Introduzione
VII
Rispondendo a una serie di domande dello stesso Miller a proposito della psicoanalisi,
Foucault ci tiene a sottolineare come la novità della psicanalisi non stia, come spesso si
sostiene, nella scoperta dell’eziologia sessuale della nevrosi, dato che il problema della
sessualità è già inscritto nella medicina e nella psichiatria del XIX secolo in maniera
evidente. A Freud, secondo Foucault, non è restato che prendere alla lettera ciò che ha
sostenuto Charcot e costruire la sua Traumdeutung, che è tutt’altro dall’eziologia
sessuale delle nevrosi
4
. In questo modo Freud non ha avuto bisogno di cercare la
sessualità come qualcosa d’altro rispetto a ciò che aveva visto da Charcot: la sessualità
era là, sotto i suoi occhi, presente, mostrata e orchestrata da Charcot
5
. Il vero punto di
forza della psicoanalisi non starebbe di conseguenza nei Tre saggi sulla teoria sessuale,
ma nella Traumdeutung la cui fondamentale scoperta è di una “logica dell'inconscio”
6
.
Questa distinzione tra i due testi freudiani non fa che riproporre la considerazione della
psicoanalisi nei due testi di Foucault sopra citati: nel 1966 la scoperta dell’inconscio
mostra la centralità della psicoanalisi nel quadro delle scienze umane (e siamo dunque
nell’ambito di una logica dell’inconscio e della Traumdeutung), nel 1976 l’archeologia
della psicoanalisi la vede presa in un dispositivo di sessualità che ne decentra
l’importanza (e di conseguenza ecco ridimensionati i Tre saggi).
L’intento a cui è diretto il confronto Foucault-Freud è di esplicitare a cosa si riferisca il
primo parlando di una “logica dell’inconscio” e per farlo verterà su scritti di Foucault
anteriori a queste due sue considerazioni della psicoanalisi. In particolar modo
4
M. Foucault, Le jeu de Michel Foucault, intervista con D. Colas, A. Grosrihard, G. Le Gaufey, J. Livi,
G. Miller, J. Miller, J.-A. Miller, C. Millot, G. Wajeman, in “Ornicar? Bulletin périodique du champ
freudien”, n. 10, luglio 1977, riedito in Dits et écrits, edizione stabilita sotto la direzione di D. Defert e F.
Ewald, Gallimard, Paris 1994, testo n. 206, vol. III., p. 320.
5
Ivi, p. 320.
6
Ivi, p. 315.
Introduzione
VIII
analizziamo due testi: la lunga Introduzione di Foucault a Sogno ed esistenza
7
e
Nietzsche, Freud, Marx
8
. Non ci deve stupire, dato che per Freud “l’interpretazione del
sogno è la via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio nella vita psichica”
9
, che in
entrambi sia considerata fondamentale L’interpretazione dei sogni. Di quest’opera,
schematizzando, potremmo affermare che nel primo testo di Foucault è analizzata, in
direzione di una ricerca delle insufficienze della teoria psicoanalitica a proposito del
simbolo, la prima parte del titolo: Traum. La miglior formulazione dell’oggetto della
trattazione ci viene da Lacan:
“iS – immaginare il simbolo, mettere il discorso simbolico sotto forma
figurativa, cioè il sogno”
10
,
Nel secondo testo è considerata in positivo la Deutung di Freud, la sua tecnica di
interpretazione, ciò che, in termini lacaniani è:
“sI – simbolizzare l’immagine, fare un’interpretazione del sogno”
11
.
Oltre alla Traumdeutung, nel testo del 1954 è segnalata l’importanza decisiva del caso
Schreber
12
, la cui psicosi rappresenta un campo in cui la psicoanalisi non può che
limitarsi, con una serie di ipotesi, ad una progressiva approssimazione. Inoltre, sia nel
testo in questione sia in quello del 1967, è citato quello che è considerato uno “scacco”
7
M. Foucault, Introduction, in L. Binswanger, Le Rêve et l’Existence, Desclée de Brouwer, Paris 1954,
riedito in Dits et écrits, a cura di D. Defert e François Ewald, Gallimard, Paris 1994, testo n. 1, tr. it. di L.
