2
“Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le proprie idee,
o non valgono nulla le sue idee o non vale niente lui”
(Ezra Pound)
Da alcuni dati provenienti dall’industria dell’editoria emerge
che quella attuale sia una ‘lettura stanca’ benché aumenti il
fiorire delle piccole case editrici. L’implementazione delle
nuove ICT (Information Communication Technologies) e la
digitalizzazione della letteratura hanno portato, nel corso del
triennio 2007-2010, a cambiamenti nella produzione dei testi
digitali e/o cartacei in seno all’industria culturale che nel tempo
hanno imposto nuovi comportamenti di consumo e acquisto
assieme a mutamenti negli stili di fruizione. Rispetto ad un calo
generalizzato dei consumi culturali la situazione del mercato
editoriale nel 2009 registra una diminuzione del giro d’affari (-
4,3%) e della produzione di titoli (-0,5%) ma parallelamente
una crescita del fatturato dei canali trade
1
di vendita (+3,5%) e
un ulteriore aumento della lettura di libri (+1,1%)
2
. Eppure gli
italiani leggono poco; a fronte degli oltre 3milioni che leggono
almeno un libro al mese, più del 12% delle famiglie non
possiede libri in casa. Tuttavia un dato assai rilevante è
1
Il canale della vendita trade comprende: la libreria, la Grande
Distribuzione Organizzata –GdO– , le librerie on line e l’edicola
2
Tutti i dati riportati sono relativi alla sintesi del Rapporto sullo stato
dell’editoria in Italia 2010 a cura dell’Ufficio studi dell’AIE.
3
costituito dal consolidarsi nel tempo del nuovo fenomeno degli
e-book il cui valore, nel 2009, si è attestato sullo 0,03% del
mercato complessivo (1,1miloni di Euro) e che si prevede
essere per Dicembre 2010 pari allo 0,1% sul totale (3,4miloni
di euro). Il fatturato complessivo del mercato nel 2009 è di 3,4
miliardi euro, in calo rispetto al 2008 con una flessione pari al
4,3%; nei canali di vendita cresce il trade (+3,5%) con in testa
la libreria tradizionale che, dopo una leggera flessione,
continua ad essere il canale d’acquisto privilegiato con un
valore di 1,1 miliardi di euro ed una crescita del 2,5,%;
aumenta la vendita in occasione di fiere del libro ma il dato più
importante è rappresentato dallo sviluppo delle librerie on line
(+13,9%, 101milioni di euro). Infatti il mercato digitale italiano
vale 364milioni di Euro, il 10,7% di quello complessivo e
comprende: il segmento Cd-rom e dvd (264,5milioni), le
banche dati ed i servizi internet (97milioni) e gli audiolibri
(0,7milioni). Gli e-book valgono lo 0,03% (1,1milioni di Euro)
e nel 2009 i titoli di libri elettronici pubblicati sono stati 685,
per un totale di 2.257 opere disponibili sul mercato; mentre la
produzione generale nel 2009 si compone di 58mila titoli, dei
quali il 64,3% sono novità ossia 213milioni di copie. Nel 2009
i lettori di almeno un libro in un anno sono stati
4
25milioni.800mila in più del 2008; coloro che hanno dichiarato
di aver letto negli ultimi dodici mesi almeno un libro non
scolastico ammontano al 45,1% della popolazione con più di
sei anni di età, ossia l’1,1% in più. È importante sottolineare
che le fasce giovanili ed infantili rappresentano le categorie di
lettori forti rispetto alla media, a dimostrazione che
l’implementazione nell’uso delle nuove tecnologie non
agiscono necessariamente a scapito della lettura. Nei primi
mesi del 2010 si registra un generale incremento (+2,1%) nei
canali di vendita trade con un aumento del 24,5% della vendite
on line rispetto al Giugno 2009; solo le librerie a conduzione
familiare confermano, in questa prima parte dell’anno, un calo
nelle quote di vendita del 2,2% sul Giugno 2009.
Complessivamente i primi mesi del 2010 si caratterizzano per
una marcata attenzione alle nuove opportunità di vendita
costituite dalla diffusione nell’uso dell’e-book e dai
cambiamenti tecnologici da esso apportati sui consumi e sul
mercato.
