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Capitolo II
Il processo di espansione delle imprese
2. 1 Cenni introduttivi
Localizzazione, globalizzazione, internazionalizzazione sembrano tutti concetti simili
ed effettivamente vengono spesso utilizzati come sinonimi o quanto meno termini
equipollenti. Tuttavia, esiste tra di essi una sottile distinzione, coglierne le differenze
risulta di estrema importanza se si vuole acquisire una reale conoscenza dell'argomento.
Alcuni ricercatori hanno creato l'acronimo GILT (Globalization, internationalization,
localization and translation) per definire le operazioni che occorre attivare se una
compagnia decide di espandere le proprie attività oltre i confini nazionali.
Ovviamente non occorre spiegare le attività di traduzione: tutti i testi relativi ai
servizi/prodotti vanno riprodotti nella lingua del paese target (es. le istruzioni di un
determinato elettrodomestico).
Ma cosa distingue le altre tre?
Come puntualmente esplicitato nel capitolo precedente, la Globalizzazione si riferisce al
complesso di attività che tende ad avvicinare popoli, culture ed economie. Dal punto di
vista strettamente imprenditoriale il termine fa riferimento a tutte quelle pratiche
mediante le quali le aziende attivano connessioni più dirette con i propri clienti in tutto
il mondo.
Per Localizzazione, invece, s'intende il processo di adattamento di un prodotto ad uno
specifico mercato. tale processo avviene, di solito, quando l'internazionalizzazione
dell'azienda è già stata completata. Il prodotto viene modificato e individualizzato per
quel particolare mercato.
L'internazionalizzazione invece è una procedura di respiro molto più ampio per la quale
le aziende realizzano prodotti e servizi in modo da renderli quanto più adattabili
possibile, affinché possano essere accettati nel maggior numero di mercati. Tale
procedura viene spesso definita con il termine " i18n" usando il termine inglese (18
rappresenta il numero di lettere che compongono la parola stessa).
Un esempio tipico di globalizzazione, internazionalizzazione nonché di successiva
localizzazione è sicuramente McDonald's: l'azienda conta infatti oltre 30000 ristoranti in
più di 100 nazioni (globalizzazione). La compagnia crea, di default, menù adattabili alle
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diverse esigenze e tradizioni locali (internazionalizzazione). In Israele, però, sono stati
introdotti ristoranti, chiusi il Sabato (per rispettate lo Shabbat), dove cibo e bevande
sono strettamente 'Kosher', mentre in India sono stati aperti locali vegetariani per
garantire l'accesso a coloro che per motivi religiosi non mangiano carni
(localizzazione). La McDonald's ha praticamente mantenuto la sua identità di marchio
globale espandendosi a livello mondiale e ridefinendo i suoi prodotti per adattarli alle
esigenze dei mercati locali.
In breve, quindi:
Globalizzare si riferisce al processo per il quale le compagnie esportano i propri affari
nel mondo;
Internazionalizzare implica la creazione di prodotti, servizi ed operazioni per facilitare
l'espansione nei mercati internazionali;
Localizzare vuol dire adattare un particolare prodotto o servizio ad uno specifico
mercato.
2.2 L' internazionalizzazione
Expansion and modernization of the nation's productive plant is
essential to accelerate economic growth and to improve the international
competitive position of American industry. An early stimulus to business
investment will promote recovery and increase employment. - John F.
Kennedy
" The internationalization of economic activity and its major vehicle, the
TNC, can be regarded simply as being part of the normal expansive
process of capitalist development."
15
Peter Dicken
Nell' enciclopedia Treccani possiamo trovare la seguente descrizione relativa al
processo d'internazionalizzazione d’impresa “In un sistema economico, processo
derivante dallo svolgimento di una (o più) delle attività che ne caratterizzano
il funzionamento lungo una dimensione che coinvolge diversi Stati-nazione”.
15
Global Shift: Reshaping the Global Economic Map in the 21st Century, cap 7 pag 201 Sage publication,
London 2003
18
E contemporaneamente non possiamo che concordare, estendendo il concetto a
qualsivoglia stato, con Hassanal Bolkiah , sultano del piccolo stato del Brunei il quale
afferma che "The nation(s) will benefit in the long term if it continues to be open to
foreign expertise. This will help the country to establish its business culture and
environment faster, based on international best practice. "
D' altro canto, in un contesto come quello attuale, sempre più interconnesso e
globalizzato, le aziende molto spesso sono quasi costrette ad affrontare il processo
di penetrazione in nuovi mercati esteri.
