2
Le persone si connettono sul Web per le più svariate attività, dal
lavoro allo svago, e i Portali in questo scenario rappresentano
non soltatanto dei veri e propri organizzatori di risorse ma
anche dei “Centri Servizi”.
Le prospettive di sviluppo e di utilizzo della Rete sono in
velocissima crescita e gli strumenti offerti dai Portali saranno
sempre più indispensabili ai naviganti.
3
I Portali Web
Viaggio nella Rete A/R
Introduzione
Sono principalmente tre i fattori che hanno innescato la rivoluzione
Informatica ed avvicinato gli utenti non specialisti ad un settore che era
prerogativa di scienziati e militari. Il Personal Computer, il World
Wide Web e i Browser grafici di navigazione su Internet. Hanno
segnato le tappe di un enorme cambiamento nella nostra Società e
caratterizzato l’Era post-industriale.
I Portali si inseriscono in questo scenario sin dall’inizio della vita del
Web, anche se non nella loro forma attuale. Nell’ambiente fluido della
Rete, contenente tantissime informazioni non strutturate, non
organizzate ma sempre più importanti per gli utenti connessi per lavoro
o per svago, i Portali Web si sono proposti da subito come dei veri e
propri organizzatori di risorse.
Gli “antenati” dei Portali infatti possono essere individuati in almeno
tre attori della Rete: 1) Gli ISP (Internet Service Provider), cioè i
fornitori d’accesso ad Internet che offrivano agli abbonati, nei propri
siti, chiamati successivamente Portali, un servizio di guida e
orientamento alla Rete, di solito per mezzo di Directory, oltre ad altri
servizi aggiuntivi che, nel tempo, cresceranno e si specializzeranno
sempre più. 2) I Motori di Ricerca sono il secondo antenato importante
dei Portali, forse il più importante, dato che le informazioni
rappresentano ormai, nella nostra Società, un valore economico. 3) Il
terzo “antenato” proviene dal mondo dei Media, in particolare dai siti
di informazione giornalistica on-line e più recentemente dal mondo
televisivo e dell’intrattenimento in generale.
In poco più di dieci anni dalla nascita del Web sono cambiate le
abitudini di tantissime persone che si connettono in Rete per lavoro,
svago, interessi culturali, ecc., ma anche le attività imprenditoriali
sono state modificate profondamente, liberi professionisti ed Imprese
hanno scoperto i vantaggi di un modello di business basato sulla logica
del Networking. Lavorare connessi in Rete può essere un vantaggio per
tutti, dai lavoratori dipendenti, alle piccolissime Imprese e alle grandi
Multinazionali.
4
Anche i Portali, nati nella Rete, hanno ovviamente seguito le regole del
business on-line e sono diventati dei soggetti economici molto potenti
che cercano di conquistare giorno per giorno un mercato enorme e in
continua evoluzione.
Oggi i Portali rappresentano una sorta di “Centro Servizi”, un luogo da
dove partire, per viaggiare nella Rete, e dove ritornare,
1
per consultare
la propria casella di posta elettronica, per comunicare con parenti e
amici per mezzo di Chat e Instant Messaging, oppure per fare shopping
o soddisfare qualsiasi altra necessità attraverso i tanti servizi offerti.
Infatti, la loro tendenza attuale è verso la convergenza nell’offerta di
servizi sempre più evoluti e di contenuti, di solito gratuiti, siano questi
di carattere generale o specializzati, a seconda della tipologia dei Portali
che li offrono.
La logica di tutto ciò è ovviamente commerciale, il fine è sempre lo
stesso: catturare i naviganti della Rete e trattenerli il più a lungo
possibile nei loro vasti siti, per poi poterli “rivendere” agli investitori
pubblicitari che comprano gli spazi sui Portali. La maggiore fonte di
redditività per i Portali è proprio la Pubblicità, seguita dai servizi di E-
commerce e dall’offerta di contenuti e servizi avanzati anche a
pagamento.
Le strategie commerciali dei Portali passano anche attraverso le scelte
che riguardano il Web Design e l’Usability. Per questi grandi Siti è
fondamentale una corretta progettazione dell’Architettura informativa
e grafica, che deve essere adeguata alle loro caratteristiche ed obiettivi
ma è importante anche una fruizione efficace e facilitata delle risorse
presenti sul Portale, così che siano adatte a tutti i tipi di utenti.
