INTRODUZIONE
La definizione del termine identità è il punto di incrocio delle
discipline delle scienze umane e sociali quali la filosofia, la
psicologia, l'antropologia, la sociologia e la biologia.
Ognuna di tali discipline fornisce una pluralità di
significati che non specificano una coerente definizione del
termine.Ad esempio secondo una prospettiva culturalista
francese si parla di una genetica dell'identità:
L'origine, le radici, (...) sarebbero il fondamento di ogni identità
culturale, (…) l'identità preesisterebbe all'individuo che potrebbe solo
1
aderirvi, pena il diventare un emarginato, uno “sradicato”.
Nella psicologia sociale la corrente sociocostruzionista
afferma che la costruzione della realtà è il risultato di una
costruzione dell'individuo, mettendo in evidenza il legame
1
D. Cuche, La nozione di cultura nelle scienze sociali, Il Mulino,
Bologna, 2008, p. 107
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fondamentale tra pensiero e interazione sociale:
i processi cognitivi, così come sono stati descritti nell'ambito di tutti gli
approcci di derivazione cognitivista, sono in realtà dei prodotti
socioculturali, la cui natura va ricercata non nelle caratteristiche e nelle
modalità di funzionamento della mente, ma nella rete dei rapporti sociali e
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degli scambi comunicativi.
In questa tesi sarà nostro obiettivo fornirne una descrizione
attraverso due aspetti basilari: la dimensione sociale e
relazionale e quella individuale. Successivamente si
argomenteranno i cambiamenti dell'identità in relazione
dapprima al tempo moderno e di seguito a quello definito
postmoderno considerando i cambiamenti sociali economici e
politici. Si vedrà la rappresentazione del fenomeno
dell'anoressia, cause e conseguenze sociali attraverso la
lettura di articoli giornalistici di quotidiani nazionali.
2
G. Mantovani, Manuale di psicologia sociale, Giunti Editore, Firenze,
2003, p. 39
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Capitolo 1
Identità ricercate
Il concetto di struttura della società in ambito
macrosociologico viene superato e si cerca di stabilire come
gli individui stanno insieme in un' ordine sociale.
Secondo una prospettiva microsociologica a partire
dall'interazione come causa dell'ordine, sembra che l'attore
sociale diventi il principale artefice delle scelte all'interno
delle possibilità offerte nello scenario detto post-moderno,
che comunque agisce sulla base della trasmissione di
conoscenze e sullo sfondo di pratiche e tradizioni del passato
che progressivamente si modificano nella socializzazione
secondaria. La costruzione dell'identità è un processo che
non vede fine, è perennemente infinito e modificabile.
L'interazione tra individui diviene lo strumento che permette
lo scambio di significati tra gruppi e singoli, i sistemi
simbolici prodotti dai sistemi istituzionali e non, forniscono le
basi per la sedimentazione di un senso comune, sulle cui
fondamenta si sviluppa progressivamente una rete di
significati condivisi, dall'interpretazione dei gruppi stessi
possono nascere costruzioni della realtà in risposta e
esigenze sociali, collettive e individuali. La sfera
dell'esperienza nella vita quotidiana e i suoi scambi
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comunicativi assumono rilevanza poiché esprimono
l'interiorizzazione dei messaggi istituzionali, sociali, culturali
e religiosi. Cosi l'uomo fin dalla nascita fa esperienza di
diverse sfere nella società e forma sé stesso attraverso la
comunicazione con gli altri, in un processo continuo di
apprendimento della conoscenza.
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1.1 Identità sociale.
L'attore sociale agisce in una dimensione che può dirsi “già
data”, la sua conoscenza del mondo è limitata
nell'esperienza, le conoscenze oggettivate lo precedono.
Secondo la fenomenologia di Berger e Luckman
l'atteggiamento degli individui nei confronti di un mondo è
costituito da conoscenze oggettive che esistono prima
dell'essere umano; la realtà circostante è un dato a priori.
