6
Il sistema aziendale cosi evidenziato può costituire un esempio per tutte le imprese che si
occupano della prime lavorazioni del legname, permettendo di recuperare parte del valore
della materia prima attraverso la conversione in energia termica. Tale impiego alternativo
degli sfridi, durante questa svantaggiosa congiuntura energetica, potrebbe risultare più
interessante e remunerativo che non il conferimento ad aziende produttrici di pannelli di
particelle oppure di estrazione del tannino nel caso del castagno. Questo fenomeno è
dovuto anche all’eccessiva concorrenza presente nel settore dei pannelli a base di legno per
cui le aziende, oltre a basarsi sulle note economie di scala, devono, per restare sul mercato,
cercare di ridurre il più possibile il costo della materia prima.
Il vantaggio economico ottenibile producendo energia termica dai residui delle lavorazioni,
potrebbe rappresentare anche un incentivo a valorizzare la qualità del legname regionale,
dando una giustificazione economica alle operazioni di diradamento dei popolamenti
forestali, altrimenti non remunerativi. Interventi di questo genere, a monte della filiera del
legno, non possono che avere ricadute positive sulla qualità degli assortimenti
successivamente prodotti, come anche sul mercato stesso in termini di maggiore stabilità e
costanza della disponibilità della materia prima.
Non sono secondari, inoltre, altri tipi di benefici, tra cui quelli occupazionali, ambientali
(riduzione dell’anidride carbonica emessa), forestali (miglioramento della stabilità dei
boschi e riduzione del rischio di incendio) e quelli per le comunità (teleriscaldamento).
7
CAPITOLO 1
QUADRO REGIONALE SULLE BIOMASSE
AGRICOLE E FORESTALI
1.1 Risorse forestali
1.1.1 Superficie forestale toscana dal 1948 al 2001
La superficie forestale regionale risulta in crescita costante dal 1948, nonostante si attesti
ormai su valori abbastanza stabili da circa 15 anni. Nel futuro prossimo non sono quindi
previsti aumenti rilevanti a livello quantitativo, ma potrebbero invece essere previsti
miglioramenti qualitativi.
Tabella 1.1: Superficie forestale toscana dal 1948 al 2001
Anno 1948 1960 1970 1980 1990 2000 2001
Ettari 817856 823112 869454 866370 890260 891601 891600
Grafico 1.1: Superficie forestale toscana dal 1948 al 2001
Superficie forestale toscana 1948-2001
(Fonte ISTAT)
780000
800000
820000
840000
860000
880000
900000
1948 1960 1970 1980 1990 2000 2001
Anno
E
t
t
a
r
i
8
1.1.2 Superficie forestale regionale
A fronte di una superficie territoriale totale di 2.299.700 ha la Toscana possiede una
superficie forestale pari a 1.086.000 ha, cioè circa il 47% della superficie regionale risulta
coperto da boschi.
Un dato che permette di localizzare meglio tali risorse a livello territoriale è fornito
dall’indice di boscosità dei comuni toscani riportato in seguito.
Grafico 1.2: Superficie forestale regionale
Superficie forestale regionale (ha)
(Fonte Inventario Forestale della Toscana)
47%
53%
Superficie forestale
Altre Superfici
1.1.3 Suddivisione produttiva della superficie forestale
La superficie forestale regionale è composta da circa 879.840 ha di boschi produttivi e
196.160 ha di incolti. Nella categoria dei boschi produttivi il governo a ceduo (670.096 ha)
predomina su quello a fustaia (209.744 ha).
L’avviamento all’alto fusto di cedui invecchiati, soprattutto di faggio, risulta una pratica in
atto e abbastanza diffusa ormai da alcuni anni. Questa pratica, mirata alla produzione di
assortimenti di maggior pregio, è destinata a cambiare aspetto di numerosi boschi
appenninici, storicamente governati a ceduo.
Nonostante ciò la quantità di legna da ardere prodotta, proveniente per la gran parte da
specie quercine, non dovrebbe risentirne sensibilmente. La produzione di legna da ardere
risulta quindi elevata anche se affiancata ad un miglioramento qualitativo dei boschi
regionali.