Purtroppo, non tutti i Paesi si avvantaggiano nello stesso modo delle
nuove tecnologie dell’Informazione e dalla Rete, anzi vi sono Paesi,
quelli sottosviluppati, ma anche fasce sociali povere nei Paesi
industrializzati, che sono escluse dai vantaggi dell’essere connessi con il
resto del Mondo. Il problema del Digital Divide, del divario tecnologico
e dell’analfabetismo informatico che esclude ancora gran parte della
popolazione mondiale, per motivi essenzialmente dovuti alla povertà,
dovrà essere l’impegno dei Governi di tutti gli Stati e degli Organismi
Internazionali, affinché il progresso tecnologico sia un vero progresso,
per tutti.
1
Questo è il senso del sottotitolo di questo volume, “Viaggio nella Rete A/R””
1. Il “Big Bang” virtuale
7
1. Il “Big Bang” virtuale
1.1. Internet: un “Big Bang” virtuale
La rivoluzione portata da Internet è stata innescata,
principalmente, da tre fattori: la nascita dei primi Personal
Computer, lo sviluppo del World Wide Web e dei Browser
grafici di navigazione.
Con i primi Personal Computer;
1
sono i comuni utenti e non più
soltanto coloro che appartengono al mondo accademico e
militare, a poter usare i computer, che prima dell’era Pc erano
costosissimi ed enormi.
2
Si può, quindi, parlare di
“democratizzazione dell’accesso all’Informatica” favorita,
ovviamente, dal progresso tecnologico.
3
Un fattore basilare che ha contribuito all’espansione delle
comunicazioni in Rete a livello di massa è rappresentato, oltre che
dalla diffusione di computer caratterizzati da basso costo e facilità
d’uso, dallo sviluppo del Web ad opera del fisico inglese Tim
Berners-Lee. Egli mise a punto, al CERN di Ginevra, il “software
Browser/Editor ipertestuale”, il World Wide Web, rilasciato in
Rete nel 1991. Si può sicuramente affermare che da quel
momento il mondo non sarà più lo stesso, tale è la portata della
rivoluzione sociale, culturale ed economica innescata ed ancora
in atto. Quasi un’esplosione virtuale, un Big Bang, che ha creato
un Universo anch’esso virtuale, Internet, nel quale viaggia
l’energia delle idee dell’uomo.
Ma per la diffusione del Pc è stata determinante anche la
creazione di software commerciale. A partire dagli anni Settanta,
venivano sviluppate, inoltre, le prime interfacce grafiche. Infatti,
vi era sempre più richiesta, da parte degli utenti, di software di
semplice apprendimento ed utilizzo, programmi che potessero
essere usati da tutti e non solo dagli informatici esperti.
1. Il “Big Bang” virtuale
8
Dai Centri di Ricerca Xerox di Palo Alto (PARC) nasce, negli
anni Ottanta, la “Desktop Metaphor”, la “metafora della
scrivania”: lo schermo del Pc diventa come il ripiano di una
scrivania virtuale, con le icone che rappresentano le funzioni dei
vari software installati (ad esempio, l’icona del cestino dei rifiuti
indica la funzione di eliminazione file, il foglio rappresenta
l’editor di testi, ecc.). La metafora della scrivania sarà alla base
del successo del computer Macintosh e, in seguito, del Sistema
Operativo Windows 95, sviluppato, dall’allora piccola Microsoft
di Bill Gates ed utilizzato sui primi Pc IBM del 1981.
Lo sviluppo delle interfacce grafiche sarà determinante anche in
seguito, negli anni Novanta, per la diffusione dell’uso di Internet.
Mosaic,
4
creato da Marc Andreessen e commercializzato nel
1993, rappresenta il primo browser grafico per il web che
permetteva di navigare in Rete come tra le pagine di un Ipertesto
ricco di immagini. Nel 1995 la concorrente Microsoft immette sul
mercato, integrandolo nel suo Sistema Operativo Windows,
Internet Explorer. A questo punto l’espansione della Rete è
inarrestabile. Basti pensare che soltanto nel 1993 il traffico
Internet aumentò del 341%,
5
mentre recentemente è stato
stabilito che, già a partire dal 1997, tale traffico dati stia
raddoppiando ogni anno (ciò significa una crescita annua tra il
70% e il 150%).
