problema di comprensione linguistica per quanto concerne il sermone del venerdì o le pratiche
quotidiane di amministrazione della moschea poiché buona parte dei migranti, soprattutto quelli
di prima generazione, non hanno una buona padronanza della lingua del paese in cui hanno
deciso di vivere temporaneamente o per il resto della loro vita.
Nel momento in cui ho appreso che a Como esistono tre sale di preghiera e tutte e tre turche la
cosa ha iniziato ad incuriosirmi, ho iniziato a porgermi delle domande.
Inoltre, in città, non esiste una “moschea araba” nonostante i marocchini siano la prima presenza
straniera nella provincia
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. In realtà, una moschea frequentata da persone di origine araba esisteva
e precisamente a Camerlata, alle porte della città, in Via Domenico Pino ma è stata chiusa.
Il luogo di culto è stato chiuso nel 2005 dopo che il comune, retto da una maggioranza dei partiti
della Cdl, ha decretato la moschea “non compatibile con la destinazione urbanistica della zona”.
Ad oggi, a parte alcuni fedeli che frequentano le moschee turche per la preghiera del venerdì, il
così detto zoccolo duro dell’Islam arabo usa ritrovarsi per la preghiera comune all’aperto, nel
prato antistante il parcheggio della piscina di Muggiò
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.
Mi è capitato più volte di osservarli: ogni venerdì, e durante il mese di Ramadan, si ritrovano
qualunque sia la condizione climatica. Sono circa una quarantina e alla funzione partecipa anche
qualche donna e alcuni bambini
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.
In certi casi, sono stati anche apostrofati dai passanti che non hanno capito la loro protesta
silenziosa e la necessità di avere un luogo di culto, forse tutto ciò dettato anche dalla paura che i
mass-media diffondono su questa religione.
Nei fatti, come evidenzia Dassetto [1994], un livello di appartenenza che si riferisce alla umma
come totalità si esprime nell’atto della preghiera che è geograficamente convergente verso La
Mecca. Nel concreto poi, le collettività di credenti fanno riferimento a diverse comunità effettive
che hanno in seno delle variazioni di appartenenza, non necessariamente di tipo etnico.
Focalizzandomi sulla questione turca, che è quella che più propriamente ci interessa in questo
studio, vorrei dunque evidenziare i quattro diversi poli di culto che sono legati ad altrettante
organizzazioni.
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I marocchini sono 4720 mentre i turchi 2720, quindi quasi il doppio. Sommando i 2300 immigrati provenienti dalla
Tunisia e gli 8oo dell’Egitto otteniamo una forte presenza araba (7820) sul territorio. [rapporto sull’immigrazione
straniera nella provincia di Como anno 2006]
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Nei giorni in cui sto scrivendo è acceso il dibattito se aprire o no lo stabile di Via Domenico Pino. Se verrà aperto,
comunque, non potrà essere utilizzato come sala di preghiera ma esclusivamente come centro culturale islamico.
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Soprattutto durante il mese di Ramadan, durante il quale l’afflusso femminile era maggiore, sono state costruite delle
tende in modo da separare, durante la preghiera, le donne dagli uomini.
Piantina della città di Como con segnalati i quattro poli religiosi presenti in città
Legenda
O = Nurcu (Viale Masia) O = Diyanet (Via Napoleona)
O = Süleymanci (Via Borgo Vico) O = Millî Görüş (P. Monte Santo)
La zona delineata in bianco indica la città murata
Come si evince dalla cartina che qui sopra ho proposto tutte e quattro le organizzazioni
islamiche sono presenti nella cinta centrale del territorio comasco, non sono quindi situate in
territori periferici, fuori dal comune, come spesso accade.
Le quattro organizzazioni prendono il nome rispettivamente di Millî Görüş, Süleymanci,
Diyanet e Nurcu e ad esclusione della terza, che fa diretto riferimento alla Turchia, sono tutte
organizzazioni di coordinamento di tipo associativo facenti riferimento alla Germania e,
nonostante si siano formate nella madrepatria, si sono sviluppate in seguito alla massiccia
diaspora turca in Europa
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Le ragioni della nascita, delle organizzazioni Millî Görüş, Süleymanci e Nurcu è l’opposizione
alla laicizzazione dello Stato da parte di Mustafa Kemal e la loro azione è improntata per la
rinascita di uno Stato musulmano in Turchia e alla restaurazione della Shari’a. (legge islamica).
Le motivazioni della loro nascita ne valgono, da parte di alcuni autori, l’appellativo di
organizzazioni fondamentaliste [ Schiffauer 1997, Sabhai 2006].
