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1.Il gruppo di imprese nell�attivit� di assicurazione.
Negli ultimi anni lo scenario del settore assicurativo italiano ha
subito profondi cambiamenti. Le principali cause sono da ricercarsi nella
politica di privatizzazione attuata dall�autorit� governativa, che ha coinvolto
l�INA, nella creazione del mercato unico europeo, in cui vi � la pi� ampia
libert� di movimento e d�iniziativa economica, e nell'internazionalizzazione
dei mercati
1
, dove nuovi operatori offrono prodotti con notevoli capacit�
concorrenziali.
Le imprese assicurative italiane per entrare in questo nuovo grande
mercato, dovranno adottare strategie finalizzate al rafforzamento delle
proprie strutture sia sul mercato interno e sia su quello comunitario. I piani e
i programmi aziendali dovranno essere rivolti ad un miglioramento della
competitivit�, grazie al contenimento dei prezzi ottenuto mediante la
diminuzione, in particolare, dei costi di distribuzione. Solo cos� si potr�
contrastare la concorrenza delle imprese internazionali, dotate di strutture
pi� flessibili ed efficienti, che inevitabilmente giungeranno in Italia.
1
Da alcuni anni si assiste ad un investimento di capitali stranieri nel nostro mercato,
attraverso aziende italiane controllate da gruppi esteri. Ricordiamo l�acquisto effettuato dal gruppo
tedesco �ALLIANZ� nei confronti della �RAS�, uno dei maggiori gruppi italiani. Non manca,
per�, l�ingresso dei gruppi italiani nei mercati stranieri, un esempio � la compagnia �GENERALI�,
che controlla un elevato numero di societ� in Europa e nel mondo. Per un Approfondimento
sull�argomento si vedano ADAMO S., Il mercato assicurativo nel processo di integrazione
comunitaria, Adriatica editrice Salentina, Lecce, 1992, e BASILE I., Struttura del mercato e
condotta concorrenziale delle imprese di assicurazione, in Quaderni Cirsa, n. 26, Giuffr�, Milano,
6
Per proporsi sul mercato, allargare il campo d�azione e razionalizzare
gli interventi, un'idonea strategia, gi� messa in atto da molte imprese
assicurative italiane, � la formazione di gruppi aziendali. Essi nascono
mediante l�acquisizione diretta d'imprese complementari (soluzione rapida
ed efficace), oppure con la costituzione di nuove societ�, cui sono affidati
particolari rami d�azienda. Nell�ambito di queste concentrazioni possono
convivere sia imprese a vocazione internazionale, specializzate nei grandi
rischi del ramo danni
2
, sia quelle nazionali, caratterizzate da una produzione
di massa standardizzata concernente RCA, incendio e furto, e anche le
imprese a specializzazione territoriale e di prodotto.
Attualmente le compagnie d�assicurazione per adeguarsi alle
effettive necessit� del mercato creano apposite societ� cui affidare
l�esercizio di specifici rami di attivit� o di servizi particolari, in modo da
accentuare la specializzazione gi� presente in esse.
La formazione dei gruppi, infatti, con il conseguente decentramento
di parte dell�attivit� alle affiliate, ha permesso di attribuire a queste il
compito di operare in determinati mercati o in particolari segmenti di
attivit�. Si � trattato di una logica evoluzione dell�originaria struttura delle
aziende di assicurazione che si configurano come aziende divise, in quanto
operano sul territorio tramite agenzie. Con il passare del tempo la loro
1991.
2
Per i grandi rischi s'intendono quei rischi che, per dimensione o caratteristiche, si
collocano tradizionalmente sui mercati internazionali. DI CAGNO N. �L�economia delle imprese
7
accresciuta consistenza patrimoniale, ma soprattutto le difficolt� sorte nel
gestire organismi cos� ampi e articolati, hanno suggerito soluzioni
organizzative diverse
3
.
Il gruppo, inoltre, � la forma organizzativa pi� idonea, per risolvere
le problematiche dimensionali proprie di un�azienda d'assicurazioni. Le
imprese di questo settore, per ottenere un equilibrio economico -
finanziario, un�uniformit� nella gestione dei sinistri e fornire maggiori
garanzie agli assicurati
4
, devono svolgere un�attivit� che rispondi alla legge
dei grandi numeri, realizzando rilevanti volumi di produzione. Di
conseguenza l�azienda tende ad avere grandi dimensioni per rendere pi�
efficiente la sua gestione. Per evitare i problemi connessi all'ampia
dimensione l�impresa inevitabilmente arriva a creare un gruppo, in altre
parole una struttura molto flessibile, idonea a rispondere ai subitanei
mutamenti del mercato, e che permette un miglior controllo sull'attivit�
sparse sul territorio.
