es ging uns ganz ausgezeichnet».10 La famiglia Mann risiedeva a
Monaco, più precisamente a Schwabing, sobborgo vicino all‟Isar e
trascorreva le vacanze estive a Bad Tölz, pittoresco paesino della valle
dell‟Isar, ai piedi delle Alpi, al quale Klaus era molto legato. La casa
di Tölz era circondata da un grande giardino dove era possibile fare
dei giochi che altrove sarebbero stati impraticabili.11 Era un universo
fatto di magia, serenità, caratterizzato dalla presenza costante dei
nonni e dalla figura di Affa - «Sie ist die Perle, das Faktotum» - , la
cui presenza, al contrario di quella del resto del personale, era stabile.
L‟educazione dei ragazzi era affidata ad un‟istitutrice12, che tuttavia
non riusciva ad espletare bene il suo ruolo, in quanto la madre, con il
suo carattere dolce e forte nello stesso tempo, finiva spesso per
escluderla organizzando lei la giornata dei figli13. Katia Pringsheim
aveva creato coi suoi bambini un legame speciale che la distingueva
dalle altri madri e i figli si rivolgevano a lei chiamandola “Mielein”;
10Klaus Mann, Kind dieser Zeit, Reinbek bei Hamburg, 1967 p.73
Trad.«crescemmo divertendoci, stavamo benissimo!».
11
Klaus Mann, Der Wendepunkt, cit. p.36
12
Ivi, p. 31 «Das Kinderfräulein ist eine der Hauptmythen meiner Kindheit». Per
la traduzione in italiano si veda l‟edizione La Svolta. Storia di una vita, Il
Saggiatore, giugno 1988 Trad. «La signorina è uno dei principali miti della mia
infanzia».
13
Ivi, p.31 «Das Fräulein kann uns viel anhaben, solange Mielein da ist, um
unsere natürlichen Rechte zu schützen». Trad. «La signorina non ce la fa contro
di noi finché mamma ci appoggia».
9
per loro era sciocco e ridicolo che gli altri bambini chiamassero la loro
madre “Mutti” o “Mama”.14
Un po‟ meno presente nell‟educazione dei figli, il
padre, soprannominato “der Zauberer”, il mago, era tuttavia una figura
che suscitava timore e rispetto: quando lui era in casa bisognava fare
silenzio, l‟autorità paterna infatti sfociava spesso in reazioni
imprevedibili.15
La serenità di questa infanzia fu purtroppo turbata da
due eventi circondati da mistero: la morte della zia materna, Carla, e
dello zio paterno, Erik. Solo più tardi il giovane Klaus apprese che i
due si erano suicidati e ciò sconvolse il suo animo già debole,
rendendolo ancora più vulnerabile. Altri suicidi turbarono il nostro
autore e certamente contribuirono a spingerlo a compiere lo stesso
passo il 21 maggio 1949. Se per lui la morte di una persona cara
significava perdere una parte di se stesso, ogni distacco, forse, lo
aiutava a non temere la morte.16
14
Cfr. Ivi, p.24
15
Cfr. Ivi, p.15
16
Cfr. Klaus Mann, Der Wendepunkt, p.15
10
La prima guerra mondiale modificò la vita della
famiglia Mann. La penuria di mezzi cambiò quel mondo dorato in cui
i figli erano cresciuti. Sparì la spensieratezza dei primi anni.
«Wenn ich versuche, die Atmosphäre von
1914 wiedereinzufangen, so sehe ich flatternde
Fahnen, graue Helme mit possierlichen
Blumensträu Εchen geschmückt, […] Die Luft
ist erfüllt von der allgemeinen Prahlerei und
den lärmenden Refrains der vaterländischen
Lieder. “Deutschland, Deutschland über
alles»17.
