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INTRODUZIONE
La nostra tesi si occupa del fenomeno erotico, considerato da Marion in Le
phénomène érotique
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. A esso giungiamo per “approssimazioni cardiache”. Infatti, cuore
della filosofia di Marion è la fenomenologia, cuore della sua fenomenologia è la
donazione, cuore della donazione è il fenomeno erotico, nel cui petto batte la riduzione
erotica, che si radicalizza nella decisione di ciascuno degli amanti di farsi avanti verso
l’altro. Diciamo subito che gli amanti per eccellenza, ai quali guarda Marion nel suo libro,
sono quelli che vivono una relazione di coppia, ma, allo stesso tempo, il farsi avanti nel
contesto del fenomeno erotico è proprio anche di altre figure (amici, familiari, Dio ecc…).
Farsi avanti è l’espressione che Marion usa per illustrare l’essenza della riduzione
erotica. Il termine francese da Lui utilizzato è avance. La scelta del traduttore italiano ci
sembra appropriata, non solo perchè risponde al significato più autentico della parola
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,
ma, anche e soprattutto perché questa espressione polirematica esprime bene il
movimento verso l’altro, che nasce dalla decisione del soggetto di disporre di sé. L’altro
è il luogo naturale verso il quale l’amante si muove, luogo che risignifica il senso dello
spazio in senso erotico, come suggerisce - a suo modo - anche sant’Agostino nelle
Confessioni («pondus meum amor meus, eo feror quocumque feror
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»), che Marion
rilegge fenomenologicamente
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. Farsi avanti, significa, dunque, anzitutto, seguire il
desiderio del cuore che muove la volontà a decidersi per e verso l’altro, in anticipo e senza
garanzia di reciprocità. Questo farsi avanti diventa per Marion la manifestazione di un
amore inteso come dono, ridotto alla donazione.
Ci proponiamo di verificare se, come crediamo, l’elemento decisivo del fenomeno
erotico descritto da Marion sia costituito proprio dal movimento del farsi avanti degli
amanti. Se questo è vero, esso dovrà ritrovarsi come elemento decisivo di tutti i momenti
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J.-L. Marion, Le phénomène érotique. Six méditations, Paris: Éditions Grasset & Fasquelle 2003 (Il
fenomeno erotico. Sei meditazioni, trad. it. a cura di L. Tasso, Siena: Cantagalli 2007).
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Il Dictionnaire de l’Académie Française presenta come primo significato della parola la seguente
definizione: «Action de se porter en avant» (v. “Avance”, Dictionnaire de l’Académie Française,
15.06.2020, https://www.dictionnaire-academie.fr/article/A9A3338).
3
Sant’Agostino, Confessioni, XIII, 9, ed. a cura di Roma: Newton Compton 2015, p. 442.
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Cfr. J.-L. Marion, Au lieu de soi. L’approche de Saint Augustin, Paris: PUF 2008, pp. 352 e ss. (trad. it.,
pp. 337 e ss.).
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che scandiscono la formazione del fenomeno erotico marionien, cioè, tra gli altri, della
riduzione erotica, in ognuna delle sue fasi, della carne erotizzata, dell’addio e, infine, della
sua interpretazione univoca. Inoltre, riteniamo che il farsi avanti sia, a sua volta, segno di
un’appartenenza più profonda del fenomeno erotico al campo della libertà. Siamo, cioè,
convinti che la decisione degli amanti di farsi avanti per primi e senza ragione sufficiente
verso l’altro nasca dentro e rafforzi un concetto di libertà, profondamente segnato dalla
sua riduzione alla donazione.
Optiamo, dunque, per focalizzare la nostra attenzione su quattro aspetti
fondamentali del fenomeno erotico che, oltre ad attrarre la nostra attenzione in ordine
all’obiettivo generale della tesi, ci consentono, tra le altre cose, di dare conto di tutte e sei
le meditazioni sull’amore, che compongono l’opera di Marion.
