Introduzione
II
come complesso di fenomeni sociali, di cui fanno parte a pieno ti-
tolo forme alte e forme basse di produzione, sono finalmente parse
meritevoli di giudizio. Solo per fare qualche esempio, si pensi alla
letteratura fantascientifica, al romanzo rosa, al poliziesco, nonché
al fumetto.
2
Uno dei tipi di produzione letteraria che certamente è
stata coinvolta in questo cambio di rotta è la scrittura intima o
pratica autobiografica.
L'autobiografia infatti, è diventata uno dei grandi topoi della ri-
cerca contemporanea. In letteratura certo, ma anche in sociologia,
in psicologia e in storia. Le ragioni sono come sempre molteplici,
ma una forse prevale sulle altre: il ritorno al centro del soggetto
nella cultura attuale (dopo le ideologie novecentesche), e di un
soggetto che vive radicalmente la propria crisi. Nel cuore di que-
sto processo s'inserisce la pratica autobiografica, come interroga-
zione sull'identità della persona, come travaglio individuale, come
assunzione della "cura di sé", e forse anche come rielaborazione
del vissuto alla ricerca di una traiettoria di senso.
Da quando però, la scrittura di sé è entrata nel novero dei
generi letterari, la critica si è occupata soltanto di un corpus ri-
stretto di testi, definiti i capolavori del genere, tralasciando tutta
l'immensa mole di scritti più o meno letterari prodotti in ambienti
molto diversi tra loro. Andrea Battistini, infatti, osserva che nello
studio teorico dell'autobiografia è successo il contrario di quanto
è accaduto, in area semiologica, al romanzo: si è cominciato dai
capolavori e non dalle forme popolari. Qui invece, prima di af-
frontare testi più compositi e inclusivi, si sono codificati il
feuilleton, il romanzo giallo, la soap opera.
3
Non si capisce in-
somma, che senso abbia ostinarsi a parlare di autobiografia pren-
2
Cfr. G. Petronio (a cura di), Letteratura di massa e di consumo. Guida storica
e critica, Bari, Laterza, 1979, pp. IX-LXXXVI.
3
Cfr. A. Battistini, Lo specchio di Dedalo. Autobiografia e biografia, Bologna,
Il Mulino, 1990, p. 169.
Introduzione
III
dendo in considerazione la solita dozzina d'autori da Agostino a
Rousseau, i quali oltretutto, se astratti dal loro ambiente generico
(dal loro contesto storico e sociale), perdono una buona parte di
leggibilità.
Oggi l'autobiografia è alla portata di tutti, basta prendere carta e
penna, e quindi trovare un editore disposto a pubblicare il raccon-
to. Il fenomeno nel complesso è certamente di grande rilievo, e
non è un caso che il genere si diffonda in particolar modo tra le
categorie che emergono da un conflitto d'autorità, prendendo per
la prima volta la parola: emigranti, etnie minoritarie, omosessuali,
carcerati, operai; o tra le donne.
4
Si tratta di un avvenimento che,
come vedremo, ha origine nel mondo anglosassone, precisamente
grazie alla rivoluzione ideologica favorita dal protestantesimo.
Anche la categoria "campioni dello sport", della quale ci occu-
peremo, si può dire che emerga da un conflitto d'autorità, poiché i
protagonisti di queste storie sebbene ricchi e famosi, non hanno
mai avuto fino ad ora, un vero e proprio spazio d'espressione al di
fuori delle cronache dei giornali e delle interviste televisive, dove
sono spesso costretti a rispondere a domande imposte loro dagli
interlocutori.
Nel presente lavoro, ci occuperemo dell'autobiografia scritta "a
quattro mani" (ma scopriremo che spesso sono di più), frutto di
una collaborazione tra il protagonista della storia e un professio-
nista della penna. Focalizzeremo l'attenzione soltanto sulle auto-
biografie di personaggi più o meno popolari, che devono la loro
notorietà a quel grande teatro di passioni rappresentato dal gioco
del calcio (giocatori, ex-giocatori, allenatori). Una simile scelta è
stata suggerita dal fatto che tali memorie sono numerose e diffuse,
e perché il football è lo sport più popolare e seguito non solo in
Italia, ma nel mondo intero.
4
Cfr. Q. Antonelli e A. Iuso, (a cura di) Vite di carta, Napoli, L'Ancora del
mediterraneo, 2000.
