Nuovi scenari per interscambio delle merci _
I trend del luogo della vendita
Negli ultimi 10 anni si è assistito ad un evoluzione così rapida e profonda
delle merci e della loro distribuzione, tanto da indurre a ripensare radicalmente
al contributo delle strategie di marketing per un approccio interdisciplinare,
rivolto alla definizione dell’architettura del punto vendita. Ci si interessa
a nuove forme di intrattenimento, svago, formazione e aggiornamento
sempre più articolate, complesse, tali che il prodotto- servizio diviene un
componente nodale dell’insieme architettonico di uno spazio di vendita.
Da qui, la necessità di sviluppare formule e canali d’acquisto innovativi
ma soprattutto l’urgenza di rinnovare il punto vendita. Di pari passo con
la novità nella concezione del progetto degli spazi d’uso, si sta evolvendo
anche il sistema degli arredi e delle attrezzature che devono rispondere a
esigenze espositive sempre più precise e articolate, fino a diventare in alcuni
casi strumenti di consultazione e visione dei prodotti interattivi desunti
dalle attuali esperienze di design ad alto contenuto tecnologico. Quindi,
il modo di vedere i prodotti cambia e lo fa di pari passo con il cambiamento
dei comportamenti di chi acquista, sempre più attento, informato ma anche
disposto a lasciarsi conquistare dall’architettura degli spazi di vendita,
mutevoli,capaci di sedurre anche attraverso un nuovo senso attribuito alla
sosta al mondo delle relazioni ed alla scoperta di nuovi scenari. Alla stregua
di ciò, il consumatore contemporaneo, protagonista indiscusso del
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Il design dell'esperienza per nuove forme di retails
Considerazioni introduttive
Capitolo primo
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teatro delle merci, disincantato ed esigente, getta a mare lo stereotipo del
negozio tradizionale, un tempo nodale, e non ha difficoltà a premiare,
tramite l’acquisto, prodotti supportati promozionalmente in maniera mirata.
E’ vero, peraltro, che la comunicazione con l’utente finale, da parte del
fornitore del servizio, non è più basata solo sull’immagine e sulla
spettacolarità, non è più quella gridata in falsetto o a squarciagola; oggi
il consumatore ha bisogno di trovare riscontri della qualità resa manifesta
attraverso la comunicazione, riconducibile alle pecularietà materiche ed
organolettiche del prodotto.
Oggi non è più il tempo di immagini solo patinate, di raffinati costrutti
pubblicitari con contenuti scarni. Le nuove regole, legate al mondo della
domanda e dell’offerta, che caratterizzano il nostro ambito disciplinare,
sembrano preferire l’allusione all’esplicito l’ironia alla complessità, possibili
voli onirici dei fruitori che sono sempre meno tradizionali consumatori;
si sente la necessità più che mai di stimolare il desiderio e favorirne la
materializzazione. In altri termini è giusto dire che nel nostro sistema
commerciale è necessario che il servizio, il prodotto, il Layout espositivo,
il luogo, permettano attraverso un meccanismo di plurime seduzioni e di
stimoli sensoriali, la nascita, in particolare, del desiderio che favorirà
l’acquisto da parte del compratore.
Oggi non si vende più solo attraverso il prodotto ma cavalcando il cavallo
dell’esperienza-verità. Non esiste, comunque, un metodo univoco per la
definizione di un’unità di vendita bensì un contributo pluridisciplinare,
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Considerazioni introduttive
Capitolo primo
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Considerazioni introduttive
Capitolo primo
che muta in relazioneagli ingredienti; tale condizione di coesistenza di
sinergie si manifesta attraverso un più o meno stereotipato sistema di
interazione tra chi compra e chi vende. In conclusione, quindi, l’architettura
dei luoghi del consumo trae nuova linfa vitale dal mondo dell’interazione
degli spazi, dei servizi e degli utenti, in modo tale da favorire la nuova
condizione di ambiente_acquisto_vendita, legato al mondo del contatto
e della teatralità. Il punto vendita diventerà quindi sempre più uno strumento
di comunicazione diretta, con il vantaggio, dal punto di vista strategico,
rispetto ai tradizionali, di rappresentare sempre più una nuova dimensione,
fatta di interattive complementarità, all’interno della quale poter vivere
complete esperienze legate al mondo dell’acquisto, al mondo
dell’appagamento dei desideri.
Nell’ambito di tale visione, senza dubbio, gioca un ruolo fondamentale
il concetto di esperienza di consumo. Recentemente tale concetto ha
catalizzato l’attenzione di molti ricercatori di marketing, i quali, adottando
spesso prospettive molto differenti a volte addirittura contrapposte, hanno
approfondito il tema, evidenziandone caratteri e peculiarità, omogenei tra
di loro.
Già Dalli e Romani (2000) hanno denunciato l’assenza di una chiara
sistematizzazione del filone che si occupa di esperienza di consumo. È allora
doveroso approfondire cosa si intende per "esperienza di consumo" e
identificare alcuni grandi filoni che hanno delineato e definito l’ambito del
consumer behavior1.