Bisogna comunque distinguere tra la crescita del traffico dati e la
crescita della capacità della Rete. Recenti studi,
6
affermano che la
crescita del traffico dati su Internet è di 2x all’anno mentre
capacità di crescita della Rete è di 8x all’anno. Viene sfatato,
quindi, con queste ricerche, un falso mito diffuso, e cioè che i
collegamenti su Internet siano sempre congestionati. Questi
stessi studi dimostrano come Internet sia ampiamente
sottoutilizzata rispetto alle sue potenzialità e che la corsa alla
Banda Larga non sarebbe necessaria per almeno altri dieci anni;
anzi l’utilizzo della Rete, rispetto alla sua capacità di crescita,
decresce nel tempo passando dal 25% del 1997 allo 0,1% del
2001. In questo settore però subentrano enormi interessi
1. Il “Big Bang” virtuale
9
economici i quali spingono ad un velocissimo, anche se non
sempre necessario, turn-over tecnologico.
7
La rivoluzione innescata dai fattori tecnologici sopra descritti, ha
permesso la nascita della Società dell’Informazione,
8
caratteristica dell’Era Post-Industriale e basata in gran parte sulla
produzione di servizi più che di beni.
9
Lo sviluppo delle
telecomunicazioni, in particolare di Internet, sta modificando e
velocizzando tutti i processi della società: l’Economia, la
Comunicazione, le relazioni umane, la Cultura.
Si parla oggi di “cultura della virtualità reale”. La cultura è
virtuale perché costruita e veicolata attraverso processi digitali,
ed è reale perché non è immaginaria ma è la nostra realtà
quotidiana.
E “questa virtualità è la nostra realtà. Questo è ciò che distingue
la cultura nell’Età dell’Informazione: è innanzi tutto attraverso la
virtualità che elaboriamo la nostra creazione di significato”.
10
La virtualità influenza il modo in cui le persone interpretano,
concepiscono e vedono sé stessi e il mondo. I soggetti connessi
per mezzo di Internet vanno a costituire una sorta di intelligenza
collettiva, e i loro processi mentali cambiano per adattarsi
all’interazione in Rete. Attraverso Internet le persone prendono
decisioni, creano relazioni, lavorano, in generale agiscono, a vari
livelli e in diversi settori, in modo cooperativo.
“I cambiamenti sono dovuti al fatto che non solo una singola
mente, ma molte menti divengono parte del network”.
11
1. Il “Big Bang” virtuale
10
1.2. Geografia di Internet: dal Portolano di Ulisse alle Mappe
della Rete
Internet è un “territorio” molto particolare, è un Mondo
virtuale ma allo stesso tempo reale, strutturato in maniera
reticolare ma libero di espandersi
12
in modo apparentemente
casuale. Inoltre, la Rete, non è collegata direttamente al territorio
fisico ma ha pur sempre una propria geografia.
Internet è:
[...] fatta di network e nodi che elaborano il flusso
informazionale generato e gestito dai luoghi [...]
essa collega i luoghi attraverso network informatici
e sistemi di trasporto informatizzati [...] dalla
geometria variabile dei flussi informazionali globali,
emergono nuove configurazioni territoriali. [...]
(Manuel Castells)
13
Il territorio fisico, dunque, è influenzato e modificato dal
territorio virtuale della Rete; inoltre questo processo produce
anche un cambiamento nel modo di vivere lo spazio fisico,
influenza il modo di lavorare, di spostarsi, di consumare.
Come orientarsi in uno spazio immateriale e fluido come quello
della Rete? Naturalmente con una mappa. Una mappa, però,
verrebbe da obiettare, dovrebbe essere legata al territorio. In
realtà la contraddizione è solo apparente. Certamente l’essere
umano è, da tempi antichissimi, abituato ad utilizzare le mappe
come sistemi efficaci di orientamento in uno spazio fisico,
14
per
questo motivo può risultare senza senso utilizzare tale sistema in
un mondo virtuale privo di centro e quindi di un punto di
riferimento fisso. Ma “la mappa non è il territorio”
15
perché la
mappa è solo una rappresentazione del territorio, una
rappresentazione della realtà, una sua semplificazione.
