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Capitolo I
Lo sviluppo storico del giornalismo italiano e confronto con il modello
anglosassone
Il giornalismo italiano Ł stato legato, fin dalla sua nascita, al potere politico. Ancora oggi
molti quotidiani nascono con una precisa finalit p olitica e partigiana. E dov Ł in questo
scenario lo spazio per l obiettivit proclamata dal le carte deontologiche della professione?
Ci proponiamo qui di esaminare, in una prospettiva storica, il formarsi del mestiere di
giornalista in Italia, affetto, sin dai primordi, di un peccato originale di cui la stampa
italiana risente ancora oggi.
Il giornalismo italiano Ł nato, e si Ł conservato per lungo tempo, con delle precise
caratteristiche.
Il contesto storico che vede nascere e svilupparsi il giornalismo in Italia, non Ł
particolarmente positivo dal punto di vista sia economico che culturale.1
1. 1. Le gazzette, in Europa ed in Italia.
Gli albori del giornalismo europeo si scorgono con le gazzette, all inizio dei Seicento: il
primato si deve a citt come Anversa, Augusta, Stra sburgo (tra il 1605 ed il 1609) grazie al
loro ruolo politico e commerciale.
In Italia le prime gazzette nascono a Firenze e Genova, rispettivamente nel 1636 e 1639. Gi
circolavano da tempo avvisi e fogli di notizia, destinati a divenire gazzette dal 1563 quando
uno di questi venne messo in vendita al prezzo di una gazeta. Infatti, come gli avvisi, le prime
gazzette escono senza titolo e contengono notizie dall estero e poche notizie locali. Sono, in
definitiva, fogli volanti e spesse volte manoscritti. Inoltre c Ł un grosso scarto di tempo tra
l avvenimento e l effettiva circolazione della noti zia.
Gi in questo periodo ben poca libert Ł riservata al compilatore e allo stampatore: la stampa e
l attivit giornalistica sono poste sotto il regime di esclusiva, un privilegio concesso al
principe, e alla censura preventiva. Spesso inoltre il compilatore Ł un uomo di fiducia del
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Cfr. I contenuti di questo capitolo sono tratti dai seguenti testi:
P. Murialdi, Storia del giornalismo italiano, Il Mulino, Bologna 2006.
A. Mazzanti, L obiettivit giornalistica: un ideale maltrattato Il caso italiano in una prospettiva storico-
comparativa (1800-1990), Liguori, Napoli 1991.
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governante. Il sistema del privilegio comporta un intenso controllo politico sull attivit di
redazione delle notizie, tramite sovvenzioni ed agevolazioni, fino al completo monopolio.
Il privilegio e la censura preventiva vengono aboliti per la prima volta in Inghilterra nel 1695,
in seguito alla guerra civile. Pochi anni dopo nascer il Daily Courant, considerato il primo
quotidiano moderno della storia. ¨ la prima stampa che riesce ad affrontare liberamente temi
politici, e verr quindi definita, nel 1787 da Edmu nd Burke, quarto potere .
Anche in Italia nei primi anni del Settecento, ben lungi dall ottenere tali libert , le gazzette
privilegiate iniziano ad estendere la loro rete in numerose citt . Il mestiere Ł difficile poichØ i
governanti, consapevoli del potenziale di una informazione diffusa tra il popolo, cercano
sempre di piø di ostacolare la crescita della stampa, velocizzata dall emergere di nuovi e
potenti mezzi tecnici. La persecuzione Ł particolarmente attiva nello Stato della Chiesa, dove
alcuni papi mandano a morte dei gazzettieri, sentendosi offesi dai loro scritti.
¨ il momento dei giornali letterari e specializzati che, partendo dalla Francia di Luigi XIV,
arrivano anche in Italia, rivolgendosi a un pubblico di dotti. Iniziano a penetrare nella penisola
i nuovi ideali dell Illuminismo, grazie alla lezione del giornalismo inglese e all EncyclopØdie
di Diderot e D Alembert, tradotta e pubblicata dal giornale Il CaffŁ, prodotto di spicco
dell Illuminismo italiano, promosso da grandi personaggi quali Cesare Beccaria, ed
Alessandro e Pietro Verri.
Con Il CaffŁ il giornale letterario passa in secondo piano. Scrive Pietro Verri: Ci siamo
particolarmente proposti di combattere molte di quelle chimere che piø s oppongono ai
progressi degli ingegni italiani .
