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2.3 I dialetti emiliano-romagnoli
Tabella 2.7 – Filogenesi dei dialetti emiliano romagnoli
Lingue indoeuropee
Lingue romanze
Lingue italo-romanze
Lingue settentrionali
Lingue gallo-italiche
Dialetti emiliano romagnoli
Il primo accenno alle lingue utilizzate in Emilia Romagna si trova nel Trecento nell’opera De
vulgari eloquentia di Dante Alighieri dove intende indicare e porre a confronto le varietà del
volgare italico. “Dico dunque, prima di tutto, che l’Italia è bipartita in una destra e una sinistra.
E se uno chiede quale linea divida le due parti, rispondo in breve che essa è il crinale
appenninico [...] la sola Italia si differenzia secondo almeno quattordici volgari” (Alighieri 1998,
86-87). Tra questi volgari egli individua una separazione tra il “bolognese” e il “lombardo”,
quest’ultimo sostiene “discendere dai longobardi”, intendendo la divisione tra l’area
romagnola-orientale e quella emiliana-occidentale (Foresti 2010). Nel Settecento, uno studio
degno di nota è quello dello storico e letterato Ludovico Antonio Muratori che, interessandosi
al dialetto della propria città, con l’aiuto di altri collaboratori, compila due glossari manoscritti
di vocaboli di dialetto modenese (oggi custoditi nella Biblioteca Estense di Modena) che
verranno, in seguito, nel 1984, riuniti e riorganizzati in un unico volume intitolato Vocaboli del
nostro dialetto modanese, a cura del Professore Fabio Marri.
49
2.3.1 Norme di tutela
In Emilia Romagna “negli anni Cinquanta e Sessanta si vietava ai propri figli di parlare il
dialetto in quanto varietà stigmatizzata” (Sobrero 1993, 212). Tuttavia, le generazioni
successive hanno mutato atteggiamento, e, rivalutando il dialetto, hanno dato vita a nuove
forme di dialettalità - non più conformi ai dialetti originari ormai perduti - che hanno permesso
loro di costruire nuove modalità di espressione e varietà provinciali, caratterizzate da modelli
in contrapposizione alle nuove lingue estere emergenti, soprattutto l’inglese. Nel contempo, è
sorta la necessità di tutelare e organizzare queste nuove forme di espressione.
49
Fonte: https://www.olschki.it/static/data/Prosp/SP/1984/32939.pdf, (URL consultato il 25 marzo 2023).
32
Legge regionale 45/1994
In Emilia Romagna la Legge n. 45 del 7 novembre 1994, composta di cinque articoli, era
dedicata alla Tutela e valorizzazione dei dialetti. Più precisamente, era stata promulgata con
l’intento di documentare e salvaguardare le molteplici manifestazioni espressive legate ai
dialetti, per la loro profonda rilevanza storica e antropologica, nella “fase di transizione che li
vede ad una radicale svolta del loro plurisecolare ciclo di vita” (Foresti 2010, 59).
Legge regionale 16/2014
In sostituzione della precedente, la Legge
50
regionale 16/2014 è stata formulata con l’intento di
rispondere alla volontà delle comunità locali di valorizzare e diffondere gli idiomi locali nei
molteplici aspetti in cui essi si manifestano. Nella sezione dedicata ai dialetti
51
del sito web
regionale Patrimonio culturale, è presente, tra gli altri argomenti, la programmazione di
interventi di salvaguardia dei dialetti. Inoltre la pagina dialetti in vetrina
52
è una bacheca online
aperta a studiosi e appassionati che desiderino contribuire alla valorizzazione dei dialetti tramite
i loro apporti diretti.
53
2.3.2 Differenze tra i dialetti emiliano-romagnoli e altri dialetti italiani
I dialetti della Regione Emilia Romagna non si sono rivelati subalterni ad una varietà
linguistica più prestigiosa (koinè) e, contemporaneamente, nessuno di essi si è affermato come
koinè, imponendosi nei tratti linguistici su altri dialetti. Al contrario, taluni dialetti dello
Stivale
54
tra cui il veneto e il napoletano, a fronte delle loro specifiche vicende linguistiche in
ambito storico-sociale che hanno interessato vaste aree geografiche, sono stati elevati a koinè e
sono tutt’ora utilizzati e vibranti. A tale proposito, preme illustrare brevemente il seguente caso.