1_Consumer Behavior_comportamento del consumatore
Esperienza di consumo
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_Fase formativa _base di partenza scientifica
Il comportamento del consumatore costituisce un’area di ricerca
fondamentale per gli studi di economia sin dall’Ottocento (Zamagni, 1979).
Nel corso del Novecento cominciano ad avvicinarsi a questa materia anche
gli psicologi (Ferrari, Romano, etc. 1999): oggetto d’analisi per entrambi
è sempre e comunque il comportamento singolo dell'individuo. Recentemente
si occupano di consumatori anche i sociologi e gli antropologi i quali
considerano le attività di consumo dal punto di vista dei gruppi, grandi e
piccoli (Di Nallo, 1997).
La diatriba2 sull’unità d’analisi (l’individuo o il gruppo) si ripresenta di
frequente nell’ambito di questa materia, anche in anni recenti. All’inizio
degli anni ’60 si manifesta una sensibilità verso questo argomento anche
da parte degli studiosi di psicologia ambientale e comportamentale per
la comprensione dell’architettura dei luoghi del consumo. Da questa
interazione emergono con un percorso cronologico sviluppi teorici ed
empirici che rappresentano la base di partenza scientifica del comportamento
del consumatore. Tali esiti costituiscono l’avanzamento della disciplina.
La letteratura in tema di comportamento del consumatore si formalizza
oggi in due caratteristiche di fondo:
_ varietà delle radici teoriche: dopo un lungo periodo in cui le
radici teoriche di questa materia erano limitate alla microeconomia e alla
psicologia cognitiva, dagli anni ‘70 in poi hanno trovato spazio apporti
disciplinari alternativi: sociologia, antropologia culturale, dimensione
Psicologia ambientale
dei luoghi del consumo
2_ diatriba_individui o gruppi che si riuniscono per discutere
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Fase formativa
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ricreativa, ludica, edonistica, etc. Ciò è avvenuto sia perché il comportamento
degli individui si è modificato nel tempo e non ha più permesso l’applicazione
di modelli rigidi e deterministici, sia perché l’evoluzione teorica in altri
campi ha prodotto nuovi modelli e nuovi approcci allo studio del
comportamento degli individui che sono stati poi trasferiti nel campo dello
studio dei consumi, nell’ambito delretail nei luoghi del consumo;
_eclettismo epistemologico3: data la varietà degli approcci teorici
impiegati non esiste uno approccio epistemologico condiviso da tutti gli
autori. In linea di massima, nel corso del tempo si sono contrapposti due
principali punti di vista: positivismo e interpretivismo. ll primo mira alla
previsione dei comportamenti dei consumatori e impiega principalmente
metodologie quantitative, il secondo, è più orientato alla comprensione del
comportamento e dei metodi usati e impiega principalmente metodologie
qualitative (Hudson, Ozanne, 1988). Secondo Arndt (1986) la storia della
disciplina inizia negli anni ‘30 e ‘40 con quella che egli definì la fase
empiricista. Successivamente, con Belk (1995), il marketing comincia a
staccarsi dalla microeconomia mantenendo sempre quelle che sono le
regole generali di base: il consumatore viene visto come homo oeconomicus
che possiede e usa tutte le informazioni necessarie per decidere in modo
perfettamente razionale.
Segue la fase della ricerca motivazionale (anni ‘50): sulla scorta degli
scritti di Freud e di altri psicologi clinici, si tenta di dare un fondamento
teorico al comportamento d’acquisto. Ovvero si riteneva che le motivazioni
profonde, e quindi sostanzialmente inconsapevoli del comportamento,
Marketing_microeconomia
homo oeconomicus
3_ ecclettismo epistomologico_data la varietà degli approcci teorici impiegati non esiste un approccio epistemologico
condiviso da tutti gli autori. In linea di massima, nel corso del tempo si sono contrapposti due principali punti
di vista: positivismo e interpretivismo.
Comportamento d'acquisto
basato sull'inconsapevolezza
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Fase formativa
Capitolo primo
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Tali studi furono aspramente criticati sul piano etico, in vista della tutela
dei cittadini dai rischi della manipolazione indotta delle prime esperienze
di comunicazione di massa (Packard,1957).
La fase formativa, a cavallo dei primi anni ‘60, corrisponde al periodo
in cui alcuni studiosi cominciano ad occuparsi specificamente di consumo
e di consumatori, dando vita a una branca di studi distinta all’interno del
marketing4. Si cominciano a cercare spiegazioni a specifici aspetti del
comportamento d’acquisto, anche se la frammentazione è notevole e non
emergono modelli di tipo sistematico. Il filone più in voga è probabilmente
quello dei modelli stimolo-risposta5, sulla scorta dei primi contributi di
psicologia cognitiva, allora in pieno sviluppo. In questo periodo gli studiosi
di consumer behavior cercano di approfondire alcuni aspetti del
comportamento dei consumatori ma senza sviluppare un quadro di
riferimento generale.
