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1 INTRODUZIONE
La traduzione è un settore in continua crescita ed evoluzione soprattutto nella società
moderna in cui le lingue straniere e la loro conoscenza da parte delle persone,
ricoprono una grande importanza e hanno un ruolo fondamentale per la comunicazione
interpersonale.
La necessità di comunicare, di scambiarsi informazioni e dati diventa sempre più
importante e per far fronte a queste esigenze molte discipline, tra le quali la linguistica
computazionale, l’intelligenza artificiale e l’informatica, si sono avvicinate alla traduzione
per rendere questo processo più veloce e favorire il lavoro di traduzione svolto
dall’uomo.
I motivi per l’incessante crescita degli interessi traduttologici e di tutte quelle
discipline ad essi legate, come afferma Eco (2010), sono molti e convergenti: da un lato
ci sono i fenomeni di globalizzazione che mettono sempre più in contatto gruppi e
individui di lingue diverse, dall’altro gli sviluppi dell’informatica, che spinge molti ad
affinare e utilizzare metodi e modelli di traduzione artificiale.
Negli ultimi decenni infatti sono stati numerosissimi gli studi e le ricerche sulla
traduzione automatica e sull’impatto che essa può avere sul processo traduttivo e sul
lavoro dell’uomo, ottenendo però risultati a volte poco attendibili che portarono all’idea
che una traduzione completamente automatizzata fosse lontana dal realizzarsi.
Ciò che si auspicava maggiormente non era quello di sostituire completamente
l’uomo nel processo di traduzione, ma di fornirgli i mezzi necessari per facilitare il
proprio lavoro, come ad esempio dizionari elettronici e strumenti per la ricerca
terminologica, e di approfondire gli studi di base sulla linguistica computazionale che
avrebbe potuto fornire supporto alla traduzione automatica.
Nel corso dei decenni inoltre le tecnologie informatiche legate alla traduzione sono
migliorate molto e hanno riscontrato grande successo soprattutto da parte di coloro che
con il computer ci lavorano. I traduttori in particolare, nell’era digitale, hanno un bisogno
assoluto del computer, che permette loro di scrivere, comunicare, ricercare, consultare
fonti e strumenti direttamente da una postazione digitale. Già da questo punto di vista il
lavoro del traduttore può considerarsi cambiato e migliorato.
Se poi si considerano tutti gli strumenti che la tecnologia a supporto della traduzione,
si può affermare che il lavoro del traduttore è stato ampiamente facilitato e l’accesso a
testi in lingue straniere da parte di utenti generali è possibile grazie ai sistemi di
traduzione automatica disponibili sul web, che permettono a chiunque di tradurre interi
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testi, pagine web o semplici frasi nelle combinazioni linguistiche desiderate.
Considerando che il sistema di traduzione automatica gratuito più diffuso al mondo,
Google Translate, conta ad oggi 80 lingue ed è in continuo aggiornamento, con più di
200 milioni di utenti ogni mese, si può affermare che il bisogno di tradurre e di
comunicare in lingue diverse dalla propria madrelingua è enorme.
Lo scopo di questo elaborato è quello di verificare come e in cosa è cambiato il modo
di lavorare dei traduttori nel corso dei decenni e come lavorano nel ventunesimo secolo
grazie allo sviluppo di nuovi strumenti e nuove tecnologie, attraverso l’analisi di alcuni
strumenti usati come supporto alla traduzione, sia da parte di traduttori professionisti
che da parte di utenti generali e attraverso l’opinione diretta degli utenti, facendo
attenzione a distinguere la traduzione automatica dalla traduzione assistita da
computer. Inoltre si vuole capire quali siano gli scopi principali dell’utilizzo della
traduzione automatica e come i traduttori, di solito meno propensi al suo utilizzo,
considerano questo sistema.
Attraverso dei questionari predisposti ad hoc per utenti generali e traduttori
professionisti si vuole verificare che utilizzo viene fatto degli strumenti elettronici e della
traduzione automatica, chi utilizza questi strumenti e per quali scopi, per capire come è
cambiato il modo di comunicare e di fare traduzione.
