5
rappresentanze, al centro di una nuova dinamica civile,
culturale,
ed economica. La globalizzazione dei mercati, i processi di
liberalizzazione, lo sviluppo della società dell’informazione e
il confronto sempre più serrato tra Europa e Stati Uniti si
presentano, infatti, come macroquestioni che hanno condotto
ad un rafforzamento e ad una rivisitazione delle politiche a
tutela degli interessi dei destinatari di prodotti e servizi,
anche attraverso nuovi strumenti di normazione e di
regolazione dei mercati.
In tale contesto emerge quindi la necessità di predisporre un
sistema
legislativo, semplice ma al tempo stesso efficiente, che
elabori tecniche e strumenti indirizzati alla difesa del
consumatore in modo che non risulti ostile qualora si presenti
la necessità di un suo utilizzo.
Per quel che concerne il diritto comunitario, sebbene il primo
programma d'azione per una politica dei consumatori sia
stato varato nel 1975, tale politica è stata dotata di una base
giuridica specifica solo con l'adozione dell'Atto unico
europeo nel 1987 .
Infatti, è soltanto nel corso di quell'anno che la nozione di
"consumatore" è stata introdotta nel Trattato. La soppressione
delle frontiere e la realizzazione del mercato unico all'inizio
degli anni '90, e la fiducia dei consumatori è subito apparsa
come elemento indispensabile al buon funzionamento del
mercato.
6
Tale evoluzione positiva è stata confermata con il Trattato di
Maastricht che ha dedicato un titolo alla protezione dei
consumatori: conformemente all'art. 129 A del trattato CE
tutte le politiche comunitarie devono tener conto delle
esigenze della protezione dei consumatori . Con il Trattato di
Amsterdam viene poi introdotta una "clausola orizzontale"
con la quale per la prima si esprime l'esigenza di considerare
la tutela dei consumatori in tutte le politiche e le attività della
Comunità. Tale clausola fa esplicito riferimento agli aspetti
della promozione dei diritti individuali all'informazione,
all'istruzione e alla rappresentanza. Gli interessi dei
consumatori vanno tenuti in debita considerazione anche
nella definizione e nell'applicazione delle altre politiche
comunitarie.
Il ruolo principale dell'UE consiste nel fissare un livello
minimo di tutela dei consumatori nell'ambito del mercato
unico. Essa ha emanato direttive nei settori della pubblicità
ingannevole, del credito al consumo, della sicurezza dei
prodotti e delle condizioni generali dei contratti stipulati con
i consumatori.
L'UE sostiene e completa con delle azioni specifiche la
politica degli Stati membri in materia di protezione della
salute e di sicurezza dei consumatori, di difesa dei loro
interessi economici e di promozione dei diritti individuali
all'informazione, al risarcimento dei danni subiti, all'accesso
alla giustizia, alla rappresentanza degli interessi collettivi e
all'istruzione.
7
Le direttive emanate dalla UE sono state il vero motore per la
realizzazione di un diritto dei consumatori negli ordinamenti
nazionali in cui questa branca non era sviluppata o era
appena agli inizi. Per il nostro paese è stata determinante
l’adesione al mercato comune che ha consentito il decollare
di questa branca del diritto; infatti il diritto comunitario si è
esteso in modo straordinario, entrando in ambiti prima
considerati inattingibili, perché riservati al legislatore statale,
e comunque alle prerogative degli Stati membri. Le direttive
emanate dalla UE e le loro relative attuazioni hanno creato
una miriade di leggi disseminate in modo confuso nel nostro
ordinamento che il legislatore ha voluto riordinare attraverso
la Legge 29 luglio 2003, n. 229 che ha delegato il governo
“ad adottare uno o più decreti legislativi, per il riassetto delle
disposizioni vigenti in materia di tutela dei consumatori.”.
La necessità di riordinare e armonizzare la normativa in tema
di tutela dei consumatori e degli utenti rappresenta la finalità
perseguita con l’attività di compilazione concretizzatasi nel
Codice del Consumo.
Con l’entrata in vigore del Codice del Consumo (D. Lgs. 6
settembre 2005, n. 206) l’ordinamento giuridico italiano
saluta la realizzazione di un impianto di tutela dei diritti dei
consumatori organico e strutturato.
