1
In uno Stato non ancora ben aggregato ma in cui si distinsero diversi
engagée, il salto epocale portò la comunità ad assumere occhi attenti, sorrisi
pronti, speranze nel futuro, eleganza, impegno e ricerca d’identità. In questo
caso, ascrivibile tra i viaggiatori narratori del passato, Armando Perotti è
stato un bravo cronista, attento a rivolgersi al ‘Signor Tutti’; disegnato come
un Don Chisciotte dall’arguto Fra Menotti
2
, per l’enfasi, l’ansia, l’impegno
di difendere le radici proprie e la città dagli assalti della stampa nazionale e
nel contempo a proporre aperture agli scambi commerciali e al grande bacino
culturale del Mediterraneo. Da allora, in Italia qualcosa è cambiato: il
problema è capire che cosa. Chi viene in Puglia da turista, a prima vista
scopre un habitat di cui è facile innamorarsi, ma poi fugge, per le numerose
inadeguatezze . Il complesso di inferiorità permane nella classe dei dirigenti
locali, il viaggiatore invece assume un atteggiamento di superiorità
ambientale, che mal si adatta all’indisciplina civile.
Oggi l’abbattimento di Punta Perotti, eccezione restituita dalla giustizia a
normalità legale, ha ridato alla memoria del beffato quel po’ di quiete
meritata. Beffato da che cosa? Dall’essere citato come un “non luogo”
ovvero uno scorcio di mare, per anni strappato agli sguardi. Il Perotti voleva
essere ricordato, e si impegnò pedissequamente nella lettura di segni e tracce
storiche, nella ricostruzione di un genius loci, di un nascente Stato dove tutto
stava per succedere, salvo poi che ad accadere siano state le cose meno
2
Cfr. la tavola illustrativa di Menotti Bianchi in ,A briglie sciolte: Colpi da orbo, pag. 70 del Catalogo mostra
Pinacoteca Provinciale, Bari 1980 e cit. in , Puglie e Venezia :‘Una farsa di tutte le sere al caffè Stoppani’, pag 174,
Edizioni del Centro librario, Bari 1973.
2
prevedibili. L’ex Punta Perotti potrà oggi diventare un Parco, uno spazio
restituito alla convivenza sociale, magari per le assemblee di un nuovo
partito o come luogo per la gioia degli adulti che ancora sappiano
meravigliarsi e quella dei bambini, affacciati al mare di un orizzonte
ritrovato. Gesti, rituali e linguaggi oggi sono piuttosto diversi da quelli della
Bari di Armando Perotti. Strozzati dal traffico metropolitano, i pugliesi
godono di brevi time out nelle rare oasi. La passione per il bello dello storico
e narratore pare sia diventata nei posteri incapacità di scegliere tra il vero e il
buono nell’epoca della riproducibilità tecnica delle apparenze, delle merci
che fanno fare “bella figura”. L’esibizione ambientale di Armando Perotti
confrontata a quella degli epigoni, è misurata, erudita, come è possibile
riscontrare in Bari ignota di nicchia. Un’ipercritica la sua che non
capovolgeva virtù e carenze, abilità e disabilità, come è costume odierno, ma
che, per paradosso, ha equivocato la fama dell’autore di Bari ignota con una
fama di ambiguità nota come Punta Perotti.
<< Ti ricordi Punta Perotti? >> Così titolava quest’anno il numero del
primo aprile de ‘la Repubblica’di Bari ad un anno dall’implosione
dell’ecomostro con un gruppo di testimonianze sul fatto. Tra esse si distingueva
quella di Patrizia Calefato che illustrava la Bari dei suoi ricordi, legati
all’infanzia dove tutto si muoveva in un alone di armonia, colta negli spazi di
una città improntata ad un visibile e quasi etico equilibrio. Mi sono interessata
ad Armando Perotti in occasione di una giornata di studi nel 30 maggio 2003 e
3
coordinata dal prof. Michele Mirabella, nella Pinacoteca Provinciale ‘Corrado
Giaquinto’ di Bari, alla riscoperta di un autore tanto speciale quanto poco noto
dal grande pubblico; ha suscitato interesse e curiosità. Sempre in Pinacoteca
qualche anno prima, nella mostra “A briglie sciolte: colpi da orbo”
3
, il nome di
Perotti appariva tra le caricature di Menotti Bianchi in modo ricorrente, nelle
vicende locali tratteggiate dallo Scalarini
4
di Terra nostra.