Nel primo capitolo intendiamo offrire al lettore di questa tesi gli strumenti teorici
per interpretare la proposta marioniana del fenomeno erotico. Esponiamo, pertanto,
succintamente il pensiero dell’autore nel suo sviluppo cronologico, soffermandoci sui
temi più strettamente legati all’oggetto del nostro lavoro. In quest’ottica, osserviamo
come ne L’idole et la distance e Dieu sans l’être, un giovane Marion, intesse un dialogo
fecondo con teologi (tra gli altri Agostino, Dionigi e Tommaso d’Aquino) e filosofi (come
Nietzsche, Husserl, Heidegger, Derrida e Levinas), iniziando un’opera di destituzione
dell’impostazione metafisica della filosofia. Egli lavora sui concetti teologici d’idolatria
e d’icona, egli elabora il concetto di distanza, come distintivo di un approccio al soggetto
rispettoso dell’alterità. Inoltre, questo concetto gioca un ruolo fondamentale
nell’epistemologia degli amanti, perché senza la distanza il fenomeno erotico rimarrebbe
fuori dall’ambito dei fenomeni saturi, finendo per diventare un idolo, su cui si fisserebbe
la mira intenzionale di ciascuno degli amanti, riducendo così l’altro a un oggetto
predeterminato e senza volto.
L’acquisizione principale di queste prime opere di Marion intende essere, tuttavia,
quella di legittimare l’amore, come chiave di volta attraverso cui elaborare una proposta
filosofica “fuor d’essere”, che vada oltre la metafisica, sia nella sua versione più classica
di origine cartesiana, sia in quella più moderna che in Husserl e Heidegger ha - secondo
Marion - alcuni tra i suoi interpreti principali, sebbene originali. Il progetto qui avviato
trova il suo compimento, qualche anno dopo, con Le phénomène érotique. Quest’ultimo
lavoro è preceduto da un trittico di opere (Réduction et donation; Etant donné e De
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Surcroît), scritte tra la fine degli anni ’80 e inizio millennio, nelle quali – Étant donné, in
particolare – Marion costruisce il suo impianto fenomenologico, che gli fornisce un
metodo «qui puisse ne pas traiter l’amour à partir de l’ego ou du sujet de la
métaphasique, comme un simple affectus ou comme une dérivation de l’étantité
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».
Trattiamo, poi, alcune figure della fenomenologia della donazione, come la terza
riduzione, il fenomeno saturo e l’adonato, imprescindibili per intendere la trama del
fenomeno erotico, di cui sono elementi essenziali. Infine, ci soffermiamo sul confronto
tra Marion e Levinas intorno alla questione del primato dell’etica o dell’erotica, come
fattore determinante dell’intersoggettività.
Con il secondo capitolo entriamo in medias res. Esso è dedicato alla riduzione
erotica, attraverso la quale Marion intende superare il soggetto cartesiano, per passare ad
un nuovo tipo di soggettività, che nella figura dell’adonato ha il suo modello. L’ego cogito
è un ego che si autocertifica finché vuole, ma lo fa solipsisticamente, naufragando di
fronte alla sfida della vanità, che gli chiede conto della propria certezza, desertica e
fragile, a confronto con ciò che veramente può rendere autentica la sua vita. Infatti,
l’interrogativo che sorge dalla vanità, “a che pro?”, mette a nudo l’insufficienza, sia della
certezza auto-referenziale del cogito, sia del più concreto istinto di conservazione
(conatus in suo esse perseverandi), a dare risposte che siano all’altezza delle aspirazioni
più profonde dell’esistenza umana. Ed è a questo punto che mostriamo come, con un vero
e proprio salto – come direbbe Pascal - a un ordine di senso differente, Marion opera il
passaggio all’ego amans, facendo entrare in campo l’istanza erotica, in tre
approssimazioni, sempre più radicali ed espresse dalle seguenti istanze: “mi si ama da
altrove?”; “posso io amare per primo?” e “tu, tu mi hai amato per primo!”.
Vediamo come Marion con la prima delle tre domande segnala un vero e proprio
cambiamento nell’ordine delle priorità dell’ego. Infatti, essa mette in luce che ciò che più
conta per l’ego è non tanto l’evidenza del pensiero di sé, ma se esso sia o meno il
destinatario di un amore, che non può darsi da sé, ma solo ricevere d’altrove. Questo
amore è, però, ancora, segnato dalla prospettiva del bisogno, è, cioè, inteso più nel senso
di un amore ricevuto che donato. Ecco, quindi, che Marion passa di necessità al secondo
interrogativo, che radicalizza la riduzione erotica, facendo epoché dell’atteggiamento
naturale, che vede l’amore prevalentemente nella prospettiva della reciprocità e
aprendolo, attraverso il farsi avanti degli amanti, a quella della donazione.
