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In questo breve saggio, si prender in esame nel pr imo capitolo, innanzitutto il
contesto storico nel quale si inseriscono i frati francescani, per poi passare a esaminare i
documenti probanti la loro reale presenza a Istanbul sia nelle fonti scritte che nelle
fonti visive . E infine, si descriver sinteticame nte l edificio, in particolar modo la
cappellina nella quale Ł affrescato il nostro S anto.
Nel secondo capitolo si analizzer il programma ico nografico del nostro ciclo
francescano, cercando in primo luogo di fornire una descrizione precisa e puntigliosa
dei frammenti rimasti e, se Ł possibile, di vagliare le ipotesi identificative delle scene
sopravvissute proposte all interno dei rispettivi saggi scritti da Striker e da Pantanella.
Si potrebbe obiettare che questo capitolo sia fin troppo esaustivo, ma a mio giudizio
ritengo necessario fornire una lettura precisa delle scene rimaste, poichØ solo da queste Ł
possibile contestualizzare le informazioni ricavate e dedurne delle ipotesi per lo meno
plausibili.
Ritornando al nostro saggio, nel terzo capitolo si analizzeranno le eventuali ipotesi
di datazione, soprattutto focalizzando l attenzione sullo stile riscontrato negli
affreschi in relazione alle altre opere affini per periodo e per tecnica concepiti nel corso
degli studi sulla Kalenderhane.
Nel quarto capitolo si cercher innanzitutto di def inire la committenza del ciclo,
elencando brevemente i possibili ideatori del programma, e infine si dar una lettura
plausibile delle scene agiografiche in relazione ai committenti, esaminando anche la
situazione in cui verteva l ordine dei frati Minori in quel periodo.
Infine, l ultimo capitolo ritorner su una trattazi one di piø ampio respiro, parlando
appunto degli esempi francescani riscontrati sia in Oriente che in Occidente. Come si
potr notare nel saggio, i frati francescani, poich Ø appoggiati da entit politiche
importanti (quali ad esempio i nuovi dominatori p isani, veneziani e genovesi),
metteranno in moto artisti e botteghe, sia orientali che occidentali, per formulare una
vera e propria iconografia francescana adatta al luogo in cui si deve insediare,
provocando cos uno scambio di stili e di influenze tra Roma, Costantinopoli e la Terra
Santa.
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I. I FRANCESCANI A COSTANTINOPOLI: CENNI STORICI E
INFORMAZIONI SULLA KALENDERHANE CAMII.
1.1 Cenni storici
Nel periodo dell Occupazione Latina, che va dal 1204 al 1261, si erano insediati
nel campo religioso i Nuovi Ordini mendicanti promossi dal Papa Innocenzo III, non
solo per sconfiggere le eresie, ma anche per imprimere una svolta positiva alla
riappacificazione tra la Chiesa Greco-Ortodossa e la Chiesa Romana-Cattolica. Questi
Nuovi Ordini mendicanti, cioŁ i Domenicani e i Francescani, gi prima
dell approvazione papale delle rispettive regole nel 1216 e nel 1223, avviarono una
forte predicazione nei riguardi degli infedeli1.
San Francesco stesso, durante la V Crociata, si imbarc ad Ancona, insieme alle
navi dei Crociati, verso la Terra Santa2. Si ferm tra il 1219 e il 1220, prima a Creta,
Cipro ed Acri, poi a Damietta, in Egitto, presso il Sultano3. Celebre Ł l incontro tra il
Santo e il Sultano, suggellato anche dall episodio, riportato dalle fonti francescane, in
cui il Poverello d Assisi sfida i Mullah a gettarsi con lui tra le fiamme per provare quale
delle due religioni fosse la vera fede 4. La ragione, infatti, sarebbe andata a chi fosse
uscito indenne dalla prova5.
Non stupisce quindi che tra le preoccupazioni del beato Francesco vi sia il
progetto di attuare una presenza fissa all interno della Terra Santa, la quale si realizza
fin da subito con la nascita della cosiddetta Provincia Oltremare che comprendeva la
Terra Santa gi nel primo Capitolo Generale dell Ordine dei Mi nori del 12176. La
provincia fu assegnata a Frate Elia da Cortona (1180 ca-1253), che ne divenne Vicario
Provinciale7. Grazie all appoggio degli stessi Crociati, i frati Minori si diffusero nel
vicino Oriente, stabilendo i loro conventi e le l oro case , nei luoghi di insediamento
gi occupati dagli stessi mercanti pisani, venezian i e genovesi, i quali, come afferm
Carile, «sono in gran parte i finanziatori della penetrazione dei missionari nell Impero
1
F . SCAGLIA, I custodi di Gesø. I francescani in Terra Santa dalle Crociate ai giorni nostri, Milano,
2000, p. 5.
