Capitolo Primo
STORIA DEL GIORNALISMO TELEVISIVO
1. BREVE STORIA DEL GIORNALISMO
Il giornale, inteso in senso moderno, nasce negli anni Trenta
dell'Ottocento con la rivoluzione della cosiddetta “Penny Press” negli
Stati Uniti, introdotta dalla vendita del quotidiano sulle piazze dagli
strilloni al prezzo di un penny. Un modello di stampato informativo
che si prestava a divenire uno strumento rivolto al cittadino comune,
la cui paga giornaliera si aggirava attorno agli ottanta centesimi e
non poteva sostenere il costo di sei centesimi dei giornali venduti
mediante abbonamento. Nel settembre del 1833 nasce “The Sun”,
quattromila copie e in due anni
quindicimila. Il sottotitolo del
giornale dichiara “It shines for
all” (spende per tutti) e
condensa il proposito di una
stampa popolare, non solo nel
prezzo ma anche nel
contenuto: “Presentare ad un
prezzo accessibile a tutti, tutte
le notizie del giorno”, è quanto
afferma il suo direttore
Benjamin Day. A seguire l’esempio del “Sun” è il “New York
primo quotidiano di New York che in pochi mesi raggiunge le
Figura 1 - Una prima pagina del "Sun"
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Transcript”, nato nel 1834 e diretto dallo scrittore satirico Asa Green
che, in sei mesi, raggiunge le 9 mila copie di tiratura. Nel 1834
nasce il settimanale “The New Yorker”, rifuso nell’aprile del 1841 in
un quotidiano, il “New York Tribune” che nel 1859 inaugura un
nuovo genere giornalistico. Per la prima volta la stampa non si limita
a registrare ciò che avviene nella realtà ma provoca attivamente un
evento attraverso l’intervista, riportata sul giornale con le virgolette a
delineare le parole dell’intervistato. Nasceva così uno dei rituali
strategici fondamentali del giornalismo moderno: la citazione diretta
della fonte come prova di attendibilità e obiettività del giornalista
1
.
Nel maggio dell’anno successivo nasce il “New Morning Herald” il
quale, nonostante il suo capitale iniziale sia di 500 dollari, contro i 3
mila del Tribune, costa un penny. Realizza in poco tempo una rete
di corrispondenti che si estende fino in Europa (a partire dal 1841).
E’ il primo giornale ad inaugurare la prassi delle edizioni
straordinarie in occasione di eventi di particolare rilevanza; dedica
ampio spazio alla cronaca nera e all’informazione economica e
sportiva. Il successo di questo genere di pubblicazione è immediato,
tanto che tra il 1830 e il 1840 il numero delle testate in circolazione,
passa da 65 a 138. I nomi dei giornali cessano di richiamare il
lessico commerciale delle gazzette del secolo precedente, quali
“Adviser”, “Commercial”, “Mercantile”, per assumere nomi
suggestivi, quali “Herald”, “Tribune”, “Star”, “Sun”, più adatti al gusto
dei nuovi lettori. Oltre alla notevole riduzione del prezzo, i
cambiamenti che la “Penny Press” introduce nella formula
tradizionale del quotidiano americano sono due. Il primo, formale, è
costituito dalla presenza crescente della pubblicità che finisce per
1
G. Gozzini, Storia del giornalismo, Bruno Mondadori, Milano, 2000, p. 118
7
entrare degli stessi articoli di cronaca, è il cosiddetto puff (soffietto),
sovvenzionato da privati disposti a pagare molto e sottobanco. Il
secondo, riguarda la selezione delle notizie secondo il loro human
interest, vale a dire, secondo la loro natura depoliticizzata di fatti
personali di cronaca, dei quali interessa la stranezza e singolarità, la
carica emotiva e la capacità di evocare il vissuto individuale dei
lettori. La cronaca diventa una nuova dimensione della notizia, di
valore universale, in grado di tagliare trasversalmente classi sociali
e livelli culturali diversi
2
.
La stampa si sviluppa con un certo anticipo rispetto all’Europa,
d i,
nonostante il primo quotidiano conosciuto sia l’inglese “Daily
Courant” (1702), non solo perché
l’industrializzazione è già da tempo una
realtà ma soprattutto perché il Primo
Emendamento della Costituzione
prescrive un grado notevole di libertà di
stampa: “Il Congresso non farà leggi
restrittive della libertà di stampa”. La
“Penny Press” rispecchia, nella forma e
nel contenuto, i cambiamenti vissuti dalla
società statunitense e l’emergere della
classe borghese, sempre più lontana
dalla cultura aristocratica della nobiltà di
stampo europeo. E’ l’epoca in cui il
presidente Jackson, eletto nel 1828 e
leader del Partito Democratico, formato
allevatori, commercianti dell’Ovest e industriali dell’Est, proclama:
Figura 2 - Una prima pagina del
"The Daily Courant." del 1702
a pionieri, agricoltor
2
Ibidem
8
“Fede nell’uomo comune, credenza nell’uguaglianza politica e
nell’uguaglianza delle possibilità economiche”. La “Penny Press”
contribuisce a cambiare la cultura americana: abbatte la
riservatezza della sfera privata dell’esistenza, dà l’impressione di
difendere i cittadini contro gli abusi dei “poteri forti” (chiese, tribunali,
banche), rafforzando l’unità nazionale. Con la “Penny Press”
qualsiasi avvenimento può diventare notizia in forza del suo
appartenere alla quotidianità. I giornali iniziano a pubblicare
informazioni raccolte nei distretti di polizia, nelle aule dei tribunali,
nelle strade, novità o fatti insoliti. Si tratta di un nuovo modo di
concepire la notizia, anche se non è ancora possibile ricorrere alla
fotografia o a titoli cubitali, per richiamare l’attenzione sull’evento. E’
questa la fase in cui si sviluppa anche la “cultura della notizia” come
merce, il cui unico parametro di riferimento è costituito da mercato.