9
Grafico 1.3: Suddivisione produttiva della superficie regionale
Superficie forestale produttiva ed improduttiva (ha)
209744
670096
196160
0
100000
200000
300000
400000
500000
600000
700000
800000
Fustaie
Cedui
Altro improduttivo
Figura 1.1: Ceduo misto di pino marittimo, quercia e castagno. Si può notare il rilascio dei pini, anche
se secchi, perchè non richiesti come legna da ardere (foto L. G. Puntelli)
10
1.1.4 Indice di boscosità
I comuni toscani con indice di boscosità pari o superiore al 47% della superficie
complessiva (dati Inventario Forestale della Toscana – superfici forestali secondo le
definizioni L.R. 39/00) sono 101 e fra questi l’indice di boscosità medio è del 63% circa.
Tabella 1.2: Boscosità media per provincia dei comuni con indice di boscosità pari o
superiore al 47% della superficie complessiva
PROVINCIA n° COMUNI % BOSCOSITA'
Arezzo 15 60,3
Firenze 16 58,9
Grosseto 6 53,7
Livorno 5 65
Lucca 26 68,4
Massa 14 65,2
Pisa 3 58,3
Prato 3 72,7
Pistoia 9 72,1
Siena 4 62,8
Tot 101 63,74
Grafico 1.4: Boscosità media per provincia dei comuni con indice di boscosità pari o
superiore al 47% della superficie complessiva
Boscosità media per provincia dei comuni con indice di boscosità
pari o superiore al 47% della superfice complessiva
(Fonte Inventario Forestale della Toscana)
15
16
6
5
26
14
33
9
4
101
60,3
58,9
53,7
65
68,4
65,2
58,3
72,7 72,1
62,8
63,74
0
20
40
60
80
100
120
A
r
e
z
z
o
F
i
r
e
n
z
e
G
r
o
s
s
e
t
o
L
i
v
o
r
n
o
L
u
c
c
a
M
a
s
s
a
P
i
s
a
P
r
a
t
o
P
i
s
t
o
i
a
S
i
e
n
a
T
o
t
n° COMUNI
% BOSCOSITA'
11
1.1.5 Ripartizione della proprietà forestale
1
Da quanto emerge da uno studio sulla risorse forestali regionali svolto dall’Area Statistica
del C.F.S. di Lucca la proprietà forestale risulta essere in gran parte privata.
La proprietà pubblica pur non essendo molto consistente sul totale della superficie
regionale presenta i caratteri maggiormente interessanti dal punto di vista produttivo. È
caratterizzata infatti da superfici accorpate di grande estensione che facilitano gli interventi
colturali aumentandone la resa economica. Nelle foreste pubbliche risulta inoltre più
diffuso il governo a fustaia.
La proprietà privata presenta una forte frammentazione e si caratterizza per la presenza di
numerosi proprietari su piccole superfici (mediamente 5 ha). Questa impostazione
pregiudica una corretta ed efficace gestione della proprietà forestale, rendendo troppo
onerosi investimenti per le attrezzature forestali, nonché per la manutenzione territoriale.
Non minori risultano poi gli svantaggi nella collocazione dei prodotti legnosi sul mercato,
a causa dei volumi ridotti e della disomogeneità dei lotti. La proprietà privata predilige il
governo ceduo con produzione di legna da ardere utilizzata in primo luogo per
l’autoconsumo. Questa forma di governo permette di avere redditi meno dilazionati nel
tempo, ma generalmente inferiori a causa del minor valore aggiunto del materiale
esboscato.
Grafico 1.5: Ripartizione della proprietà forestale
Ripartizione della proprietà forestale (1986)
(Fonte Area statistica CFS Lucca)
13%
2%
2%
83%
Stato e regioni Comuni Enti Privati
1
Informazioni tratte e rielaborate dalle dichirazioni di taglio depositate in alcune province toscane.
12
1.1.6 Utilizzazioni forestali su boschi cedui e fustaie
2
1.1.6.1 Tipi forestali toscani e aspetti produttivi
Le specie forestali prevalenti in Toscana risultano avere un interesse economico marginale
per l’industria del legno, in particolare per quella del mobile, la quale fa ricorso in maniera
massiccia all’importazione di materia prima. La necessità di importare legno dall’esterno
resterebbe comunque valida anche ipotizzando una produzione forestale regionale al
massimo delle sue potenzialità. Infatti anche in queste condizioni ottimali si sarebbe in
grado di soddisfare solo in parte il fabbisogno del comparto legno.