Da queste considerazioni nasce il desiderio di un
approfondimento dell’evoluzione della tutela del
consumatore attraverso l’analisi del Codice del Consumo e
dei diritti fondamentali del consumatore.
8
Questa tesi si compone di cinque capitoli:
Il primo capitolo riguarda la nascita dell’esigenza di tutela
del consumatore, attraverso l’analisi del fenomeno del
“consumerismo”, negli USA, in Europa ed in Italia.
Il secondo capitolo analizza gli interventi dell’Unione
Europea e le sue le direttive volte ad armonizzare la tutela
minima all’interno della comunità.
Il terzo capitolo tratta dell’attuazione delle direttive
comunitarie all’interno dell’ordinamento Italiano e il
successivo riordino con il Codice del consumo.
Il quarto capitolo propone un’analisi strutturale del Codice
del consumo e un approfondimento dei caratteri più
significativi.
Il quinto capitolo analizza, uno dopo l’altro, i diritti
fondamentali del consumatori e degli utenti del consumatore,
così come elencati nell’art. 2 del Codice del consumo.
9
1. LA NASCITA DELL’ESIGENZA DI
TUTELA DEL CONSUMATORE: IL
“CONSUMERISMO”
La scoperta del “consumatore” è piuttosto recente; essa è un
dato tipico della società opulente, e avviene gradualmente in
tutti i paesi occidentali, mano mano che si raggiungono gli
stadi del capitalismo avanzato. All’emergere della figura del
consumatore non fa seguito un’adozione immediata di
interventi legislativi a sua difesa.
La considerazione del problema della consumer protection
si ha, infatti, con molta lentezza da parte dei legislatori, sui
quali si fa sempre più incalzante la pressione esercitata dalle
organizzazioni spontanee di consumatori che, prendendo
coscienza del problema, iniziano campagne stampa per
segnalare l’esistenza, all’interno del mercato, di un difetto di
informazione a danno del consumatore, il quale è sottoposto
ad una pressione sempre più aggressiva da parte delle
imprese, che con ogni mezzo tentano di influenzare le sue
scelte allontanandolo dalla razionalità.
E’ proprio dall’esigenza di tutelare questo soggetto
economico che nasce il «consumerismo
1
», ossia «la
tendenza dei consumatori a organizzarsi in associazioni,
allo scopo di essere tutelati negli acquisti e di sensibilizzare
le autorità sui problemi dei consumi»
2
.
1
ZINGARELLI, vd consumerismo, in Vocabolario della lingua italiana, 1998, 443.
2
G. ALPA, Tutela del consumatore e controlli sull’impresa, , Bologna, 1977, 25 ss.
10
1.1 IL CONSUMERISMO NEGLI USA
Il fenomeno sociale del consumerismo nasce negli Stati
Uniti d’America agli inizi del XX secolo, ed è il frutto di
una vasta protesta degli strati più poveri della popolazione,
contro i continui abusi dei grandi monopolisti ed oligopolisti
che imponevano alti prezzi e qualità scadente sui generi di
prima necessità.
A tal proposito, nel 1890 viene varato lo Sherman Act
3
, il
cui obiettivo era quello di frenare lo strapotere economico e
l’espansione dei grandi monopoli, introducendo il principio
della libera concorrenza
4
.
L’effettiva difesa del consumatore negli USA trova origine,
all’inizio del 1900, nella nascita del primo movimento
ispirato al consumerismo, determinata dalle proteste di
massa contro l’aumento dei prezzi e gli scandali del settore
farmaceutico.
L’attenzione del legislatore a tali proteste portò
all’approvazione nel 1906, del Pure Food and Drug Act
(legge sulla qualità delle sostanze alimentari e
farmaceutiche) e del Meat Inspection Act (legge
3
WIKIPEDIA , Enciclopedia on-line: “Lo Sherman Antitrust Act (1890), detto
anche Sherman Act, è la più antica legge antitrust degli Stati Uniti e rappresenta la
prima azione del governo degli Stati Uniti per limitare i monopoli e i trusts.Lo
Sherman Act fu firmato dal Presidente Benjamin Harrison nel 1890 e prende il nome
dal suo autore, il senatore repubblicano John Sherman dell’Ohio”.