La situazione in Italia varia da stato a stato, a seconda dell impostazione politica dei regnanti,
verso regimi illuminati o assolutisti.
1. 2. La svolta della Rivoluzione Francese ed il periodo napoleonico in Italia
La Rivoluzione Francese segna una svolta nel giornalismo europeo. La Dichiarazione dei
diritti dell uomo (1789) sancisce tra gli altri uno dei diritti fondamentali piø importanti che,
per loro natura, dovrebbero essere sempre rispettati e garantiti anche nei nostri cosiddetti stati
moderni.
L articolo XI recita:
La libera comunicazione del pensiero e delle opini oni Ł uno dei diritti piø preziosi
dell uomo: ogni cittadino pu dunque parlare, scriv ere, stampare liberamente, salvo
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rispondere dell abuso di questa libert nei casi de terminati dalla legge . Questo diritto Ł
nuovamente affermato nel primo emendamento della Costituzione americana (1791).
In Italia arriva voce di queste novit in sordina, le gazzette ne parlano in modo sommario ma
fatti di tale entit non possono essere taciuti. La diffusione delle gazzette nel paese, in
corrispondenza di questi eventi aumenta: le persone piø colte sono curiose ed entusiaste di
questi cambiamenti, e da non trascurare Ł il passaparola nelle citt , che porta anche il popolo
meno istruito a conoscere questi grandi avvenimenti.
Purtroppo la nuova libert non dura a lungo e, con l inasprimento della Rivoluzione, i
regnanti italiani tornano a esercitare il loro strapotere sulla stampa, anche in stati piø liberali
come Toscana e Lombardia.
Viene trovato un labile rimedio nel contrabbando, quando nella penisola, data la svolta della
situazione interna francese, la propaganda antirivoluzionaria si fa sempre piø stringente.
Intanto, curiosamente, nascono i primi periodici femminili, come il Giornale delle dame
(Firenze, 1791).
Quando Napoleone Bonaparte entra in Italia, Ł il 1796, nascono nuovi giornali, da lui voluti
per infiammare l Italia . Nel Triennio rivoluziona rio l Italia pu vedere una vera libert si
stampa. ¨ in questa fase che appaiono i quotidiani, che per avranno vita breve. Nasce per il
giornalismo politico, che segue la politica interna attraverso i dibattiti e le nuove istituzioni
francesi. Si diffonde su larga scala il desiderio dell Unit della penisola.
Napoleone non tiene fede alle promesse dello Statuto della Repubblica Cisalpina e la libert
di stampa si fa meno completa, anche a causa della tassa di bollo che scoraggia nuovi prodotti
editoriali.
Nel 1799 la Repubbliche crollano per mano delle truppe austro russe che costringono i
francesi alla ritirata ma, l anno successivo, dopo la vittoria di Marengo, Napoleone torna a
Milano da dittatore, non gi da liberatore. ¨ il co lpo di stato del 18 brumaio.
Nella seconda Repubblica cisalpina la minaccia alla libert di stampa arriva solo nel 1803,
quando un decreto regola rigorosamente la censura preventiva. Ma nel 1806, al culmine del
potere napoleonico, egli abolisce la censura preventiva e la Magistratura di revisione diviene
l Ufficio della libert di stampa . Si tratta per solo di un mutamento di facciata, e inoltre il
conformismo tra i giornalisti Ł ormai radicato, e si manifesta in esaltazioni dell Imperatore.
Gi in questo periodo c Ł una forte dipendenza della stampa dalle sovvenzioni statali per la
sopravvivenza, data la scarsa diffusione dei giornali, che spesso escono solo due o tre volte
alla settimana.
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La situazione della stampa vede un notevole sviluppo dalla Rivoluzione fino alla fine dell era
napoleonica: aumenta il numero di lettori, si differenziano i ruoli in redazione (direttore,
redattori, collaboratori), il giornale raggiunge pubblici differenziati e c Ł una notevole
evoluzione tecnica.
Nonostante questo non si torner , per ora, alla lib ert di stampa sperimentata nella prima fase
dell epoca napoleonica.
Nelle capitali e nei maggiori centri urbani degli Stati restaurati escono dei fogli ufficiali,
spesso chiamati Gazzetta, che pubblicano leggi, atti di governo e notizie politiche manipolate.
Agli altri periodici Ł proibito occuparsi di politica.