Le imprese creano un organismo economico composto da soggetti
assicurative�. EGEA, 1994, p. 189.
3
Le assicurative hanno avuto una fase iniziale di sviluppo che si espressa con una sempre
pi� frequente costituzione di agenzie. Queste agenzie, denominate di �gestione diretta� o �in
economia�, operano direttamente alle dipendenze della compagnia, incluso il personale, e che si
differenziano dalle agenzie autonome dall�impresa assicuratrice che rientrano nel suo ordinamento
esterno. Successivamente ci si � rivolti ad altre forme organizzative che vanno ad affiancarsi a
quelle tradizionali, come la costituzione del gruppo. Sui problemi legati all�organizzazione e sulle
strutture organizzative si rinvia a: PACI S., Evoluzione della concorrenza e dei modelli gestionali
delle imprese di assicurazione, in Diritto ed economia delle assicurazioni, n. 1, 1992, pagg. 17 e
ss., PETRONI G., Orientamento strategico, strutture organizzative e sviluppo delle risorse umane
nelle imprese di assicurazione, In AA. VV., la gestione strategica dell�impresa di assicurazione,
Giuffr�, Milano, 1987,pagg. 85 e ss.
4
Sull�argomento si veda TERZANI S., Alcune considerazioni sui gruppi assicurativi, in
8
giuridicamente indipendenti, giacch� hanno una propria forma societaria,
ma collegati da rapporti di dipendenza sia decisionale sia economica,
originati dalla presenza di un soggetto controllante, i quali consentono
un�unitaria condotta economica. Quindi, pur essendo un unico soggetto
economico, non si pu� parlare d'impresa a sezioni divise oppure a sezioni
multidivisionali per la presenza di una chiara individualit� giuridica delle
imprese componenti il gruppo.
2. Il bilancio consolidato: definizione e riferimenti normativi.
Il documento contabile che fotografa la situazione patrimoniale,
finanziaria ed economica del gruppo aziendale � il Bilancio consolidato.
Infatti, l�esistenza di quest'organismo rende limitata la capacit� informativa
sia del bilancio della societ� controllante, sia di quella delle controllate.
Il Bilancio consolidato di un gruppo assicurativo risente,
inevitabilmente, nella forma e nei contenuti delle peculiarit� proprie del
particolare settore in cui esso opera. Di conseguenza le autorit� che si
occupano di disciplinare questa materia, devono tenere conto che queste
aggregazioni presentano caratteristiche alquanto singolari, a causa della
peculiarit� dell�attivit� e dei processi produttivi del ramo vita e danni che
Finanza, credito e assicurazione, in Scritti in onore di Carlo Masini, 4 Tomo, EGEA Milano,
9
attuano
5
, del particolare rischio che assumono e del fenomeno d�inversione
temporale tra il sostenimento dei costi e la realizzazione dei ricavi proprio
dell�attivit� assicurativa.
Di conseguenza � necessaria una disciplina giuridica del bilancio
consolidato assicurativo che rispetti sia i principi economico - tecnici, che
guidano la stesura del documento, sia le esigenze giuridiche volte a
preservare la funzione informativa del conto consolidato.
L�obbligo e le disposizioni relative alla redazione del bilancio
consolidato, in Italia, sono contenute nel decreto legislativo n. 173 del 26
maggio 1997
6
, che da attuazione alla direttiva 91/674 CEE sui conti annuali
e consolidati delle imprese di assicurazione
7
. La sua emanazione conferm�
1993, p.859.
5
Il processo assicurativo vero e proprio consiste nella traslazione (parziale o totale) di
distribuzioni di danni (rischi) da unit� economiche (gli assicurati) all�impresa di assicurazioni.
Come conseguenza del trasferimento del rischio si avr�, al verificarsi dell�evento dannoso definito
nel contratto, il pagamento di un corrispettivo in denaro dall�assicuratore all�assicurato. I processi
assicurativi si differenziano in processi d'assunzione delle polizze e processi di liquidazione
sinistri. Di essi ne parla ampiamente SELLERI L., Economia e management delle imprese
d'assicurazione, ETALIBRI, pag.146 ss.