2.3.3 Dialetto veneto
In Veneto, “la koinè su base veneziana si è sovrapposta ai dialetti locali influenzandoli
progressivamente” (Loporcaro 2009, 7). Infatti, la varietà linguistica veneziana si è imposta in
tutta la regione - con la fiorente città come capitale della Repubblica di Venezia per più di mille
50
Per approfondimenti sulla Legge 16/2014 si veda: https://demetra.regione.emilia-
romagna.it/al/articolo?urn=er:assemblealegislativa:legge:2014;16, (URL consultato il 28 marzo 2023).
51
Sezione dialetti: https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/dialetti, (URL consultato il 28 marzo
2023).
52
Per visualizzare la bacheca: https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/dialetti/vetrina, (URL
consultato il 28 marzo 2023).
53
Curiosità: si indica un eccellente progetto reggiano, denominato Léngua Mêdra ‘Lingua Madre’, presente nella
vetrina sopracitata: https://www.lenguamedra.org, (URL consultato il 28 marzo 2023).
54
La penisola italiana viene definita Stivale per la sua forma simile a quella dell'omonima calzatura.
Il Salento costituisce il tacco, il Gargano lo sperone e la Calabria la punta.
33
anni
55
- “soppiantando dialetti come il pavano, il vicentino, il rodigino, il trevisano, il veronese,
che prima della venezianizzazione era un dialetto a forte impronta lombarda” (Grassi, Sobrero
e Telmon 2003, 170). Oltre a ciò, al prestigio e alla normalizzazione della varietà veneziana
hanno contribuito l’uso letterario del dialetto veneto, ad esempio nelle commedie settecentesche
di Carlo Goldoni e l’uso istituzionale e normativo (Loporcaro 2009). A tutt’oggi, la comunità
linguistica della regione Veneto presenta una compattezza inossidabile nel mantenere vivo il
veneto. Infatti, la lingua veneta, o veneto, è definita una lingua romanza, o un dialetto romanzo
primario (Coșeriu 1981) ed è parlato quasi dalla totalità della popolazione nella regione, anche
delle fasce giovanili, non solo in Veneto “anche nel Trentino, Friuli-Venezia Giulia, e alcune
aree dell'Agro Pontino. La parte rimanente dei parlanti si trova all'estero, principalmente in
Istria, Dalmazia, Montenegro, Slovenia e Romania (comunità italo-romene)”.
56
Inoltre, il
veneto viene parlato in svariate comunità in Sud America, in Belgio e in altri paesi a causa delle
forti emigrazioni nel passato. Lo Statuto del Veneto recita “Il Veneto, consapevole della storia
comune, mantiene i legami con i veneti nel mondo, favorendo la continuità di rapporto e di
pensiero e valorizzando gli scambi e i legami con i paesi nei quali vivono”.
57
55
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_di_Venezia, (URL consultato il 20 marzo 2023).
56
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_veneta, (URL consultato il 20 marzo 2023).
57
Fonte: https://bur.regione.veneto.it/BurvServices/Pubblica/DettaglioLeggeStatutaria.aspx?id=239473, (URL
consultato il 20 marzo 2023).
34
2.4 Dialetti emiliani
Tabella 2.8 – Filogenesi dei dialetti emiliani
Lingue indoeuropee
Lingue romanze
Lingue italiche
Lingue settentrionali
Lingue gallo-italiche
Dialetti emiliano-romagnoli
Dialetti emiliani
I dialetti emiliani rappresentano le varietà linguistiche territoriali tipiche della regione Emilia
(figura 2.9), che si estendono oltre i confini regionali, in alcuni territori adiacenti situati in
Toscana, Liguria, Piemonte, Lombardia e Veneto.