1. Il “Big Bang” virtuale
11
Le Mappe ed i Portolani dei tempi antichi erano strumenti di
navigazione rudimentale disegnati spesso utilizzando figure
fantastiche alle quali venivano associati i punti di riferimento
reale in mare e in terra. In quest’ottica anche l’Odissea creata da
Omero può essere considerata come il Portolano di Ulisse.
16
L’Odissea è una rappresentazione fantastica del Mondo Antico,
paragonabile al Portolano dei marinai ma piena di figure e località
mitiche che costituiscono dei punti di riferimento i quali hanno
la loro origine nella cultura del popolo greco, dall’insieme dei
suoi miti, e che permettono all’eroe Ulisse di tornare ad Itaca. I
Portolani erano strumenti di navigazione primitiva,
rappresentavano graficamente la collocazione di Porti, correnti,
venti, ecc., ma ovviamente non erano il territorio fisico e non lo
rappresentavano nemmeno in modo preciso.
Ampliando il concetto di mappa alla geografia di Internet, ne
consegue che una Mappa della Rete,
17
pur non rappresentando un
territorio fisico con punti di riferimento fissi, ed essendo
comunque slegata da esso, può rappresentare bene il fluido spazio
virtuale, il Cyberspazio.
18
Diversi studi si stanno occupando della mappatura di Internet. La
creazione di queste mappe particolari viene effettuata per mezzo
di software che convertono diversi parametri numerici, relativi a
dati e statistiche della Rete, in rappresentazioni grafiche a volte di
suggestiva bellezza. Lo scopo delle Mappe della Rete e degli
Atlanti del Cyberspazio è principalmente lo studio dello
sviluppo della struttura della Rete, della sua dimensione e forma,
al fine di rappresentare vari fenomeni, ad esempio la distribuzione
degli Host nel Mondo, la loro collocazione nei diversi Paesi,
ecc.
19
Ma queste mappe della Rete non sono delle mappe utili per
l’orientamento pratico nello spazio virtuale.
Per reperire delle informazioni nell’Universo Internet servono
altri sistemi: Motori di Ricerca, Directory e Portali.
20
I primi
sono dei software che in modo automatico scandagliano la Rete
alla ricerca dei documenti più attinenti ai termini che l’utente
inserisce nella maschera di ricerca, i secondi sono degli elenchi di
1. Il “Big Bang” virtuale
12
link raggruppati per temi e creati da operatori umani, i terzi,
infine, sono ormai quasi dei Centri Servizi che comprendono sia
le funzioni di ricerca (Motori e Directory) sia dei servizi, sempre
più avanzati, utili per gli utenti (ad esempio servizio E-mail,
spazio Web, connessione ad Internet, Chat, Forum, ecc.).
21
Ma quanto è grande Internet? E’ una domanda che può sorgere
spontanea specialmente in questo periodo di rapidissima
diffusione ed espansione della Rete, sia riguardo alle
infrastrutture tecnologiche, che vengono implementate con
intervalli sempre più brevi, sia riguardo agli usi da parte delle
persone, che sono sempre più ampi e riguardano ormai ogni
campo delle attività umane.
Misurare con precisione la Rete è impresa non facile e forse
impossibile ma esistono diversi approcci al problema.
Alcuni studi si occupano di contare il numero di Host attivi
22
per
ricavare, in modo indiretto e solo per stima,
23
il numero degli
utenti connessi in Rete. Secondo dati recenti, nel Mondo
24
gli
Host Internet attivi sono oggi oltre 285 milioni,
25
mentre in
Europa
26
ammontano a oltre 44 milioni.
27
Altre ricerche si occupano di determinare il numero degli utenti
attivi in Internet,
28
ad esempio, secondo una di queste ricerche
29
all’inizio del 2004, nel Mondo, essi sono stati 945 milioni al
mese; purtroppo questi dati rappresentano soltanto una stima
30
perché non si basano sulla totalità degli utenti connessi ma su
campioni rappresentativi della popolazione di riferimento.
L’Italia in questo panorama, con quasi 16 milioni di utenti attivi
nel mese di giugno 2004, sta procedendo molto bene, anche
rispetto ad altri Paesi Europei.
Riguardo al numero dei siti Web realmente on-line in Italia, è
stato calcolato che essi siano il 20% dei domini registrati con
suffisso .it (84% del totale dei siti italiani); inoltre i siti con tale
suffisso hanno oltrepassato il milione
31
nel 2003.