2
IDEM, p. 5.
3
IDEM, pp. 5-28.
4
IDEM, p. 25.
5
IDEM, p. 26.
6
IDEM, p. 7.
7
G. MATTEUCCI, La missione francescana di Costantinopoli I. La sua antica origine e primi due secoli
di storia (1217-1585), Firenze 1971, pp. 1-9.
- 7 -
Bizantino e in Oriente»8. Difatti, una peculiarit dell Ordine dei Frati Minori Ł la
capacit di suscitare ammirazione e rispetto nella popolazione locale in quanto Ł frutto
di un costante dialogo con le maggiori istituzioni locali9.
La presenza francescana a Costantinopoli Ł testimoniata, gi nel 1220, in una
bolla pontificia nella quale Ł menzionato frate Luca d Apulia con l appellativo di
Magister fratrum minorum de partibus Romanie, cioŁ il ministro dei frati Minori nella
giurisdizione detta Romania che comprendeva i ter ritori bizantini di Costantinopoli e
della intera Grecia insieme con l Asia Minore, l Ar menia, la Siria, la Palestina e
l Egitto10. Con frate Luca d Apulia, come afferma Matteucci, «possiamo dare del tutto
sicura la presenza francescana nella capitale», tanto che il suo successore, frate
Benedetto Sinigardi da Arezzo11 esercit forte attrazione e straordinario influsso
sull anziano reggente dell Impero, Giovanni di Brie nne, il quale prima della morte,
avvenuta nel 1237, volle ricevere il saio dalle mani dello stesso ministro12.
La nomina di frate Benedetto Sinigardi avvenne nel Capitolo Generale di Assisi del 30
maggio 1221, quando era ancora vivente Francesco (morto nel 1226), e nei giorni del
Primo Vicariato dell Ordine di frate Elia da Cortona (1221-1227), ma la presenza del
frate a Costantinopoli Ł accertata dal 1234 al 1237, nonchØ al tempo dell effettiva
direzione dell Impero da parte di Baldovino II (1240-1261)13.
I successori di Benedetto Sinigardi furono frate Vito da Cortona e frate Enrico da
Pisa. Se per il primo ministro non si hanno molte notizie a riguardo, invece per il
secondo ministro si possiede una singolare descrizione lasciata dall amico frate
Salimbene da Parma, trascritta da Matteucci14. Il frate Salimbene scrive che l amico
frate Enrico « [ ] era un ottimo oratore, illustre cultore dell arte dei suoni, del canto
8
A. CARILE, Gli Ordini mendicanti nell Impero Bizantino in Alle frontiere della cristianit . I frati
mendicanti e l evangelizzazione tra il 200 e 300, «Atti del XXVIII Convegno Internazionale della Societ
Internazionale di Studi Francescani e del Centro Interuniversitario di Studi Francescani, Assisi, 12-14
ottobre 2000», Spoleto, 2001, p. 69
9
IDEM, p. 69.
10
Cfr. MATTEUCCI, op. cit. , pp. 63-71; per un globale inquadramento storico-artistico del periodo
Latino a Costantinopoli Cfr. D. JACOBY, The urban evolution of Latin Constantinople (1204-1261), in
Byzantine Constantinople. Monuments, Topography and Everyday Life, «atto di convegno, Istanbul, 7-10
Aprile 1999» a cura di N. Necipoglu, Leiden, Boston, K ln, 2001, (The Medieval Mediterranean.
Peoples, Economies and Cultures. 400-1453, XXXIII), pp. 277-297.
11
Benedetto Sinigardi (conosciuto come San Benedetto da Arezzo) Ł apprezzato anche dagli Imperatori
bizantini di Nicea ed Ł impegnato nelle trattative per la riunificazione delle due chiese. Introdusse prima
dell anno 1269 il canto dell antifona ANGELUS LOCUTUS EST MARIAE dopo l ora serale di Campieta.
Muore nel 1282 ad Arezzo. Cfr. SCAGLIA, op. cit. , p. 44-45.
12
Cfr. MATTEUCCI, op. cit. , p. 66-67.
13
IDEM, p. 69
14
IDEM, p. 79
- 8 -
[ ], compositore di bellissime sequenze sacre, nonc hØ appassionato raccoglitore di testi
e bravissimo alluminatore di mirabili codici [ ] » 15.
Ma dove vivevano questi frati? In quale luogo? Si fa cenno di un convento presso
l Agor , cioŁ nella parte antica della citt , solo in una notizia assai tarda, in un
provvedimento d espulsione del 1307 emanato da Andronico II Paleologo nei confronti
dei frati Minori16. Per la loro presenza a Costantinopoli continu a nche dopo il decreto
d espulsione del 1307, ma non piø nell Agor , giacc hØ le fonti riportano la notizia di
una «vera e propria sede francescana nella Chiesa di S. Francesco che sorgeva nel
sobborgo di Galata»17.