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J.-L. Marion, La rigueur de choses. Entretiens avec Dan Arbib, Paris: Flammarion 2012, p. 188.
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In questa fase, il farsi avanti è già da solo in grado di assegnare all’ego una nuova ipseità,
quella dell’amante, ma la sua intuizione è ancora incompleta, perché necessità
d’incontrarsi con un altro farsi avanti. Tale incontro, secondo Marion, avviene nel
giuramento, che dà un significato stabile, ma non definitivo, all’avanzare degli amanti.
Sorge, dunque, il fenomeno erotico come fenomeno incrociato, a duplice ingresso. Infine,
commentando l’ultima formulazione della riduzione erotica, riconosciamo che il farsi
avanti di chi ama è segno di una origine relazionale del soggetto, che si ritrova sempre
già preceduto da un altrove amante, intimior intimo suo. Infine, lo stretto legame tra
riduzione erotica e il farsi avanti degli amanti ci porta ad aprire una finestra su quelli che,
a nostro avviso, sono i presupposti teorici del farsi avanti ossia la concezione della
volontà a cui si rifà Marion e, soprattutto, un’idea di libertà ridotta ovvero reinterpretata
alla luce della donazione.
Il terzo capitolo lo dedichiamo alla carne erotizzata. In esso vediamo che tale
dimensione consente all’ego di andare oltre la funzione attiva e oggettivante
dell’intenzionalità, diventando per gli amanti luogo di saturazione. Infatti, secondo
Marion, l’accoglienza che l’altro offre al farsi avanti dell’amante, produce nel suo io un
effetto che deborda la gamma dei concetti a sua disposizione, andando a colpire il suo
ambito di ricettività passiva, costituito, appunto, dalla carne. Nell’incrocio delle carni,
gli amanti realizzano una sorta di espansione della propria ipseità, che non potrebbero
darsi autonomamente, ma che gli proviene dall’altro. Secondo il Nostro, ciascuno degli
amanti dona all’altro ciò che da solo non può darsi ossia la propria carne, più precisamente
l’espansione della propria carne. Il coinvolgimento è tale che nessuna parte degli amanti
può rimanerne fuori, perché l’onda della carne, si riverbera nel corpo, fino a illuminare
gloriosamente il volto dei protagonisti del fenomeno erotico. È a questo punto che ci
domandiamo che ruolo abbia la sessualità nel fenomeno erotico. Cerchiamo, dunque, di
capire se Marion, come sostengono alcuni suoi critici, abbia una visione dualistica della
sessualità, se la sessualità sia un elemento essenziale di ogni tipo di fenomeno erotico e
in che rapporto stia con la libertà degli amanti. L’esplorazione di quest’ultimo punto nel
pensiero di Marion ci porta a scoprire che l’elemento più universale del fenomeno
erotico, che preserva la libertà degli amanti, cioè, soggetti padroni di sé, è il linguaggio,
attraverso il quale tutti gli amanti possono fare l’amore.
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Infine, nell’ultimo capitolo ci dedichiamo a due temi, il terzo escatologico e
l’univocità dell’amore, apparentemente diversi tra loro, ma che, in fondo, sono
accomunati da un elemento che, ancora una volta, si pone come decisivo per il fenomeno
erotico, cioè, il farsi avanti degli amanti, con la libertà che esso implica. La prima delle
due tematiche nasce dal tentativo di rispondere a un problema, che sembra assillare gli
amanti sin dal momento del giuramento, cioè, come sia possibile conciliare il desiderio
d’eternità di ogni amante con la sua intrinseca fragilità, segnalata in primis
dall’andamento parabolico dell’erotizzazione della carne. Il giuramento da solo non
rassicura le aspirazioni degli amanti. Neanche un figlio può farlo. Infatti, esso, da quando
arriva è già in partenza, avvertendo i suoi genitori, che, anche ammesso che fosse
possibile, ove avessero sperato di delegare la fatica del proprio farsi avanti a un terzo tra
loro, un giorno, non lontanissimo, dovranno tornare a fare i conti con esso in prima
persona. La soluzione, proposta da Marion, di articolare il presente erotico con quello
escatologico è, al contempo ingegnosa ed esigente. Inoltre, consideriamo come
attraverso di essa Marion apre il fenomeno erotico a una dimensione che sfiora
l’impossibile, ormai divenuto possibile, sia nel senso che l’amore, a differenza
dell’essere, non soffre i limiti del tempo cronologico, sia nel senso che per la
fenomenologia anche l’ad-Dio è una possibilità e «in fenomenologia la minima possibilità
obbliga
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». Vediamo, infine, che il tema dell’univocità dell’amore, più teorico e generale,
ricapitola bene ciò che per Marion è il fenomeno erotico, ma, soprattutto, gli consente di
estenderlo a differenti tipi di rapporto, che tradizionalmente hanno dato luogo a
distinzioni interne alla gamma erotica, come nel caso di amicizia, ἔρως e ἀγάπη. Anche
in questo caso, constatiamo che il farsi avanti è il segno distintivo di ogni figura del
fenomeno erotico.