32
1. Il “Big Bang” virtuale
13
Altri approcci, che si occupano di misurare Internet, fanno parte
della Teoria delle Reti e sono la Teoria dei Grafi
33
secondo la
quale è possibile creare un modello matematico da applicare allo
studio di Internet e la Teoria delle Reti Piccolo Mondo (Small
World),
34
sperimentata su Internet per mezzo di e-mail e che
deriva dall’esperimento dei “sei gradi di separazione”, effettuato
con la posta ordinaria, dal sociologo Stanley Milgram nel 1967.
Secondo quest’ultima Teoria, che si basa sulle Reti Sociali
(Social Network), sui collegamenti cioè tra individui che si
conoscono e che formano una catena per cui qualunque individuo
può raggiungerne un altro che non conosce personalmente con
pochi passaggi (gradi di separazione). Nell’esperimento di
Milgram i gradi di separazione erano mediamente sei mentre
negli esperimenti successivi di Peter S. Dodds, Roby Muhamad e
Duncan J. Watts,
35
effettuati con le e-mail, i passagi (click) erano
tra i 5 e i 7.
I Social Network, nati negli Stati Uniti ma che stanno avendo un
notevole successo anche in Italia negli ultimi mesi, sono basati sul
principio delle Reti Piccolo Mondo; essi costituiscono delle
Community molto seguite ma esclusive nelle quale si accede
per invito di un utente già iscritto. Se prima del Web le
Comunità si incontravano nella piazza del paese o del quartiere,
ora si sono spostate su Internet: i componenti delle Comunità del
presente hanno trovato nella Rete un mezzo efficace per creare
reti di amicizie, interessi professionali e hobby, spesso non legati
al territorio di residenza.
Il sito italiano SuperEva.com,
36
offre da settembre di quest’anno
uno spazio interamente dedicato ai Social Network; il servizio
offerto si distingue da altri simili perché integra anche i diversi
sistemi di comunicazione esistenti (Blog, Chat, Instant
Messaging, ecc.). I Social Network creati nel sito SuperEva sono
in pratica un’evoluzione della storica Community
37
nata insieme
all’omonimo Portale e che ormai riunisce cinque milioni di
persone.
38
1. Il “Big Bang” virtuale
14
1.3. Le Metafore della Rete: cosa sono e perché le usiamo
Sintetizzando molto la metafora può essere descritta come una
parola-immagine.
Più esattamente la metafora è una parola che viene sostituita con
un’altra per mezzo di una trasposizione simbolica di immagini.
39
Ad esempio, dire “è un leone” (metafora) significa che la persona
di cui si sta parlando è come un leone (similitudine), cioè è
coraggioso e forte come un leone. La metafora permette, per
mezzo della similitudine, lo spostamento del significato e di
parte delle proprietà di un oggetto ad un altro.
Metaforizzare è, quindi, fondamentalmente esprimersi per
immagini, per simboli. Tali simboli poi vengono espressi
verbalmente o visivamente per mezzo di figure retoriche, tra le
quali le metafore sono le più usate e forse le più potenti. Esse
arricchiscono di significati i pensieri e i discorsi.
L’uomo usa quotidianamente le metafore, la maggior parte delle
volte in modo inconscio, quando parla, scrive (metafore verbali),
anche quando disegna, fotografa, ecc. (metafore visive). Il
sistema concettuale umano funziona proprio secondo schemi
metaforici. Infatti, la mente umana ha capacità di astrazione e
simbolizzazione, ed è per mezzo dei simboli che elabora i propri
codici comunicativi con i quali gli individui interagiscono. Il
sistema concettuale sta alla base del modo in cui l’essere umano
impara a conoscere e ad interagire con la realtà che lo
circonda. Attraverso i concetti le persone categorizzano la realtà,
costruiscono ipotesi e modelli di comportamento utili per la
sopravvivenza.
40
Il mondo dell’Informatica non è esente dall’uso delle metafore,
anzi è un settore che ne è intessuto. A partire dalla metafora del
“cervello elettronico” per indicare il computer, metafora usata
inizialmente dagli scienziati come “fonte di linee di ricerca” utili
per costruire macchine sempre più simili all’uomo e alle sue
capacità, poi in seguito usata dalla cultura popolare. Questa
1. Il “Big Bang” virtuale
15
metafora, usata da due gruppi sociali diversi e per scopi differenti,
non perde il suo potere evocativo.