4
La disciplina in questione, in realtà, era finalizzata a tutelare il diritto delle piccole
imprese e solo indirettamente il diritto dei consumatori. La concorrenza tra i
produttori, infatti, stimola ciascuno di essi a migliorare continuamente la qualità dei
suoi prodotti e a ridurre i costi; ciò rende possibile il perseguimento di benefici per i
destinatari finali della produzione, che si traducono nella disponibilità di prodotti di
buona qualità a prezzi più bassi.
11
sull’ispezione delle carni)
5
, e alla creazione della Federal
Trade Commission (1914), un’agenzia amministrativa,
destinata ad operare controlli sulla concorrenza e sulle
attività produttive. Si trattò di un successo parziale, e il
malcontento, per gli stessi motivi, tornò ad imporsi negli
anni della Grande Depressione.
Questa seconda ondata di protesta, verso il 1930, contro gli
aumenti indiscriminati dei prezzi e la commercializzazione
di farmaci nocivi, fu attuata da una popolazione più
consapevole che riuscì ad ottenere un rafforzamento delle
precedenti leggi e l’ampliamento dei poteri normativi della
Federal Trade Commission per combattere le pratiche
illecite e fraudolente delle imprese
6
.
Proprio in quegli anni, ebbe origine la prima esperienza
organizzata riguardante il consumerismo che portò alla
fondazione della rivista Consumer Research Bulletin, il cui
scopo era quello di testare i prodotti di largo consumo. A
questa iniziativa fece seguito la nascita nel 1936 della prima
associazione dei consumatori, ancora oggi operante in USA
e Canada: la Consumers Union
7
.
In seguito, negli anni Sessanta, si ebbe negli USA il
momento di maggiore sviluppo del sistema protezionistico
che prende avvio da una diversa interpretazione del concetto
5
P. KOTLER, Il movimento dei consumatori in USA, in Americana, anno I n. 3, 1973
luglio/agosto, 3 ss.
6
P. KOTLER, , Il movimento dei consumatori in USA, in Americana, anno I n. 3,
1973 luglio/agosto, 3 ss.
7
N.C. SMITH e J.A. QUELCH, Ethics in marketing, Boston, 1992, 25 e 217.
12
di responsabilità per colpa del produttore
8
: si sviluppa il
criterio di responsabilità oggettiva, secondo il quale, il
produttore ha l’onere di dimostrare che i danni provocati
dall’uso del suo prodotto non dipendono dal suo operato.
Tutto questo offre finalmente un buon margine di sicurezza
al consumatore.
L’insieme di interessi e valori di cui il consumerismo in
questa sua terza fase si fa portatore è stato codificato nel
1962 dal Presidente Kennedy
9
nella sua celebre
dichiarazione, con la quale sancì in maniera sistematica i
diritti fondamentali dei consumatori nell’ordinamento
americano; il c.d. Bill of rights che comprendeva:
1. The right to safety – to be protected against the
marketing of goods which are hazardous to health or
life.
2. The right to be informed – to be protected against
fraudulent, deceitful, or grossly misleading
information, advertising, labelling, or other practices,
and to be given the facts he needs to make an
informed choice.
3. The right to choose – to be assured, wherever
possible, access to a variety of products and services
at competitive prices; and in those industries in
which competition is not workable and Government
8
F. SILVA e A. CAVALIERE, I diritti dei consumatori e l’efficienza economica, in
AA. VV., La tutela del consumatore tra mercato e regolamentazione, a cura di F.
SILVA, Roma, 1996, 16.
9
KENNEDY J. F., Special message on Protecting the Consumer Interest, 15 marzo
1962
13
regulation is substituted, an assurance of
satisfactory quality and services at fair prices.
4. The right to be heard – to be assured that
consumer interests will receive full and sympathetic
consideration in the formulation of Government
policy, and fair and expeditious treatment in its
administrative tribunals […]”.
Diritto alla sicurezza, diritto all’informazione, diritto alla
scelta fra prodotti e servizi a prezzi competitivi, diritto delle
istanze consumeriste di essere ascoltate con equità dal
governo.
In relazione al quarto diritto – quello di essere ascoltati – il
Presidente Kennedy sottolineò in quell’occasione la
necessità di nuovi strumenti di partecipazione dei
consumatori nelle scelte governative.
