2
unico. La musica diventa merce, un bene di consumo utilizzabile in qualsiasi
momento. Perde la sua sacralit�, ma non la sua qualit�. Benjamin pi� volte
tocca il problema del contrasto tra arte individualistico-aristocratica e arte
popolare, riproducibile e comunicabile, non solo nel suo saggio pi� famoso, ma
anche in quelli dedicati al collezionista Eduard Fuchs, alla storia della fotografia,
al teatro e alla lirica di Brecht. Si preoccupa di sottolineare le potenzialit�
democratiche e pedagogiche dell�arte popolare. La riproducibilit� tecnica rende
la musica un�arte popolare e il fonografo sembra essere l�unico strumento che
tutti possiamo suonare. E proprio la definizione di strumento � quella a cui pi�
spesso ricorre il romanziere Compton McKenzie, primo grande cultore del
grammofono, nelle sue memorie My record of music, o nella rivista �The
Gramophone�.
Secondo Benjamin �la riproducibilit� tecnica dell�opera d�arte emancipa per
la prima volta nella storia del mondo quest�ultima dalla sua esistenza
parassitaria nell�ambito del rituale�
3
. Nel caso della musica � il concerto il
rituale e la sala da concerto il luogo del culto. E nessuno come il pianista
canadese Glenn Gould, figura chiave nella storia della registrazione della
seconda met� del Novecento, ha �immediatamente compreso il carattere
retrospettivo, superato e perdente del rituale concertistico, e quello futuribile,
incalzante, pieno di sconfinate virtualit� dell�incisione su disco�
4
. Sono parole di
Enzo Restagno, autore della prefazione all�edizione italiana del volume di
3
Ibidem.
4
ENZO RESTAGNO, Ascoltando Glenn Gould, Introduzione a GLENN GOULD, No, non sono
un eccentrico, tr.it, interviste e montaggio a cura di Bruno Monsaingeon, Torino, E.D.T., 1989,
p. ix.
3
interviste a Gould curato da Bruno Monsaingeon Non, je ne suis pas du tout un
excentrique (No, non sono un eccentrico).
I tempi della scelta di Gould sono noti. Il pianista inizia la sua carriera
concertistica nel 1947 a Toronto, il 14 gennaio con la Toronto Symphony
Orchestra e il 20 ottobre nel suo primo recital come solista. La chiude all�et� di
trentaquattro anni, il 10 aprile del 1964, al Wilshire Ebell Theater di Los
Angeles. Da allora si mantiene in contatto con il mondo musicale soltanto
attraverso registrazioni, programmi radiofonici e televisivi. Il 10 gennaio del
1965, l�anno successivo al suo ritiro dalle scene, la CBC (Canada Broadcasting
Corporation) trasmette il programma Prospects of Recording, il pi� innovativo e
rigoroso tra i documenti di Gould a favore dell�estetica della registrazione. La
rivista �High Fidelity Magazine� ne pubblica una versione scritta, curata dallo
stesso autore, l�anno successivo.
� nel 1950 che avviene la prima esperienza di Gould in uno studio di
registrazione, l�incipit di quello che lui stesso definisce come �my love affair with
the microphone�
5
. Cinque anni dopo, nel 1955, registra in un vecchio studio
della CBS di New York la celebre versione delle Variazioni Goldberg che
Restagno considera �il documento pi� celebre, pi� mitico e pi� stupefacente
prodotto dalla moderna industria culturale�
6
. Non � certo l�unico a crederlo. Nel
giro di pochi anni le Variazioni fanno di Gould un personaggio di fama mondiale.
E anche dopo il suo ritiro dalle scene, le registrazioni, i programmi radiofonici e
5
GLENN GOULD, Music and Technology, in The Glenn Gould Reader, a cura di Tim Page,
London, Faber and Faber, 1987, p. 354.
6
ENZO RESTAGNO, Ascoltando Glenn Gould, Introduzione a GLENN GOULD, No, non sono
un eccentrico, op. cit., p. ix.