Corradini e C. Giussani, Sogno ed esistenza, SE, Milano 1993.
8
M. Foucault, Nietzsche, Freud, Marx, “Cahiers de Royaumont”, t. VI, Minuit, Paris 1967, riedito in
Dits et écrits, testo n. 46, tr. it. parziale di G. Costa in Archivio Foucault, 1.
9
S. Freud, L’interpretazione dei sogni [1899], tr. it. di E. e H. Fachinelli, in Opere, a cura di C. L.
Musatti, 12 voll., Bollati Boringhieri, [d’ora in avanti OSF], vol. 3, Torino 1969, p. 553.
10
J. Lacan, Le séminaire de Jacques Lacan. Livre II. Le moi dans la théorie de Freud et dans la
technique de la psychanalyse (1954-1955), Seuil, Paris 1978, tr. it. di A. Turolla, C. Pavoni, P. Feliciotti,
S. Molinaro, Il seminario. Libro II. L’io nella teoria di Freud e nella tecnica della psicoanalisi. 1954-
1955, a cura di G. Contri, Einaudi, Torino 1991, p. 196.
11
Ivi, p. 197.
12
S. Freud, Il presidente Schreber. Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia
paranoides) descritto autobiograficamente [1911], tr. it. di R. Colorni e P. Veltri, Bollati Boringhieri,
Torino 1997.
Introduzione
IX
di Freud, il caso clinico di Dora
13
. Da questi sommari accenni appare già evidente che il
confronto tra Foucault e Freud, pur non avendo forse la potenza di un Aus-einander-
setzung, sarà una messa “alla prova”, nel senso da Foucault espresso nell’Uso dei
piaceri:
“Vi è sempre un che di derisorio nel discorso filosofico quando pretende, dall’esterno,
di dettar legge agli altri, dir loro dov’è la loro verità e come trovarla, o quando trae
motivo di vanto dall’istruir loro il processo con ingenua positività; ma è suo pieno
diritto esplorare ciò che, nel suo stesso pensiero, può esser mutato dall’esercizio di un
sapere che gli è estraneo. La “prova” – che va intesa come prova modificatrice di sé nel
gioco della verità e non come appropriazione semplificatrice di altri a scopi di
comunicazione – è il corpo vivo della filosofia, se questa è ancor oggi ciò che era un
tempo, vale a dire un’“ascesi”, un esercizio di sé, nel pensiero.”
14
Abbiamo scelto come criterio principale per sviluppare questo confronto tra Foucault e
Freud quello di una coerenza: i testi di Foucault che abbiamo analizzato per dare
un’esposizione per quanto possibile esauriente della concezione che il filosofo francese
ha della psicoanalisi non sono gli unici in cui egli abbia parlato della psicoanalisi, ma il
risultato della loro considerazione è un quadro che presenta una stretta interdipendenza
e connessione tra le sue parti. Inoltre i due testi principali dai quali si evince la
concezione che abbiamo proposto, pur essendo distanti tra loro dieci anni contengono
degli argomenti che possono essere considerati complementari. Questi testi mostrano
13
S. Freud, Frammento di un’analisi d’isteria (Caso clinico di Dora) [1905], tr. it. di M. Lucentini e M.
Ranchetti, in OSF, vol. 4. Questo “scacco” come è noto a che fare con la scoperta, da parte di Freud, del
Transfert, che sarà oggetto della trattazione del nostro paragrafo 2.2., pagg. 59-67.
14
M. Foucault, L’usage des plaisirs, Gallimard, Paris 1984, tr. it. di L. Guarino, L’uso dei piaceri,
Feltrinelli, Milano 1994, p. 14.