Cos il ritrovamento del ciclo francescano, situato nel diakonicon della
Kalenderhane Camii, porta un ulteriore prova visiv a a sostegno della tesi di una
presenza francescana a Costantinopoli gi prima del 130718. Infatti, da quanto emerge
dagli studi, l apertura di un loco o di un convento francescano a Costantinopoli
inizia fin dal primo insediamento con frate Luca d Apulia19. Senz altro si deve proprio a
frate Benedetto Sinigardi la collocazione di un loco francescano all interno di un
monastero e di una chiesa bizantina, che fu abbandonata dai greci20. Questo complesso
sarebbe stato identificato con il monastero di Christos Akataleptos (Cristo
l Incomprensibile), inglobato successivamente all i nterno della chiesa bizantina di S.
Maria della Diaconessa.
Una testimonianza indiretta della presenza dei frati francescani all interno del
monastero di Christos AkatalØptos risale al 1233. Si menziona la notizia di un monaco
saraceno che fu ospitato dai francescani per essere istruito nella dottrina cattolica
proprio presso il suddetto monastero21. Lo stesso Matteucci afferma che: «Nulla di piø
che naturale il considerare la chiesa di S. Maria della Diaconessa, l attuale
Kalenderhane Camii, [ ] come il tempio sacro del mo nastero»22.
15
IDEM, p. 79.
16
Cfr. CARILE, op. cit. , p. 74.
17
Cfr. MATTEUCCI, op. cit. , pp. 36-48 e 107.
18
Tesi esposta sia nel saggio di A. CARILE, Gli Ordini mendicanti nell Impero Bizantino in Alle
frontiere della cristianit . I frati mendicanti e l evangelizzazione tra il 200 e 300,op. cit. , pp. 61-88 sia
nel saggio di G. MATTEUCCI, La missione francescana di Costantinopoli I. La sua antica origine e
primi due secoli di storia (1217-1585), Firenze 1971, pp. 4-139.
19
Sottolineo l importanza dei francescani nella citt tanto che Luca d Apulia entr nel clero secolare
latino della citt e divenne rettore della chiesa p iø importante cioŁ la chiesa dei SS. Apostoli a
Costantinopoli. Cfr. MATTEUCCI, op. cit. , p. 84.
20
Cfr. MATTEUCCI, op. cit. , p. 85.
21
IDEM, p. 85.
- 9 -
Un altra prova visiva Ł fornita dal Paribeni nel suo saggio Iconografia, committenza,
topografia di Costantinopoli: sul cassone di Apollonio di Giovanni con la Conquista di
Trebisonda . Difatti in occasione della mostra The Glory of Bizantium , tenutasi nella
primavera del 1997, a New York, fu esposto un cassone dipinto fiorentino, appartenuto
agli Strozzi, raffigurante sul pannello frontale una scena di battaglia, generalmente
riconosciuta come la Battaglia di Trebisonda. Secondo quanto studiato da Paribeni, «la
particolarit della decorazione del cassone Ł difatti quello di collocare all interno di una
vivace scena di battaglia, la rappresentazione di due citt , una delle quali [ ] per
l accurata resa topografica dei monumenti Ł Costantinopoli»23.
Da ci deriva che tra i monumenti piø importanti ra ffigurati all interno della citt
sembrerebbe essere raffigurata la Kalenderhane Camii, giacchØ Ł l unica chiesa dedicata
a S. Francesco situata all interno delle mura (l al tra si trovava a Galata). «La
segnalazione di un edificio di limitata importanza qual era la chiesa mendicante, a fronte
dei monumenti piø celebrati della capitale bizantina», secondo Paribeni, «pu trovare
una ragione d essere solo nella precisa volont del committente di rimarcare la presenza
[francescana] all interno della citt » 24.
Tale posto di rilevo dato alla chiesa in esame, l odierna Kalenderhane Camii,
concorre innanzitutto a sottolineare l importanza acquisita da parte dei Minori
all interno di Costantinopoli, e in secondo luogo a rafforzare la volont da parte dei frati
di instaurarsi definitivamente all interno della societ , grazie anche all appoggio che
questi dovevano sicuramente intrattenere con le comunit italiane presenti nella
capitale.
22
IDEM, p. 87.
23
A. PARIBENI, Iconografia, committenza, topografia di Costantinopoli: sul cassone di Apollonio di
Giovanni con la Conquista di Trebisonda , Rivista dell Istituto Nazionale d Archeologia e S toria dell
Arte , 56 (III serie XXIV), Roma, 2001, p. 258.
24
IDEM, p. 293.