L’umana tendenza culturale e universale alla narrazione ed il
naturale bisogno del pensiero di raccontare i propri discorsi (si
pensi alla filosofia del linguaggio) spingono da sempre l’uomo
5
a ricercare e spiegare le origini e le cause della propria
esistenza nei suoi scritti. L’individuo e la società ‘leggono’ se
stessi riflessi nelle pagine della loro storia. Il consueto
rivolgersi al testo stampato è un’esigenza alla quale
difficilmente si può rinunciare. Una necessità profonda ed
intima porta abitualmente l’individuo a trovare e a capire se
stesso nelle proprie storie (nei libri sono i ‘discorsi scritti’ di
ognuno); questi si comprende nei corpi dei suoi testi sui quali
legge i racconti della sua vita che condivide nelle pagine
viventi delle altre individualità con le quali interagisce. La
tendenza a discorsivizzare e narrare ogni esperienza umana
reifica nell’atto della lettura l’Anima Mundi e lo Spirito di ogni
tempo;
“ […] Noi tutti leggiamo noi stessi e il mondo intorno a
noi per intravedere cosa e dove siamo. Leggiamo per
capire, o per iniziare a capire. Non possiamo fare a
meno di leggere. Leggere,quasi come respirare, è la
nostra funzione essenziale.”
3
.
Le società si rispecchiano in quei miti e in quei riti che, narrati
e scritti, ne esprimono e ne tramandano l’esistenza; anche la
comunicazione per la sua vocazione a creare e svolgere storie
3
A. Manguel, Una storia della lettura, Milano, Mondadori, 1997, pp. 16-17
6
appartiene allo statuto del racconto. Essa intesse le trame dei
suoi soggetti, siano questi beni, prodotti o servizi, e le dispiega
lungo un tessuto connettivo intriso di valori, simboli e
archetipi. Seguendo una prospettiva semiotica il libro può
essere inteso come testo e narrazione; ad esso infatti si è attinto
per adottare gli schemi narrativi, interpretativi ed espressivi che
sono stati adattati ed usati dalla società nella costruzione dei
tanti “mondi possibili” ai quali la comunicazione sino ad oggi
ha dato discorso. Il libro nella veste materica del formato
cartaceo grazie alla sua sfogliabilità, la cui tattilità e gestualità
sono audacemente simulate dai supporti digitali, continua ad
essere uno strumento di riflessione, ricerca e comprensione di
sé. L’imprescindibile fisicità delle pagine scritte che si
costituiscono come organismi viventi soggetti ai continui
processi di trasformazione e di invecchiamento operati dal
tempo, genera una fonte di piacere che è mentale e sensuale al
tempo stesso e si appella al tatto (qui inteso anche come
sinonimo di buon gusto) per farne il baluardo capace di
arginare la crisi di fiducia nella contemporaneità. Il libro è per
il lettore un’ ecologia della mente e un suo erotismo; per l’io-
leggente è la scoperta del propria organicità nell’esperienza di
esso quale entità pensante; è la ritrovata fiducia in sé e nel
7
mondo mediante la fede o l’ateismo verso le parole stampate
antiche e nuove. Forte è la sua valenza simbolica
nell’immaginario collettivo; il ritorno alle Idee come stimoli
appassionanti, la capacità evocativa delle immagini letterarie e
la forza emozionale delle parole scavano nell’interiorità di
ognuno, risvegliano la psiche e diventano dei punti fermi dei
quali riappropriarsi e dai quali ripartire. Dal punto di vista della
comunicazione la realtà legata al libro e al suo mercato è
meglio spiegata e compresa attraverso la preziosa
testimonianza della considerevole esperienza di editoria
eccellente e di cultura di Laterza. L’intenzione di questo studio
è dichiarare e cercare di dimostrare l’immortalità corporea
dell’oggetto libro che va trasmutando la sua forma organica
adattandola alle esigenze di una comunicazione digitale e
personalizzata che decostruisce le proprie linee lungo un
percorso immateriale ed elettronico sul quale il libro, la lettura,
il lettore e la cultura vanno ad imbattersi. Le piattaforme
elettroniche integrano e rimodellano le strutture linguistiche ed
espressive dell’oggetto libro nella “ri-mediazione” dei formati
testuali senza intaccarne il valore né il godimento che da esso è
possibile trarre quale strumento identificativo del possesso di
cultura. La cultura che “viaggia su reti di comunicazione”
8
sfocia nell’immaginario poiché essa è: valori, norme, concetti e