La storia e gli eventi sono circostanze che l'individuo
fronteggia nel presente e la realtà sociale si presenta
contradditoria composta da molteplici sfere, l'uomo definisce
sé stesso attraverso un' integrazione delle stesse. Il mondo
della vita quotidiana è la base principale su cui poggiano le
varie esperienze dell'individuo: la realtà intersoggettiva è
condivisa con gli altri individui ed è negoziata
nell'interpretazione del senso comune all'interno di quello
che gli autori chiamano il mondo della vita. Attraverso la
coscienza e l'esperienza del singolo si manifesta
l'intenzionalità dell'azione; l'incontro della soggettività
interiore con la coscienza dell'individuo e con la realtà
esterna, percepita tramite l'esperienza formano una
3
dimensione «intersoggettiva significativa», questo processo
permette l'interpretazione del senso comune con gli altri
individui. Il mondo della vita quotidiana si identifica con il
nostro mondo composto di routine e pratiche abituali, sulla
3
P. Berger, T. Luckman, La realtà come costruzione sociale, Il Mulino,
Bologna, 2003
12
sfera di questo poggiano sottomondi che corrispondono alle
sfere di esperienza dell'individuo. La conoscenza della vita
quotidiana ha confine, per comprendere oltre si fa
affidamento a dei sistemi esperti. Il linguaggio
dell'esperienza soggettiva trascende la precarietà del
momento e la inserisce in un contesto significativo condiviso,
così la realtà quotidiana è oggettivata attraverso il sistema
dei segni, le sue rappresentazioni simboliche riguardano gli
ambiti della religione, della scienza e dell'arte. Tuttavia il
linguaggio è il principale strumento di oggettivazione. Si
costruisce così un insieme di conoscenze trasmissibili nel
tempo. «La società è un prodotto umano. La società è una
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realtà oggettiva. L'uomo è un prodotto sociale».
L'interazione tra l'uomo e il mondo esterno è costruita con il
dialogo, la realtà istituzionale è esterna, oggettivata e
separata dalla soggettività interna e la sua conoscenza è data
dall'esperienza diretta, ovvero l' autobiografia del singolo si
inserisce in un contesto temporale e storico formato nelle
tradizioni. Nella socializzazione primaria l'uomo apprende
dagli altri significativi tramite l'identificazione, nella
socializzazione secondaria interiorizza dei sottomondi
istituzionali e la sedimentazione nella coscienza è meno
incisiva della precedente per l'età successiva in cui si
verifica. Le istituzioni si presentano all'uomo come realtà
oggettive e integrano l'individuo e il gruppo. I messaggi
istituzionali sono validi se legittimati socialmente, se riescono
a fornire soluzioni durature a problematiche della collettività,
4
Ivi, p. 92
13
generalmente sono una conoscenza semplificata affinchè
possa essere compresa globalmente e si possa sedimentare
5
nella coscienza degli individui. Attraverso la socializzazione
le conoscenze oggettive sono interiorizzate divenendo
strutture costituitive dell'identità e dell'individuo, vengono
ricontestualizzate e modificate attraverso i rapporti di
interazione. Possono crearsi dei gruppi in cui si creano dei
subuniversi di significato, in cui le conoscenze oggettivate
sono elaborate in maniera diversa.Secondo Alfred Schutz, il
soggetto riconosce sé stesso e riesce a collocarsi nella realtà
poiché riconosce l'altro, attraverso la consapevolezza di
mondi intersoggettivi preesistenti egli riesce a partecipare al
Noi, condivide esperienze, orientamenti all'agire e coscienza.
Per Alfred Schutz il mondo della vita quotidiana è composto
6 »
da «sfere di esperienza, quest'ultimo sullo sfondo di
5
Secondo gli autori le istituzioni politiche e religiose sono produttori di
conoscenza tramite significati simbolici per la collettività, che
avvengono oltre che con la trasmissione anche con la legittimazione,
l'azione tipizzata condivisa periodicamente e con obiettivi determinati
è all'origine di quell'ordine che si definisce istituzione. L'individuo
apprende i vari ruoli e le conoscenze per le forme di azione nei vari
contesti e si identifica con quelle oggettivate socialmente. Berger
Luckman
6
Secondo l'analisi fenomenologica di Berger e Luckman si possono
identificare le basi dei processi che costruiscono per l'individuo un
mondo intersoggettivo del senso comune. La coscienza dell'uomo ha
un ruolo principale poiché permette l'esperienza della realtà in vari
livelli di prossimità fisica e temporale, che divengono mondi
dell'interpretazione che ne fa l'individuo. Se rivolta verso se stessi
rivela la soggettività interna. La corporeità fisica agisce in una realtà
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pratiche di attribuzione di senso dell'individuo, rimane una
realtà isolata e autonoma, non modificabile né dal singolo né
dalla collettività. Il mondo della vita quotidiana è la base
principale su cui poggiano le varie esperienze dell'individuo.