41
E’ questa la potenza della metafora: essa rimanda ad un simbolo
base comune a tutte le persone che condividono gli stessi codici
comunicativi. Quello che cambia è solo il livello di complessità
del significato veicolato attraverso la metafora. Per lo scienziato
che studia l’intelligenza artificiale, la metafora del “cervello
elettronico”, cioè il computer, rimanda alle relative informazioni e
nozioni tecniche, mentre per l’uomo comune tale metafora
associa le capacità della macchina alle capacità del cervello
umano.
In un settore, come quello Informatico, altamente tecnologico e
complesso, le metafore vengono in aiuto soprattutto all’utente
inesperto che può comprendere con minori difficoltà le funzioni
di computer e applicativi software. Ad esempio con la metafora
del Desktop (scrivania), per i sistemi operativi, l’utente che si
avvicina al Pc per la prima volta capisce agevolmente il
significato delle icone presenti sullo schermo: “cestino dei rifiuti”
(per i file da eliminare), “cartelle” (gli schedari dei documenti),
ecc., e attraverso l’interfaccia grafica può imparare a gestire la
macchina in modo più intuitivo e semplice rispetto alle interfacce
a comandi (es. Il Dos).
42
Le metafore usate per descrivere Internet sono davvero tante
ed ognuna di esse rimanda ad un solo aspetto della Rete. L’uso
delle metafore per descrivere le varie tecnologie, influenza
profondamente il modo di pensare ad esse da parte delle persone,
questo perché gli usi delle varie tecnologie diventano delle
“gabbie concettuali”. Ne è un esempio la metafora
dell’”autostrada dell’Informazione” usata da Albert Gore,
43
vicepresidente degli Stati Uniti nel 1993, per descrivere
l’importanza della Rete Internet per lo sviluppo dell’Economia.
Ma tale metafora non è utile per descrive gli altri usi della Rete.
Esiste in pratica una metafora per ogni realtà della Rete. Se si
desidera incontrare nel Cyberspazio persone con cui scambiare
1. Il “Big Bang” virtuale
16
idee, allora si deve frequentare un “Forum”, cioè una piazza
virtuale; se si deve spedire una lettera virtuale essa diventa “E-
mail”, una lettera elettronica; per cercare le informazioni in Rete
ci facciamo assistere dai “Motori di Ricerca”,
44
macchine
software che cercano per noi, oppure usiamo i “Portali”, ingressi
privilegiati alla Rete.
Le metafore della Rete più usate riconducono tutte al concetto di
viaggio, più precisamente prendono spunto dalla terminologia
nautica. Così si può parlare di “navigazione in Rete” (spostarsi
su Internet alla ricerca di qualcosa, un documento, un’immagine,
ecc.), di “Arcipelaghi Web” (per indicare l’insieme dei siti sul
Web), di “Oceano virtuale” (cioè il Cyberspazio, ma anche
questa è una metafora che indica uno spazio artificiale e
immateriale). Molto diffuse sono anche le metafore spaziali: la
“Galassia Internet”,
45
ma anche l’“Universo virtuale”.
Il termine “Rete” rimanda metaforicamente alla particolare
struttura a maglie di Internet. Lo stesso acronimo WWW
nasconde una metafora, è il “World Wide Web”, cioè la grande
ragnatela mondiale. Non si può dimenticare la metafora della
“Biblioteca digitale” per indicare la Rete come enorme deposito
di documenti da poter consultare come se ci si trovasse in una
Biblioteca.
Lo stesso meccanismo, quello della formazione della metafora,
viene attivato quando un “nuovo medium riprende alcune
caratteristiche comunicative dei suoi predecessori”, pur non
facendololi scomparire del tutto. Con il meccanismo del
rimodellamento il nuovo medium funziona “come se” fosse il
medium vecchio al quale si ispira, e del quale assorbe le
caratteristiche basilari, ma è al tempo stesso qualcosa di diverso e
più efficace.
46
In questa ottica i “Portali” sono dei nuovi media che rimodellano
un medium precedente, il quotidiano. La struttura visiva delle
home dei Portali, è quasi sempre molto simile alla struttura di un
quotidiano cartaceo, pur avendo, naturalmente, molte
caratteristiche che quest’ultimo non possiede. Hanno in comune
la gabbia strutturale che li suddivide in colonne e righe.