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INTRODUZIONE
“Il mondo LGBT nel panorama della serialità televisiva americana” è un viaggio che
permette di indagare il fenomeno dell’omosessualità maschile e femminile, della
bisessualità e dell’identità di genere collocandosi all’interno della serialità televisiva
americana dell’ultimo decennio. Il percorso di studio della tematica è strutturato in tre
differenti fasi, ognuna delle quali corrisponde ad un capitolo.
Il primo capitolo, “I protagonisti LGBT del macrocosmo finzionale e reale”, intende
analizzare le corrispondenze esistenti tra i soggetti della vita reale appartenenti alla
comunità LGBT e quelli che invece popolano le diverse serie televisive americane (e il
cinema), con particolare interesse alle difficoltà che alcuni attori gay hanno riscontrato
dopo il loro coming out e raffrontando queste a quelle incontrate dai personaggi
finzionali nel dichiarare apertamente la propria omosessualità. Facendo ciò, si
delineeranno anche le diverse tipologie di stereotipi gay, esistenti sia nella realtà che nel
finzionale, basandosi su una ricerca condotta dallo studioso americano Richard Dyer.
Qui, è possibile individuare le diverse caratteristiche dell’omosessuale “regina” e della
lesbica camionista, o del “ragazzo triste” e del “gay macho” oppure delle donne
omosessuali femministe. A conclusione del capitolo, tramite alcune percentuali fornite
dall’associazione GLAAD che ogni anno stila il rapporto “Where We are on TV”, si
comprende come il palinsesto televisivo sia cambiato negli ultimi anni grazie
all’introduzione di molti personaggi LGBT.
Nel secondo capitolo “Uno sguardo approfondito al macrocosmo finzionale LGBT”, dal
macrocosmo finzionale si restringe l’attenzione all’analisi di quattro serie televisive. In
questa fase del viaggio, si procede con l’approfondimento di alcune serie televisive
americane e in particolare Queer as Folk, The L Word, Looking e Transparent. La scelta
ricade su questi quattro show per dare una visione che comprenda l’intera comunità
LGBT: l’omosessualità maschile con Queer as Folk e Looking, quella femminile con
The L Word e il mondo dell’identità di genere con Transparent. Ognuna di queste serie
tv è analizzata sia dal punto di vista degli aspetti specifici (interessante è capire il perché
del titolo assegnato a ogni show) sia dal punto di vista degli aspetti drammaturgici con
un’attenzione maggiore nei confronti delle tematiche sociali trattate dai creatori e le
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metodologie utilizzate per affrontare temi innovativi e scottanti per gli anni in cui le
quattro serie tv venivano trasmesse.
L’ultima tappa dello studio, “Prèmiere: analisi del pilot di Queer as Folk”, rappresenta
il passaggio dal macrocosmo della serialità televisiva in generale al microcosmo di un
unico episodio. In particolare si procede con l’analisi del pilot (o episodio pilota) di
Queer as Folk, individuando story concept e tema, definendo i vari livelli che
compongono il mondo del personaggio (in questo specifico caso si parla di Brian) e il
mondo narrativo con i suoi livelli di orizzonte, aggregazione e individuo.
Successivamente si analizza, tramite la tavola degli elementi, la sceneggiatura del pilot,
con qualche rimando anche all’intera serie. Attraverso la tavola, si individueranno
topos, chronos, epos, telos, gramma, episteme, logos, kratos, soma, psiche, aisthesis,
ethos. Infine il mondo narrativo dell’episodio pilota di Queer as Folk sarà segmentato
nei tre differenti plot (A, B e C), prestando attenzione a come uno è collegato all’altro
all’interno della serie tv.
Con “Il mondo LGBT nel panorama della serialità televisiva americana” è possibile
notare come nel corso degli anni (dagli anni Novanta fino ad arrivare ai giorni nostri) il
pubblico del piccolo schermo abbia accettato la trattazione di temi come
l’omosessualità, la transessualità, la sieropositività, l’omoparentalità dando
l’opportunità di mettere in scena nuovi personaggi estrapolati dalla comunità LGBT. La
speranza è che questo alto tasso di apertura da parte del pubblico possa riflettersi anche
nella vita quotidiana, nel reale, dove ancora oggi, nel 2016, si assiste a situazioni di
emarginazione e di discriminazione nei confronti dell’omosessualità, con una diffusione
del fenomeno dell’omofobia.
E proprio come dice lo sceneggiatore e scrittore americano Gore Vidal, “non esistono
gli omosessuali; esistono atti omosessuali. [...] e ciò che ognuno fa con un partner
consenziente non ha alcuna rilevanza cosmica o sociale.”
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GORE VIDAL, Il canarino e la miniera. Saggi letterari (1956-2000), Fazi Editore, 2003, pp. 151-152.