Per rispondere a questa esigenza, alcuni studiosi statunitensi cercano di
elaborare modelli generali del comportamento del consumatore: durante
gli anni ‘60 sono in molti a intraprendere questo percorso, dando vita a
quella che Arndt definisce "fase dei grandi modelli". Gli autori che più di
altri contribuiscono a questa fase sono Howard (1963), Nicosia (1966),
Engel et al. (1968) e Howard e Sheth (1969). In questi modelli,gli individui,
esposti agli stimoli esterni, ne recepiscono ed elaborano alcuni che entrano
nel processo decisionale che conduce alla scelta d’acquisto. Gli esiti della
scelta (soddisfazione o insoddisfazione) agiscono come feed back sul processo
Comportamento del
consumatore e
del consumo
Stimolo_risposta
4_Arndt, 1986; Belk, 1995;
5_ gli studiosi del paradigma stimolo_risposta, hanno realizzato la relazione diretta tra stimoli e comportamenti,
senza comprendere il modo attraverso il quale gli individui rielaborano soggettivamente i segnali provenienti
dall'ambiente.
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e sulle sue procedure che risultano confermate se il consumatore è soddisfatto
dell’acquisto, oppure sono modificate in caso contrario.
Uno dei filoni più interessanti che si sviluppano nel corso degli anni ‘70
a seguito del lavoro sui modelli generali riguarda l’elaborazione
dell’informazione dell’esperienza, il cui principale rappresentante è Jim
Bettman (1970, 1971, 1979). Insieme ad altri, Bettman cerca di identificare
le modalità con cui gli stimoli vengono recepiti dai consumatori e impiegati
per il processo decisionale. Questo lavoro produce risultati utili per la
progettazione degli ambienti fisici e dei contesti comunicativi in cui si
muovono i consumatori, determinando, quindi, il primo serio tentativo di
codificazione della sensazione e degli stimoli dei consumatori.E' da questo
momento in poi che la progettazione dei luoghi del consumo si rivolge ai
contrbuti delle teorie esperienziali per esprimere nuovi scenari di progettazione
interdisciplinare.
Gli anni ‘80 sono il periodo in cui si manifesta il più consistente e radicale
rinnovamento della disciplina. Probabilmente è il 1986 l’anno in cui si
concretizzano le più importanti istanze di cambiamento: alcuni ricercatori
americani (in prevalenza antropologi) girano gli Stati Uniti a bordo di un
camper osservando e studiando il comportamento dei consumatori: questa
vicenda ha dato luogo ad alcuni articoli e libri che hanno diffuso e legittimato
una strategia di ricerca di tipo empiricistico. Poco dopo viene pubblicato
un articolo di Morris Holbrook (1989) in cui si gettano le basi di una più
stretta collaborazione con gli studiosi di semiotica. Ancora altri ricercatori
Elaborazione
dell'esperienza come
processo decisionale
Prima codificazione della
sensazione e degli stimoli
dei consumatori
Marketing_ inizialmente
concepito come criterio
restrittivo manageriale
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sfidano il paradigma dominante non soltanto sul piano teorico e metodologico
ma anche in relazione a una questione assai delicata: il criteriodella rilevanza
manageriale. Questo era e rimane un pilastro della ricerca di marketing
management e implica che lo studio di un mercato o di un gruppo di
consumatori debba essere valutato in relazione al contributo che dà alla
presa delle decisioni di marketing. Nel corso degli anni ‘80 questo pilastro
comincia a vacillare a opera dei ricercatori empiricistici, che ritengono la
rilevanza manageriale un criterio restrittivo e limitante.
Essi sostengono, essere giudicato in base all’efficacia descrittiva con cui
rappresenta il quotidiano dei consumatori e non inquanto utile a prendere
decisioni, altrimenti si rischia di concentrarsi su fenomeni e su metodi
parziali. Studiare i consumatori avrebbe perciò oggi un valore in sé e non
solo come supporto per il marketing.
Da questo periodo in poi le riviste e i convegni di consumer behavior
cominciano a essere frequentati da studiosi di antropologia, sociologia e
semiotica che contribuiscono a rinnovare profondamente la materia, sia
dal punto di vista dei contenuti, che dei metodi impiegati.
I nuovi argomenti riguardano il simbolismo associato all’acquisto, il
consumo edonistico, il ruolo delle emozioni, il significato associato ai
prodotti, gli acquisti d’impulso, la scelta dei regali, il collezionismo, ecc.
I metodi usati sono quelli della ricerca naturalistica la quale osserva il
consumatore nel suo ambiente naturale e tipicamente di natura qualitativa
(osservazione, introspezione, interviste, tecniche proiettive, ecc.).
Consumer behavior_
Rinnovo della disciplina
Consumo edonistico_simbolismo
_l'acquisto ad
impulso_costituiscono i nuovi
argomenti
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