Nel capitolo introduttivo si affronterà il discorso della traduzione automatica allo stato
dell’arte ripercorrendo alcune tappe fondamentali della sua storia e degli sviluppi che
essa ha comportato nell’arco di cinquant’anni, soffermandosi su alcuni aspetti di questa
nuova tecnologia che ha portato con sé opinioni contrastanti. Si parlerà in particolare
delle ricerche svolte su vari aspetti della traduzione automatica, delle critiche che ci
sono state soprattutto relative al rapporto tra uomo e macchina e al fatto che molti
studiosi, in particolare Bar-Hillel, hanno dichiarato che una traduzione di ottima qualità
prodotta esclusivamente da sistemi di traduzione automatica è improbabile e molto
lontana dal realizzarsi.
La traduzione automatica è infatti un ambito di ricerca con una storia lunga che ha
visto nascere gli interessi di molti studiosi e comportato grandi entusiasmi da parte dei
ricercatori ma anche grandi perplessità da parte dei traduttori. Le ricerche si sono
susseguite tra successi ed insuccessi, momenti di stallo perché non si riconosceva più
l’interesse per far proseguire le ricerche, fino a che non si è giunti ad un punto di svolta
per la traduzione automatica, quando alcuni sistemi divennero di pubblico accesso e si
cominciarono a riscontrare i primi risultati positivi.
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Anche per quanto riguarda il rapporto con l’uomo ci sono stati molti dubbi da parte
degli studiosi perché si voleva capire in che modo la traduzione automatica potesse
influire sul lavoro dell’uomo e se doveva essere considerata un ostacolo oppure un
aiuto rivoluzionario per migliorarne le condizioni lavorative e facilitare il processo
traduttivo.
Hutchins (1998: 14) affermò che:
automation and MT will not be a threat to the livelihood of the translator, but
will be the source of even greater business and will be the means of achieving
considerably improbe working conditions.
Una volta compreso che la traduzione automatica potesse fornire anche degli stimoli
per nuove ricerche e dei miglioramenti nei sistemi di automazione della traduzione, ci fu
un cambio di prospettiva: accantonata l’idea di ottenere testi di alta qualità attraverso
una macchina, si è passati a pensare ad una soluzione diversa, ovvero quella di creare
strumenti di supporto al traduttore introducendo così un nuovo termine “Traduzione
assistita da computer” e nuovi strumenti come le translator’s workstations, che hanno
rappresentato una rivoluzione per il lavoro del traduttore, sono entrati a far parte della
vita e delle abitudini dei traduttori. In particolare le memorie di traduzione
rappresentarono e rappresentano ancora oggi uno degli strumenti più apprezzati e
utilizzati dai traduttori in quanto permettono di archiviare le traduzioni già svolte in modo
tale che quando si ripresenta una stessa frase o una stessa parola nelle traduzioni
successive, il software ripropone al traduttore il testo già tradotto, favorendo una
maggiore coerenza stilistica del testo.
Ancora nel capitolo 2 si affronterà il discorso della valutazione della qualità dei testi
tradotti e di come, se viene utilizzato il linguaggio controllato o si lavora sul testo
originale prima di sottoporlo al sistema di traduzione automatica, la qualità della
traduzione risulta essere migliore.
Un grande contributo alla traduzione è stato inoltre fornito dalla linguistica dei
corpora che ha permesso l’utilizzo di corpora paralleli o multilingui per l’analisi
linguistica dei testi ma anche per l’insegnamento e l’apprendimento delle lingue
straniere.
Nel capitolo 3 si approfondiranno alcuni degli strumenti elettronici di traduzione offerti
dal web, che non vengono usati esclusivamente dai traduttori professionisti ma anche
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da quegli utenti generali che hanno la necessità di tradurre una parola, una frase o un
testo intero.
Si chiariranno innanzitutto le tipologie di utenti che necessitano di questi strumenti
(utenti monolingue, traduttori occasionali, traduttori professionisti indipendenti e
traduzioni presso multinazionali) e quali siano gli scopi del loro utilizzo, se i testi
vengono tradotti per essere pubblicati, per comprenderne solo il contenuto, oppure
semplicemente per comunicare con altri utenti.
Successivamente si parlerà di come è cambiato l’accesso alle informazioni
lessicografiche e linguistiche grazie all’utilizzo degli strumenti informatizzati sul web,
come le versioni elettroniche dei dizionari che permettono una ricerca più veloce e
approfondita delle informazioni su un determinato lemma. In particolare si
presenteranno gli strumenti elettronici offerti dal web più utilizzati per tradurre
dall’inglese e dal tedesco per confrontarne le caratteristiche e le funzionalità.