La madre spiegò che questo per loro era un momento
storico, grande ma anche molto difficile.18 C„era sempre l„assegno
mensile che arrivava anche negli anni della guerra puntualmente da
parte della casa editrice,19 ciononostante a Katia Mann, vista la
situazione, sembrò giusto licenziare l„istitutrice e una delle due
governanti. La casa di Bad Tölz fu venduta e il ricavato fu investito
17
Klaus Mann, Der Wendepunkt, cit. p.50 Trad. «Quando cerco di riacchiappare
l‟atmosfera del 1914 vedo bandiere sventolate, grigi elmi adorni di buffi
mazzolini di fiori. […] L‟aria è piena delle universali smargiassate e dei
chiassosi ritornelli di canzoni patriottiche “Deutschland, Deutschland über
alles”».
18
Cfr. Ivi, p.18
19
Cfr. Uwe Naumann, K.M. Mit Selbstzeugnissen und Bilddokumenten, Reinbek
bei Hamburg 1984, p.14.
11
in un prestito di guerra: senza dubbio un„azione patriottica, ma
finanziariamente un disastro.20
Klaus e Erika furono tolti dalla scuola privata per
frequentarne una pubblica. Il piccolo Klaus non ricorda felice il
periodo trascorso a scuola sia perché fu separato dalla sorella, sia
perché, non sapendo parlare il dialetto monacense, i compagni lo
definivano un “Maledetto Prussiano”21. In più il comportamento degli
insegnanti, molto deludente per il giovane, perché «picchiare gli
alunni era a quel tempo ritenuto in Germania un sistema pedagogico
non solo sano, ma indispensabile»,22 lo mise in una posizione di ancor
maggiore isolamento rispetto alla classe, essendo considerato quasi un
“intoccabile”.
Nel 1916 la famiglia Mann attraversò un periodo
funestato da malattie: diversi membri della famiglia furono colpiti da
appendicite acuta, e Klaus Mann fu quello che dovette soffrire di più
perché egli subì un attacco di peritonite. Il ragazzo venne sottoposto a
cinque operazioni, che lo salvarono da morte sicura.
20
Cfr. Klaus Mann, Der Wendepunkt, cit. p.83
21
Cfr. Klaus Mann, Der Wendepunkt, cit. p.51
22
Ivi, p.52
12
11
«Es gab einen „Duchbruch“ in meinem
Inneren, irgendeine furchtbare interne
Explosion, an der man eigentlich stirbt».23
Tuttavia, benché si fosse rimesso bene dalla malattia, rimase per tutta
la vita cagionevole di salute; quei momenti di sofferenza, come
apprendiamo dalle parole dello stesso autore, non furono mai
dimenticati.
«Man mu Ε mich auf einer Bahre aus meinem
Schlafzimmer geholt und die Treppen hinunter
in das Automobil mit dem Roten Kreuz
gebracht haben; […] ich höre den Laut nicht
mehr, mit dem die Tür dieses Wagens schlo Ε
wie ein Sargdeckel. […] Dieser Wagen, der in
meinem Gedächtnis zu einer geheimnisvollen
Mischung aus Mutterleib, Wiege und Sarg
verschmilzt, wird mit seinen Geräuschen
und Gerüchen mir unverge Εlich bleiben;
diesem Wagen schien es bestimmt, mich in den
Tod zu kutschieren; mit tödlicher Absicht
schaukelte er mich ».24
23
Ivi, p.54. Trad. «Nel mio corpo avvenne una perforazione, una tremenda
esplosione interna, di cui per lo più si muore.»
24
Klaus Mann, Kind dieser Zeit, cit. p. 38 Trad. “Saranno venuti a prendermi
con una barella dalla mia stanza, mi avranno portato giù per la scala nella
macchina con la croce rossa; … Non sento più il rumore con cui lo sportello di
questa macchina si chiuse come il coperchio di una bara. […] questa macchina
che nella mia memoria si fonde in un miscuglio misterioso di ventre materno, di
culla e di bara, mi rimarrà indimenticabile nei suoi rumori e odori; a questa
macchina parve di certo scarrozzarmi verso la morte; con intenzione mortale mi
dondolava. […]
13
Durante il periodo della convalescenza, Klaus fu
coccolato, viziato; tutta la famiglia si rese indispensabile e presente.