58
Figura 2.9 – Mappa delle varietà dei dialetti emiliani
59
58
Fonte: https://www.wikiwand.com/it/Lingua_emiliana, (URL consultato il 18 marzo 2023).
59
Fonte immagine: https://i.redd.it/5et7mvpir9p61.png, (URL consultato il 18 marzo 2023).
35
2.4.1 Dialetto modenese
Tabella 2.10 – Filogenesi del dialetto modenese
Lingue indoeuropee
Lingue romanze
Lingue italiche
Lingue settentrionali
Lingue gallo-italiche
Dialetti emiliano-romagnoli
Dialetti emiliani
Dialetto modenese
“Il dialetto modenese (dialètt mudnés) è una varietà dialettale della lingua emiliana, parlata
nella città di Modena e nella parte centrale della provincia omonima; più specificamente, è
articolato in un sottogruppo di idiomi [figura 2.11] che, con il reggiano e il bolognese
occidentale ad ovest del Reno, forma il complesso più ampio, che alcuni definiscono anche
emiliano centrale”.
60
Figura 2.11 – Le principali varietà del dialetto modenese all'interno della provincia modenese
61
60
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Dialetto_modenese, (URL consultato il 27 marzo 2023).
61
Fonte immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/Dialetto_modenese#/media/File:Dialetti_modenesi.PNG, (URL
consultato il 27 marzo 2023).
36
2.4.2 Dialetto sassolese
Tabella 2.12 – Filogenesi del dialetto sassolese
Lingue gallo-italiche
Dialetti emiliano-romagnoli
Dialetti emiliani
Dialetto modenese
Dialetto sassolese
Nella già citata Carta dei dialetti d’Italia di Giovan Battista Pellegrini del 1977 (cfr. paragrafo
2.1.3), il dialetto sassolese si colloca all’interno del gruppo dei dialetti settentrionali, detti anche
alto-italiani, il cui confine a Sud è segnato dalla linea di demarcazione, o isoglossa, La Spezia-
Rimini, denominata anche linea Massa-Senigallia (Pellegrini 1977). In particolare, il dialetto
sassolese deriva dalla famiglia delle lingue gallo-italiche a sostrato celtico, diffuse nell’area
centro-occidentale del Nord Italia, con le quali condivide i tratti generali più importanti. La
teoria del sostrato infatti “spiega fenomeni linguistici osservati in varietà moderne come
determinati da fenomeni linguistici propri delle varietà prelatine” (Loporcaro 2009, 33). Il
dialetto sassolese, però, non può essere definito semplicemente dialetto gallo-italico, o
emiliano-romagnolo poiché all’interno della regione Emilia Romagna non è presente una Koinè
(cfr. paragrafo 2.3.2), ossia un’unità linguistica di una varietà dialettale condivisa da un
territorio relativamente ampio (Grassi, Sobrero e Telmon 2003). Come afferma Cristina Fiandri,
“nessuna città emiliano-romagnola è stata riconosciuta come un modello sotto l’aspetto linguistico e
nessun idioma locale è fornito di particolare prestigio per essere imitato da altri. Il motivo di questa
mancanza di irradiazione che superi i confini municipali, va ricercato soprattutto nei particolarismi
politici di cui si sono avuti esempi paradigmatici già nel medioevo, negli esasperati campanilismi e nel
policentrismo che ha caratterizzato anche lo sviluppo economico-sociale più recente della regione. Nel
repertorio regionale emiliano-romagnolo, di conseguenza, non può trovare collocazione una varietà
dialettale sovra-municipale che occupi lo spazio comunemente assegnato al dialetto di koinè nel
continuum dialettale” (Fiandri 1998, 22).
“Il sassolese è un dialetto che risente moltissimo della speciale collocazione in cui si trova il paese,
assorbendo molte influenze non solo da Modena ma anche dal territorio reggiano e bolognese, così da
assumere una fisionomia del tutto particolare” (Fiandri 1998, 44).