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INTRODUZIONE
Nel secondo millennio si è assistito ad una vera e propria esplosione di tecnologia e di
innovazione. In pochi decenni si è passati dal telefono cellullare allo smartphone,
dall’uso dei personal computer al tablet. Questi cambiamenti tecnologici ed informatici,
insieme alla globalizzazione e all’apertura di molti paesi al commercio internazionale,
hanno introdotto numerose trasformazioni: gli strumenti tecnologici hanno migliorato la
vita delle persone e hanno cambiato significativamente le loro abitudini, tutto questo si
è riflesso inevitabilmente sulle imprese che hanno adeguato la loro offerta per
soddisfare le innumerevoli nuove richieste, sempre piø differenziate e personalizzate,
per mantenere la propria posizione competitiva nel mercato.
L’evoluzione tecnologica ha portato alla creazione del mondo digitale, alla nascita di
Internet e dell’e – commerce, uno strumento che permette, alle imprese che ne fanno
utilizzo, di farsi conoscere e vendere i propri prodotti in tutto il mondo.
In questo nuovo contesto prettamente digitale, le imprese hanno cambiato sia la
propria struttura sia le metodologie e gli strumenti contabili a propria disposizione.
Nella previsione e formulazione del piano strategico aziendale si è tenuto conto delle
nuove variabili utili affinchØ ci sia una sana e prudente gestione dell'impresa stessa. Si
è visto come molte realtà, anche storiche, abbiano dovuto, tramite l’utilizzo di
un’adeguata pianificazione strategica, rivedere il proprio core business e renderlo
maggiormente competitivo.
Le nascenti imprese, contemporaneamente, hanno implementato il proprio progetto in
Business Plan flessibili in grado di adeguarsi, in base alle esigenze, ai continui
mutamenti del mercato.
In questo contesto descritto, nuove sono anche le metodologie per prevedere le
vendite e gestire nel miglior modo la propria impresa. Una di queste è la Lean Startup
creata da Eric Ries che ha riscontrato un notevole successo negli ultimi anni.
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La trattazione che segue è composta da tre parti: nella prima descriverò brevemente il
Business Plan e il suo ruolo all’interno della pianificazione strategica approfondendo
l’aspetto del budget, strumento della programmazione aziendale.
Nella seconda parte tratterò delle nuove realtà digitali, delle startup e della Lean
Startup evidenziando come siano cambiati nel tempo i metodi per prevedere le vendite
e quale sia, ad oggi, quello piø semplice ed economico per ottenere una previsione
che non si discosti molto dalla realtà.
Nell’ultima parte illustrerò un caso specifico: l’applicazione Spreaker, nata nel 2009
che ad oggi vanta migliaia di utenti. Grazie ad una mia intervista al CEO e co – founder
della società che gestisce l’applicazione mi è stato possibile capire come realmente le
metodologie che spiegherò in seguito siano applicate nelle realtà digitali.
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Capitolo 1
IL BUSINESS PLAN
1.1 La pianificazione strategica e il business plan
Una nuova idea imprenditoriale è il punto di partenza per costruire ed impostare la
pianificazione strategica aziendale.
Secondo Jeffrey A. Timmons, i tre fattori di successo di una nuova iniziativa sono
1
:
- L’opportunità: intesa come individuazione di un prodotto o servizio richiesto
dalla domanda;
- Le risorse: per ogni progetto è necessario reperire le giuste risorse monetarie;
- Il team: oltre alle idee sono le persone a rendere un progetto vincente.
Un ulteriore fattore, non preso in considerazione da Timmons, è rappresentato dal
contesto: evoluzioni impreviste possono modificare lo scenario di riferimento.
L’idea deve essere inserita in un progetto d’impresa che serva a delineare la strategia
aziendale che si vuole perseguire. Questa può essere pensata per costituire una
nuova realtà o per modificarne una già esistente, apportando cambiamenti significativi
alla struttura già in essere.
La pianificazione strategica applica nel concreto la strategia aziendale, razionalizzando
idee e prospettive, nonchè individuando sia gli obiettivi da raggiungere nel medio e
lungo periodo, sia gli strumenti, le risorse, le modalità e i processi utili per attuarli.
La pianificazione, affinchØ sia efficiente, deve avere come base un documento di
presentazione del progetto che dichiari ed illustri sinteticamente le caratteristiche
salienti, gli obiettivi e le finalità dello stesso e del relativo Business Plan
2
.
1
Kingsley A. Borello, Excellent Business Plan: Come pianificare una startup, sviluppare un’impresa e
monitorare la performance, Hoepli Editore, 2015
6,
pag. 35
2
Gruppo di Lavoro Area Finanza Aziendale, Cons. Naz. Dott. Commercialisti ed Esperti Contabili, Linee
Guida alla Redazione Business Plan, Documento n. 1, pag. 7 - 8
10
L’orizzonte temporale da prendere in considerazione risulta, solitamente, compreso tra
i 3 e i 5 anni, tenendo conto della specificità dell’analisi che si vuole raggiungere.