Perché una tesi di laurea su Perotti?
Rileggere oggi le pagine di un personaggio noto, anche se nell’ambito limitato
della cultura barese di fine Ottocento, comunica un senso di riconosciuta
attualità. Le pagine, allora rinomate, suonano adesso non come reperti di
antiquariato, ma vivi ritratti d’epoca trasmessi da un convincente comunicatore
e divulgatore quale il Perotti è stato, cantore e antesignano di attuali concetti di
cultura civile come quello di bene culturale.
Il primo capitolo di questo lavoro illustra la vita di Armando Perotti poi
le opere e l’influenza determinata sul contesto culturale; il lavoro continua con
le note critiche di chi ha studiato quest’autore, entrando nel suo mondo
scoprendone i variegati aspetti, tra cui ad esempio l’attenzione per le minoranze
linguistiche. Il lavoro si completa con un’ampia appendice documentaria
suddivisa in due sezioni: la descrizione del Fondo Perotti della Biblioteca
Nazionale di Bari e la cronologia, articoli scelti la cui catalogazione, per quelli
3
Cfr. op.cit., da p.5 .inoltre 20 caricature su Perotti sono esposte nella biblioteca civica di Cassano Murge
4
Scalarini e Galantara pubblicavano vignette di satira politica sull’ ‘Avanti’, l’ ‘Asino’ e fogli umoristici.
4
scritti nell’arco temporale 1919-1921, fu in parte da lui stesso curata (qui
riportati come schede) unitamente a un supplemento di articoli sugli ebrei
pugliesi a Corfù (riportati per esteso). Concludono il lavoro alcune riflessioni
sul senso storico, sull’opera complessiva di Armando Perotti come scrittore e
giornalista, (senza escludere la produzione letteraria e in particolare poetica).
Non si può rinunciare a un senso della storia, in quanto, volenti o nolenti,
noi facciamo sempre delle ipotesi sul senso della storia; quindi quelli che
dicono che le filosofie della storia son finite, che le ideologie sono morte fanno
delle forzature, così la dimensione globale diventa uno schema che si privilegia
rispetto agli altri, nella surmodernità. Visse quando il giornalismo era l’unica
fonte di comunicazione di massa e quindi le informazioni, presenti nella mente
di chi scriveva, si trasferivano in quella di chi leggeva contribuendo a formare
la pubblica opinione, spesso trasferendo un patrimonio di cultura in verticale, di
una certa durata. Quando le idee si trasmettono in orizzontale, la velocità di
diffusione si moltiplica; oggi si comunica virtualmente in tempo reale a
distanza, allora inimmaginabile, in modo più allargato ma anche adesso, se è
unico il trasmittente e molti i riceventi, i dati si diffondono capillarmente e
sibillinamente. Non è il mezzo di comunicazione e riproduzione, il messaggio,
ma la selezione delle idee, la confezione, il target.
La cultura in ogni caso migliora la capacità di interagire con l’ambiente e
mira a forme di controllo sulla natura; le parole di Perotti a questo proposito
5
erano terapeutiche, ironiche, egli era consapevole di aver “torpide ali”, protese
al futuro, che per lui era la qualità dell’ambiente, la cura della vita, la crescita
sociale, attraverso l’accumulazione nel tempo della competenza, la capacità di
mobilitare le risorse dei singoli (nonché la coalizzazione delle intelligenze)
verso modelli di sviluppo e di comunicazione ecologici. A tutto questo si
aggiunge la necessità di un’onestà letteraria, nei limiti della veridicità e nel
massimo degli “effetti”.
Questo è il primo schizzo di una personalità eclettica i cui diversi aspetti
verranno analizzati nei vari capitoli.
6
CAPITOLO I
Armando Perotti fra giornalismo e storia
Un intellettuale meridiano, partecipe della vita cittadina di una Bari inizi
Novecento, acuto osservatore, esempio da seguire per entusiasmo nella ricerca,
la passione per lo studio, l’impegno nella divulgazione della cultura; “simbolo
brillante della cultura popolare pugliese”,
5
espressione chiara di tale cultura
come afferma Giuseppe Di Molfetta.