Figura 1.2: Ceduo di leccio e roverella dopo l'utilizzazione (foto L. G. Puntelli)
Nonostante ciò l’utilizzo di legname regionale ed il suo miglioramento qualitativo
attraverso pratiche selvicolturali, allo stato attuale, può essere incrementato e stimolato,
con conseguenti vantaggi economici e di manutenzione territoriale.
In particolare si tratta quindi di trovare una destinazione d’uso adeguata e soprattutto
razionale ad una grande quantità di legname, inadatto per caratteristiche specifiche e
tecnologiche per gli impieghi considerati più “nobili”. La combustione in moderne caldaie
ad alto rendimento si presenta come una delle possibilità più interessanti da un punto di
vista sociale, economico, ambientale e di risparmio energetico.
2
Dati desunti dai tagli boschivi dichiarati e dai piani di assestamento delle principali foreste toscane.
13
Tabella 1.3: Specie forestali prevalenti in Toscana
Grafico 1.6: Specie forestali prevalenti in Toscana
Specie forestali prevalenti in Toscana
(Fonte IFT)
0
10
20
30
Specie di riferimento
%
Cerro Castagno Roverella Leccio
Faggio Pini mediterranei Carpino nero Robinia
Corbezzolo Pino nero Eriche Abeti
Pioppi Cipressi Altro
1.1.6.2 Dati sulle provvigioni e sulle riprese
La provvigione totale stimata dei boschi toscani risulta pari a 123,5 milioni di m
3
. A
seguito di un tasso di accrescimento annuo del 4%, le utilizzazioni incidono soltanto per il
40% sull’incremento citato (dati IFN).
In base ai dati sulle provvigioni e sulle superfici complessive disponibili tra proprietà
pubblica e privata si è valutata la capacità produttiva totale dei boschi toscani. Per fare
questo è stato valutato un incremento annuo di circa il 4% della provvigione corrente.
Sull’incremento appena calcolato è stata poi stimata una ripresa di circa il 40%.
Specie % Specie %
Cerro 22,1 Corbezzolo 2,1
Castagno 16,4 Pino nero 1,9
Roverella 11,7 Eriche 1,6
Leccio 10,9 Abeti 1,3
Faggio 7 Pioppi 1
Pini mediterranei 5,7 Cipressi 0,5
Carpino nero 5,2 Altro 10,1
Robinia 2,5
14
Tabella 1.4: Dati forestali regionali in base alle superfici del 1994
CLASSI COLTURALI Provvigione Superficie Provvigione Incr. Ripresa Prod.
ad ha produttiva totale (m
3
) medio sull'incr. totale
(m
3
/ha) (ha) annuo 4% (m
3
) 40% dichiarata
fonte
Elaborazione
dati Dream Italia dati ISTAT dati ISTAT
Fustaie di resinose
pure 64.451
Abete bianco 488 4.634 2.263.336 90.533 36.213
Abete rosso 0 542 0 0 0
Larice 0 448 0 0 0
Pini 210 51.712 10.881.541 435.262 174.105
Altre resinose 437 7.115 3.106.092 124.244 49.697
Fustaie di resinose
miste 378 18.202 6.888.856 275.554 110.222
Fustaie di resinose 378 82.653 23.139.825 925.593 370.237
Fustaie di latifoglie
pure 108.301
Sughera 0 1.246 0 0 0
Rovere 0 635 0 0 0
Cerro 196 3.518 690.662 27.626 11.051
Altre querce 129 2.187 0 0 0
Castagno 0 80.064 0 0 0
di cui da legno 295 4.902 1.447.691 57.908 23.163
Faggio 295 14.408 4.247.823 169.913 67.965
Pioppi 140 5.487 768.180 30.727 12.291
Altre latifoglie 153 756 115.662 4.626 1.851
Fustaie di latifoglie
miste 186 4.642 864.375 34.575 13.830
Fustaie di latifoglie 199 112.943 8.134.394 325.376 130.150
Fustaie con.-lat.