simboli; vive nello “spazio del sapere” che si fa significato sia
esso pubblico o privato. Poiché l’intelligenza (collettiva) è
distribuita dove c’è umanità, la lettura trova per mezzo della
cultura la sua ragion d’essere. Perché
“[…] non si da vita felice senza che sia intelligente,
bella e giusta, né vita intelligente, bella e giusta priva di
felicità” (Epicuro, “Lettera sulla felicità”)
L’invito a leggere è in questa sede rivolto affinché si sappia
dove viaggia il proprio pensiero e si senta di essere ‘corpi
pensanti’ che desiderano, assaporano ed esplorano un testo
fatto di idee. Leggere, dunque, significa riaccendere la scintilla
dell’intuizione simultanea in quel ritorno critico su di sé che
collega le parole stampate a pensieri ancora inespressi nella
mente del lettore. Allora da mero prodotto culturale il libro si
fa diamante desiderabile e oggetto culturale “condiviso ed
incorporato” nella forma testo. La chiave di lettura proposta
per il presente lavoro di tesi intende partire da quel nucleo
originario, quasi mitico, nell’interiorità pre-conscia che è la
scintilla divina presente in ciascun individuo. Là risiede il
campo dell’energia spirituale ed emotiva dove scatta la molla
del pensiero intellettivo e la spinta dell’agire creativo quali
9
biologiche propensioni a raccontare e leggere noi stessi, il
mondo e gli altri nelle tracce che continuamente andiamo
lasciando. Tracce scritte e lette che sono moniti e testimonianze
di ciò che eravamo, di ciò che oggi siamo e che un domani
diventeremo; per tanto in relazione a questo studio il monito
che sin dall’inizio lo ha mosso e accompagnato si fonda sulla
convinzione e sull’assunto che :
“[…] è meglio essere senza fortuna ma saggi che
fortunati e stolti, e nella pratica e preferibile che un bel
progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo
un progetto dissennato”.
(Epicuro, “Lettera sulla felicità”)
13
“Gli uomini del libro sanno che tutto ciò che è profondo ama
la maschera e che il morto, apparente, è più vivo del vivo.”
(F. Ferrarotti, Libri, lettori, società)
1. La morte del libro: un medium redivivo
Il libro è morto. Fu Marshall McLuhan, negli anni ’60, il primo
a proclamarne la fine nel tempo a venire; ma la crisi del libro
non coinvolge solo il mercato. Essa investe, con un blocco
sociale e mentale, il lettore e la società nello scontro tra logica
della scrittura, della lettura e quella onniavvolgente
1
dell’audiovisivo. Il discorso teorico-scientifico, per sua natura
aperto e “democratico”, diventa, nella logica della società
planetaria, l’unico discorso in senso pieno; questa società è
dotata di una mentalità altamente tecnicizzata e tecnicizzante al
punto tale da considerare il nuovo analfabeta come colui che
ignora il computer e la telematica
2
. Questa “rivoluzione
scientifica”, diventata ormai da anni un clima mentale ed un
1
F. Ferrarotti, Libri, lettori, società, Liguori, Napoli, 1998
2
La telematica (termine raramente sostituito da teleinformatica) è una
disciplina scientifica e tecnologica che nasce dalla necessità di unificare
metodologie e tecniche delle telecomunicazioni e dell'informatica per
realizzare il trasferimento a distanza delle informazioni e delle elaborazioni.
MSN Encarta - Enciclopedia Online, Dizionario,Atlante, it.encarta.msn.com
14
modello antropologico a dimensione globale
3
, scalza la “logica
della scrittura” (segmentaria ed analitica nel suo svolgersi riga
per riga) e ne mette a tacere il “discorso filosofico-letterario” di
tipo umanistico mentalmente appesantito da un elitismo
intellettuale e da una concezione letteraria storicamente
determinata e localizzata. L’avanzamento tecnologico, nella
sua implementazione e nel suo determinismo, rovesciando le
categorie spaziotemporali ha rappresentato un cambiamento
epocale. Il passaggio dallo svolgimento diacronico della realtà
(storicamente vissuta) alla compresenza sincronica della
virtualità (simultaneamente “mediata” e assistita) ridefinisce il
senso stesso del dispiegarsi della storia (e del tempo) quale
storia naturale (vissuto esistenziale del singolo) e storia sociale
(vissuto della collettività). Il tempo della “lenta” lettura è
parcellizzato e segmentato nei “tempi multipli” dei nuovi stili
di vita.