Giornalista, saggista, poeta, una personalità poliedrica della belle époque
in una regione che in quegli anni non aveva l’acquedotto e non aveva un grande
capoluogo ma già vantava qualche “saracinesca” osteggiata dallo stesso Perotti
(ad esempio il teatro Margherita) per l’impatto visivo sulla più importante
arteria cittadina. Noto più per l’immagine di cantore di Puglia che per
comunicatore, nei ristretti circoli culturali locali, pubblicò opere diffuse in
tutt’Italia, come Bari ignota e Storie e storielle di Puglia. Troppo a lungo ha
dominato l’immagine tuttavia del poeta, poco quella del Comunicatore,
5
Giuseppe Di Molfetta, Armando Perotti spunti per una riscoperta, Molfetta , Antonio Cortese editore, 2004, p. 7.
7
soprattutto nella fase in cui, come consigliere comunale, viveva da vicino le
questioni urbane che era pronto a rendere pubbliche, ciò è testimoniato dalla
cadenza settimanale di articoli da lui scritti per il ‘Corriere delle Puglie’ e
numerosi altri giornali
6
.
In quegli anni dietro la sollecitazione degli articoli di Martino Cassano,
che martellava sull’opportunità di creare un emporio di commerci con l’estero,
un Acquedotto, l’Università, un’industria culturale come sarà la casa Editrice
Laterza, allora in fase embrionale, un quotidiano con una sede più grande,
unitamente all’espansione portuale, industriale e alla nascita di molti cinema e
teatri soprattutto in epoca fascista), Bari cambiò volto.
E Perotti nello sforzo di staccarsi da una posizione di elite letteraria,
complice la formazione umanistica ma anche giuridica (era laureato in Lettere
Filosofia ed in Giurisprudenza) e dall’aura (era noto come l’Aedo di Puglia) si
fa cronista, archivista
7
, poligrafo che riesce ad esprimersi con mirabile
semplicità ma è anche pronto a servirsi di artifici retorici per accattivare il
Signor tutti, traslati, allusioni e metafore usati come beni strumentali di un
procedimento conoscitivo della realtà effettuale. È dunque, dopo un’esperienza
stratigrafica che approda alla comunicazione; si può forse dire che senza
fantasia non sarebbe entrato nei territori della politica come arte e del
6
Collaborò con: ‘Apulia’, ‘Corriere di Napoli’,’Corriere meridionale di Lecce’, ‘Elettrico’ di Firenze,
‘Fanfulla’, ‘Figaro’, ‘fra Melitone’, ‘Fior di Natale’, ‘Gazzettino delle Puglie’, ‘Corriere delle Puglie’poi
‘Gazzetta di Puglia(La)’, ‘Giornale delle Puglie’, ‘Giornale d’Italia’, ‘Japigia’, ‘Il mattino’, ‘Napoli
Nobilissima’, ‘Oggi’ di Bari’, ‘Il Pompiere’, ‘Rassegna pugliese’, ‘Riforma’di Roma,’ il Salotto’, ‘Spartaco’ e
‘Uovo di Colombo’ di Bari.
7
Con Carlo Maranelli e Giovanni Colella Armando Perotti fondò il Circolo filologico a Bari.
8
giornalismo che ritrae la disarmonia costruttiva e il caos della storia reale.
Alcuni aspetti della sua formazione.
Perotti si forma in una temperie intellettuale che risulta fortemente
contrassegnata da ben solide tradizioni intellettuali e culturali della sua
famiglia, sotto il fecondo magistero del padre, che non sarà soltanto il militare
di carriera forte, patriottico, umano ed integerrimo, ma anche uomo di lettere e
fecondo cultore delle scienze archeologiche e storiche locali, tanto da
presiedere la Commissione di Archeologia e Storia Patria. La madre Fulvia
Miani, scrittrice e letterata, dal canto suo, in corrispondenza con Mazzini
(quando egli era in esilio a Gaeta), fu una donna socialmente impegnata e
creativa.
Sulla formazione intellettuale e culturale del Perotti “hanno avuto un ruolo
decisivo i percorsi e i transiti culturali, storici e spirituali paterni, ma Perotti
assorbirà anche, per dir così, i tratti di una più ampia e complessa tradizione
non solo letteraria, bensì di cultura politica e di cultura civile”
8
.
