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Introduzione
L’obiettivo del nostro lavoro nasce da una passione per la
fiction, in particolare la serialità americana che da sempre
regala ottimi prodotti che in qualità, in cast ed effetti speciali
possono essere paragonati alle produzioni cinematografiche.
Prenderemo in esame la serie televisiva Lost cercando di
rintracciare i motivi del successo all’interno della narrazione.
Quello che possiamo subito notare è che nonostante vengano
utilizzati strumenti narrativi classici del mito e della fiaba, non è
il plot narrativo ad essere innovativo, quanto piuttosto l’uso
delle tecniche narrative.
In questi ultimi anni in Italia sono approdate diverse serie
televisive che hanno ottenuto grande successo. Nel primo
capitolo ci occuperemo di una ricostruzione storica della fiction
ripercorrendo le fasi principali fino a dedicarci ad un
determinato settore: la fiction televisiva (serial e serie).
Ripercorreremo le tappe fondamentali che hanno permesso la
nascita e lo sviluppo di questo genere fino ad arrivare ai giorni
nostri. Ci occuperemo, in particolare, del formato serie
serializzata, o “a incastro”, che nasce dalla contaminazione tra
serie e serial e in cui le storie secondarie sono tutte funzionali
alla storia principale. Vedremo brevemente la produzione
seriale avuta in questi anni per scoprire il percorso compiuto
dalle serie televisive prima di giungere a Lost. È con gli anni
Novanta che la produzione televisiva americana propone
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fiction che non possono più essere fruite distrattamente e
passivamente. Le modalità di consumo e il rapporto con il
pubblico si modificano: il desiderio di essere coinvolto in
maniera più attiva e partecipativa diventa sempre più marcato.
A tal proposito possiamo citare due serie televisive che
rappresentano appieno questo fenomeno. La prima è I segreti
di Twin Peaks (D. Lynch, 1990) la seconda è The X-files (C.
Carter, 1993). Esse si riveleranno molto importanti per il nostro
percorso in quanto sarà facile riscontrare analogie con Lost sia
come fenomeno di culto sia per quanto riguarda il mistero, la
suspense, gli interrogativi innescati nello spettatore.
Nel secondo capitolo affrontiamo gli aspetti più generali della
serie attraverso una presentazione volta a soffermarsi sulle
modalità di ideazione e su una descrizione a grandi linee del
plot della prima e della seconda stagione. In questo telefilm,
ogni elemento è dosato e scelto con una cura meticolosa.
Vedremo, innanzitutto, come sia importante la scelta del titolo
“Lost”, una sorta di etimologia della parola per rappresentare a
priori qualcosa di emblematico, di uno stato di appartenenza,
di sospensione. Successivamente si entra nello specifico
dell’analisi spaziando su più aspetti: un’analisi tecnica
strutturale volta ad individuare lo schema sul quale è costruito
ogni episodio e analizzeremo la tecnica narrativa del
flashback. In seconda battuta prenderemo in analisi i
personaggi a cui applicheremo il modello teorico del “viaggio
dell’eroe” delineato da Vogler per ricostruire il loro sviluppo di
crescita.
Nel terzo capitolo attueremo un’analisi socio-politica volta ad
indagare i significati assunti dai gesti e dalle azioni dei
personaggi. Assistiamo alla costruzione di una piccola società
all’interno della quale il potere è l’arma più forte per farsi
spazio. Inoltre vedremo come la fiducia sia qualcosa che
manca all’interno del gruppo che spesso punta
all’individualismo piuttosto che al pensiero comune. Infine
vedremo il contrasto fede/scienza e le varie espressioni del
nemico.
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Nel quarto ed ultimo capitolo vedremo che non sono solo le
tecniche narrative a rendere Lost un prodotto vincente ma
anche le fasi della produzione e di distribuzione. La fruizione di
Lost, non si ferma alla sola visione passiva ma assume forme
e colori che vanno oltre lo schermo televisivo, prendendo il
cosiddetto appellativo di fandom. Come avviene per ogni
prodotto di successo, sul mercato italiano e internazionale è
possibile trovare forme di merchandising che sembra non
avere fine e che si sviluppa maggiormente su internet.