Una volta compiuto questo percorso dovremmo aver potuto rispondere alla
domanda se effettivamente il farsi avanti dell’amore sia aspetto decisivo di ciascuno degli
elementi scelti per illustrare il fenomeno erotico. In particolare, se, come ritenevamo
all’inizio, la riduzione erotica non possa fare a meno del farsi avanti, sia prima che dopo
il giuramento, senza snaturarsi; se il farsi avanti rimanga espressione della libertà degli
amanti, mantenendosi indenne da ogni automatismo della carne; se la dimensione della
finitudine cui appartiene il farsi avanti degli amanti pregiudichi inevitabilmente il loro
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J.-L. Marion, Le visible et le révélé, Paris: Les Éditions du Cerf 2005, cit., p. 57 (trad. it., p. 49).
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desiderio d’eternità o se, in un modo o nell’altro, come terzo escatologico o ad-Dio, il
loro farsi avanti trovi finalmente un approdo; infine, se il ruolo centrale che abbiamo
deciso di assegnare al farsi avanti degli amanti nel fenomeno erotico marionien, messo
alla prova del senso unico dell’amore, confermi o meno la nostra ipotesi a un livello più
generale e, in un certo senso, riassuntivo dell’intero discorso.
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I
Il pensiero di Marion fino a Le phénomène érotique
1. Amore senza essere
In questo primo capitolo intendiamo ripercorrere alcuni dei punti essenziali del
pensiero di Marion, in vista della riflessione sul fenomeno erotico, oggetto della nostra
tesi. Concentreremo, dunque, la nostra attenzione su quegli snodi della trama marioniana,
che riteniamo imprescindibile tenere presente al fine di un migliore inquadramento di Le
phénomène érotique nell’itinerario speculativo del filosofo francese. A questo fine,
abbiamo scelto i temi del primato dell’amore sull’essere, della distanza, della
fenomenologia della donazione e della particolare figura di riduzione che ad essa
afferisce, del fenomeno saturo, in particolare, della carne e dell’icona, della volontà e,
infine, della critica dell’impostazione levinassiana dell’accesso all’alterità. Tratteremo
tali questioni in maniera essenziale e tendenzialmente espositiva, riservando gli
approfondimenti e le critiche ai capitoli successivi, perché riguardano più direttamente
l’oggetto del nostro lavoro.
I primi passi come autore Marion li muove pubblicando un’opera dedicata a
Cartesio
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. È la prima di un sestetto
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, le cui acquisizioni emergeranno nella fenomenologia
erotica di Marion in almeno due punti fondamentali: la critica dell’impostazione
cartesiana della soggettività e la valorizzazione di un aspetto meno conosciuto del
pensiero di Cartesio ossia il tema della passività dell’ego. Come vedremo più chiaramente
7
Cfr. J.-L. Marion, Sur l’ontologie grise de Descartes. Science cartésienne et savoir aristotélicien dans les
“Regulae”, Paris: Vrin 1975.
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Cfr. J.-L. Marion, Sur la théologie blanche de Descartes. Analogie, création des vérités éternelles et
fondement, Paris: Livre de Poche 1991; Sur le prisme métaphysique de Descartes. Constitution et limites
de l’onto-théo-logie dans la pensée cartésienne, Paris : Presses Universitaires de France 1986 ; Questions
cartésiennes. Méthode e métaphasique, Paris: Presses Universitaires de France 1991; Questions
cartésiennes II. Sur l’égo e sur Dieu, Presses Universitaires de France 1996; Sur le pensée passive de
Descartes, Paris: Presses Universitaires, 2013.