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1. I PROTAGONISTI LGBT DEL MACROCOSMO FINZIONALE E
REALE
“Ho il forte desiderio di dire qualcosa che non ho mai detto in pubblico, una
dichiarazione che mi fa essere un po' nervosa, forse non così nervosa com’è il mio
manager in questo momento, però voglio dirlo dinanzi a tutti, in maniera forte e
orgogliosa, e ho bisogno del vostro sostegno. Sono... single! Sì, sono single.
Spero che nessuno di voi si senta deluso dal fatto che non ci sarà alcun grande discorso
sul mio coming out stasera. Io ho fatto il mio coming out circa un migliaio di anni fa,
all’età della pietra: erano i tempi in cui una giovanetta fragile poteva aprirsi con i suoi
amici, con la propria famiglia e con i suoi colleghi, cioè con coloro che conosceva, e
poi mano a mano orgogliosamente con quanti la conoscevano e con coloro che
incontrava. [...]”
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Ed è proprio con queste parole, pronunciate durante il Golden Globe 2013, che Jodie
Foster
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dichiara apertamente (ma non esplicitamente) davanti alla platea di attori e
attrici, registi e produttori il suo orientamento sessuale. Potrebbe sembrare una scelta
azzardata quella di utilizzare un evento così importante come mezzo di comunicazione
di una notizia talmente privata da poter creare scandalo. E invece, proprio come lei,
molti personaggi famosi del cinema (e non) hanno deciso di fare coming out proprio
tramite i media
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, durante interviste in programmi americani famosi o tramite i moderni
social network (Facebook, Twitter...).
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ROBERTO RUSSO, Jodie Foster ritira il Golden Globe alla carriera e parla del suo coming out in
www.queerblog.it/post/43173/jodie-foster-ritira-il-golden-globe-alla-carriera-e-parla-del-suo-coming-out (per il
discorso integrale in lingua originale si veda www.theguardian.com/film/2013/jan/14/jodie-foster-golden-globe-
speech-transcript)
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Attrice, regista e produttrice americana. Dichiara la propria omosessualità durante il discorso di ringraziamento ai
Golden Globe 2013, dopo aver ricevuto il premio Cecile B. De Mille alla carriera.
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Nel 1997 l’attrice Ellen DeGeneres fece coming out in uno dei talk show americani più popolari, nel 2006 l’attore
Neil Patrick Harris utilizzò invece un’intervista al settimanale People per dichiarare la sua omosessualità o ancora nel
recente 2013 Twitter è stato il canale prescelto dall’attore Matt Dallas per informare i suoi fan riguardo il suo
orientamento sessuale.
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1.1 Dal finzionale al reale: il ruolo delle serie tv nella sensibilizzazione al
“diverso”
Ogni società tende a ordinare il mondo delle minoranze (neri, gay e disabili) nella
categoria del “diverso”. Nella società americana degli ultimi cinquant’anni questo
concetto di “diverso” in riferimento alla tematica LGBT
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ha subìto delle mutazioni
semantiche concedendosi delle larghe aperture col passare degli anni.
Uno dei mezzi di comunicazione che ha favorito lo sviluppo di una “sana” idea sulla
diversità di genere è stato senza dubbio la televisione. Essa, infatti, riesce a operare una
doppia funzione sulle masse: plasma le menti di coloro che la guardano, ma allo stesso
momento riesce a portare avanti una campagna di sensibilizzazione del suo pubblico,
ponendolo di fronte ad una varietà di tematiche che altrimenti rimarrebbero all’oscuro.
Da una parte quindi la spinta all’omologazione, dall’altra, grazie al potere comunicativo
del medium, la progressiva azione di sensibilizzazione e il conseguente atteggiamento
di apertura mentale. Molti sono i formati televisivi che si prestano a quest’opera di
educazione e fra i tanti ci sono anche le serie tv.
Nate oltreoceano negli anni Cinquanta del Novecento, “le serie tv sono attualmente una
delle forme d’arte che più profondamente incide sulla nostra natura di esseri umani”
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.
Infatti, la presenza di personaggi appartenenti alla comunità LGBT nella serialità
televisiva americana (soprattutto in quella degli ultimi decenni) ha dato la giusta dose di
coraggio per fare coming out a molti attori americani del grande e piccolo schermo.
Per molti anni, i personaggi LGBT sono stati omessi, emarginati o adattati ai canoni
della televisione e quando hanno fatto la loro prima comparsa sul piccolo schermo erano
solitamente presentati come degli asessuati. I personaggi subivano così un processo di
desessualizzazione, censurando ogni tipo di contatto fisico tra due persone dello stesso
genere. Solo con l’avvento degli anni 2000, si assiste a un’ampia apertura nei confronti
di prodotti televisivi (tra cui le serie tv) che presentano personaggi omosessuali.
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Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender
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LUCA BANDIRALI – ENRICO TERRONE, Filosofia delle serie tv: dalla scena del crimine al Trono di Spade,
Mimesis Edizioni, Milano, 2012, p. 9