È implicito che in tutto questo ha gran peso la trasformazione, il
rinnovamento, la dinamica degli studi storici meridionali, e non soltanto
meridionali del suo tempo. Per questo Benedetto Croce definirà, appunto, la
seconda metà dell’Ottocento “il secolo della storia”, in Italia e lo sarà ancor più
in Puglia. E’ il momento in cui anche nel Sud emerge il bisogno radicale e
8
Mario Spagnoletti, Perotti storico In “Atti della giornata di studio, Sulle orme di Armando Perotti”, Bari, Messaggi
Edizioni Cassano, 2006, p. 43.
9
profondo di fare i conti con la tradizione, di ricostruire le radici del passato, di
individuare specifiche linee e strumenti di lettura del passato storico.
La ragione di tutto questo è forse da ricercarsi nel rinnovato interesse per i
problemi del mezzogiorno dovuto a un fecondo connubio tra la cultura
positivistica che si sforza di fornire gli strumenti per una lettura della storia
aderente al “fatto storico”. Si indaga finalmente nella dimensione culturale e
civile regionale. Perché sceglie lo strumento della stampa? È noto che nel
mezzogiorno si manifesti una più difficile e complessa necessità di
“compensazione” rispetto alla perdita della tradizione di “autonomia” politico-
amministrativa, di cui il Regno di Napoli aveva goduto per circa settecento
anni. Nasce l’esigenza di recupero di un’identità collettiva, che doveva
configurarsi anzitutto come nuova identità politico-culturale entro la cornice
istituzionale ordinamentale dello Stato Unitario. Perotti è figlio di tutto questo.
Negli anni delle navi a vapore Perotti opta per i giornali e la rapidità di
diffusione, rispetto al “libro”, e alterna saggi, conferenze ad articoli sul
quotidiano barese di maggior tiratura.
Lo testimoniano le belle pagine di Luigi De Secly nel 1931, pubblicate su
‘Japigia’ e dedicate al Perotti poeta e scrittore, alle quali si affianca il vigoroso
profilo che, nello stesso anno, gli dedicò Augusto Cerri; poi si può ancor oggi
consultarsi l’omaggio reso da Nicola Alessandrelli
9
, nonché la monografia di
9
Cfr Nicola Alessandrelli,Armando Perotti, ed. Messaggi Cassano e Giuseppe Di Molfetta, op. cit., p.8.
10
Armida Marasco, intitolata suggestivamente ‘La cariatide delle cariatidi’, più
le numerose vignette di Fra Menotti.
Interessante la riscoperta dell’uomo e dello scrittore in occasione della
giornata dedicata a Perotti alla Pinacoteca provinciale
10
, le quattro postille
posposte ai saggi pubblicati nell’edizione del 1973 di Puglia e Venezia tra mito
e storia, che raccoglie le quattro sue conferenze edite a Bari nel 1904 presso la
Società tipografica “Dante Alighieri”( e che riproduce La Puglia in Orazio, Il
mare nostro su cui emergono i tratti del “perottismo”, il sultanato che attirò le
critiche osservazioni di Giosué Musca, massimo studioso ed esperto della storia
araba nel Mezzogiorno ed in Puglia, il quale notava come non di “Sultanato”
ma di “Emirato” bisognasse parlare, le pagine su Murat). “Le quattro postille
per le altissime competenze degli autori, costituiscono certamente un ulteriore e
prezioso punto di riferimento all’interno di quella che si può definire la non
vasta letteratura perottiana”.
11
Nella bibliografia esse sono di grande rilievo per l’autorevolezza dei
quattro studiosi menzionati ma a tutt’oggi manca ancora una valutazione
storiografica compiuta e complessiva sul Perotti e sui caratteri della sua opera
di storiografia civile, qualche approfondimento è stato operato sul Perotti
letterato, nulla sul Perotti giornalista, sicché appare indispensabile uno studio di
maggiore spessore in grado di descriverne unitariamente tutta la produzione e
10
Il 30 maggio 2003 presso la Pinacoteca provinciale ‘Corrado Giaquinto’ di Bari si è tenuta la Giornata di
studio patrocinata dalla Biblioteca Nazionale di bari, il Comune di Cassano e l’Università di Bari.
11
Mario Spagnoletti, in Atti della giornata di studi, op. cit., p.44.