Introduzione
Negli ultimi anni, in Italia e in Francia, si è sviluppato un modo nuovo di pensare
al consumatore. Questa nuova definizione trova le sue ragioni sia in fattori
economici, legati alla saturazione dei mercati, all’aumento dell’offerta e
all’acquisto visto principalmente come sostituzione, sia a fattori culturali, come lo
sviluppo della scienza, il progresso e il declino delle principali ideologie del
Novecento.
Il consumatore non è più un soggetto “debole”, isolato e da “educare” attraverso i
mezzi di comunicazione di massa. Il consumatore ha acquisito autonomia ed
indipendenza di giudizio nei confronti del prodotto; è guidato dalla ricerca di
esperienze nuove, in cui poter giocare un ruolo attivo. Il consumo diventa, infatti,
un momento di interazione e di scambio tra consumatore e produttore, ma
soprattutto tra consumatori, che intrattengono fra loro forti legami emotivi ed
esperienze comuni. Le dinamiche del consumo risultano, quindi, rispetto al
passato, meno standardizzate e prevedibili.
Il nuovo mondo del consumo è una vera e propria attività sociale: l’individuo
indirizza le sue esperienze attraverso l’identificazione di tribù a cui desidera
appartenere per condividere le sue scelte di consumo.
Questa nuova fase è definita post-moderna per segnalare il superamento della fase
precedente di modernità, a cui corrispondeva una società industriale e di massa.
2
Il consumatore post-moderno è un individuo più esigente, maturo, competente,
selettivo e critico, che, al fine della scelta, coinvolge tutte le dimensioni tangibili e
intangibili. Il prodotto, infatti, non rappresenta più solo sè stesso, ma deve
suscitare emozioni e fantasia, che siano di rilievo nella decisione di acquisto.
Gli acquisti non sono più motivati da una logica del bisogno, ma da una logica del
desiderio, in cui le emozioni diventano il nuovo fattore trainante.
Il consumatore post-moderno diventa un “cherry picking” (così definito da
Fabris), ovvero un individuo che tenta di prendere il meglio da tutto ciò che gli
viene proposto.
Le aziende tentano, quindi, di creare emozioni nel cliente, così forti da condurlo
ad attuare scelte d’impulso, come l’acquisto di qualcosa di cui egli non ha
assolutamente bisogno.
Questo elaborato si propone proprio di sottolineare il fenomeno degli acquisti
d’impulso nei punti di vendita della G.D.O. Sono acquisti non programmati,
improvvisi, che spesso non badano all’utilità. Sono sempre determinati da motivi
irrazionali, anche se vengono quasi sempre giustificati da motivi razionali.
L'acquisto d'impulso è un acquisto spontaneo, portato a termine senza che ci sia
stata una precedente intenzione strutturata da parte dell'acquirente, sulla base
appunto di uno stimolo d'urgenza particolare. Il caso tradizionale è quello degli
ultimi oggetti aggiunti al carrello durante la spesa in un supermercato quando si
arriva in prossimità delle casse: si tratta di snack, chewing gum, o pile che
vengono strategicamente posizionati alle casse proprio perchè si prestano
particolarmente ad acquisti d'impulso.
3
Tramite questa tesi si cercheranno di evidenziare gli aspetti principali del
comportamento di acquisto del consumatore, intesi come fattori interni, come
bisogni, motivazioni, coinvolgimento, ed esterni al soggetto, come l’influenza del
punto vendita, dell’atmosfera, del layout, delle promozioni e di tutto ciò che può
incidere sulle decisioni di acquisto pianificato e non.
Il documento presenterà anche una ricerca svolta sulla base di dati raccolti presso
due supermercati (circa 200 interviste presso punti vendita Coop e Conad della
provincia di Modena), al fine di indagare le principali motivazioni che spingono il
cliente ad acquistare d’impulso, le modalità, la frequenza, e per quali prodotti
della G.D.O. questo processo accade più facilmente.
In particolare, essendo la comunicazione un importante strumento di stimolo
verso gli acquisti programmati e non, si intende prendere in considerazioni il
mezzo comunicativo delle promozioni, una delle 4P del marketing mix, che ha
l’obiettivo di incentivare e stimolare la conoscenza e l’apprezzamento verso un
prodotto, con lo scopo ultimo di farlo acquistare.