6
Il D. Lgs. � stato prodotto in virt� della legge delega approvata il 24 febbraio del 1994
denominata � Comunitaria �93 �, ed � stato pubblicato sul supplemento ordinario alla �Gazzetta
Ufficiale� n. 143 del 21 giugno 1997.
7
La Direttiva � stata pubblicata nella G. U. C. E n. L374/7 del 31/12/91. Precedentemente
alla norma sulle assicurazioni sono state emesse la IV Direttiva (25/7/78) sul bilancio d�esercizio e
la VII (13/6/83) sul bilancio consolidato, ed, infatti, essa non prevede norme indipendenti alle
precedenti. La 674 integra la normativa generale, tenendo conto delle particolarit� dello e specifico
settore assicurativo (Si veda il documento �Significato e caratteristiche concettuali della normativa
CEE del 19. 12. 1991 sulla chiusura annuale e quella consolidata delle assicurazioni� organizzato
dal CESAR).
La normativa comunitaria sul bilancio delle assicurazioni occupa una posizione chiave
all'interno del controllo finanziario, programmato nell'ambito del Mercato Comune per le imprese
del settore assicurativo. La 3� normativa di "coordinamento danni" rimanda, per esempio, alle
suddette disposizioni l�accertamento degli accantonamenti tecnico�assicurativi. Ancora, le norme
sulla valutazione e sul pareggio ricoprono un ruolo fondamentale per la determinazione di due
parametri di sicurezza: il patrimonio vincolato e il margine di solvibilit�.
La Direttiva 91/674 presenta anche un�importante innovazione riguardo agli schemi di Stato
Patrimoniale e Conto Economico, essi, infatti, si discostano molto da quelli che tuttora redigono le
10
ulteriormente la necessit� di una disciplina specifica per le aziende che
operavano in questo particolare settore, che prendesse in considerazione le
peculiarit� delle compagnie assicurative.
Il provvedimento legislativo da indicazioni chiare e precise sulla
redazione del Bilancio consolidato (dall�art. 58 all�art. 76), trattando in
particolare dalla definizione dei soggetti obbligati alla redazione, dell�area
di consolidamento, dei principi di consolidamento e dei criteri di
valutazione, e, soprattutto, propone nuovi schemi di bilancio.
La normativa riguarda il bilancio consolidato relativo all�esercizio
1998, i cui schemi attualmente sono previsti dalla circolare ISVAP del 24
febbraio 1992 n. 171 in applicazione della legge n.20 del 9 gennaio 1991.
La legge impone la redazione di tale documento alle imprese e agli enti
assicurativi aventi sede nel territorio italiano, e attribuisce all�Istituto per la
vigilanza sulle assicurazioni private e d�interesse collettivo (ISVAP) il
compito di determinare i criteri, le modalit� e i vincoli da seguire nella
procedura di consolidamento.
Dato che, la n.171 s�ispira nel suo contenuto al decreto legislativo 9
aprile 1991 n.127, ma anticipa in parte, anche, le norme presenti nella
imprese assicurative, su disposizione della circolare ISVAP 171.
La conversione della Direttiva in diritto nazionale doveva avvenire a norma dell�art.70
Par.1 prima del 1� gennaio 1994, mentre l�utilizzazione poteva essere richiesta per l�esercizio
1995, ci� per dare la possibilit� alle compagnie di intraprendere gli adeguamenti della loro
contabilit� necessari al soddisfacimento delle disposizioni sulla redazione dei conti.
Sull�argomento si rimanda all�approfondito esame svolto da CIOCCA P., �La direttiva
conti annuali e consolidati delle imprese di assicurazione: prospettive di recepimento e profili di
vigilanza�, in Diritto ed economia dell�assicurazione, 1994, p.673 e segg.
11
Direttiva n.674 del 19 dicembre del 1991, sono poche le differenze tra il
nuovo decreto e la circolare dell�Istituto di vigilanza e riguardano
essenzialmente la definizione di area di consolidamento e gli schemi di
bilancio.
3. Finalit� del bilancio consolidato del gruppo assicurativo.
Il Bilancio consolidato � uno dei pi� validi strumenti informativi,
utilizzato nell�ambito sia del controllo interno sia di quello esterno dai
grandi gruppi assicurativi.
Il conto consolidato � il mezzo con cui l�alta direzione conosce la
consistenza patrimoniale e l�andamento economico dell�intero gruppo.