Nel luglio dello stesso anno venne quindi indetto il primo
Consumer Advisory Council, “to examine and provide
advice to the Governament on issues of broad economic
policy, on governmental programs protecting consumer
needs, and on needed improvements in the flow of consumer
research material to the public (per esaminare e fornire
consiglio al Governo su temi di politica economia generale,
sui programmi governativi di protezione dei bisogni dei
consumatori, e sui necessari miglioramenti nel flusso del
materiale di ricerca in tema di consumatori al pubblico)”
10
.
10
D. AACKER, Consumerism: Search for the consumer interest, New York, 1971.
14
Il Consumer Advisory Council identificò dieci campi di
interesse predominante per i consumatori, tra i quali vale la
pena ricordare la definizione di standards di qualità,
un’informazione a due vie tra il governo e i consumatori, e
soprattutto un’efficace rappresentanza di questi ultimi in
sede legislativa.
A partire dal 1966 le tematiche legate ai diritti dei
consumatori conobbero un incredibile sviluppo e popolarità,
grazie anche all’emergere di una figura di leadership come
quella di Ralph Nader
11
, che ha dato vita ad un movimento
di costume: il «naderismo», usato per indicare la presa di
posizione di interessi da tutelare e difendere dalla politica
commerciale e aggressiva delle grandi lobby industriali.
11
Voce Nader Ralph, in MICROSOFT ENCARTA 2006 [DVD]. Microsoft
Corporation, 2005. “Ralph Nader a metà degli anni Sessanta promosse una campagna
contro l'industria automobilistica con la pubblicazione dell'opera Unsafe at Any Speed
(“Insicuri a qualsiasi velocità”), con la quale, denunciando la pericolosità di un
modello di auto prodotto dalla General Motors, provocò un subitaneo crollo delle
vendite della società automobilistica.”.
15
1.2 IL CONSUMERISMO IN EUROPA
Negli anni Sessanta e soprattutto negli anni Settanta del
Novecento il movimento dei consumatori si estende anche
in Europa. In particolare uno dei primi paesi in cui esso si
afferma, grazie anche alla “vicinanza” culturale con gli Stati
Uniti, è la Gran Bretagna, dove nel 1955 viene istituito il
Consumer Advisory Council
12
, sostituito in seguito dal
Consumer Council Governativo. Nel 1957 appare la prima
rivista – “Shopper’s Guide” - che contiene informazioni sui
prodotti presenti in commercio, e test comparativi
all’interno delle varie categorie merceologiche. Nello stesso
anno viene istituita la Consumer’s Association, con la sua
rivista di test comparativi “Which?”, che forniva ai
consumatori informazioni critiche sui diversi prodotti,
comparandoli tra loro mediante test rigorosamente
collaudati e per la prima volta, anche un servizio per
ottenere il risarcimento. Entrambe riscuotono un immediato
e vasto successo di pubblico, con un elevato numero di
iscrizioni ed abbonamenti. L’associazione ottiene fin dagli
inizi la simpatia e l’appoggio dei media, ponendo così il
tema della difesa dei consumatori all’attenzione
dell’opinione pubblica, tanto che il governo promuove
nuove leggi a tutela del consumatore – quale ad esempio il
Trade Description Act nel 1968, che proibisce ai
12
Il compito di tale organo era quello di assicurare anche ai consumatori la possibilità
di esprimersi su materie che fino ad allora erano state riservate esclusivamente ai
commercianti e ai produttori.
G.J. BORRIE e A.L. DIAMOND, The consumer, Society and Law, London, 1973, 33
ss.
16
commercianti di diffondere informazioni false o
ingannevoli, e il Consumer Protection Act nel 1987, che
vieta la vendita di merci pericolose.
Negli stessi anni, seguendo l'esempio del Regno Unito,
anche la Svezia, il Belgio, l'Olanda, la Francia, la Germania,
con l'unica eccezione dell'Italia, riconoscono l'importanza
sociale del problema e istituiscono i primi organismi
amministrativi di controllo in favore dei consumatori, che
formarono il substrato per lo sviluppo di successive e più
ampie legislazioni.