Introduzione
X
che un attento esame della psicoanalisi non può prescindere dal “nucleo della scoperta
freudiana” (la definizione è foucaultiana): l’inconscio.
Per sottolineare le linee lungo le quali si sviluppa il confronto tra Foucault e Freud
abbiamo diviso questo lavoro in due parti: la prima dedicata ad una lettura di Freud, la
seconda ad una sua interpretazione. Abbiamo inoltre tenuto distinte, all’interno di
ciascuna parte, le argomentazioni relative al testo del 1954, che sono analizzate nel
primo e nel terzo capitolo, e quelle relative al testo del 1964, analizzate nel secondo e
nel quarto capitolo.
Nella prima parte abbiamo privilegiato un percorso attraverso le nozioni e i concetti
psicoanalitici presenti nel testo foucaultiano, con il duplice beneficio di esplicitare
l’argomentare di Foucault e di ripercorrere la testualità freudiana.
Il presupposto su cui si basa l’esplicitazione della riflessione foucaultiana sulla (e a
partire dalla) terminologia psicoanalitica è che l’orizzonte di tale spiegazione sia ciò che
avviene nel setting, nell’incontro tra analista e paziente. Con questo non vogliamo
sostenere che Foucault fosse interessato ad apportare novità alla pratica o alla teoria
clinica, essendo questo un approccio e un risultato che riescono problematici, se non
affatto impossibili ad un non-analista. Intendiamo sottolineare come Foucault sviluppi
delle riflessioni filosofiche traendo spunto dalla situazione analitica.
La seconda parte, sulla base delle acquisizioni della precedente, si concentra sia sul
confronto, che Foucault abbozza, tra la psicoanalisi e la fenomenologia di Husserl e di
Sartre, sia sulla considerazione della psicoanalisi sotto il suo aspetto interpretativo.
Solo seguendo nei loro diversi aspetti le argomentazioni di Foucault presenti nei due
testi in questione, è possibile comprendere appieno il significato del ruolo che viene
assegnato alla psicoanalisi nel testo foucaultiano del 1966, Le parole e le cose. Alla luce
Introduzione
XI
delle analisi dei testi del ‘54 e del ’64 si comprende inoltre in cosa consiste l’interesse
espresso dal filosofo francese per la scoperta, da parte di Freud, di una “logica
dell’inconscio”.
Il punto di arrivo che conclude tutti gli aspetti del confronto tra Foucault e Freud si
concentra dunque sull’inconscio e sulle diverse definizioni che se ne possono dare. Si
avrà dunque l’inconscio:
- come l’impensato, con la conseguente legge che spinge a conoscerlo;
- come struttura e, in particolare nella interpretazione di Lacan (che non è
estranea al testo di Foucault);
- come l’insistenza della catena significante, con il conseguente rischio, messo in
luce dalla critica di Umberto Eco, di ipostatizzarne l’assenza; e infine
- come irrappresentabile; quest’ultima definizione ci appare quella che meglio
riassume come si sia presentata, nel corso dell’accostamento tra le testualità
freudiana e foucaultiana, la difficoltà dell’interpretazione dell’inconscio.
La scelta del titolo di questa ricerca deriva dal fatto che l’Introduzione di Foucault a
Sogno ed esistenza si era proposta come progetto quello di “far parlare le immagini”, e
di permettere alla psicoanalisi di portare a termine questo compito che, secondo
Foucault, alla teoria analitica non è ancora riuscito.
Nel corso delle nostre analisi, mentre appare sempre più evidente che l’intento
foucaultiano è quello di una “messa alla prova” della psicoanalisi, lo sviluppo del
confronto tra Foucault e Freud, prese le mosse dal tema dell’immagine, giunge fino
all’inconscio.
Dedicato a Stefano Irene Dodi
(in ordine di apparizione)
e al loro futuro “a immagine del passato”