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Nel terzo e conclusivo capitolo, composto da tre paragrafi, descriverò la mia
storia, un lungo problema di salute che mi ha portato a conoscere e decidere di
praticare il buddismo di Nichiren Daishonin. La descriverò in modo diretto,
lasciando scorrere le emozioni che provoca in me, in modo che risulti il più
autentica possibile e arrivi al cuore di chi la legge. Per raccontarla ho utilizzato
delle pagine di quaderno che scrivevo in ospedale, collegandomi alla letteratura
antropologica sullo studio della sofferenza.
Coloro che leggeranno questa esperienza non si troveranno davanti una storia
di dolore ma una storia piena di speranza, in cui un giovane uomo ha trovato la
sua strada, il buddismo, in questo tempo presente, che gli ha permesso di
trasformare un terribile veleno in medicina, che gli ha permesso di dare una
ripitturata a quello che è stato il passato, di vivere con gioia il presente e di
guardare con un cuore colmo di ottimismo al suo futuro.
Oltre alla mia storia, in questo capitolo, verranno raccontate altre storie, di
persone diverse tra loro, ma uguali nel superare gli ostacoli della vita
utilizzando la strategia del “Sutra del Loto”. Ho raccolto le loro testimonianze
intervistandole e questa è stata una delle parti del mio lavoro che più mi ha
riempito di soddisfazione, poiché queste persone, offrendomi le loro
esperienze, è come se mi avessero reso partecipe delle loro vittorie.
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Risveglio
Qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo sboccerai.
Prima di allora, una lunga e fredda notte potrà passare.
Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò si paziente verso quanto ti accade e curati ed amati,
senza paragonarti o voler essere un altro fiore, poiché non esiste
fiore migliore di quello che si apre nella pienezza di ciò che è.
E quando ti avverrà, potrai scoprire che andavi sognando di
essere un fiore che aveva da fiorire.
Daisaku Ikeda
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I CAPITOLO
LA NASCITA DEL BUDDISMO
1.1 La storia: Shakyamuni
Fondatore storico del buddismo è considerato Siddharta
Gautama (“colui che ha raggiunto lo scopo”). Sulla sua
biografia sappiamo ben poco; egli nacque tra il 500 e il 450
a.C. nella regione dell’Himalaya, presso l’attuale confine
indo-nepalese. Visse la sua giovinezza nell’agio e cosi fu fino
ai trent’anni di vita, quando la visione di un vecchio, di un malato, di un
cadavere e di un religioso lo spinse a meditare sulla vita dell’uomo. Cosi,
scambiati i suoi abiti con quelli di un pellegrino mendicante, iniziò la sua vita
da pellegrino errante. Egli rimase per un periodo di tempo con due asceti
brahamani, con la speranza che questi potessero insegnarli la via che conduce
alla salvezza. Ma così non fu. Proseguì il suo cammino e iniziò la fase in cui si
infliggeva severe penitenze, nella speranza di poter raggiungere
l’illuminazione. Cinque asceti, che vivevano nello stesso luogo, speravano di
poter trarre giovamento dalle conoscenze che egli avrebbe conseguito. Tempo
dopo, egli si convinse però che le sofferenze volontarie non rispondevano allo
scopo e rinunciò all’ascesi. Una notte mentre meditava sotto un fico, dopo aver
superato le tentazioni del demonio Mara, che cercava di impedirgli il
raggiungimento della verità, ottenne l’illuminazione. Iniziò a predicare la sua
dottrina, i primi a beneficiarne furono i suoi cinque antichi discepoli. Egli
espose spesso i suoi insegnamenti in risposta alle domande delle persone.
Questi insegnamenti verranno poi trascritti e prenderanno il nome di “sutra”.
Le persone che abbracciarono i suoi insegnamenti furono eterogenee, poiché la
sua propagazione si estese per cinque decadi, coprendo vaste arie geografiche;
di conseguenza è varia la natura dei suoi insegnamenti, che daranno origine a
scuole e interpretazioni diverse fra loro. L’obiettivo dei suoi primi
insegnamenti è quello di risvegliare le persone all’impermanenza di tutti i
fenomeni, in modo che potessero liberarsi così dalle sofferenze causate
13
dall’attaccamento a cose che il trascorrere del tempo avrebbe distrutto. Questi
sutra, questi insegnamenti provvisori, invitano i discepoli a rompere i legami
con i desideri terreni.