Attraverso questo documento contabile, si compie anche un controllo di
gestione
8
, soprattutto nei gruppi assicurativi caratterizzati da un'elevata
integrazione e da una stretta interdipendenza economica. Il management,
grazie a esso acquista una visione complessiva di tutte le attivit� svolte in
tutti i paesi, e determina gli obiettivi che permetteranno di massimizzare i
risultati complessivi. Esso � in grado di offrire agli amministratori
informazioni consuntive periodiche da confrontare con i piani e con i
programmi che le compagnie assicurative hanno realizzato, in base alle
8
Bianchi L. A., � Informazione societaria e bilancio consolidato di gruppo� EGEA,
12
quali attivare il processo diretto a modificare le previsioni
9
.
La finalit� prevalente �, in ogni modo, quella di fornire una peculiare
informativa contabile sulla consistenza patrimoniale e sulla situazione
economica finanziaria di tutto il gruppo aziendale, ad una pluralit� di
destinatari esterni al gruppo: soci di minoranza, enti creditizi e finanziari,
creditori, pubblico in genere e organi di controllo pubblico. Essi hanno
interesse a raccogliere informazioni sull�unica realt� economica, da
utilizzare per ampliare la conoscenza della strategia e della direzione
dell�unico soggetto economico.
Gli analisti finanziari utilizzano il capitale netto e il reddito
d�esercizio ricavabile dal bilancio consolidato e altri dati per determinare
l�effettiva redditivit� della capogruppo e operare un�analisi finanziaria,
basata sulla combinazione rischio reddito, per valutare la dinamica
finanziaria del gruppo mostrando i rischi finanziari.
Tale finalit� si realizza anche grazie all�art.29, comma 2 del decreto
legislativo n. 127 del 1991, che estende al gruppo le stesse regole previste
dall�art.2423 del Codice Civile: � Il bilancio consolidato deve essere redatto
con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione
patrimoniale e finanziaria e il risultato del complesso delle imprese
Milano, 1990, pag.11 e SS.
9
La dottrina italiana ha pi� di una volta sottolineato l�importanza del bilancio consolidato
nel controllo di gestione. Si veda BRUNETTI G., Il ruolo del bilancio consolidato nel governo dei
gruppi d'imprese, in Il bilancio consolidato. VII direttiva comunitaria e principi contabili, Padova,
1985, pag. 45 ss.
13
costituito dalla controllante e dalle controllate �.
Il bilancio consolidato nel settore assicurativo assume anche il ruolo
di strumento di controllo pubblico. L�attivit� dei gruppi assicurativi, e in
particolare di quelli multinazionali, coinvolge gli interessi degli assicurati e,
ancora pi� in generale, influenza sensibilmente l�economia nazionale. Ecco
perch� vi sono organismi pubblici, come l�ISVAP, che con la loro politica
economica cercano d�indirizzare la gestione, di vigilare sulla gestione e di
controllare i movimenti, soprattutto, di quelli che raggiungono
un�importanza e una dimensione elevata
10
.
Il fenomeno dei gruppi di imprese nel settore, infatti, provoca
particolari ed evidenti effetti distorsivi nei processi valutativi di controllo, e
in particolare sulla determinazione del margine di solvibilit�
11
. Un
assicuratore, mediante la creazione di strutture di gruppo, pu� incrementare
i propri affari assicurativi a parit� di capitale proprio complessivamente
10
In sostanza, nei controlli svolti dall�ISVAP, ente di diritto pubblico dotato di personalit�
giuridica con un elevato grado d'autonomia strutturale e finanziaria, due sembrano essere le
principali preoccupazioni di questo organo. La prima � quella di evitare che le risorse della
gestione assicurativa, disponibili in rilevanti entit� data l�inversione del ciclo produttivo, vengano
impegnate nell�ambito del gruppo per finalit� diverse da quelle assicurative. Ci� proprio perch�
non � richiesta nel settore assicurativo una separazione tra tale attivit� e quella industriale.
La seconda � quella di evitare che i rapporti di gruppo portino a stipulare accordi che
prevedano di utilizzare risorse di una societ� che esercita il ramo vita a vantaggio di una che si
occupa del ramo danni, alterando la ripartizione delle spese e delle entrate. Si vedano pi�
diffusamente FOGLIA L., I controlli sulle imprese di assicurazione, in Minervini G., Le attivit�
finanziarie. I controlli, Il Mulino, Bologna, 1990. IANNUZZI A., I poteri dell�ISVAP, in Rivista
delle Assicurazioni, 1991 n.1
11
L�istituto del margine di costituisce uno dei principali strumenti di vigilanza nell�ambito
delle misure normative volte a tutelare, garantendo la sopravvivenza delle imprese di
assicurazione, gli interessi degli assicurati e dei danneggiati, obiettivo prioritario del controllo
pubblico in questo settore. Sull�importanza del ruolo svolto dal margine di solvibilit� si veda
VOLPE PUTZOLU G., Le assicurazioni, in Trattato di Diritto Privato a cura di Rescigno, Vol.