La diffusione dei giornali Ł molto bassa, si parla di due o trecento copie vendute, e, per quanto
riguarda lo stile di scrittura, il linguaggio Ł poco accessibile e volutamente aulico.
L analfabetismo, inoltre, tocca picchi percentuali molto alti, quindi la fascia di potenziali
lettori Ł molto ristretta.
Gli stati italiani, durante la Restaurazione, sono in evidente arretratezza: il processo di
industrializzazione ritardato, la ristrettezza dei mercati, il basso sviluppo di comunicazioni e
tecnologia non permettevano la nascita di un mercato editoriale forte, tale da raggiungere
quello di altri paesi europei o degli Stati Uniti.
Come si diceva, un rilevante ostacolo risiede nel sistema di censura operato dai sovrani degli
Stati: quella dell epoca Ł una stampa imbavagliata che non pu permettersi di pubblicare fatti
di cronaca o opinioni che possano risultare sgradite ai governanti.
La stampa del tempo non si configura infatti come un ulteriore potere in rapporto con quello
politico, bens Ł succube, strumento e portavoce dei regnanti. Non c Ł l obiettivo sociale di
strumento utile alla collettivit e alla formazione di un opinione pubblica informata.
Questa peculiarit rimarr inalterata fino a dopo i l Risorgimento e l Unit , costituendo il vizio
storico della stampa italiana.
Del resto, lo stesso contesto politico Ł arretrato: i ceti borghesi iniziano ad attivarsi per vedersi
riconosciuti diritti costituzionali che in altri paesi erano ormai stati raggiunti, c era quindi una
tendenza al progresso in netta opposizione a governi dispotici e censure.
Manca un rapporto con i lettori, causato in primis dall analfabetismo, dall alto prezzo di
vendita dei giornali, e dalla lentezza di diffusione dei mezzi innovativi atti a produrli.
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La funzione primaria del giornalismo dell epoca non Ł informare, ma propagandare un
determinato programma politico, sostenere l uno o l altro partito. Uno strumento che, col suo
registro elitario e paternalistico, anela piø alla creazione delle coscienze che a una vera e
propria informazione.
1. 3. Il Risorgimento e l Unit d Italia
Si assiste ad un risveglio delle coscienze intorno al 1820, in corrispondenza dei moti
d indipendenza, soprattutto nelle fasce colte della popolazione. Iniziano a circolare fogli
clandestini redatti dai carbonari. A Firenze nel 1821 nasce l Antologia, giornale di scienze,
lettere ed arti ad opera di Gian Pietro Viessieux, fautore di un giornale attento ad argomenti
economici, scientifici e storici. Inoltre si cerca di dare una fisionomia omogenea e di utilizzare
un linguaggio piø semplice. Alla direzione dell Antologia, Viessieux scopre nuovi talenti
come Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini. Questo fino alla soppressione del periodico, ad
opera del Granduca di Toscana, nel 1833.
Mazzini, in esilio, fonda la Giovine Italia, dalle cui colonne diffonde il monito foscoliano:
Scrivete. Perseguite con la verit i vostri persec utori . Intanto, nel territorio italiano,
continua la rivalit tra giornali liberali e giorna li conservatori
Arriva anche la fortuna dei magazzini pittorici , periodici illustrati ispirati alla penny press
londinese e dal formato vicino al moderno tabloid.
Nonostante i gravi fattori di arretratezza, intorno al 1830, soprattutto nella borghesia degli
stati settentrionali, la domanda di informazione ed intrattenimento aumenta, concentrandosi
per su pubblicazioni secondarie come quelle delle cognizioni utili o a periodici come Il
Corriere delle Donne.
Viene cos a mancare il rapporto tra borghesia e stampa, classicamente investita del ruolo di
rappresentante sociale e medium tra popolo e potere.
La stampa funse, in situazioni meno arretrate, da filo conduttore tra il sentire dell opinione
pubblica e i gestori della res publica, contribuendo alle evidenti conquiste che occorsero tra
l Ottocento ed il Novecento, verso la democrazia ed i diritti che conosciamo oggi.
Indubbiamente per , intorno agli anni Trenta e Quar anta dell Ottocento, c Ł un fenomeno di
sviluppo del giornalismo verso i ceti popolari, anche se minore rispetto a Francia ed
Inghilterra.
Si afferma in diversi stati un tipo di stampa meno ligia alla censura e piø moderna.