Personalmente preferisco usare la terminologia di Etienne nominandole come delle associazioni
che professano, proprio per i loro obiettivi, un islamismo radicale [1988]. Propendo per questa
terminologia dato il largo uso che viene fatto ultimamente, soprattutto dalla stampa e dalla
televisione, del termine fondamentalismo.
Nonostante queste organizzazioni abbiano obiettivi comuni, propongono diversi metodi per
raggiungerli e sebbene combattano per dei presunti miglioramenti nel proprio Stato, sono molto
più attive e radicate tra i turchi della diaspora a causa delle dure leggi imposte da Atatürk nei
confronti del probabile ritorno dell’Islam in Turchia che ha costretto la maggioranza dei loro
leader a lasciare la terra d’origine e richiedere asilo politico in Europa ed in particolare in
Germania, vista la prorompente presenza di connazionali [Dassetto 1994].
Con ciò non voglio però affermare che i loro unici fini siano rivolti verso la madrepatria. Anzi,
gran parte dei loro sforzi sono rivolti verso una propagazione e un mantenimento dell’identità e
dei valori islamici per la popolazione turca che vive all’estero.
Se dunque le associazioni Millî Görüş, Süleymanci e Nurcu sono state create per contrastare il
kemalismo la Diyanet, al contrario, è stata creata da Atatürk nel maggio del 1924 per controllare
proprio queste associazioni che volevano sfidare il laicismo dello Stato turco.
Con il tempo, e come spiegherò dettagliatamente più avanti, anche Diyanet si è fatta promotrice
dei bisogni dei credenti musulmani turchi della diaspora favorendo comunque
un’interpretazione dell’Islam compatibile con lo stile di vita occidentale. Ad oggi, per
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Queste associazioni ed in particolare la Nurcu sono presenti anche negli Stati Uniti ma nella mia ricerca farò
riferimento esclusivamente al territorio europeo.
dimensione, Diyanet è la più importante delle organizzazioni islamiche turche in Germania
contando circa 740 moschee associate.
Più avanti cercherò di descrivere nel miglior modo possibile le peculiarità delle quattro
organizzazioni presenti sul territorio comasco evidenziando, oltre alle caratteristiche e alla loro
struttura, come sono nate, come si sono sviluppate e i motivi presunti o reali delle loro scissioni.
Adesso vorrei ritornare alla mia domanda iniziale: esiste realmente una umma?
Durante la ricerca sul campo, le conversazioni informali e le interviste in profondità ho cercato
più volte, ostinatamente, di chiedere ai miei interlocutori le differenze vigenti fra le quattro
diverse organizzazioni.
La mia domanda scaturiva dal ragionamento che se ci sono state delle divisioni all’interno
dell’Islam turco ci saranno conseguentemente delle differenziazioni in seno alle quattro
organizzazioni presenti sul territorio comasco e in generale negli stati in cui la migrazione turca
ha lasciato un segno.
Non sono riuscita ad ottenere delle risposte esaurienti alle mie insistenti domande, ma mi
sembra curioso presentare come i diversi interlocutori abbiano discusso sull’argomento, dando
quindi loro una “voce” .
Muhammed, ex presidente italiano del Millî Görüş, alla mia domanda di illustrare le differenze
fra le tre moschee ha risposto cercando di minimizzare:
Praticamente (mostra il tavolino) il tavolo è uguale,il tavolo è uguale e… forse la Süleymanci è
uguale magari loro mangiano i biscotti e noi mangiamo… le caramelle.