XIII, UTET Torino, 1985, pag. 28 e MARINIELLO FIUME L., La solvibilit� nelle imprese di
assicurazione, Padova, 1990, pag. 106 e ss.
14
impiegato, eludendo i limiti patrimoniali minimi posti a garanzia degli
assicurati. In tali situazioni, la solidit� dell�assicuratore, quale unitario
soggetto economico cui in fine sono imputabili gli impegni assicurativi
sottoscritti dalle unit� del gruppo, pu� essere pericolosamente in crisi, pur in
presenza di situazioni di solvibilit� soddisfacenti a livello di singole imprese
assicurative.
Una delle soluzioni tecniche possibili per correggere il procedimento
di valutazione dell�adeguatezza patrimoniale individuale dell�impresa
assicurativa, in modo da tenere conto dei suoi legami con altre societ�, �
proprio il bilancio consolidato. Questo strumento contabile permette di
rettificare il patrimonio netto di una societ� assicurativa, considerando tutte
le possibili relazioni con altre imprese assicurative partecipate (ad esempio
rapporti di riassicurazione attiva e passiva), e, soprattutto di evitare il
doppio o plurimo uso dello stesso capitale proprio per soddisfare gli
obblighi normativi di solvibilit� di pi� imprese assicurative. Ci� grazie alla
tecnica di consolidamento che consente di pervenire a valori che riflettono
la reale situazione dell�impresa e delle societ� partecipate,
complessivamente considerate.
Proprio per questi motivi, l�autorit� legislativa e l�ISVAP
considerano il bilancio consolidato uno dei pi� validi strumenti per la
vigilanza e il controllo dell�attivit� assicurativa, e hanno impostato un
impianto normativo e contabile al cui centro c�� il bilancio consolidato, e
15
che vede la valorizzazione e l�estensione delle funzioni di vigilanza
12
. Il
documento contribuisce a comunicare un�informazione trasparente delle
vicende del gruppo assicurativo, e a rendere pi� agevole il controllo della
gestione tecnica, finanziaria e patrimoniale. Il controllo sui bilanci � uno dei
mezzi principali per assolvere alle principali funzioni di vigilanza
finanziaria, per verificare la situazione patrimoniale e reddituale, e se vi
sono riserve tecniche sufficienti e attivit� congrue ai fini dell'integrale
copertura degli impegni tecnici di fine esercizio, per determinare il margine
di solvibilit�. La quantificazione di quest�ultimo attraverso la
determinazione del suo patrimonio netto consolidato, fornisce una risposta
adeguata agli effetti distorsivi sia dei trasferimenti intragruppo non conclusi
a condizioni di mercato, sia dei fenomeni emergenti nel caso di
trasferimenti incrociati o articolati di capitali di rischio all�interno del
gruppo.
L�ISVAP e il legislatore italiano hanno voluto dare delle disposizioni
linea con un�impostazione estensiva della vigilanza nell�ambito del settore
assicurativo, che dalla singola impresa passa ad osservare il gruppo di
imprese assicurative riconducibili all�impresa stessa, cosi come avviene gi�
12
� L�estensione delle funzioni di vigilanza sono avvenute da un lato attraverso la
previsione di un complesso di disposizioni legislative aventi maggiore trasparenza rappresentativa
dei fatti di gestione e chiara valenza prudenziale, dall�altro mediante la previsione di un ventaglio
di poteri affidati all�Istituto di Vigilanza, da esercitare con l�emanazione di specifici
provvedimenti, che consentir� il costante allineamento ed adattamento di talune delle soluzioni
contenute nelle disposizioni di legge all�evoluzione delle tematiche tecniche e contabili di bilancio
e, in ogni modo, al mutare della realt� economica di riferimento�. Dott. FOGLIA L., Vice Direttore
Generale dell�ISVAP al convegno dell�ASA sul �ruolo dell�Autorit� di Vigilanza nella formazione
16
per i gruppi creditizi
13
. In quest�ottica, il gruppo assume un�autonoma
rilevanza di fronte alla vigilanza, con conseguenti implicazioni in termini di
responsabilit� globale del soggetto economico posto al vertice del gruppo,
in relazione agli impegni assicurativi e alla gestione di tutte le imprese che
ne fanno parte.