4
CAPITOLO 1
Basi teoriche sul comportamento del consumatore
1. Prospettive teoriche
Alla base degli approcci teorici dello studio del comportamento del consumatore,
non esiste un’unica teoria accettata universalmente, ma esistono diverse
prospettive, più o meno consolidate.
La letteratura che spiega l’oggetto di interesse, parte da alcuni presupposti, nei
quali si ipotizza che lo studio del comportamento del consumatore possa essere
suddiviso in due parti distinte: l’acquisto (buying), inteso come fase del processo
di scambio dei beni, e il processo complessivo del consumo (consuming), cioè
l’attività di fruizione dei beni acquistati.
Le tre componenti che costituiscono il contenuto di base della materia sono affetto
e cognizione, comportamento e ambiente, che possono essere collegate alla
considerazione del consumatore, in base alle sue scelte di acquisto e consumo,
come individuo, decisore e come elemento dell’ambiente.
In base a questi presupposti, gli approcci che costituiscono il nucleo della
letteratura sulla materia, sono l’approccio cognitivo e comportamentale, per
quanto riguarda la fase di acquisto, e l’approccio esperienziale per quanto riguarda
la fase di consumo.
5
L’approccio cognitivo stabilisce che il consumatore, considerato come soggetto
autonomo e indipendente, elabori gli stimoli ambientali e li utilizzi per decidere i
propri acquisti. L’approccio comportamentale sostiene, anch’esso, che il
consumatore sia stimolato da elementi dell’ambiente, ma nega i processi mentali e
cognitivi dell’individuo. Infine, l’approccio esperienziale, che è quello più legato
alla componente emotiva dei processi di consumo, non ha schemi univoci come
gli approcci precedenti e lascia poco spazio alla razionalità cognitiva.
1.1 Approcci tradizionali: l’approccio cognitivo e l’approccio
comportamentale
Gli approcci tradizionali allo studio del comportamento del consumatore, sono
principalmente due: l’approccio cognitivo e l’approccio comportamentista.
L’approccio cognitivo, deriva dalla psicologia cognitiva, la quale studia come gli
individui acquisiscono e analizzano le informazioni derivanti dall’ambiente, come
le immagazzinano in memoria e come possono essere utilizzate per indirizzare i
comportamenti. Questo approccio si basa sul principio per cui le azioni individuali
sono il risultato di un processo di elaborazione delle informazioni raccolte, che
vengono interpretate, elaborate ed utilizzate per valutare le alternative. Nonostante
questa prospettiva consideri il consumatore come un decisore razionale, non
manca una componente affettiva, attraverso la quale il consumatore, in certi casi,
si lascia condizionare dalle emozioni che lo circondano.
6
Il soggetto di questa teoria, è un individuo attivo nella ricerca delle informazioni
nell’ambiente e orienta i suoi comportamenti in base alle informazioni a
disposizione.
A partire dagli anni Sessanta, diversi contributi hanno portato alla formazione di
modelli cognitivi basati sull’elaborazione dell’informazione. Questi modelli
(Stimolo-Risposta ed elaborazione dell’ informazione) hanno diversi punti in
comune:
si riferiscono al consumatore individuale , piuttosto che collettivo;
si focalizzano sui processi di acquisto di beni e servizi, trascurando gli
aspetti del consumo;
la scelta effettuata dal consumatore è considerata un processo, piuttosto
che un normale atto di acquisto;
il consumatore si caratterizza per una ricerca attiva delle informazioni e la
loro elaborazione;
il comportamento causato da determinati fattori, può essere anche
spiegato;
le informazioni che possono essere raccolte sono di numero limitato;
esiste un feed back che collega output ed input, che influenza la capacità di
apprendimento del consumatore.