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1.2. La Kalenderhane Camii
La Kalenderhane Camii fu chiamata cos perchØ fu trasformata in moschea
all epoca di Maometto II (1451-81)25. I dati emersi dalle ricerche promosse dal 1966 al
1974 da C. L. Striker e da Y. Doğan Kuban per conto del Dumbarton Oaks Center for
Byzantine Studies di Washington hanno messo in evidenza le diverse fasi costruttive
dell edificio (fig. 1)26. Grazie agli scavi archeologici, Ł stato possibile riscontrare alcune
strutture architettoniche al di sotto dell edificio: i resti di una struttura termale del II-III
secolo e i resti di un aula absidata del IV secolo. Entrambe le costruzioni erano annesse
alla chiesa, ma la loro funzione in rapporto ad essa non Ł ancora stata chiarita27. Solo nel
XII si ha l erezione della chiesa attuale con « [ ] pianta a croce inscritta con cupola su
quattro pilastri, due narteci e navatelle laterali, oggi scomparse»28. Eppure, «le
informazioni raccolte durante gli scavi non hanno fornito elementi utili per risalire alla
denominazione bizantina della chiesa»29.
Ma la particolarit della Kalenderhane Camii non s ta nØ nell aspetto architettonico
nØ nella denominazione, piuttosto nella scoperta, come afferma Matteucci, di «cose
latine in quel sacro edificio bizantino»30. In effetti, in una delle piccole cappelle che si
affacciano sul diakonicon, nella parte sud del bema, sono stati ritrovati alcuni resti di
affreschi che facevano parte di un intero ciclo dedicato a S. Francesco d Assisi31.
Al suo ritrovamento, la cappella detta Cappella Francescana , «era nascosta da
un muro recante tracce di una narrativa a fresco e da un finto zoccolo di base»32. Tale
muro fu costruito dopo il 1261, con la riconquista bizantina, per chiudere ermeticamente
la cappella latina considerata scomoda dai nuovi inquilini bizantin i. L intero
diakonicon, compreso anche il suddetto muro, fu ridecorato con un nuovo programma,
25
J. FREELY, A.S. ˙AKMAK, Byzantine Monuments of Istanbul, Cambridge, 2004, pp. 135-145.
26
Per lo studio dell edificio Cfr. C. L. STRIKER, Y. D. KUBAN, Kalenderhane in Istanbul. The
Buildings, their History, Architecture and Decoration. Final reports on the Archaeological Exploration
and Restoration at Kalenderhane Camii, Mainz, 1997, cap. I, II, III, pp. 1-100.
27
Per il problema delle fasi costruttive Cfr. C. L. STRIKER, The Finding at Kalenderhane and problems
of method in the history of Byzantine architecture in Byzantine Constantinople. Monuments, Topography
and Everyday Life, «Atti di Convegno, Istanbul, 7-10 Aprile 1999», a cura di N. Necipoglu, Leiden,
Boston, K ln, 2001, (The Medieval Mediterranean. Pe oples, Economies and Cultures. 400-1453,
XXXIII), pp. 107-116.
28
C. PANTANELLA, I Francescani a Costantinopoli. Gli affreschi con le storie di san Francesco alla
Kalenderhane Camii, Studia Orientalia Christiana Collectanea , 23, 1 990, p. 358.
29
EADEM, p. 359. Tra le tante ipotesi proposte, due sono le piø confacenti: una, con il nome di Cristo
Akataleptos (l Inconoscibile), in quanto citata nel passo contenuto nelle Novelle di Alessio Comneno,
mentre l altra Ł collegabile al nome della Vergine Kyrioritissa grazie a due raffigurazioni della Vergine
stessa rinvenute nella chiesa durante gli scavi. Cfr. C. L. STRIKER, Y. D. KUBAN, Kalenderhane in
Istanbul , op. cit., p. 13-15.
30
Cfr. MATTEUCCI, op. cit. , p. 89.
31
Cfr. J. FREELY, A.S. ˙AKMAK, op. cit. , p. 239
32
Cfr. MATTEUCCI, op. cit. , p. 93.
- 11 -
del quale rimasero conservati solo dei resti frammentari. Gli archeologici hanno datato
questi resti di affreschi al periodo early paleolo gan 33.
Rispetto alla struttura della chiesa, la cappella Ł collocata non in una posizione di
rilievo, ma piuttosto defilata. ¨ composta al suo i nterno da un piccolo vano absidale in
cui al centro si aprono una trifora, datata al X secolo34. Infine con l arrivo dei
francescani, il vano sar decorato con le storie de tte francescane (fig. 1; fig. 2).
33
Cfr. PANTANELLA, I Francescani a Costantinopoli , op. cit. , p. 359.
34
« [ ] Ł dunque probabile che la realizzazione del ciclo francescano abbia comportato l eliminazione di
una eventuale decorazione preesistente» EADEM, p. 359.