4
televisivi, perpetuano e accrescono questa fama. Si tratta di un fenomeno
unico. The Glenn Gould Phenomenon (il Fenomeno Glenn Gould) � il termine
che usa John P. L. Roberts, Head of Music per la CBC negli anni 60 e amico
personale di Gould, ad una tavola rotonda, il 25 maggio 1988, presso la
National Library of Canada, per spiegare i sorprendenti sviluppi del potere
comunicativo di Gould attraverso la musica e i media elettronici.
A quella stessa tavola rotonda alla National Library of Canada si discute
attorno al tema Gould, the communicator. Sembra essere questa una delle
differenze fra Gould e gli altri interpreti del Novecento. Non � un semplice
pianista, ma uno straordinario comunicatore. E il suo talento ha la fortuna di
potersi sviluppare attraverso due potenti organizzazioni: la CBS, gi� Columbia
(ai tempi delle Variazioni del 1955) e in seguito Sony Classical, che produce e
distribuisce pi� di 80 registrazioni del pianista in tutto il mondo, e la CBC
(Canada Broadcasting Corporation), che produce e manda in onda i suoi
concerti radiofonici, i programmi dedicati alla musica, quelli spregiudicati e
innovativi della Solitude Trilogy, e molti dei suoi documentari e recital televisivi.
Le incisioni di Gould hanno grande successo quando ancora il pianista
riempie le sale da concerto, ma le vendite aumentano in seguito al suo ritiro, e
poi ancora, dopo la sua morte. In Giappone l�ammirazione per i suoi dischi si �
trasformata in venerazione. Ci sono giapponesi che ogni anno raggiungono
Toronto per visitare il sepolcro di Gould. Eventi come la Glenn Gould Exhibition
al Centre Cultural Canadien in Francia, il Glenn Gould Video Festival a New
York, l�International Glenn Gould Symposium e la Glenn Gould International
Conference a Montreal richiamano negli anni un numero incredibile di
5
appassionati. Si pubblicano decine di libri, centinaia di articoli su quotidiani e
riviste specializzate, per affrontare ogni aspetto dell�arte e del pensiero di
Gould. Nascono associazioni come la Glenn Gould Society o la Glenn Gould
Foundation. La National Library of Canada compie un immenso sforzo per
catalogare e conservare tutti i documenti lasciati dal pianista. Lo scrittore
austriaco Thomas Bernhard regala a Gould un posto tra i personaggi del suo
romanzo Il Soccombente. Il regista canadese Fran�ois Girard dirige nel 1993
Trentadue piccoli film su Glenn Gould dedicato alla vita e l�arte del pianista
classico. Una registrazione di Gould del primo preludio e della prima fuga tratti
dal Clavicembalo ben Temperato di J. S. Bach stanno viaggiando nello spazio,
a bordo della sonda Voyager VIII, con altre creazioni dell�arte e delle cultura
umane. Nell�autunno del 1987 la sonda ha superato i confini del sistema solare
e nei prossimi 500.000 anni raggiunger� Taurus.
Sono questi solo alcuni dei tratti che rendono unico il fenomeno Glenn
Gould. Nessun altro interprete del Novecento avrebbe potuto conquistare tale
popolarit� rinunciando ad apparire in pubblico. Sempre Restagno sottolinea
come altri interpreti, anche i pi� illustri, restino �presi nella trappola micidiale dei
manager�
7
. Vale a dire: �fai dischi per consolidare la tua reputazione e compari
in pubblico per alimentare la tua diffusione discografica�
8
. Un circolo vizioso da
cui sembrerebbe impossibile uscire.
7
Ibidem.
8
Ibidem.
6
1� CAPITOLO
Concerto e registrazione: la scelta di Glenn Gould
Un ambiente disagevole
Secondo Restagno �il gran rifiuto di Gould si basa innanzitutto su ragioni
negative�
9
. La scelta, quindi, tra concerto e registrazione � determinata in primo
luogo da una profonda �insofferenza per il concerto pubblico�
10
.
Forse non dovrei dirlo, ma non mi piace andare ai concerti � salvo che ai miei,
ovviamente, ai quali assisto religiosamente. Ma sono sempre molto teso quando
vado ad ascoltare i concerti altrui. � terribile pensare che quei poveracci debbano
affrontare lo stesso tipo di responsabilit� che affronto io nelle sere in cui suono. In
queste condizioni sono totalmente incapace di distendermi e di godermi il
concerto.