Anche se poi, comprensibilmente, cerca di mettere in buona luce la propria organizzazione:
Aveva detto che differenza. Differenza come ho detto prima, Millî Görüş la strada per noi è
più… più brava, più giusta. Differenza questa! Come ho detto il tavolo è uguale però nostro più
semplice
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Anche Alì evidenzia i medesimi fini delle organizzazioni, sottolineando come la moschea che
frequenta sia la migliore:
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Intervista 27.01.2008
Allora per…differenza allora…praticamente queste tre Süleymanci, Nurcu e Millî Görüş alla
fine diciamo sono come la mano una lavora di qua, una lavora di qua una lavora di qua ma alla
fine va alla stessa via però per facilitare certe cose queste tre comunità qua va dove c’è
bisogno. Perché questo? Allora siccome c’è talmente tanti turchi allora cosa succede? Uno va’
da , Millî Görüş uno Süleymanci un’altra Nurcu… quello che è fanno sempre la preghiera
perché come lei ha fatto caso quelli del Millî Görüş fanno preghiera con tappetino davanti alla
Mecca se hai fatto caso…anche se vai lì a Diyanet pregano lo stesso. Per cui come siamo qua,
anche qua ci sono Testimoni di Geova… o diversi di qua e di là però alla fine è sempre Dio che
ci crede anche da noi è così. Però… c’è da dire che Millî Görüş è come comunità più
conosciuta in Europa e il primo conosciuto come qua in Italia anche in Europa è stato prima
riconosciuto e quindi… ha più potere, ha più potere… in tutti diciamo nei lavori che sta
facendo. Cosa vuol dire questo? Per esempio noi mandiamo come hai visto te se non mi sbaglio,
mandiamo gente in Mecca. Allora questo ha organizzato per la prima volta Millî Görüş perché
è una cosa che bisogna avere tante capacità non molto con soldi ma per organizzare
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Ufuk, frequentatore della moschea del Millî Görüş, pur sottolineando che la religione è sempre
la medesima, mette l’accento ed è infastidito da alcuni sui connazionali che vogliono accentuare
queste differenze e da “bravo” turco integrato in Italia prende ad esempio il calcio:
Diciamo ci sono diversi lavori ma alla fine hanno la stessa direzione. Come questa capisci?
Però certe persone esagerano. Diciamo ad esempio io sono milanista tu sei interista no? E
sport e sono fanatici. Cosa fanno? Ammazzano poi bestemmiano picchiano, qualcosa e diciamo
questa non è giusta mentalità sport è sport io sono milanista tu interista quando c’è gioco
guardiamo e basta. Fanatismo non va bene per tutti tanto per la religione. Vado a pregare e
siamo tutti uguali, però certe persone per esempio dicono io non vado qua e questo non è
giusto. Qua non esiste questo sistema, tutti vanno sia li sia li cioè non cambia niente più
comodo […].
Se fanno qualcosa bene anche io vado, non cambia niente imparo qualche cosa là. Non è che
quando io vado li divento uno di loro. Sei interista, milanista quando vai a vedere inter sei
diventato interista? No!!! Ma questo è troppo confuso…questo è difficile da spiegare
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Intervista 13.02.2008
No, mi interessa, se riesci…
È così sempre siamo uguali, alla fine direzione sempre uguale però certi fanatici devono creare
problemi
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Alcuni, come ad esempio Lutfullah, il vicepresidente del Centro Studi Ekol
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evidenzia il fine
comune che hanno le quattro associazioni e critica anche lui le varie scissioni:
Su questo, sarà forse perché non mi intendo proprio di politica, non mi interessa assolutamente
perché sono dell’idea che possono essere diverse le ideologie ma guarda l’obiettivo primario
quello di arrivare a dire risolviamo tutti i problemi, quello è quello che penso io. Di differenze
sinceramente…io non saprei proprio aiutarti ne dirti perché si sono divisi.
Però quando si pensa che sei all’estero che in teoria dovresti essere comunque più unito…qua
invece sono tutti divisi…
Infatti ci arrivi tu a dire queste cose…e qua invece si sparpagliano un po’ perché alla fine è
l’unione che fa la forza
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Abdullah, invece, per evidenziare le differenze sottolinea come le tre moschee di Como seguano
le direttive di tre differenti stati:
[…] Tutto giusto però chi è che parla e quello religione Süleymanci, Millî Görüş e Diyanet tutti
uguali, tutti preghiamo Dio. Nessuno diverso, però uno che comanda Zurigo, uno che comanda
Germania uno che comanda questo, uno che comanda lo Stato. Se vogliamo pregare,
preghiamo
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Dall’analisi dei colloqui si evince che per i membri delle diverse organizzazioni vi è una sola
religione, si considerano dunque membri di un unica umma, nonostante ciascuna associazione si
differenzia per delle particolarità.
Aiutandomi attraverso le interviste, il lavoro sul campo e gli articoli redatti da alcuni ricercatori
cercherò di evidenziare le loro peculiarità e le diverse modalità utilizzate per fondare le quattro
associazioni oggetto di questo capitolo.
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Intervista 10.12.2007
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Tratterò specificamente del Centro Studi Ekol nel paragrafo dedicato all’organizzazione Nurcu.
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Intervista 03.02.2008
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Intervista 15.02.2008
Ho deciso di inserire anche un breve paragrafo inerente agli Alevi. Anche se non possiedono
una loro associazione, come in altri stati europei, e non essendo la maggioranza sul territorio
comasco sono comunque una presenza, esistono e pertanto mi sembra corretto farne almeno un
accenno.