Nelle conclusioni tireremo le somme del nostro lavoro
cercando di mettere in luce la diminuzione del successo
ottenuta con la seconda stagione in Italia e la terza in America.
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Capitolo uno
Forme di serialità
1.1 La fiction
Quando si parla di fiction si fa riferimento alla narrazione di
eventi immaginari. Il termine fiction, di provenienza inglese, è
usato per indicare un'opera letteraria, radiofonica,
cinematografica, televisiva nella quale è prevalente un aspetto
di finzione. Nella lingua inglese con questo termine si
definiscono tutte le opere di immaginazione e di fantasia.
Fiction, infatti, letteralmente significa finzione, simulazione;
deriva dal verbo latino fingere al quale si può attribuire il
triplice significato di modellare, immaginare e simulare. Da un
punto di vista etimologico il termine fiction si contrappone in
modo inequivocabile al concetto di realtà, a ciò che è vero.
Attraverso la fiction vengono costruiti universi paralleli
partendo però da spunti che provengono da situazioni reali. Lo
scopo perseguito è l’imitazione della realtà, la ricostruzione di
un mondo possibile uscendo dal mondo dei fatti reali. Nella
fiction, infatti, vi è un costante processo di contaminazione tra
immaginario e vita quotidiana.
La fiction è percepita come una forma di intrattenimento e in
alcuni casi, come una forma d’arte. Possiamo rintracciare le
sue origini nel feuilleton. Il termine francese feuilleton,
letteralmente significa “foglietto” e viene utilizzato per la prima
volta agli inizi dell’Ottocento per indicare i primi supplementi
che accompagnavano i giornali dell’epoca. Questi supplementi
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inizialmente riguardano argomenti tradizionalmente esclusi
dalle pagine dei quotidiani (teatro, critica letteraria ecc ecc),
successivamente, invece iniziano ad ospitare brani tratti da
romanzi famosi. Nasce così il romanzo d’appendice, che
prende il nome proprio dalle modalità di pubblicazione e di
impaginazione adottate nei supplementi. L’evoluzione della
fiction prosegue attraverso la nascita del romanzo rosa.
Questo genere letterario si caratterizza principalmente per
l’ampio spazio dedicato alle storie d’amore, agli intrecci di
cuore; è focalizzato dunque su tematiche precise che da
sempre vengono considerate di esclusivo interesse femminile.
Il “rosa” però è uno stile narrativo che può essere rintracciato
non solo nella letteratura ma anche nel fotoromanzo e nel
fumetto. Il fotoromanzo è un genere trasversale in quanto
presenta alcune caratteristiche proprie del fumetto e della
fotografia ma attinge anche alla letteratura rosa, al cinema, ai
romanzi gialli; ha una struttura che si basa sulla successione
di fotografie disposte secondo un ordine logico- sequenziale.
E’ grazie alla rappresentazione attraverso immagini
fotografiche e alla serialità che questo meta-genere è riuscito
a costruire il suo successo sopravvivendo allo sviluppo della
nuova industria culturale. Il carattere della serialità è presente
anche nel fumetto. Senza dubbio, il fumetto, può essere
considerato uno dei più antichi e originali mezzi di
comunicazione del Novecento. I comics non si basano su
un’invenzione tecnica ma su un’innovazione concettuale. Essi
infatti sfruttano la carta, un supporto già esistente, ma
trasmettono virtualmente le informazioni contenute nelle
vignette attraverso una serie di processi di “lettura
standardizzata”. Si può dunque notare che la serialità si
presenta come la caratteristica principale di ogni forma
culturale di intrattenimento. Il più attivo e fervido polo di
produzione culturale nel panorama mondiale è rappresentato
dagli Stati Uniti e questo si verifica già dalla fine dell’Ottocento.