11
� una dichiarazione tratta da un intervista rilasciata a Dennis Braithwaite, per il
quotidiano �Star of Toronto�, il 28 marzo 1959, quando ancora il pianista si
esibisce nelle sale da concerto. Nel corso della stessa intervista rivela di
considerare il concerto come un semplice mezzo per guadagnare denaro per
un certo periodo e confida all�intervistatore di potersi ritirare dalle scene entro i
trentacinque anni d�et�.
9
ENZO RESTAGNO, Ascoltando Glenn Gould, Introduzione a GLENN GOULD, No, non sono
un eccentrico, op. cit., p. x.
10
ibidem.
11
GLENN GOULD, No, non sono un eccentrico, op. cit., p. 33.
7
Nello stesso anno, di ritorno da una lunga tourn�e, in un�intervista per la
CBC dipinge il rituale del concerto come una messa in scena, fatta di saluti e
applausi, �una formalit� inevitabile, ma alla quale non prestare nessuna
attenzione�
12
. Il suo problema sembra essere la presenza del pubblico, verso
cui cerca di mantenere un atteggiamento di totale indifferenza. Solo cos� riesce
a conservare il controllo durante un�esibizione, considerando quello stesso
pubblico �come una somma di individui e non in funzione delle reazioni
collettive di cui esso � ritenuto il depositario�
13
.
Il problema non � quindi costituito tanto dalla presenza di un certo numero
di persone che lo ascoltano mentre suona il pianoforte, ma dall�idea di un
pubblico che assiste ad una sua esibizione, dai concetti stessi di pubblico ed
esibizione.
Penso che all�artista si debba concedere, per il bene suo e del pubblico � e voglio
chiarire subito che parole come "pubblico" e "artista" non mi vanno affatto a genio,
perch� non mi piacciono i sottointesi gerarchici di questo tipo di termini � si debba
concedere, dicevo, il beneficio dell�anonimato.
14
Esibirsi davanti a un pubblico vuol dire sottostare a certe leggi ben precise,
ogni persona pu� rappresentare un disturbo e un fattore di deconcentrazione.
Gould detesta il pubblico non nei suoi singoli componenti - anche se persino
una singola persona ha il potere di deconcentrarlo - ma lo detesta come
fenomeno di massa.
12
Ivi, p. 46.
13
Ibidem.
14
GLENN GOULD, L�ala del turbine intelligente, tr. it., a cura di Tim Page, Milano, Adelphi,
1988, p. 20.
8
Per ci� che mi riguarda spero di poter realizzare a sessant�anni un�ambizione che
ho dall�et� di sedici e che consisterebbe nell�organizzare una mia stagione
concertistica in una mia sala da concerti: al pubblico sarebbe vietata qualsiasi
reazione, niente applausi, niente ovazioni, niente fischi, niente.
15
� questo il concetto alla base del Gould Plan for the Abolition of Applause and
Demonstrations of All Kinds (Gould ne parla nel suo articolo Let's Ban
Applause!, del 1962, pubblicato su �Musical America�), un pensiero che si
origina dalla convinzione che il pubblico si debba recare ad un concerto
esclusivamente per ascoltare e mai per lasciarsi andare a plateali
manifestazioni di approvazione o disapprovazione. Dal suo punto di vista
disprezza gli artisti che �anche sul letto di morte, sembrano provare il bisogno
di strusciarsi al pubblico�
16
. Non riesce a comprendere pianisti come Rubinstein
che mai potrebbe suonare senza pubblico e che invita persino un certo numero
di persone ad assistere alle sue sedute di registrazione. � totalmente
indifferente ad ogni sensazione di potere che derivi dalla consapevolezza di
poter dominare un pubblico in carne e ossa. Confessa di aver forse provato tale
sensazione per qualche tempo, ancora adolescente, ma che dopo tutto essa
non � che una �pellicola sottilissima�
17
, destinata a staccarsi quando si �
costretti a trascorrere lunghi periodi di tempo in luoghi estranei, ostili.
