi at-
testati su lastre marmoree rinvenute presso il complesso catacombale di Pretestato
e presso il complesso di Domitilla ove si leggono rispettivamente in uno il nome di
Ἀγάπη (Tav.3,4) e nell’altro il nome di Αgrippinus o Iulius Agrippa
14
(Tav.3, 5).
Un altro tipo di monogramma è il cosiddetto ‹‹monogramma quadrato››. Attesta-
to già in Grecia. Appare a Roma in epoca repubblicana ove trovò ampia diffusione
e utilizzo a partire dal IV sino al VI secolo d.C., in ambito prettamente cristiano
15
.
La particolarità di quest’ultima tipologia sta nella sua stessa struttura in quanto le
lettere sono disposte in maniera tale da assume armoniosamente una forma pres-
soché quadrata.
Un esempio di questo tipo di monogramma è attestato a Napoli in un capitello
corinzio della chiesa di S. Giovanni Maggiore databile al VI secolo: il De Rossi ne
propone la lettura in Vincentius episcopus
16
( Tav.3, 6-7).
In questa stessa categoria Danilo Mazzoleni colloca altri esempi rinvenuti in varie
catacombe romane tra i quali il monogramma del nome Severus presso la catacom-
12
Questa difficoltà fu intesa anche dagli antichi. Lo stesso Simmaco disse al suo amico Nicomaco
Flaviano riferendosi all’incisione sul suo anello ‹‹magis intelligi quam legi promptum est›› (Ep.II,12).
13
ICVR VII, 24852,11.
14
BC,1875,TAV 5, n 3.
15
MAZZOLENI 1997, p.1.
16
TESTINI 1980, p.354.
9
ba di Commodilla
17
, quello del nome Theoclia Ka(ra) presso la catacomba di Santi
Pietro e Marcellino
18
e infine il monogramma Irenianae posto in un cippo conserva-
to ai Musei Vaticani presso il lapidario cristiano ex Lateranense datato al 351-399
(Tav.3, 8)
19
.
Sempre riferibili a questa categoria sono i monogrammi del patriarca Elia
e il
monogramma del vescovo Massimiano di Pola
20
.
Vi è un’altra forma di monogramma identificata da Ermanno Arslan soprattutto
nella monetazione ostrogota ma anche in altre classi di oggetti come nei sigilli,
anelli, in decorazione di fibule, ecc. Si tratta del cosiddetto monogramma con
struttura ‹‹a scatola››. Ad oggi non è stato possibile riconoscere i criteri fissi per la
costruzione del monogramma. Tuttavia si denota che le lettere che lo compongono
sono collegate tra di loro senza seguire o a volta seguendo una sequenza appros-
simativa destrorsa, l’allineamento delle lettere del nome scritto
21
.
Chiaro esempio di questo tipo di monogramma è quello di Teodorico attestato
inciso sia sulle monete
22
( Tav.4,1-2) sia su un capitello presso il Palazzo del Pode-
stà a Ravenna (Tav.4, 3).
17
ICVR II, 6326.
18
ICVR VI,16519.
19
DI STEFANO MANZELLA 1997, pp. 237-238, 3.3.10.
20
Vedi infra p. 5; Tav.1.
21
ARSLAN 2016, p.1085.
22
ARSLAN 2001,p.7 : ‹‹…vi sono due versioni del monogramma. La seconda si differenzia dalla
prima per la presenza nel settore a destra del monogramma a scatola della lettera E in nesso con la
D››.