Tale evoluzione della struttura aziendale, come detto, prende il nome
di internazionalizzazione. Questo termine racchiude in sé vari significati, tuttavia ciò
che accomuna le varie definizioni date dalla dottrina fa riferimento a tutte quelle attività
di investimento realizzate dalle imprese sui mercati esteri anche se la più diffusa è
sicuramente quella relativa allo sviluppo del mercato.
“L’internazionalizzazione è il processo attraverso il quale le imprese si aprono a
nuovi mercati esteri, instaurando rapporti con altre aziende, consumatori e
istituzioni operanti su quei territori, allo scopo di vendere, produrre, acquistare
materie prime, o trovare nuove fonti di finanziamento”.
16
(Project group)
Si tratta, in realtà, di un processo evolutivo pressocché naturale dell‟impresa, che
le consente di cogliere nuove opportunità commerciali offerte dal mercato
internazionale.
in "Importance of a problem statement in a business model
17
2.3 Teorie scientifico-economiche
16
https://www.projectgroup.it/blog/cose-linternazionalizzazione/
17
https://www.infoq.com/news/2015/04/business-model/
19
A questo punto, un breve cenno alle teorie sottese ai processi di internazionalizzazione è
d'obbligo.
Tra queste le più importanti sono:
la teoria del vantaggio assoluto di Adam Smith (1776), secondo la quale è più
vantaggioso per una nazione incentivare, e quindi esportare, le produzioni in cui
è più efficiente (costo di produzione minore), importando solo quei beni che non
è in grado di produrre in modo efficiente;
la teoria del vantaggio comparato, della quale è possibile identificare due diverse
versioni:
a) la versione classica di David Ricardo (1817), secondo la quale un paese è in
grado di trarre vantaggi dal commercio internazionale se nella produzione di un
certo bene dispone di un vantaggio comparato rispetto ad un altro paese;
b) la versione a più fattori produttivi di Heckscher e Ohlin (1933). Secondo tale
teoria ogni paese dispone di un vantaggio comparato rispetto ad un altro quando
esporta beni la cui produzione si basa su risorse di cui il paese stesso ha elevata
disponibilità.
A tal proposito, Hymer distingue i principali svantaggi e vantaggi dettati dalla
scelta di internazionalizzare l'attività imprenditoriale. Per ciò che concerne i
primi egli sostiene che l'impresa che si espande all'estero è soggetta a tutti gli
svantaggi connessi al solo fatto di essere un ente non nazionale (liability of
foreigness: lingua, economia, cultura, sistema sociale e politico). Queste barriere
possono essere assimilate a costi fissi, nel senso che una volta sostenute non si
ripresentano più. Dall'altro lato, Hymer distingue i vantaggi di costo (controllo
delle tecniche produttive, proprietà o controllo di risorse strategiche, condizioni
di favore sui mercati finanziari) e i vantaggi di differenziazione (preferenze dei
consumatori verso certi marchi, disponibilità di prodotti superiori, proprietà o
controllo di punti vendita strategici).
18
(HYMER, S. H., 1960.)
La teoria del processo di internazionalizzazione, proposta da Johansson e Vahlne
nel 1977 descrive l‟internazionalizzazione come un "processo di evoluzione
mediante il quale l'impresa incrementa nel corso del tempo i suoi investimenti
nei mercati esteri, in funzione dell'aumento delle conoscenze, dell'esperienza e
del giro d'affari, nonché di nuove opportunità che essa incontra operando
18
The international operation of national firms: a study of direct investment. In: Dematté, Perretti,
Marafioti a cura di, 2008. Strategie di internazionalizzazione2° ed.Milano: Egea, pp.2-5
20
all'estero"
19
(S. Silvestrelli). Infatti, se cresce la conoscenza del mercato, la
percezione del rischio diminuisce, facendo quindi aumentare il grado di
coinvolgimento dell‟impresa sia attraverso la scelta delle modalità di espansione
internazionale, sia tramite l'ampliamento della dimensione geografica del
mercato estero.
