PMC operano concretamente sul campo. Nella terza parte si traccerà un bilancio critico
conclusivo, cercando cioè di far emergere i principali problemi e delineando le possibili
soluzioni.
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CAPITOLO I
UNO SGUARDO DALL’ALTO: COSA SONO LE PMC?
Nell’immaginario collettivo, la figura del mercenario s’è andata via via legando allo
stereotipo del soldato solitario che si mette a disposizione di un signore o di un monarca in
cambio di denaro, e si è andata sempre più connotando in chiave negativa: il mercenario
combatte esclusivamente per un tornaconto economico, senza nessun legame etico o
patriottico con la fazione o lo Stato che serve. Il mercenario è quindi, per natura, sleale e
spietato.
Nel 1977, il protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra, nel tentativo di
regolare il fenomeno del mercenariato, ha tracciato il profilo del mercenario “tipico”.
Mercenario è colui che viene reclutato per combattere personalmente in un conflitto armato,
avendo come unica motivazione un ricavo personale, non essendo cittadino di nessuna delle
parti in conflitto, né appartenendo a eserciti regolari.
Nonostante alcuni punti di contatto tra la figura di mercenario che emerge da questa
definizione e le PMC, le tendenze attuali ci mostrano delle differenze fondamentali. La prima
risiede nel fatto che le PMC sono organizzate in maniera gerarchica, sono cioè aziende
commerciali integrate verticalmente, che agiscono, nel tentativo di creare profitti, all’interno
del mercato globale. Questo fa si che le PMC, come qualsiasi multinazionale presente nel
mercato, siano molto spesso legate a holding e conglomerati finanziari, ramificazioni che
consentono una presenza capillare su scala mondiale e maggiori profitti. Di conseguenza le
PMC, a differenza delle formazioni mercenarie classiche, sono mosse dalla ricerca di un
profitto affaristico complessivo anziché personale. La chiave, dunque, non sta tanto nei
comportamenti delle persone quanto nella struttura in cui esse sono inserite. Un’altra
differenza essenziale sta nel fatto che le PMC sono organizzazioni riconosciute dalla legge,
che forniscono servizi per entità pubbliche e legali. Per questo non tendono ad occultarsi, ma
al contrario cercano di lanciare un’immagine di sé il più possibile limpida e accattivante per
attrarre clienti, utilizzando la pubblicità e i mezzi di comunicazione. In un certo senso,
l’ambito operativo non è più il campo di battaglia ma il mercato (Vignarca 2004, 84-85).
Ciò che emerge, dunque, è la figura di una normale compagnia commerciale, con una
struttura (aziendale) e una finalità (profitto) identici a quelli di qualsiasi altra azienda. Come
vedremo da qui in avanti, ciò che distingue realmente le PMC è il tipo di attività che
svolgono. A questo punto è il caso di capire come è strutturata concretamente l’industria
militare privata.
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1.1 Un ampio ventaglio di attività svolte, ovvero diversi tipi di PMC
Il fattore che unifica la miriade di aziende presenti nell’industria militare privata sta nelle loro
doppia natura economica e militare; il fatto cioè di mettere a disposizione competenze militari
per ottenere un guadagno. Nonostante questo, però, si tratta di un settore fortemente
diversificato. Le PMC si differenziano tra loro in quanto hanno un diverso mercato di
riferimento, svolgono attività diverse e agiscono in contesti geografici differenti..
La classificazione che meglio rende conto di questa varietà è quella tracciata da Peter
W. Singer nel suo libro Corporate warriors. The rise of the privatized military industry. La
sua analisi utilizza la metafora della punta di lancia, secondo la quale è possibile distinguere
le forze che prendono parte a un conflitto in base alla maggiore o minore vicinanza alla linea
del fronte. Applicata all’industria militare privata quest’immagine ci permette di
schematizzarla su tre livelli distinti, cui corrispondono tre tipi di PMC: quelle che forniscono
uomini e mezzi per combattere; quelle che offrono consulenza e addestramento; quelle che
forniscono supporto logistico.
1.1.1 PMC fornitrici di servizi militari da combattimento
Queste PMC costituiscono la punta della lancia e si definiscono per la loro attenzione al
contesto tattico-strategico. Da un punto di vista militare, forniscono servizi di prima linea
all’interno del campo di battaglia. Questo significa che prendono direttamente parte al
conflitto, fornendo forze terrestri, unità speciali come piloti da combattimento o personale
specializzato nel controllo o nel comando delle operazioni.
I clienti di queste PMC sono soggetti dotati di scarse capacità militari che si trovano a
fronteggiare una minaccia imminente. Di fronte a una situazione del genere, le aziende
possono mettere a disposizione piccole squadre di combattenti oppure, come accade spesso,
fornire unità militari autosufficienti, che possono operare in maniera autonoma e indipendente
nel campo di battaglia. Si tratta dunque di unità alternative e sostitutive degli eserciti regolari,
piuttosto che aggiuntive. Ad esempio Executive Outcomes,
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la più importante delle
compagnie operanti in questo settore quanto a fatturato, nel 1995 ha impiegato in Sierra
Leone un vero e proprio battaglione armato di tutto punto, supportato da elicotteri da
combattimento, aerei e navi da trasporto.
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Questa PMC si è sciolta recentemente, ma il suo nome è stato associato agli avvenimenti bellici più controversi che
hanno riguardato l’industria militare privata negli anni Novanta, soprattutto in Africa.