Ben presto però, questo periodo di coccole finì ed egli fu riportato
bruscamente alla realtà, vale a dire al «duro regime del terzo inverno
di guerra» .25 I problemi erano quelli di sempre, il cibo scarseggiava, i
Mann, come tanti altri, non avevano né vestiti né scarpe: la guerra non
fu più vista dai bambini come un„avventura, era una dura realtà.26
Dopo tante vicissitudini, che Klaus Mann descrive molto
dettagliatamente in Der Wendepunkt, nel capitolo dedicato agli anni
1914-1919, la guerra terminò lasciando il dodicenne Klaus in uno
stato confusionario. Voleva capire i motivi che avevano portato alla
guerra, chi erano i vinti e chi i vincitori.
«Ich war noch nicht ganz acht Jahre alt als der
Krieg begann, und gerade zwölf, als er endete.
[…] Mir wurde klar, da Ε die Katastrophe hätte
verhindert werden können, wenn unser Kaiser
etwas weniger schneidig und draufgängerisch
gewesen wäre ».27
25Klaus Mann, Der Wendepunkt, cit., p. 56 Trad. «Den strengen Alltag des dritten
Kriegswinters in Deutchland».
26
Cfr. Ivi, p. 57
27
Ivi, p.63. Trad. «Non avevo ancora otto anni quando la guerra cominciò; ne
avevo giusto dodici quando finì. […] Capì che la catastrofe sarebbe potuto
14
I.2 La passione letteraria.
Sin dall‟infanzia sua madre avvicinò Klaus alla
letteratura, leggendogli autori tedeschi, russi ed inglesi. All‟età di 10
anni Klaus conosceva già autori come i fratelli Grimm, i racconti di
Zick, Brentano, E.T.A. Hoffmann.28 La nonna, che i fratelli Mann
chiamavano Offi, ebbe un ruolo importante nel fargli amare, con le
sue letture che sembravano recite, autori notevoli come Dickens e
Wilhelm Raabe. La sua voce stridula, gracchiante o melodiosa, a
seconda della situazione o del personaggio, affascinava Klaus Mann.
Nessuno poteva competere con il dono teatrale della nonna.29
Accostarsi alle opere letterarie divenne, quindi, per il giovane,
un‟occupazione naturale e quotidiana e ben presto cominciò a
considerare lo scrivere l‟attività più importante della sua vita.
A differenza degli altri bambini la sua non fu
un‟infanzia trascorsa a sognare o fantasticare sul suo futuro, ma si
rendeva conto di essere vittima di un “incantesimo” o di una
venire evitata se il nostro imperatore fosse stato un po‟ meno invidioso e
guerrafondaio».
28
Cfr. Klaus Mann, Der Wendepunkt, cit. p.70
15
“condanna” alla letteratura.30 Quasi ogni giorno leggeva libri interi di
Shakespeare, i diari di Grillparzer ed il “Faust”, poi Hamsun, Mörike,
Dehmel, Walter Scott, Ibsen e Hauptmann.31Ad alimentare sempre di
più questa passione contribuì molto anche il padre, che con voluta
indifferenza domandava ogni sera dopo cena se gli altri volessero
ascoltare qualcosa, aggiungendo a metà tra lo scherzo e la distratta
cortesia: «Wenn ihr nichts anderes vorhabt“».32
Da questa sua predisposizione scaturiscono i primi
immaturi tentativi letterari che esprimevano il suo stato d‟animo. Già
all‟età di 6 anni si ha testimonianza di tale sua passione; nella prima
poesia Der stolze Jüngling Sündebal, si nota come la presenza della
morte, in conflitto con la vita, lo tormentasse già sin dall‟infanzia, per
poi divenire un tema trattato in modo costante e sempre più maturo
nelle opere successive.33
29
Cfr. Ivi, p. 77
30
Cfr. K.Mann, Antworte auf drei Fragen, in: 25 Jahre Bukum, Fest-Almanach
auf das Jahr 1930, Wien, p.30 in: M.Grunewald, Klaus Mann 1906-1949, cit.