La verifica della qualità di un’informazione consiste nel trovare chi è
disposto a comprarla, appurarne la verità è compito del lettore,
mentre alla stampa non spetta altra funzione che quella di filtro
3
.
Nella seconda metà del secolo, l’attività redazionale si specializza,
abbandonando il carattere letterario per assumere quello
giornalistico. I nuovi quotidiani si allontanano sempre più dai circoli
politici non tanto per esigenze d’indipendenza ma perché la politica
risulta essere troppo lontana dai problemi dei lettori. I quotidiani
popolari sono accusati di dare troppo spazio al sensazionale
indulgendo ai peggiori gusti del pubblico, ma sono preferiti dal
pubblico alla stampa “di Wall Street” considerata al servizio del
potere economico e della corruzione politica. L’espansione dei
quotidiani popolari, che in poco tempo raggiungono il milione di
3
Ibidem, p. 121
9
copie, deriva in particolar modo dalla spregiudicatezza dei giornalisti
per i quali diventa imperativo quotidiano “fare lo scoop”, scovare
cioè le notizie prima della concorrenza per vendere un numero
sempre più consistente di copie. Due celebri pionieri e magagnati di
questo tipo di stampa sono William R. Hearst e Joseph Pulitzer,
anche se quest’ultimo, divenuto in seguito un editore di qualità, è
conosciuto fino ai nostri giorni per il più ambito premio giornalistico.
Accanto ai giornali popolari, a New York e in altre città nascono o
conquistano molti lettori dei quotidiani di qualità, come il “Saint Luois
Post Dispatch” del 1878 di Pulitzer. Il più noto e apprezzato è il
“New York Times”, nato nel 1851 e modello di un giornale che vuole
rivolgersi a tutti i lettori indipendentemente dalle loro idee politiche,
che tratta anche notizie sgradite all’editore tenendo il più possibile
separati i fatti dal commento. Per sottolineare questa scelta, come
nei migliori quotidiani americani, la pagina dedicata agli editoriali è
condotta da un giornalista diverso dal direttore della pubblicazione.
Nel 1857 il costo del “Times” sale a due penny, in cambio dei quali
offre otto pagine a sei colonne, con una tiratura di 25 mila copie, nel
giro di dieci settimane, guadagna lettori in un pubblico stanco degli
eccessi dei quotidiani rivali. Da metà Ottocento, i maggiori quotidiani
sostituiscono la carta di stracci, più resistente ma anche più costosa
e più difficile da stampare, con la carta ricavata dalla pasta di legno.
Nuovi macchinari sono impiegati per la piegatura dei fogli che
velocizzano i tempi di uscita e facilitano foliazioni più ampie delle
quattro pagine che hanno rappresentato lo standard di riferimento
nella prima parte del secolo
4
.
4
Ibidem
10
Il fenomeno che si manifesta con tanta evidenza nella stampa
americana fa parte dell’evoluzione generale della stampa che
interessa anche i giornali europei anche se notevoli sono le
differenze esistenti tra stampa di impronta anglosassone e quella
dei paesi latini. Nel primo caso siamo di fronte ad un giornalismo
che distingue nettamente i giornali di qualità da quelli popolari, con
un continuo richiamo all’eredità della riforma protestante e dei
fondamenti di libertà nati in Gran Bretagna e trapianti negli Stati
Uniti; nei paesi latini, il giornalismo risente fortemente di grandi
tradizioni letterarie e forti passioni politiche. Tradizioni storiche,
culturali e sociali nonché i rapporti con le situazioni politiche ed
economiche nelle quali si sviluppano i quotidiani, creano, inoltre,
significative differenze nei tempi e i modi di evoluzione delle testate
giornalistiche nei vari Paesi
5
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1.1 PRIMI PASSI DEL GIORNALISMO IN ITALIA
In Italia una parte considerevole di giornali tuttora in circolazione è
nata, in forme artigianali, durante il Risorgimento e nei primi anni
dell’Unità. Già nel Seicento le prime gazzette, facendo seguito ai
fogli e agli avvisi affissi generalmente alle porte delle chiese
riportano notizie locali e informazioni sulle corti estere, ma è nel
Settecento che i primi giornali vedono la luce. Si tratta
essenzialmente di traduzioni di giornali stranieri, di contenuto
generalmente letterario destinati ad une ristretta élite. Il giornale
compie sensibili progressi nel periodo che va dalla rivoluzione
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www.cronologia.it/giornale di Martina Bertolini
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