1
In India si svilupperà un’importante divisone tra buddismo Mahayana
(Grande Veicolo) e Hinayana (Piccolo Veicolo); il primo considera la via della
salvezza aperta a tutti, lo scopo a cui il fedele deve tendere non è quello di
diventare un santo, estraniandosi dal mondo, ma un futuro Buddha, che
conduce alla salvezza innumerevoli esseri viventi. Il secondo è aperto solo ai
monaci, che dopo un’ascesi in cui raggiungono la condizione dell’individuo
santo, estraniandosi dal mondo, accedono, con la morte, al nirvana.
2
Il Sutra del Loto è considerato all’interno della tradizione Mahayana la più
elevata delle scritture buddiste. Shakyamuni lo predicherà nei suoi ultimi otto
anni di vita, esso contiene alcuni insegnamenti rivoluzionari rispetto ai
precedenti sutra. Il tema centrale è che tutte le persone possiedono in egual
misura la natura di Buddha (la cui manifestazione rende una persona in grado
di provare una felicità assoluta e di agire con infinita compassione), che non
esistono categorie di persone che non possono ottenere la buddità, che il
Buddha non esiste in qualche luogo speciale e non è un essere soprannaturale.
Inoltre in questo sutra Shakyamuni dichiarerà che ha realmente raggiunto
l’illuminazione nell’infinito passato e non nell’attuale esistenza come si
pensava. Ottenere l’illuminazione non significa trasformarsi o diventare
qualcosa che non si è, bensì rivelare uno stato naturale, “innato”, nell’uomo.
Il buddismo dall’India arriverà in Asia centrale e in Cina nel primo secolo
d.C., ma fu soltanto nel quinto secolo che, grazie all’opera di traduzione della
scuola Kumarajiva, la sua filosofia fu disponibile senza distorsioni e fu quindi
possibile l’elaborazione di un vero e proprio buddismo cinese. Infatti, tra il
sesto e nono secolo si svilupparono otto importanti scuole, alcune di
derivazione tipicamente indiana, altre come il C’han ( Zen in giapponese ) più
propriamente cinesi. Fra queste la scuola del Gran Maestro Chih-i (538-597 ),
che prese il nome di T’ien-t’ai dalla montagna dove risiedeva. Il buddismo di
T’ien-t’ai, poneva le sue radici nel Sutra del Loto, da lui identificato come la
1
Le notizie sulla vita di Shakyamuni sono tratte da sito della Soka Gakkai, www.sgi-italia.org.
e dal libro Storia delle Religioni, vol. 4 Religioni dell’India e dell’Estremo Oriente, pp. 277-
281, Filoramo, ed. Laterza (1996).
2
La distinzione tra i due veicoli è ripresa dal libro Storia del buddismo pp. 10-23, H.C.Puech,
ed. Laterza (1984).
14
vetta somma dell’insegnamento di Shakyamuni. Egli elaborò anche la teoria di
ichinen sanzen, i tremila mondi in un singolo istante di vita, secondo cui tutti i
fenomeni sono presenti in un istante di vita e la buddità è inerente ad ognuno di
essi.
1.2 Nichiren Daishonin e il buddismo in giappone
Intorno al 538 d.C. il buddismo approderà in Giappone. Qui ebbe una grande
espansione a opera del principe Shotuku Taishi. Egli spiegava personalmente
alla gente i sutra buddisti, compreso il Sutra del Loto. In seguito si
svilupperanno numerose scuole, fra cui la Shingon, la Jodo (Nembutsu) e la
Zen. La Shingon si basa su una dottrina interamente esoterica. Essa percepisce
l’universo intero come se fosse il Buddha Mahavairocana, nel quale si trovano
i sei elementi principali: terra, acqua, fuoco, aria, etere e conoscenza. La natura
del Buddha e quella dell’uomo sono identiche. L’uomo ha perso di vista questa
verità, che può essere ritrovata, però, in questa stessa vita, tramite una serie di
pratiche. Esse sono: i mudra (sigilli) che consistono nel collocare le mani e le
dita in determinate posizioni. I mantra che servono a invocare le varie divinità
buddiste. I samadhi o esercizi di concentrazione. Nella scuola Nembutsu si
parla di una pura terra, quella del Buddha Amida. La persona che rinasce in
questa terra esce dal ciclo delle trasmigrazioni e può diventare un Buddha. Per
ottenere questa rinascita bisogna pensare con fede al Buddha Amida ed
esprimere questo pensiero con la formula (Namu Amida-butsu). Nello Zen,
attraverso il severo esercizio, si può raggiungere la grande esperienza del vuoto
superiore ad ogni contrasto (satori), che libera l’individuo da ogni dolore del
mondo. Ciò porta a una modifica della personalità che comporta il dominio
sull’Io, e la perfetta armonia con l’universo.