In Germania ad esempio in ogni land esiste un
Verbrauchen-Zentralen (centro consumatori), con il
compito di assisterli gratuitamente i caso di controversie e
dare informazioni sui diritti dei consumatori e sulle vie per
tutelarli
13
.
Un modello di controllo diverso da quello proprio delle
esperienze pubblicistiche continentali è offerto
dall’ordinamento svedese, dove nel 1971 è stato istituito
l’Ombudsman dei consumatori
14
.
La sua attività principale è costituita dalle “ispezioni negli
uffici amministrativi e nei tribunali”. Queste competenze
delineano la figura dell’Ombudsman (che comprende, oggi,
tre commissari) della giustizia; ad esso se ne affiancano poi
altri: l’Ombudsman dell’antitrust (NO), l’Ombudsman dei
consumatori (KO), l’Ombudsman per la stampa
(PO).L’aspetto più interessante di questo istituto è di
“evitare un contenzioso inutile, favorendo un corretto
13
“Bonn: diritti conquistati sul campo” in Il Sole 24 Ore, 1993.
14
TRECCANI, Vd. Consumatore tutela del , in La grande Enciclopedia, 2000.
17
funzionamento dell’Amministrazione e della giustizia”;
infatti, esso ha ampi poteri investigativi, potendo operare, ex
officio, o su istanza dell’interessato, in ordine a
procedimenti amministrativi già pervenuti a compimento o
ancora in corso; apre indagini informandone costantemente
gli interessati; può disporre ispezioni, interrogatori, esami.
Ogni attività promossa dall’Ombudsman si svolge con
rapidità e snellezza favorendo, quindi, l’accesso alla
giustizia e, nel contempo, risparmiando costi di
procedimenti amministrativi iniziati e non ancora conclusi,
qualora si accerti l’esistenza di un diritto in capo all’istante.
In Francia esiste l’Istituto nazionale del consumo, costituito
nel 1966, e nel 1983 è stata creata la Commission du
Reglement des litiges, con il compito di “ideare soluzioni
preventive del piccolo contenzioso”
15
.
Il legislatore francese ha introdotto solo nel 1978 due
provvedimenti di ordine generale sulla tutela del
consumatore.
Il primo (Legge 10 gennaio 1978, n. 78-22) disciplina la
materia del credito al consumo.
Il secondo (Legge 10 gennaio 1978, n. 78-23) tratta diversi
settori dei rapporti di consumo, quali le frodi alimentari, la
pubblicità commerciale, i contratti per adesione, la
circolazione di prodotti difettosi. Rilevanti sono le
disposizioni sulla fabbricazione dei prodotti. La Legge n.
78-23 vieta la fabbricazione di tutti i prodotti che risultino
pericolosi o presentino un rischio per la salute e la sicurezza
15
ALPA, G., Diritto privato dei consumi, Bologna, 1986, 35.
18
dei consumatori nelle condizioni normali d’uso (artt. 1-3). I
criteri di selezione individuati riguardano l’attitudine a
danneggiare l’utente e l’uso normale del prodotto.
L’innovazione più importante della Legge n. 78-23 riguarda
la disciplina dei contratti per adesione, che sanziona le
clausole abusive e propone la possibilità da parte del
Governo di stabilire con decreti le clausole ritenute tali, e
quindi non più riproducibili nei moduli e nei formulari in
uso.
Essa prevede (art. 35) una particolare procedura di tipo
amministrativo, per la selezione e la soppressione di queste
clausole. È una procedura che si articola in due fasi: la
prima contempla l’attività di una Commissione speciale, la
quale può esaminare tutti i tipi di contratto per adesione in
uso nel mercato e può, quindi, formulare raccomandazioni
perché il Ministro competente consideri l’esistenza di
clausole abusive nei rapporti contrattuali correnti; la
Commissione è tenuta ad emettere un parere tutte le volte
che è richiesto dal Ministro per l’emanazione di un progetto
di decreto relativo alla proibizione o alla regolazione di
clausole negoziali di un determinato settore.
La seconda fase riguarda l’attività del Governo. Spetta,
infatti, al Governo “limitare, regolare, interdire”, con un
semplice decreto, le clausole abusive; il parere preventivo
della Commissione è obbligatorio, ma non vincolante