La parte più attuale di questo capitolo è la presentazione dei sistemi di traduzione
automatica forniti gratuitamente dal web che nell’ultimo decennio hanno presentato
grandi miglioramenti e si sono ampliati sempre di più in termini di lingue supportate,
permettendo agli utenti di ottenere traduzioni in diverse combinazioni linguistiche. I
sistemi più diffusi sono Google Translate e Bing Translator che ha sostituito il vecchio
Babelfish di Altavista. I sistemi sono tutti molto semplici da utilizzare e offrono diverse
funzionalità come ad esempio la pronuncia del testo nella lingua desiderata. La qualità
dei risultati delle traduzioni varia molto in base alle lingue utilizzate, ma in base allo
scopo per cui si utilizza questo servizio ci si può ritenere più o meno soddisfatti e grazie
all’opinione degli utenti ottenuta grazie ai questionari potremmo verificare la
soddisfazione dei risultati da parte dei fruitori del servizio.
Nel capitolo 4 invece si parlerà delle risorse pensate appositamente per traduttori
professionisti, in particolare i principali software di traduzione (SDL Trados, Déjà Vu,
Transit, Wordfast) e le risorse online quali forum, blog e mailing list, molto utili
soprattutto per confrontarsi con altri traduttori e scambiarsi opinioni e informazioni.
Purtroppo per questa tesi non c’è stata la possibilità di utilizzare direttamente uno o
più software di traduzione perché richiedono un investimento economico abbastanza
elevato pertanto si è offerta una panoramica degli strumenti più diffusi e utilizzati
presentando una breve storia di ognuno di essi, le funzionalità che vengono offerte e le
varie versioni dei software disponibili per ogni esigenza dei professionisti.
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Si tratta di software di traduzione assistita che comprendono diversi strumenti come
le memorie di traduzione, gli strumenti di allineamento e concordanza e che molto
spesso vengono integrati con sistemi di traduzione automatica.
Infine il capitolo 5, che rappresenta il capitolo centrale della nostra ricerca, riporta i
risultati dei questionari che sono stati predisposti ad hoc, da sottoporre a utenti generali
e traduttori professionisti per comprendere quali sono le loro abitudini nell’utilizzo di
strumenti di traduzione, siano essi sistemi di traduzione automatica o strumenti
informatizzati, e quale sia il loro livello di soddisfazione.
I questionari per utenti generali presentano domande di carattere generale per
ottenere informazioni sul profilo dei partecipanti (età, sesso, titolo di studio), domande
relative alle lingue straniere che conoscono e il rispettivo livello di conoscenza e
domande più specifiche pensate per avere informazioni sull’utilizzo degli strumenti di
traduzione in particolare la traduzione automatica. Si è infatti chiesto di rispondere a
domande sullo scopo per cui utilizzano la traduzione automatica, per quale
combinazioni di lingue, cosa fanno della traduzione ottenuta e quale sistema utilizzano
maggiormente.
I questionari per traduttori professionisti presentano anch’essi domande di carattere
generale, domande relative alle lingue straniere che conoscono e quelle con le quali
lavorano, al tipo di traduzioni che svolgono e se lavorano come freelance, dipendenti
presso agenzie di traduzione o presso istituzioni internazionali.
Le domande più specifiche pensate per i traduttori riguardano gli strumenti che
utilizzano principalmente per svolgere le loro traduzioni e se tali strumenti hanno portato
dei vantaggi in termini di tempo, qualità o costi nel loro lavoro.
Infine è stato chiesto se fanno uso della traduzione automatica, per quali scopi e che
tipo di errori riscontrano maggiormente.
Ad entrambe le tipologie di utenti è stato chiesto di fornire delle osservazioni
personali sulle loro esperienze con gli strumenti di traduzione.
I risultati dell’analisi ed eventuali considerazioni sull’obiettivo di questa tesi verranno
presentate in un capitolo conclusivo.
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2 LA TRADUZIONE AUTOMATICA ALLO STATO DELL’ARTE
“La necessità di comprendersi, di dialogare, di scambiare messaggi, dati,
informazioni diventa sempre più urgente. Una prospettiva che sta facendo compiere
significativi passi in avanti alle tecniche che portano a realizzare (non è più un sogno!)
la traduzione automatica, la comprensione di una notizia, in qualunque lingua venga
scritta o detta.” (Paoloni, 2004).