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Tuttavia, la condizione più comune per le compagnie militari di questo tipo è quella di
agire come “moltiplicatori della forza”. Si tratta di un tipo di intervento meno intenso e più
circoscritto, mirato a sopperire a eventuali mancanze delle forze regolari. In questo caso, i
loro dipendenti possono fornire capacità specialistiche troppo costose per essere sviluppate
dal cliente (come la gestione di jet moderni o sistemi di controllo dell’artiglieria), oppure
venire distribuiti tra le forze regolari con funzioni di comando e coordinamento, cioè come
ufficiali. È importante notare che persino i clienti dotati di eserciti forti e moderni scelgono in
alcuni casi di ingaggiare specialisti privati, al fine di avere a disposizione il meglio in tutti i
campi. In altri casi, oltre a vendere l’ ‘hardware’, ovvero armi e soldati, queste PMC possono
fornire le implementazioni, le istallazioni e le competenze che permettono ai clienti di
utilizzare le moderne tecnologie militari di cui sono in possesso, ossia il ‘software’ (Singer
2003, 93-94).
La prosperità delle aziende appartenenti a questo settore deriva dalla capacità dei loro
dipendenti di garantire prestazioni efficienti, essendo dotati un addestramento che conferisce
loro conoscenze pratiche e strategiche e che permette loro di arrivare al posto giusto nel
momento giusto. Non è raro il caso di reparti privatizzati che sono riusciti a cambiare le sorti
del conflitto pur essendo nettamente inferiori al nemico dal punto di vista numerico.
1.1.2 PMC che offrono consulenza
Le imprese che forniscono servizi di consulenza e di addestramento delle forze armate
costituiscono il secondo settore dell’industria militare privata. Generalmente vengono
contattate per fornire analisi strategiche, operative e organizzative. A questo livello, le PMC
non sono direttamente coinvolte nelle operazioni militari, ma non significa che la loro azione
non sia importante nel definire le sorti del conflitto. Al contrario, molto spesso risultano
decisive ma con il vantaggio aggiuntivo, rispetto alle PMC del primo tipo, di non essere
soggette ai rischi materiali della battaglia (perdita di uomini e di mezzi), che ricadono
interamente sul cliente. Le fortune di queste compagnie sono dovute soprattutto alle
modificazioni avvenute, nel corso degli ultimi anni, nell’ambito del settore bellico, non solo
per quanto riguarda le tecniche di monitoraggio sempre più innovative che consentono la
messa in pratica di strategie alternative, ma anche e soprattutto nel modo stesso di condurre le
guerre; le conoscenze strategiche e l’addestramento hanno acquisito un peso sempre più
importante, risultando molto spesso decisive nel decidere le sorti dello scontro armato.
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I clienti tipici delle compagnie di consulenza sono generalmente i governi che mirano
a ristrutturare o a incrementare le loro forze armate. Le loro necessità non sono, di solito, così
immediate come quelle dei clienti che ingaggiano le compagnie del settore delle forniture di
servizi immediatamente bellici, ma i contratti sono più a lungo termine e allo stesso tempo più
ricchi. L’attività di queste PMC si associa spesso a contesti di forte instabilità politica, dove ci
sono lotte civili in corso, per esempio tra un governo e alcune province ribelli; in tal caso le
PMC si adoperano per costruire una strategia di recupero o stabilizzazione del territorio.
Il principale vantaggio nell’utilizzo di consulenti esterni sta nel fatto di avere accesso a
una serie di esperienze e conoscenze che difficilmente possono essere reperite nel settore
militare pubblico. Ad esempio MPRI (Military Professional Resources Incorporated), che di
questo settore è tra le compagnie più rappresentative, annovera tra le sue file centinaia di ex-
ufficiali, compresi generali, che le assicurano vantaggi militari ed economici altissimi.
Un’ultima considerazione va fatta, infine, a proposito del tentativo di alcune PMC del primo
tipo di trasformarsi in compagnie di consulenza, perché vi intravedono la possibilità di
maggiori profitti ma soprattutto di guadagnare in legittimità, essendo questo settore meno
esposto alle critiche dell’opinione pubblica (Singer 2003, 97).
1.1.3 PMC che forniscono servizi di supporto
Le compagnie che forniscono servizi supplementari fanno parte del terzo settore
dell’industria. Le loro funzioni includono supporto e assistenza non letale, come servizi di
logistica, intelligence, rifornimenti e trasporti. Queste PMC dunque sono lontane dalla punta
della lancia, occupando funzioni di retrovia nel campo di battaglia. I loro clienti più comuni
sono, di solito, quelli coinvolti in una situazione di guerra imminente, che preferiscono
concentrarsi sulla parte del combattimento, delegando a privati le funzioni di retrovia.
Rispetto a quelle appartenenti ai primi due livelli, queste PMC sono più simili alle
multinazionali tradizionali operanti in altri campi. Questo perché di solito la loro espansione
nel settore militare avviene successivamente. Brown & Root Services (BRS), ad esempio, era
una compagnia appartenente inizialmente al settore delle costruzioni su larga scala per
progetti civili, ma si è evoluta poi nel mercato bellico vista la possibilità di incrementare
notevolmente i profitti.
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È importante notare che più ci si allontana dalla punta della lancia,
ossia dalla linea del fronte, più i profitti per le PMC tendono ad aumentare. Questo non può
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Negli ultimi anni, BRS ha sostenuto le forze militari USA in Somalia, Haiti, Ruanda, Bosnia e Kosovo, con
contratti che le hanno assicurato guadagni complessivi superiori al miliardo di dollari (Singer 2003, 98).
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