31
Cfr. Klaus Mann, Kind dieser Zeit, cit. p. 67
32
Klaus Mann, Der Wendepunkt, cit. p77-78. Trad.«Se non avete programmato
nient„altro».
33
Cfr. Carol Petersen, Klaus Mann, Berlin 1996 , pag 13 «Wozu bin ich geboren
wenn ich hier doch sterben mu Ε?». Trad. «Perché sono nato se io devo morire?».
16
Anche nell‟opera Kindernovelle pubblicata nel 1926,
troviamo una somiglianza fra l‟autore e il protagonista Heiner di 8
anni, il quale nelle sue poesie esprime pensieri molto simili. Se in
un primo momento Klaus scriveva storie d‟amore e romanzi gialli, -
«Niemand las das Zeug, au Εer Golo, der fast alles auswendig
konnte34». - man mano maturò in lui la voglia di affrontare un campo
nuovo. Cominciò a inserire nei suoi scritti argomenti autobiografici,
perché sentiva il bisogno di rappresentare e confessare se stesso.35
Casa Mann era un posto di transito per molti artisti, vi
si potevano trovare illustri personaggi come Jakob Wassermann, Hugo
von Hofmannstahl, Gerhart Hauptmann, Ernst Bertram, Björn
Björnson, Hans Reisiger, Hans Pfitzner, Bruno Walter e Bruno Frank.
I ragazzi si ritrovavano ad assistere alle conversazioni degli adulti, che
vertevano maggiormente sulla letteratura e sulla musica 36 ed erano
degli ascoltatori molto attenti ed acuti, divertendosi ad evidenziare i
34
Klaus Mann, Der Wendepunkt, cit. p.80. Trad. «Nessuno leggeva quella roba,
tranne Golo, che sapeva quasi tutto a memoria». Golo era il quartogenito di
Thomas Mann.
35
Cfr. Ivi, p.81
36
Klaus Mann, Der Wendepunkt, cit. p.87 «Soweit ich mich erinnere, gab es
damals bei uns kaum je politische Gespräche». Trad. «Per quanto io mi ricordi,
da noi di politica si parlava appena».
17
pregi e i difetti degli ospiti; per loro alcuni erano brillanti e virtuosi
nella conversazione, altri erano giudicati “barbe incurabili“37.
Nessuno di quei visitatori poteva immaginare quali giudici severi
essi fossero. Di quegli artisti due erano particolarmente apprezzati dai
ragazzi per il loro carattere e per la loro benevolenza .38 Soprattutto li
entusiasmava il comportamento di Bruno Frank, che riusciva a rendere
i ragazzi partecipi dei suoi pensieri e problemi, - «Talvolta parlava
dei suoi debiti e dei suoi creditori, non senza cordiali omeriche risate.
[…] Confessioni del genere mai nessun adulto ce le faceva».39 Anche
il grande direttore d‟orchestra Bruno Walter, era loro molto caro,
soprattutto per l‟amicizia che legò Erika e Klaus Mann a Lotte e
Gretel, le due figlie di Bruno Walter. Grazie a questi artisti, Klaus
Mann scoprì il mondo della musica ed in particolare dell‟opera lirica.
«Musik war etwas Schönes und Erhebendes,
besonders wenn Bruno Walter am
Dirigentenpult stand; Theater war noch
37
Cfr. Ivi, p.87
38
Ivi, p.90. «Unsere Helden waren von anderer Statur. Die beiden Brunos zum
Beispiel: Bruno Walter und Bruno Frank». Trad. «I nostri eroi erano di tutt‟altra
statura. Per esempio i due Bruno: Bruno Walter e Bruno Frank».
39
Ivi, p.90.«Manchmal sprach er von seinen Schulden, seinen Gläubigern – nie
ohne herzlich dröhnendes Gelächter.- […] Solche Geständnisse bekam man von
Erwachsenen sonst nicht zu hören»
18