7
I modelli cognitivi di tipo Stimolo-Risposta
Il primo modello di comportamento del consumatore che include elementi legati
all’elaborazione delle informazioni, è quello di Howard (1963), che introduce la
distinzione fra tre processi: expensive problem solving (EPS), limited problem
solving (LPS) e automatic response (AR). Questi, si basano sulla teoria
dell’apprendimento, secondo la quale le interazioni con l’ambiente determinano
effetti duraturi nel comportamento dell’individuo. Quando il consumatore, per
soddisfare un bisogno o un desiderio, acquista per la prima volta un prodotto,
presta attenzione a tutte le alternative disponibili. Questa situazione, attiva il
processo di scelta che è fortemente influenzato dalla predisposizione di acquistare
uno dei prodotti. Se esiste questa predisposizione (ESP), inizia la fase di ricerca
delle informazioni. I diversi elementi che costituiscono il modello di Howard sono
influenzati da componenti che influenzano l’interpretazione, come atteggiamenti
individuali e caratteristiche psicologiche. Secondo questo modello l’acquisto è
l’esito finale del processo, che si verifica quando il consumatore possiede
abbastanza informazioni da sentirsi sicuro della scelta. La sua decisione viene poi
immagazzinata in memoria, utile per le decisione successive.
A causa delle continue interazioni con l’ambiente, il comportamento del
consumatore si modifica: in caso di valutazioni positive, la predisposizione verso
alcune alternative cresce e la ricerca delle informazioni non si attiva (LPS),
oppure viene eliminata la fase di valutazione delle alternative poiché esiste una
forte attrazione verso un’unica alternativa (AR).
8
Il modello che segue quello di Howard è quello di Nicosia (1966), che considera
una prospettiva diadica di studio, in cui è presente sia l’impresa che il
consumatore. Infatti, i processi relativi a una parte determinano risposte, che
costituiscono stimoli per l’altra parte e viceversa, in una reciproca
interdipendenza. L’impresa emette messaggi a cui i consumatori sono esposti e
che colgono in maniera soggettiva in base alle loro caratteristiche personali.
Questi messaggi sono la base per la formazione di atteggiamenti verso il venditore
e per la valutazione delle alternative possibili. In seguito alla valutazione, il
consumatore mette in atto il comportamento di acquisto che si trasforma in attività
di consumo. In seguito a ripetute esperienze di acquisto il soggetto modifica
alcune sue caratteristiche che diventano filtri per i messaggi che riceverà da altre
imprese, e ai quali le imprese potranno reagire con nuove risposte.
Successivamente, nel 1968, venne sviluppato il modello di Engel, che fa
riferimento a un’unità si controllo centrale che include la memoria e le funzioni
essenziali per ragionamenti e comportamenti. Le componenti di base del modello
sono:
gli stimoli, cioè input fisici e sociali che provengono dall’ambiente esterno
e a cui l’individuo è esposto;
l’elaborazione delle informazioni, ossia il processo tramite il quale le
informazioni che provengono dall’ambiente sono oggetto di attenzione
selettiva, in base ai bisogni del soggetto, e vengono interpretate rispetto
alle conoscenze disponibili dell’unità di controllo centrali;
9
il processo decisionale, che è il sistema di fasi, attivato dal consumatore,
quando capisce di aver bisogno di cambiare comportamento per migliorare
il suo stato di soddisfazione. Esso si articola in 5 passi: ricognizione del
problema, ricerca esterna, valutazione delle alternative, processi di
acquisto e valutazioni post acquisto.
Questo modello è stato un importante passo avanti rispetto a quelli precedenti, in
quanto riguarda costrutti relativi alla memoria, all’attenzione e all’analisi del
processo decisionale. Tuttavia non mancano alcuni limiti, come la mancanza
dell’analisi dei dettagli (questi modelli sono sempre più complessi e articolati) e
nessuna precisazione su come e quanto i fattori ambientali influiscono sui processi
decisionali.
Un modello contemporaneo al precedente è quello di Howard e Sheth (1969), che
descrive i processi e le variabili che caratterizzano il comportamento del
consumatore prima e durante un acquisto che implica il confronto tra più
alternative. Due elementi che qui assumono molta importanza sono la percezione
e l’ apprendimento, che non sono osservabili ma che non è possibile escludere. Di
particolare rilievo è l’apprendimento, attraverso il cui processo, l’individuo
aumenta le sue capacità di risolvere i problemi decisionali.