Il gran maestro Dengyo (767-822), il cui vero nome era Saicho, fondo la
scuola Tendai, a partire dagli insegnamenti di T’ien-t’ai. La scuola Tendai si
sviluppò moltissimo diventando una delle più influenti del Giappone. Il tempio
principale della scuola, situato sul monte Hiei, fu per secoli il più importante
centro per lo studio del Buddismo. La scuola Tendai era caratterizzata da un
forte esoterismo e propugnava sia la pratica della meditazione che l'attività
15
intellettuale e filosofica (soprattutto attraverso lo studio dei testi classici). Essa
era inoltre caratterizzata da un forte impegno sociale e politico: negli
intendimenti di Saicho la scuola doveva avere un ruolo di protezione e di guida
spirituale della nazione. Per questo i monaci Tendai furono spesso impegnati in
opere di utilità pubblica o svolsero il ruolo di funzionari statali. Tuttavia
benché il Sutra del Loto fosse diffuso e rispettato, la difficoltà degli
insegnamenti e delle pratiche della scuola Tendai, fecero si che il buddismo
che predicava si allontanasse dalla società e dai suoi problemi. Inoltre, il suo
clero non fu in grado di contrastare il coinvolgimento delle autorità religiose
nella vita politica e la confusione fra i diversi insegnamenti che divennero
strumenti per accrescere il potere del clero e il suo distacco dalla gente
comune. L’epoca in cui l’insegnamento del Buddha andava perduto e la
confusione regnava sovrana era iniziata.
3
E in questo scenario che nel 1222, nacque Nichiren
Daishonin e, con lui, il buddismo da me praticato.
Zennichimaro (1222-1282), questo il
suo vero nome, nacque il 16 febbraio
nel villaggio di Kominato (prefettura di Chiba), sulla
costa pacifica, a nord di Tokyo in una famiglia di
pescatori. I suoi genitori, che volevano impartirgli
un’educazione, lo inviarono in una scuola presso il tempio principale, Seichoji,
del luogo. Quando Zennichimaro entrò nella scuola del tempio, ricevette il
nome di "Yakuo-maro". Dopo questi studi, gli verrà voglia di approfondire lo
studio sul buddismo. Egli entrerà così nel monastero di Seichoji, e durante una
cerimonia sotto il suo maestro Dozen, sarà nominato prete buddista. Egli
studierà vari tipi di buddismo insegnati a Seichoji, come le dottrine della Terra
Pura e il Sutra del Loto. Infatti, anche se il tempio fu nominato un tempio
Tendai (una scuola originalmente concentrata solamente sugli studi e pratica
del Sutra del Loto), all'epoca a Seichoji si praticavano anche i riti di Nembutsu,
o Terra Pura. A diciassette anni partirà per ulteriori studi a Kamakura. Restò lì
tra anni, in cui studio i vari precetti buddisti, in particolar modo quelli della
scuola Zen e della Terra Pura. Aveva deciso di studiare il buddismo poiché non
capiva come mai la gente dell’epoca e del Giappone soffrisse così tanto,
3
Notizie tratte dal libro Storia del buddismo, pp. 229-256, H.C.Puech, ed.Laterza, 1984.
16
nonostante il paese fosse pieno di scuole buddiste. All’età di vent’anni tornato
al tempio, scrisse "I Principi dell'Entità dei Precetti Buddisti sono uguali
all'Ottenimento della Buddhità". Però, dopo gli studi a Kamakura, gli venne
voglia di andare al centro buddista più grande della nazione, il centro e tempio
principale della scuola Tendai di Enryakuji sul Monte Hiei nel capitale
imperiale di Kyoto. Restò lì per un totale di 10 anni di studi, principalmente
sotto la direzione e guida del Maestro Shumpan. Dopo studi intensi, egli scrisse
a 21 anni, "La Dottrina dei Precetti", e, a 22 anni, scrisse "Shikishin Niho Sho"
(Le due dottrine di Ambiente e Corpo). Tra il 1246 e il 1252, andò su e giù per
il Monte Hiei, il Monte Koya (il grande centro di studi Shingon) e visitò
tantissimi templi a Kyoto, Osaka e Nara, e incontrò una grande varietà di
maestri buddisti. Anche durante questo periodo egli studiò tutti i sutra del
Buddha Shakyamuni e tutti i commentari a cura dei grandi maestri buddisti
cinesi e giapponesi. Alla fine partì dal Monte Hiei e tornò al suo paese di
Kominato, salì sul Monte Kiyosumi e rientrò al suo tempio di Seichoji dove