La teoria dei network costituisce uno degli impianti teorici più recenti che
considera motore propulsore dell'internazionalizzazione il sistema di relazioni,
interpersonali e interaziendali, nel quale si trova l'impresa che "possono
coinvolgere i clienti, i fornitori, i concorrenti, i soggetti pubblici ecc., ed esse
non sono soltanto di tipo economico, ma anche di natura socio-culturale"
20
(S.
Silvestrelli). L'idea alla base di questa teoria è dunque quella di utilizzare tali
relazioni per acquisire risorse e conoscenze.
Perciò i network si espandono in base a processi molto più decisi e meno
ordinati.
Sulla base del grado di internazionalizzazione dell'impresa e della rete, si
possono identificare quattro diversi livelli di internazionalizzazione delle
imprese:
(a) early starters: imprese con basso livello di internazionalizzazione sia
dell'impresa che del network di relazioni di cui essa fa parte;
(b) later starters: imprese con basso livello di internazionalizzazione che fanno
parte di un network di relazioni internazionali;
(c) lonelyinternational: imprese con alto livello di internazionalizzazione che
fanno parte di network di relazioni locali;
(d) internationalamongothers: imprese con alto grado di internazionalizzazione
che fanno parte di network internazionali
21
.
In altri termini la teoria dei network accentra l'attenzione sull'ambiente e sul
sistema relazionale a cui l'impresa stessa appartiene. Infatti,
l'internazionalizzazione viene vista come un fenomeno che non si sviluppa
esclusivamente a partire dalle capacità e dalle conoscenze interne all'impresa, ma
19
S. Silvestrelli Società Editrice Esculapio Hoepli- Decisioni strategiche d'impresa- pag 153, 2012).
20
ivi Silvestrelli, 2012
21
Runfola A., 2013. Apprendimento e reti nei processi di internazionalizzazione del retail. Il caso del
tessile-abbigliamento. 2012. Firenze: Firenze University Press, p31-32)
21
anche dalle relazioni di condivisione e confronto che si instaurano con gli altri
attori presenti all'interno della rete.
2.4 Il processo d'internazionalizzazione
Le motivazioni che inducono l‟impresa ad avviare il processo di internazionalizzazione
hanno due principali direttive: motivazioni interne ed esterne.
Tra le motivazioni interne, rilevanti appaiono i fattori legati allo sviluppo della
posizione competitiva. In altri termini l'azienda ha l'obiettivo di creare un vantaggio
competitivo attraverso la realizzazione di una leadership di costo o di unicità nel
prodotto; ovvero ricerca all‟estero nuove fonti di vantaggio competitivo per rafforzare la
propria posizione su tutti i mercati in cui opera.
Le motivazioni esterne sono legate alla necessità di adeguamento o di sfruttamento di
richieste provenienti dall‟ambiente circostante: ovverossia, vincoli o opportunità che le
condizioni ambientali pongono all‟azienda. Esempio evidente può essere
l‟internazionalizzazione “passiva” del settore (l'aumento di importazioni o delle imprese
estere attraverso investimenti diretti o acquisizioni). L‟impresa è quasi 'obbligata' ad
espandersi oltre i propri confini nazionali. Ulteriore esempio è la forte crescita di altri
concorrenti nazionali che spingono l'impresa “indirettamente” all‟internazionalizzazione
dal momento che il processo di espansione dei concorrenti si pone come una minaccia.
In effetti, bisogna comunque prendere in considerazione la molteplicità dei fattori
coinvolti poiché spesso il processo di espansione all‟estero è determinato da una
complessità di cause: se si trattasse solo di condizioni favorevoli esterne o solo interne,
probabilmente il processo di internazionalizzazione non avrebbe inizio.
In ogni caso tale processo deve essere guidato e supportato dai vertici aziendali nonché
dalla proprietà.
E quindi, oltre alle suddette motivazioni, occorre aggiungere anche le caratteristiche dei
vertici aziendali ai fattori che sono alla base dello sviluppo di un processo di
internazionalizzazione.
Riassumendo, tra le caratteristiche dell‟impresa rientrano:
Disponibilità del personale al trasferimento;
Storia aziendale;
Caratteristiche dei prodotti;
Esperienze internazionali passate;