L’uso della pianificazione risulta essere decisivo in un contesto, come quello attuale,
caratterizzato da forti turbolenze del mercato, da una intensa competitività, dall’uso
quotidiano della tecnologia e della sempre maggiore interazione tra i vari operatori
economici. Ciò spinge le imprese a dover prevenire eventuali shock che potrebbero
portarle all’uscita dal mercato.
Per ridurre al minimo gli errori che si possono commettere, è importante, che la
pianificazione sia flessibile e adattabile nel tempo, data l’incertezza sull’effettivo
verificarsi degli eventi futuri.
«In questa nuova epoca globalizzata non seguire un processo di business planning
lascia il potenziale successo al caso».
3
Lo strumento operativo della pianificazione strategica è il Business Plan che permette
di proiettare l’idea imprenditoriale nell’ottica di lungo periodo, senza seguire
necessariamente uno schema prefissato, essendo redatto in forma libera. Tuttavia
sarebbe opportuno che al suo interno sia contenuta una parte descrittiva e una parte
numerico - schematica in cui prendano forma gli obiettivi da raggiungere, sfruttando la
capacità degli schemi, delle parole, dei numeri e delle tabelle di trasferire a chi legge
un’immagine dell’organizzazione nel suo insieme, del suo vantaggio competitivo e di
come la stessa si collochi sul mercato
4
.
La parte descrittiva ha lo scopo di illustrare la strategia e l’idea imprenditoriale. Può
contenere una breve storia, nel caso in cui la pianificazione riguardi un’attività già
avviata, che aiuti a capire le condizioni di operatività e il mercato di riferimento, ma
soprattutto i cambiamenti che si vogliono raggiungere tramite la realizzazione del
progetto.
E’ necessario che nella seconda sezione, quella numerico – schematica le parole e gli
obiettivi vengano tramutati in numeri, contenuti in tabelle, per dare maggiormente l’idea
della realtà che l’impresa andrà a creare.
Il Business Plan ha assunto nel tempo un’importanza e un’affermazione tale che «Il
consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, nell’intento di
3
Antonello Bove, Business Plan: Guida alla costruzione di un Business Plan vincente con la metodologia
dei 7 step, Hoepli Editore, 2013,Hoepli Editore, 2013, pag 13.
4
Antonello Bove, op. cit., pag 13
11
valorizzarne l’utilizzazione e fornire un valido aiuto alla diffusione ed affermazione
professionale, ha ritenuto importante riproporre una revisione con relativo
aggiornamento, dei principi già emanati nel 2003, [..] per la predisposizione e la
valutazione di un Business Plan»
5
.
Tra le linee guida da seguire ci sono dei principi di redazione: la chiarezza, intesa
come linearità e semplicità del documento; la completezza delle informazioni a
disposizione; l’affidabilità della previsione che si basa prevalentemente su un rapporto
di fiducia; la neutralità, in quanto il documento non deve essere indirizzato verso
obiettivi non espressamente dichiarati o deviare da ciò che è la realtà; la trasparenza e
la prudenza.
Kinsgley A. Borello, nel suo manuale intitolato “Excellent Business Plan: come
pianificare una startup, sviluppare imprese e monitorare la performance”, evidenzia
come il Business Plan svolga sia un ruolo informativo sia un ruolo di guida dei processi
decisionali. Proprio per questo il documento strategico assolve una funzione interna ed
esterna all’impresa essendo destinato a molteplici soggetti. Questi possono essere
identificati in due macrocategorie.
I soggetti interni, quali l’imprenditore o il manager, adottano quest’ultimo come base
per guidare la gestione dell’impresa. Per questa categoria risulta fondamentale il
coinvolgimento del personale affinchè ogni attore del sistema, tramite le proprie
opinioni e suggerimenti, partecipi attivamente alla vita aziendale.
I soggetti esterni, quali banche, fornitori, potenziali soci, invece, troveranno nel
Business Plan, un valido parametro per valutare la possibilità di finanziarie l’attività, di
entrare a far parte della compagine societaria, di accordare prestiti o affidamenti o di
intraprendere una collaborazione commerciale.
Il Business Plan, inoltre, «rappresenta un supporto sia nelle “fasi straordinarie” della
vita d’impresa [..] sia nella “fase ordinaria” gestione corrente»
6
e i suoi obiettivi
possono essere molteplici.
5
Gruppo di Lavoro Area Finanza Aziendale, Cons. Naz. Dott. Commercialisti ed Esperti Contabili, Linee
Guida alla Redazione Business Plan, Documento n. 1, pag. 13
6 Gruppo di Lavoro Area Finanza Aziendale, Cons. Naz. Dott. Commercialisti ed Esperti Contabili, Linee
Guida alla Redazione Business Plan, Documento n. 1, pag. 12