Per la verifica e il controllo del bilancio consolidato, l'ISVAP
dispone del potere di compiere ispezioni o di richiedere dati, notizie ed
informazioni alle societ� ed agli enti controllati da imprese o enti
assicurativi, avvalendosi della collaborazione delle altre autorit� che
esercitano la vigilanza sui soggetti controllati (Consob, Banca d�Italia).
14
Si tratta di un�estensione del potere informativo dell�ISVAP sui
soggetti controllati dalle imprese soggette alla sua vigilanza e, infatti, l�art.5
lett. b della legge 576 del 1982 limitava la raccolta d�informazioni solo alle
imprese sottoposte al suo controllo
15
.
Il bilancio consolidato se � divenuto, cos�, un valido strumento per
l�autorit� di vigilanza, ha una scarsa comprensibilit� per gli altri utenti, in
delle nuove regole e nel controllo dei bilanci delle imprese d�assicurazione" del 5 marzo 1997.
13
Infatti quest�ultima � proprio l�impostazione adottata nel settore creditizio all�atto
dell�introduzione della disciplina di vigilanza su base consolidata, in linea a quanto contenuto nella
relativa direttiva 92/30/Cee (D. lgs. n.356 del 1990) In via generale, si pu� affermare che la
vigilanza sul gruppo bancario in qualche modo si sovrappone alla vigilanza individuale,
assumendo un ruolo prioritario nel sistema dei controlli. In quest�ambito sono formalmente definiti
i soggetti che, per il tipo di rapporto di controllo che li connette e per il genere d'attivit� esercitata,
compongono il gruppo creditizio nonch� la figura del soggetto capogruppo cui gli stessi fanno
capo, attribuendo a quest�ultimo, obblighi informativi e responsabilit� gestionali in relazione al
gruppo complessivamente considerato ed a tutti i suoi componenti presi singolarmente.
14
Art. 8 della legge n. 20 del 9/1/1991
15
PALMISANO, L�ISVAP e il controllo nel settore assicurativo. Giuffr� Milano, 1994,
pag. 159.
17
quanto le informazioni sono focalizzate essenzialmente sulle esigenze
dell�organo di controllo. Si ottiene un bilancio non idoneo a dare concrete
risposte all�esigenza degli altri utenti del gruppo assicurativo, in presenza di
norme contabili che si preoccupano unicamente di migliorare lo strumento
del controllo pubblico. In parte con il nuovo decreto legislativo (D. lgs.
N.173 del 1997) si vuole rendere il bilancio consolidato intelligibile, non
pi� piegato alle esigenze dell�ISVAP e pi� rispondente alla realt�
economica del gruppo assicurativo. Un documento leggibile anche da lettori
non esperti del settore, tenendo conto che un�informativa chiara e di qualit�
migliora l�immagine sul mercato del gruppo assicurativo e delle sue
componenti.
Il documento contabile predisposto dalla nuova normativa, infatti, a
differenza di quello predisposto dalla legislazione speciale, presenta un
livello informativo quantitativamente inferiore ma meglio strutturato. Non
sono stati previsti i numerosi allegati e modelli che la normativa speciale
richiedeva e sono state modificate le strutture degli schemi di bilancio, allo
scopo di realizzare un documento facilmente leggibile da parte di un
pubblico ampio, e non solo uno strumento di vigilanza.
Chiaramente, dato lo stretto rapporto tra l�informazione contabile di
bilancio consolidato e le modalit� di verifica adottate dall�istituto di vigilanza
assicurativa, la riduzione del livello di analiticit� non pu� avvenire nei
confronti dell�informazione contabile destinata all�attivit� dell�organo di
18
vigilanza. E� necessario percorrere la strada, allora, della strutturazione di un
flusso informativo specificamente destinato all�Organo di vigilanza, sul
modello di quanto avviene in altri settori finanziari soggetti alla vigilanza
pubblica
16
, che comunque presenti le stesse garanzie di attendibilit� del
bilancio ufficiale.
16
Per un approfondimento dell�argomento si veda PADOA SCHIOPPA T., Le segnalazioni
statistiche rivolte alla Banca d�Italia come fondamento della gestione delle aziende di credito,
Roma, 12 febbraio 1993