E’ infatti l’incessante sviluppo delle tecnologie e la crescente richiesta di traduzioni
per la comunicazione internazionale da parte di aziende e privati che ha portato alla
creazione di nuove applicazioni e lo sviluppo di quelle esistenti per favorire il lavoro dei
traduttori. La traduttologia ha infatti ricavato grande impulso dalle applicazioni del
calcolatore elettronico modificando le abitudini e gli strumenti che il traduttore utilizza
per il proprio lavoro.
La traduzione automatica è un ambito di ricerca che ha una storia abbastanza lunga
che ha visto nascere l’interesse di molti studiosi, ma anche di molte aziende pubbliche e
private, caratterizzato da eccessivi entusiasmi da parte dei ricercatori ma anche da forti
dubbi e diffidenza da parte del grande pubblico e dai timori di molti traduttori nei
confronti delle nuove tecnologie.
Anche gli scopi e gli obiettivi della traduzione automatica sono cambiati
significativamente nel corso degli ultimi cinquant’anni, soprattutto per quanto riguarda le
metodologie e i sistemi si traduzione che sono stati sviluppati.
Vediamo come si è evoluto questo settore e quali problematiche e vantaggi ha
portato nel mondo della traduzione.
2.1 Le basi della traduzione automatica
La traduzione automatica, come afferma Monti (2004), ripropone in termini moderni
quello che è sempre stato il sogno dell’uomo: costruire una macchina in grado di
pensare e agire come un essere umano. Si parla di Intelligenza Artificiale, una
disciplina che studia se e in che modo si possano riprodurre i processi
mentali più complessi mediante l'uso di un computer. Tale ricerca si sviluppa
secondo due percorsi complementari: da un lato l'i.a. cerca di avvicinare il
funzionamento dei computer alle capacità dell'intelligenza umana, dall'altro
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usa le simulazioni informatiche per fare ipotesi sui meccanismi utilizzati dalla
mente umana. (Enciclopedia Treccani)
Questa disciplina è nata negli anni Cinquanta, dall’esigenza di rendere i computer in
grado di svolgere compiti riconducibili ai comportamenti intelligenti degli esseri umani.
Uno dei primi studiosi ad occuparsi di intelligenza artificiale fu Alan Turing, che elaborò
un esperimento per testare se una macchina fosse in grado di pensare. Il test di Turing
è stato spiegato dallo stesso studioso nell’articolo Computing Machinery and
Intelligence, pubblicato nel 1950 sulla rivista Mind. Lo scopo principale era quello di non
permettere ad un essere umano di distinguere il comportamento umano da quello della
macchina.
Negli stessi anni si ha anche il primo impulso per la nascita di una nuova disciplina,
legata all’area dell’intelligenza artificiale che darà successivi impulsi e sviluppi alla
traduzione automatica. Si tratta della linguistica computazionale, un’area di ricerca che
si occupa dell’elaborazione elettronica dei dati e del linguaggio.
È proprio dalla prospettiva di Warren Weaver nel 1947 di poter costruire un
programma che fosse in grado di tradurre automaticamente i testi da una lingua
naturale ad un’altra che nasce quella che oggi chiamiamo traduzione automatica.
Le prime applicazioni e le prime ricerche in questo settore richiamarono l’attenzione
di altri studiosi e stimolarono le idee per lo studio di altri aspetti del linguaggio attraverso
l’uso di strumenti informatici (Chiari, 2007).
Weaver contribuì nel 1949 al saggio di Shannon sulla teoria matematica della
comunicazione (Shannon, 1948) che pose le basi non solo per la nascita
dell’informatica ma anche per l’osservazione di alcuni aspetti delle lingue fino ad allora
mai presi in esame.
Riportando di seguito lo schema della teoria dell’informazione dei due studiosi, si può
applicare questa teoria anche alla traduzione automatica.
Partendo dal presupposto che una traduzione è una trasposizione di un testo da una
lingua ad un’altra, che la macchina che svolge la traduzione è il canale attraverso cui
passa il messaggio, il rumore che interferisce nella comunicazione è l’errore che viene
prodotto dalla macchina nell’elaborazione della traduzione, si può affermare che
l’intuizione di Weaver che il problema della traduzione fosse riconducibile ad un
problema crittografico ovvero ad un problema di codifica del messaggio, e che l’idea
che parte del lavoro di traduzione possa essere svolto automaticamente, è più che
fondata.