Con il tempo la sua insofferenza, che nelle precedenti interviste � ancora
contenuta, si rivela pienamente. Alle soglie del ritiro, nel 1962, in un�intervista al
settimanale �American Horizon� - all�affermazione dell�intervistatore secondo
15
GLENN GOULD, No, non sono un eccentrico, op. cit., p. 45.
16
Ivi, p. 138.
17
Ivi, p. 139.
9
cui uno dei piaceri dell�ascolto musicale consiste nel rischio, in quel diritto a una
sola chance caratteristico di ogni concerto, nel fatto che nessuno, pubblico o
interprete, sa che cosa pu� accadere - Gould si lascia andare definitivamente:
Per me � una cosa crudele, feroce e idiota. � esattamente questo che spinge i
selvaggi come quegli abitanti dell�America Latina che vanno a vedere le corride.
Quando sento argomenti di questo genere mi viene voglia di abbandonare le
scene. Lo spettatore dell�arena, che assiste a un�esecuzione musicale come se si
trattasse di un�esibizione atletica, se ne sta al riparo da ogni rischio, ma prova una
sorta di godimento sadico nel vedere quel che accade sulla scena.
18
Gould non riesce a sopportare la tensione, avverte ostilit� tra il pubblico e
l�interprete. Il concerto non � mai un tentativo per l�interprete di identificarsi
profondamente con la musica che esegue. Diventa una battaglia e non pi� un
romanzo d�amore, quel romanzo d�amore che Gould si sente di interpretare
soltanto con il microfono, in uno studio di registrazione. Gould rifiuta
completamente l�idea di mostrarsi all�altezza delle aspettative che qualcuno si �
creato nei suoi riguardi.
Il pubblico � diventato quasi una �forza del male�
19
e il pianista non si
sente pi� di sopportare il peso delle esibizioni. Le metafore con cui Gould
sottolinea, nelle sue interviste, la perversione dell�esibizione sono diverse: parla
del concerto come di un �numero con cavalli ammaestrati�
20
, sport cruento
praticato nell'arena della sala da concerto, definisce il concertista una �scimmia
viaggiatrice nel circuito circense dei concerti�
21
, rinfaccia a chiunque si rechi ad
18
Ivi, p. 55.
19
Ivi, p. 105.
20
Ivi, p. 143.
21
Ivi, p. 138.
10
un concerto di �essere come minimo un guardone e pi� probabilmente un
sadico�
22
. Nel 1968 confida a John McClure, della Columbia Records, che gli
anni dei concerti sono stati per lui �anni morti, orrendi, traumatizzanti,
sgradevoli�
23
.
Continuo a pensare che il fatto di chiedere a degli individui di mettersi alla prova in
situazioni che non richiedono affatto prove di questo tipo � amorale e anche
crudele e senza scopo. [...] Sono totalmente refrattario all�idea che la difficolt� sia
di per s� qualcosa di onorevole e buono. L�idea di avvicinarsi alla musica
attraverso l�esperienza del concerto, adducendo a pretesto il fatto che � questo il
modo vero, provato e probante di fare della musica, � completamente sbagliata.
24
All�interno di un concerto il fine dell�arte sembra essere soltanto quello di
�sprigionare una secrezione momentanea di adrenalina�
25
e non di costruire,
progressivamente, nell�arco di un�intera vita, uno �stato di meraviglia e di
serenit��
26
. � del tutto impossibile per un singolo ascoltatore raggiungere una
tale condizione quando si � circondati da altre tremila persone che ugualmente
tentano di ascoltare. Il punto � che, secondo Gould, ascoltare musica non
dovrebbe essere un�esperienza comunitaria, una sorta di terapia di gruppo, ma
esclusivamente un esperienza privata perch� soltanto cos� � possibile per
l�ascoltatore raggiungere lo stesso �stato di contemplazione�
27
dell�interprete.
22
Ivi, p. 143.
23
MICHEL SCHNEIDER, Glenn Gould. Piano Solo, tr. it.,Torino, Einaudi, 1991, p. 43.
24
GLENN GOULD, No, non sono un eccentrico, op. cit. , p. 144.
25
MICHEL SCHNEIDER, Glenn Gould. Piano Solo, op. cit. , p. 49.
26
Ibidem.
27
GLENN GOULD, No, non sono un eccentrico, op. cit. , p. 90.