4
L’immediatezza della comunicazione digitalizzata ad
oltranza serra, in una fretta priva di scopo, i ritmi del tempo per
la scrittura che sembra deperire. Tuttavia la dinamicità
elettronica, nella sua ipertrofia e iperattività, non nega la
possibilità di una decelerazione e di un ritorno al tempo lento
della scrittura. Il libro muore e con esso si spegne anche la
3
Cfr. F. Ferrarotti., La perfezione del nulla, Laterza, Bari, 1997
4
Cfr. F. Ferrarotti, La perfezione del nulla, op. cit.
15
scrittura come dialogo con se stessi che “informa” di una
conoscenza proveniente dall’esperienza esterna dell’autore e
“trasforma” con i contenuti soggettivamente metabolizzati ed
individualmente interiorizzati dal lettore/co-autore. Viene
meno il “discorso comune” del racconto umano che è la spinta
culturale, fondamentalmente unitaria, a discorrere e a
raccontare il mondo; sta di fatto che la consapevolezza riflessa
del mondo passa attraverso il racconto che gli esseri umani
fanno di se stessi nelle pagine che vanno scrivendo. Forse le
dichiarazioni di morte sono risultate premature. Ad oggi ancora
non esiste un certificato ufficiale che garantisca e attesti
l’avvenuto decesso. In questa morte apparente il morto ha
riperso a vivere e a camminare. Infatti sebbene l’elettronica
moltiplichi i discorsi appiattendoli in un significato comune,
“la cultura di massa odierna -segmentata e frastagliata-
può trovare nel libro uno strumento importante di
autoconsapevolezza, una pausa, una zona di silenzio e
di raccoglimento, la nascita – o la rinascita – del
soggetto consapevole e dell’individuo socialmente
orientato”
5
.
5
F. Ferrarotti., Libri, lettori, società, op. cit., p. 30
16
Anche nelle sue versioni più avanzate (video-book e libro
multimediale) il libro può costituire l’occasione per un
momento riflessivo ed un rifugio dell’istanza soggettiva nella
sua unicità ed irripetibilità. L’emergere e l’affermarsi, in un
processo di convergenza tecnologica, dei nuovi personal media
rende nullo lo statuto della morte poiché “anche il libro, nella
sua veste tradizionale, pur nella sua individualità, è un mezzo
di comunicazione di massa”
6
. Esso è un veicolo di
trasmissione culturale, un medium che se aperto comunica
direttamente con la persona. I mezzi caldi e quelli freddi delle
comunicazioni di massa “non potranno mai sostituire la lettura
lenta che il libro consente, il ritorno su una pagina o su una
riga che ci hanno scosso, il piacere di un pensiero ritrovato”
7
.
È stata dichiarata la “fine di Gutenberg” tanto che nel mondo
delle ICT i libri sarebbero inutili ma
“anche nella società dominata dall’elettronica,
dall’informatica e dalla telematica, sembra che il libro
conservi intatta la sua funzione di silenzioso, discreto
consigliere, di pausa essenziale nella società iperattiva,
produttivistica e ipertrofica”
8
.
6
F. Ferrarotti., Libri, lettori, società, op. cit., p. 34
7
Ivi pp. 33-34
8
Ivi p. 37
17
Da “veicolo della trasmissione culturale” il libro è stato ridotto
a mero bene di consumo, ad oggetto della transazione
commerciale. Per tornare al “libro-strumento” bisogna
sconsacrarlo, spogliarlo della sua veste di “libro-messale”,
aprire i cancelli della cultura elitaria dei pochi per permettere
così ai molti di avvicinarsi all’alta cultura e impadronirsi delle
chiavi di lettura per accedere al mondo. “L’elettronica – in un
‘vento democratizzatore’ – ha desacralizzato il libro, e questo
va riconosciuto per quello che è: un effetto salutare. Non lo ha
necessariamente eliminato”
9
. Grazie alla sua facoltà di
elaborazione rapida, essa ha offerto un contributo determinante
permettendo di snellire e velocizzare le pratiche di
catalogazione delle banche dati interne ai sistemi bibliotecari.
Sebbene i portati dell’era digitale possano, forse, favorire
l’editoria, non è certo che essi contribuiscano a sanarne il
“cortocircuito” interno che viene a crearsi nello scarto tra
l’eccesso di sovrapproduzione e l’aumentare del sottoconsumo.