Le realtà di cui l'individuo fa esperienza sono molteplici e
diversificate, l'autore le definisce multiple e corrispondono a
sottosfere della vita quotidiana inserite nel contesto delle
pratiche abituali del singolo. Secondo l'autore l'uomo
apprende conoscenza dall'esperienza con gli altri attraverso
7
la «tipizzazione» , l'interazione sociale per eccellenza è
quella faccia a faccia, la conoscenza acquisita reciprocamente
è un atto che prevede una negoziazione che avviene con l'
esperienza, l'uomo di oggi interpreta il mondo così come gli è
stato lasciato dalle generazioni precedenti, sulla base delle
sue esperienze e delle conoscenze trasmesse dalle agenzie di
socializzazione primaria e secondaria: famiglia e scuola. Ogni
individuo costruisce una propria realtà attraverso la
comunicazione con gli altri e così quest'ultima diviene
uniformata. Schutz, riguardo il senso soggettivo in relazione
a quello oggettivo, definisce come gli individui vivono
cognitivamente la loro esperienza con il mondo attraverso
8
l'espressione «provincie finite di significato», la stessa
definizione di realtà della vita quotidiana è comunque
presente, attuale e modificabile con l'azione intenzionale all'interno
dell'universo significativo in cui il singolo abita quotidianamente.
Berger
7
La comunicazione, verbale e non, con l'altro fornisce gli elementi per
la classificazione degli individui secondo i ruoli sociali.
8
A. Izzo, Storia del pensiero sociologico, Il Mulino, Bologna, 2005
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incompleta non trova esaudimento completo, la conoscenza
dell'uomo legata agli oggetti è parziale, ci sono dei limiti:
queste provincie sono molteplici, e riguardano le sfere della
vita quotidiana in cui si fa esperienza di altre realtà, si può
abitare in una di esse per volta, gli individui si muovono al
loro interno e gli attribuiscono un senso. L'azione dotata di
senso viene problematizzata: è differente a seconda della
relazione che l'individuo intrattiene con gli altri e con la
realtà esterna, riferibile anche ad una dimensione temporale
passata futura o presente, si differenzia dal comportamento
ed è orientata ad un progetto stabilito, il significato che si
attribuisce all'azione cambia a seconda dell'esperienza che se
ne è fatta. Secondo questa prospettiva, l'identità è il
risultato di un processo sociale, nasce e si sviluppa
nell'interazione quotidiana: tale processo è sempre legato
9
alla relazione ed è intersoggettivo. Secondo Herbert Mead
l'individuo costruisce un se sociale già a partire dalla nascita
attraverso l'interazione con gli altri, nella gestualità ci si
10
adatta alle azioni dell'altro. Il sé di cui parla Mead è un
entità astratta in uno stato di consapevolezza riflessiva nel
singolo: l'interazione permette il meccanismo
dell'interiorizzazione, tramite l'identificazione fra individui si
entra simbolicamente nella soggettività altrui e si imitano,
9
Cfr. A. Izzo, Storia del pensiero sociologico, Il Mulino, Bologna, 1991
Cooley conia il termine “looking glass self” per identificare lo sviluppo
del sé come il riflesso di uno specchio: l'individuo sente di essere
quello che gli altri giudicano che egli sia.
10
Cfr. H. Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione, Il Mulino,
Bologna, 1997 p. 55
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negano o rielaborano gli elementi significativi condivisi. Il
rapporto dell'individuo con la società si instaura in questo
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momento con la socializzazione.I ruoli e comportamenti
sono appresi tramite la relazione con le persone significative
dal bambino ed egli si trova così collocato insieme a quel
mondo di cui fanno parte i suoi socializzatori; in seguito si
arriva all'astrazione dei ruoli e alla distinzione dell'«Altro
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generalizzato», genericamente la società e la sua cultura, i
cui simboli si instaurano nella coscienza. L'immagine del sè è
il riflesso della definizione data dagli altri su di lui. Il
soggetto intrattiene una relazione con se stesso, riflette sui
suoi pensieri e sulle sue azioni e ha anche una visione critica
della sua immagine, si hanno una sfera interna e una esterna
che dialogano reciprocamente. Questa struttura sociale si
sviluppa nel contatto con gli altri per lui significativi; i
socializzatori gli forniscono un'immagine esterna di sé stesso
e come davanti ad uno specchio egli imita le mosse e
proietta internamente ciò che gli viene trasmesso; questo sé
trova spazio di esprimersi nel sociale. Il pensiero
dell'individuo precede l'azione e nella comunicazione,
soprattutto linguistica con gli altri, si costruisce e
decostruisce continuamente il sé che si esplicita nei ruoli
interpretati volta per volta. L'autore fornisce una
descrizione del self composto dal Me, dall'Io, e dall'Altro
generalizzato; con questo si vuole intendere la relazione tra
11
P. Berger, T. Luckman, La realtà come costruzione sociale, 2003, p.
180
12
Ivi, p. 184
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