raccontò al suo maestro, agli altri insegnanti e ai suoi discepoli, le sue
esperienze a Kyoto, sul Monte Hiei e quanto aveva studiato. Il maestro Dozen
gli richiese di raccontare le sue esperienze e di presentare un sermone nella sala
Jibutsu-do nel tempio di Seichoji davanti tutti i preti e i credenti. Per una
settimana prima del sermone, egli rimasse nella sua stanza preparandosi per la
presentazione che si fece il 28 aprile del 1252. La mattina presto del 28 egli
lentamente recitò Nam Myoho Renge Kyo devozione al Sutra del Loto. Dopo
aver recitato la devozione al sutra, egli entrò nel Jibutsu-do dove cominciò a
presentare il suo sermone e raccontare i risultati dei suoi studi e ricerche sul
buddismo. La maggior parte della gente aspettava un discorso che celebrasse le
lodi al Buddha Amida, ma egli cominciò il discorso con "Nam Myoho Renge
Kyo" che sorprese tutti perché non avevano mai sentito questo modo di
recitare. Egli riterrà che nell’epoca di Mappo non fosse più valido
l’insegnamento buddista secondo cui diverse vie potevano coesistere per
diverse persone. Mappo è il terzo periodo che segue la morte di Shakyamuni di
duemila anni: nel primo periodo, (Shoho), l’insegnamento è trasmesso
direttamente al cuore delle persone; nel medio periodo, (Zoho), inizia la
corruzione dell’insegnamento e il compromesso con le autorità politiche. Nel
periodo di Mappo la corruzione è totale. L’unico insegnamento per questo
17
periodo era soltanto il Sutra del Loto. Poi, egli cominciò a criticare le nuove
scuole buddiste di Kamakura, cioè la Terra Pura e lo Zen. Egli spiegò che
mentre la scuola Terra Pura in quell'epoca aveva abbandonato il Buddha
Shakyamuni e venerava soltanto un Buddha di un'altro universo, il Buddha
Amida, le scuole dello Zen rifiutavono l'uso dei sutra, i quali sono gli
insegnamenti del Buddha, e si concentravano esclusivamente sulla
meditazione. Alla fine, egli disse che, il cuore di tutti gli insegnamenti e la
propria illuminazione del Buddha, si trova soltanto nel Sutra del Loto. Egli
utilizzò quell'occasione per dichiarare la sua esclusiva dedizione alla pura
tradizione Tendai - del Sutra del Loto, e cambiò il proprio nome in "Nichiren"
(Sole-Loto). Tantissimi, sentito il discorso di Nichiren, si arrabbiarono perché
Nichiren non aveva venerato il Buddha Amida nel suo discorso, ed era stato
molto critico con le scuole della Terra Pura, Zen, Shingon e Ritsu. Nichiren
andò subito a casa dei suoi genitori e spiegò loro quanto ebbe studiato e capito
nella sua ricerca di buddismo. I suoi genitori furono impressionati dalla sua
devozione e dalle sue parole, così immediatamente, decisero di convertirsi
esclusivamente alla fede del Sutra del Loto e ricevettero i nomi buddisti da
Nichiren Daishonin di "Myonichi" per il padre e "Myoren" per la madre, dando
loro una sillaba Nichi e Ren dal suo nome Nichiren ad ognuno con la parola
"Myo" significando "Myo"-ho Renge Kyo. Dopo aver convertito i suoi
genitori, Nichiren Daishonin si trasferì al quartiere di Matsubagayatsu, in
Kamakura, dove costruì una residenza fra le colline in quella zona rustica e
lontana dal centro della città. Dalla sua modesta residenza, Nichiren Daishoinin
(grande saggio) cominciò la propagazione della Legge nel capitale. Da quel
momento in poi tantissime persone cominciarono a recitare il daimoku Nam
Myoho Renge Kyo. Anche se il numero dei credenti continuava ad aumentare,
la società giapponese dell'epoca restava molto ansiosa. L'intero paese soffriva
per numerosi disastri naturali, epidemie e incendi devastanti. Nel 1251, ci fu un
grande incendio a Kamakura, e nel 1254 ancora un'altro enorme incendio
abbatteva sulla stessa città, bruciando tantissime case e edifici dalla costa. Nel
1256 ci furono venti fortissimi, allagamenti, e un epidemia di morbillo a
Kamakura, mentre nell'anno successivo, ci furono grandi terremoti sempre a
Kamakura con devastazioni e siccità e nel mese d'agosto, alcune tempeste
devastarono i raccolti su tutto il territorio nazionale. Molte persone annegarono