L’obiettivo perseguito è quello di intrattenere e fidelizzare il
pubblico. Come si è già detto dunque il primo mezzo di
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comunicazione che subisce una “ridefinizione” in quest’ottica
di massa è il feuilleton; è proprio la carta stampata che per
prima cerca di sfruttare la potenzialità dell’abbinamento tra
informazione ed intrattenimento, serialità e fumetto per attrarre
i propri lettori. I giornali vengono poi seguiti dalla radio. A
partire dagli anni Trenta i più importanti network radiofonici
statunitensi ricorrono a nuove forme di narrazione seriale: il
radio dramma e le soap operas radiofoniche. Il meccanismo
della serialità non nasce dunque in televisione ma vi approda
solo negli anni Quaranta dopo essere stato ampiamente
sperimentato nel giornale, nella letteratura, nel fumetto, nella
radio. Centro propulsore della nascita e della diffusione della
fiction televisiva sono gli Stati Uniti. Le prime serie trasmesse
dalle televisioni di altri paesi, Italia compresa, sono tutte
statunitensi. Le prime fiction televisive che iniziano a
diffondersi negli Stati Uniti alla fine degli anni Quaranta si
basano su vicende legali e trame poliziesche. Tra le più
importanti si ricordano Public Persecutor (1947-1948), Hands
of murder (1949- 1950), Dragne (1951) I’m the law 1953),
Highway Patron(1955). A partire dagli anni Cinquanta i telefilm
polizieschi, grazie ad un successo di pubblico sempre più
crescente, diventano dei veri e propri format con regole
standardizzate. Sull’onda del grande successo, negli anni
seguenti, la produzione di fiction aumenta dando vita a generi
diversi. Il termine fiction televisiva indica un’opera audiovisiva
per la televisione, di narrazione e finzione scenica che ha,
principalmente, lo scopo di intrattenere il pubblico ma può
avere anche finalità biografiche, storiche o di divulgazione
culturale. La fiction televisiva è dunque un genere del
programma televisivo e, a sua volta, è distinta in generi e
macrogeneri. Essa infatti può essere distinta in base al
modello ed al formato seriale oppure in base al genere
narrativo. Quando si parla di formato si fa’ riferimento al
formato temporale, dunque alla durata del programma e dei
singoli episodi. Con modello seriale, invece, si indica il tipo di
rapporto che esiste tra episodi differenti. La serialità è la
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suddivisione in parti destinate ad essere trasmesse in giorni
diversi. Parlando di genere narrativo, invece, si fa riferimento
al tipo di emozioni suscitate nello spettatore, alla tonalità della
narrazione, al mondo rappresentato. Le formule narrative di un
prodotto seriale, sia esso un episodio piuttosto che una
puntata, devono rispondere a criteri di numerosità, ripetizione
e continuità di tempi, luoghi e personaggi. La fiction televisiva
segue uno sviluppo che procede per segmenti, a differenza di
un’opera cinematografica che risulta essere autoconclusa e
consequenziale. I diversi frammenti acquisiscono coerenza e
riconoscibilità grazie ad un meccanismo di ripetizione
determinato dalla forma seriale e da una base comune di
personaggi, luoghi e situazioni che si ripropongono settimana
dopo settimana o giorno dopo giorno. La continua creazione-
dissoluzione di rapporti, equilibri e affetti rende le conclusioni
proposte in ciascuna puntata provvisorie e dilemmatiche. Gli
eventi rappresentati avvengono nel tempo richiesto al loro
accadimento naturale, mentre il passaggio da un segmento
all’altro tende ad esaltare la dilatazione del tempo.
1.2 Formati della fiction
La fiction televisiva si distingue in macrogeneri: serie
televisiva, serial televisivo, telefilm, miniserie televisiva, film
per la tv.
I film per la tv sono prodotti esattamente simili a quelli
cinematografici, invitano lo spettatore ad una visione unica con
la solo differenza di essere realizzati esclusivamente per la
televisione. Si tratta di prodotti che possono essere fruiti dal
pubblico senza che vi sia alcun rimando a puntate precedenti
o successive.