Dunque, paradossalmente, si pubblica sempre di più e si legge
sempre meno; cresce il numero dei libri e diminuisce quello dei
lettori. Inoltre il libro, pur conservando la sua specifica
“funzione formativa”, non surrogabile né sostituibile, non è più
9
F. Ferrarotti., Libri, lettori, società, op. cit., p. 40
18
lo strumento principe della comunicazione intellettuale; esso è
affiancato dai media tradizionali, da una parte, ed è raggiunto
se non addirittura superato da quelli elettronici dall’altra (tutto
quell’insieme che ne fa da supporto e che è possibile chiamare
“intertesto”
10
). Se la lettura del libro (“processo umano”) non è
più l’unica fonte di stimoli intellettuali, di contro, “l’evoluzione
della tecnologia appare tanto povera di contenuti quanto
esplosiva e rapida con riguardo ai contenitori: un’autentica
perfezione priva di scopo”
11
. Le nuove tecnologie
(psicotecnologie
12
) scardinano e rimodellano continuamente e
simultaneamente le coordinate spaziotemporali della mente e
della comunicazione umana. Come protesi e prolungamenti
10
L’Intertesto è relativo all’Intertestualità: rete delle relazioni che i testi di
una data cultura intrattengono l’uno con l’altro. In questa definizione si
intende il termine “testo” nell’accezione, conferitagli nell’ambito della
semiotica della cultura, di “qualsiasi prodotto di una determinata cultura
dotato di significato”. L’insieme dei testi di una cultura è chiamato
intertesto e la conoscenza dell’intertesto è chiamata competenza
intertestuale del destinatario.
MSN Encarta -Enciclopedia Online, Dizionario, Atlante, it.encarta.msn.com
11
F. Ferrarotti., Libri, lettori, società, op. cit., p. 62
12
Psicotecnologia è quella branca della psicologia che studia l’impatto
psicologico che ha sulla mente umana l’utilizzo delle tecnologie associate
all’uso della lingua. La principale scuola ad aver analizzato questo
fenomeno sin dagli anni ’40 è la Scuola di Toronto negli importanti studi di
Marshall McLuhan. Attualmente è lo studioso Derrik De Kerckhove a
dedicarsi maggiormente a questa disciplina; egli considera psicotecnologia
una qualunque tecnologia in grado di emulare, estendere amplificare il
potere della mente.
MSN Encarta -Enciclopedia Online, Dizionario, Atlante, it.encarta.msn.com
19
delle facoltà sensoriali hanno investito totalmente l’individuo
chiamandolo a partecipare anima e corpo, sentimenti e
ragionamenti, dando vita ad una nuova epoca, quella “neo-
tribale”
13
del “villaggio globale”
14
. L’Homo Sentients
15
, privo
di memoria, è colui che, vibrando e sentendo, abita nell’istante
di questo scenario globale nel quale il libro, pur essendo stato
detronizzato, continua ad esistere come mass medium perdente.
Un’ interazione critica fra i vari media
16
non basta a
risollevarne le sorti; questa sembra essere anzi una strada
stretta e tortuosa da percorrere. In una “collaborazione
inventiva” con il lettore esso, per vivere, ha bisogno della
fantasia
17
. Il ricorso alla multimedialità (impersonale perché
priva di memoria) getta l’utente in una schiavitù
dell’immediato che, schiacciandolo sul presente, lo rende
13
Cfr. M. Maffesoli, Il tempo delle tribù: il declino dell’individualismo
nelle società postmoderne, Guerini Studio, Milano, 2004
14
Cfr. M. McLuhan, B. Powers, Il villaggio globale: 21 secolo:
trasformazioni nella vita e nei media, SugarCo, Milano, 1998
15
Cfr. F. Ferrarotti, Homo sentients: giovani e musica: la rinascita della
comunità dallo spirito delle nuova musica, Liguori, Napoli, 1995
16
F. Ferrarotti, Leggere, leggersi, Donzelli Editore, Roma, 1998, p. 18
17
Per fantasia si vuole intendere la capacità del pensiero umano di creare
relazioni tra ciò che si conosce. Infatti “ il prodotto della fantasia, come
quello della creatività e della invenzione , nasce da relazioni che il pensiero
fa con ciò che conosce”, quindi “la fantasia sarà più o meno fervida se
l’individuo avrà più o meno possibilità di fare relazioni. Un individuo di
cultura molto limitata non può avere una grande fantasia […]”
B. Munari, Fantasia, Laterza, Bari, 2009