consociate 375 16.408 6.160.236 246.409 98.564
Fustaie 230 212.004 37.434.455 1.822.754 729.102
Cedui semplici 155 396.501 61.504.908 2.460.196 984.079
Cedui composti 161 183.563 29.542.248 1.181.690 472.676
di cui con fustaia di
resinose 0 19.255 0 0 0
Macchia med. 154 99.009 15.252.517 610.101 244.040
Totale 891.077 143.734.129 6.074.741 2.429.896 1.166.442
La tabella 1.4 mostra i dati relativi alla produttività forestale regionale ricavata a partire
dalle superfici rilevate nel 1994. I valori di provvigione ad ettaro per specie prevalente e
forma di governo sono stati ricavati da una media delle stime tratte dai Piani di
Assestamento redatti dalla Dream Italia scrl. In base ai dati provvigionali per ettaro e alle
15
superfici si è stimata la provvigione totale regionale pari a 143.734.129 m
3
, che non si
discosta molto da stime prodotte in altre sedi pari a circa 130 milioni di m
3
. È stato di
seguito stimato l’incremento medio annuo pari al 4% della provvigione e la ripresa media
annua pari al 40% di quest’ultimo.
I risultati dei calcoli cosi condotti portano ad un risultato non del tutto chiaro. Emerge
infatti che la ripresa reale totale dichiarata tratta da fonti ISTAT (1.116.442 m
3
) risulta
essere circa la metà di quella potenziale appena calcolata. Applicando un coefficiente
correttivo del 30% circa per tenere conto di:
ξ Utilizzazioni non soggette a dichiarazione come i tagli di bosco ceduo e avviamenti
all’alto fusto su superfici inferiori ai 1000 m
2
(diffuse sulla piccola proprietà);
ξ Utilizzazioni non effettuate, nonostante le dichiarazioni di taglio depositate;
ξ Una quota di tagli comunque non dichiarati.
si nota che la ripresa teorica stimata (40%) non è sfruttata al massimo nella pratica.
Riassumendo si potrebbe, senza aumentare la ripresa sull’incremento della provvigione
(del resto già prudenziale), utilizzare un 20% in più che, per vari motivi, risulta
inutilizzato. Il dato risulta particolarmente interessante perché mostra che è possibile
incrementare significativamente le utilizzazioni forestali, quindi il prelievo di massa
legnosa, nel rispetto di una gestione forestale sostenibile.
Grafico 1.7: Superficie produttiva per forma di governo
Superficie produttiva per forma di governo
(Dati ISTAT)
0
100000
200000
300000
400000
500000
Fustaie Cedui semplici Cedui composti di cui con fustaia di
resinose
Macchia
mediterranea
E
t
t
a
r
i
16
Grafico 1.8: Provvigione per forma di governo
Provvigione per forma di governo
(Fonte Dream Italia scrl)
0
50
100
150
200
250
Fustaie Cedui semplici Cedui composti di cui con fustaia di
resinose
Macchia
mediterranea
m
c
/
h
a
1.1.6.3 Produzione forestale toscana 1986-2001
La produzione forestale della toscana nel periodo 1986-2002 ha mostrato un trend di
crescita costante. La legna da ardere risulta essere l’assortimento legnoso più diffuso.
Risulta quindi sensato pensare di coltivare i boschi regionali a scopi energetici, come per
altro già viene fatto, utilizzando però le più moderne tecnologie di raccolta e di
combustione, il tutto all’interno di filiere di utilizzazione locali.
Tabella 1.5: Produzione forestale toscana 1986-2001 (Fonte ISTAT)
1986 1994 1995 1999 2000 2001 2002
Superficie (ha) 888.001 891.077 891.079 891.608 891.601 891.600 890.848
Produzione (m
3
) 1.129.081 1.166.442 1.185.511 1.513.730 1.359.868 1.176.119 1.359.435
tot. Dichiarata
Di cui legna da
ardere (m
3
)
1299306 1031684 924.334 1.167.692
Grafico 1.9: Produzione forestale toscana 1986-2001
Produzione forestale toscana 1986-2002
(Fonte ISTAT)
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
1986 1994 1995 1999 2000 2001 2002
Anno
Superficie (ha)
Produzione (mc)
Di cui legna da
ardere