Le miniserie sono film per la tv che vengono però suddivisi in
più parti, generalmente due. Alla base della realizzazione delle
miniserie tv ci sono due motivazioni: una motivazione
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produttiva ed una motivazione di palinsesto. Dal punto di vista
produttivo, le miniserie permettono di ammortizzare i costi in
più serate e grazie a questo è possibile riuscire a realizzare
progetti sempre più ambiziosi. Dal punto di vista della
programmazione invece, le miniserie rivestono all’interno del
palinsesto televisivo il ruolo di evento speciale. La miniserie
televisiva è dunque suddivisa in un numero determinato di
parti e ciascuna di queste parti è la continuazione narrativa
della precedente.
Un altro macrogenere della fiction televisiva è rappresentato
dal telefilm. Il telefilm, in modo particolare quello americano, si
basa su una fotografia accurata, un montaggio rapido ed
efficace, un’adeguata dose di primi piani e soprattutto
sull’onnipresenza dei personaggi principali. Il telefilm non si
caratterizza per la presenza di una particolare struttura
narrativa ma per il fatto che la rappresentazione scenica è una
ripresa dal vivo della realtà. Esso dunque può presentare la
struttura di una serie televisiva o di un serial o raggruppare in
sé entrambi i macrogeneri.
Un’importante distinzione dal punto di vista narrativo, invece,
può essere effettuata riguardo alla differenza tra serial e serie.
Con la definizione di serial, vengono indicati tutti quei prodotti
fictional in cui, al di là del tema principale, che può variare a
seconda del genere a cui si fa riferimento, la narrazione si
svolge secondo un andamento cronologico regolare, che
permette ai personaggi di affrontare vicende differenti, di
invecchiare, di cambiare ruolo, di avvicendarsi. Il fattore
caratterizzante il serial è dunque la variabile temporale: la
storia narrata viene spezzettata in un numero variabile di
puntate. Tra i serial che hanno avuto un grande successo,
ricordiamo Dallas, e Dynasty. I serial possono essere distinti
in soap opera ed in telenovelas. La soap opera è di
provenienza per lo più americana ma non rappresenta un
genere a se stante ma una variazione del serial classico. La
soap infatti è potenzialmente infinita e costituita da puntate
susseguenti che sviluppano una trama essenziale. I temi
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principali sono incentrati su vicende quotidiane che tendono a
mettere in evidenza le relazione personali ed amorose. La
soap opera è il prodotto di fiction che ha riscosso la maggior
notorietà e diffusione presso il grande pubblico.
La telenovela, invece, nasce nel Sud America, in modo
particolare in Brasile; in questi paesi viene considerata un vero
e proprio prodotto nazionale, una sorta di attualizzazione del
teatro popolare tradizionale. La telenovela è caratterizzata
dall’intreccio di vicende d’amore, storie di vita e
rappresentazioni della quotidianità che vengono raccontate
attraverso un montaggio serrato ed una drammatizzazione
degli aspetti più sentimentali; non è necessariamente
ambientata nella nostra epoca.
Con la definizione serie, invece, vengono indicati tutti quei
prodotti autoconclusivi, di breve durata, che prevedono la
presenza di personaggi fissi ed immutabili nel corso del
tempo. La serie è senza dubbio la forma di telefilm americano
più diffusa. I caratteri che contraddistinguono la serie sono i
seguenti: la serialità e l’autonomia di ogni singola parte. Una
serie televisiva è suddivisa in parti destinate ad essere
trasmesse in giorni diversi che prendono il nome di episodi.
Nei vari episodi generalmente vi sono elementi ricorrenti, quali
i personaggi, l’ambientazione, il tema narrativo, la regia, il
ritmo e molti altri che caratterizzano la serie televisiva e che il
telespettatore ritrova in ogni episodio. Ogni parte, ogni
episodio è un segmento narrativo autonomo, una storia a sé,
anche se possono esserci delle eccezioni e dunque alcune
storie possono essere suddivise in più episodi. Le serie
americane prevedono circa dodici-tredici puntate della durata
media di un'ora lorda, ovvero 45-50 minuti netti non contando
le interruzioni pubblicitarie. La struttura degli episodi è
costruita in modo da mantenere costante l’attenzione dello
spettatore attraverso un ritmo incalzante. In questo senso,
anche le interruzioni pubblicitarie non sono posizionate
casualmente ma vengono previste in anticipo, senza incidere