Introduzione
IV
Lo sport in generale, ma il gioco del calcio in particolare, ha
rappresentato nel Novecento, un fenomeno socialmente ingom-
brante e sociologicamente sommerso. È stato una delle principali,
se non la principale, forma di intrattenimento per miliardi di spet-
tatori che in tutto il pianeta hanno popolato stadi, impianti, strut-
ture specializzate o ambienti all'aria aperta, per partecipare ad una
passione comune, ad un'emozione, ad una mitologia collettiva.
5
Spettatori fisicamente, spesso fragorosamente presenti ai bordi
di un campo e poi, con lo sviluppo delle comunicazioni di massa,
sterminato pubblico dei media. Pubblico radiofonico, cinematogra-
fico, televisivo ma anche giornalistico e letterario, e negli ultimis-
simi anni telematico, che attorno al calcio, ai suoi simboli, ai suoi
campioni, ha vissuto esperienze eccitanti, talvolta irripetibili, svi-
luppando processi d'identificazione e persino costruendo apparte-
nenze socialmente significative.
Essendo stato definito dunque, quello che ci siamo da poco la-
sciati alle spalle, il secolo dello sport,
6
e considerando quant'è in-
serito nella quotidianità, con uno spazio e un ruolo indiscutibili
(poiché nella società in cui viviamo non si può pensare alla scuo-
la, al tempo libero, all'industria, all'urbanistica, al turismo, alla
politica, alla sociologia e finalmente anche alla letteratura, senza
inserirvelo), ci siamo chiesti quali tracce stia lasciando un simile
fenomeno nell'universo della letteratura, restringendo la nostra ri-
cognizione ai soli scritti che trattano di calcio. La bibliografia è
piuttosto ampia e variegata, dalle poesie (ormai famosissime) di
Saba
7
e Acitelli,
8
ai romanzi di Giovanni Arpino
9
e di Edoardo Ga-
5
Cfr., E. Morin, L'industria culturale, Bologna, Il Mulino, 1963.
6
Cfr., N. Porro, Lineamenti di sociologia dello sport, Roma, Carocci Editore,
2001, pp. 11-15.
7
Cfr., U. Saba, Il Canzoniere, Torino, Einaudi, 1971, pp. 420-24.
8
F. Acitelli, La solitudine dell'ala destra, Torino, Einaudi, 1998.
9
G. Arpino, Azzurro tenebra, Torino, Einaudi, 1977.
Introduzione
V
leano,
10
fino ai racconti di Osvaldo Soriano,
11
e alle cronache di
Gianni Brera e Orio Vergnani, ormai universalmente riconosciute
più come pezzi di bravura stilistica, che come semplici resoconti
di fatti. Alcune di queste opere sono già entrate nel circuito delle
collane tascabili, fatto questo che, se non è per forza indice di va-
lidità del prodotto, è almeno sintomatico del successo editoriale
decretato dai lettori a questi libri. Numerosi e autorevoli studi di
carattere linguistico sono stati intrapresi, saggi critici e filosofi-
ci,
12
antologie,
13
storie del calcio,
14
riviste
15
e altro ancora,
16
negli
ultimi anni si sono moltiplicati, segno di un fermento culturale
che cerca di emergere e legittimarsi.
Considerato che quelli citati poco fa (a puro titolo esemplifica-
tivo), sono autori molto conosciuti e studiati, si è deciso di accen-
tuare il carattere sperimentale dell'analisi, e si sono andate a cer-
care le pubblicazioni a sfondo autobiografico aventi per
10
E. Galeano, El fútbol a sol y sombra, Montevideo, 1995; trad. it. Splendori e
miserie del gioco del calcio, a cura di Marchetti Pier Paolo, Milano, Sperling &
Kupfer, 1997.
11
O. Soriano, Cuentos de los años felices, Buenos Aires, Sudamericana, 1994,
trad. it: Pensare con i piedi, a cura di G. Felici, Torino, Einaudi, 1995; Cuentos
de fútbol, trad. it. Fútbol. Storie di calcio, a cura di G. Felici e A. Morino, Tori-
no, Einaudi, 1998.
12
Cfr. J. Huizinga, Homo ludens, Milano, Il Saggiatore, 1949.
13
Cfr., M. Guglielminetti e A. Dughera, Letteratura e sport: il Novecento, To-
rino, Levrotto & Bella, 1985.
14
Cfr., G. Brera, Storia critica del calcio in Italia, Milano, Bompiani, 1978; e
A. Ghirelli, Storia del calcio italiano, Torino, Einaudi, 1990.
15
Ci riferiamo in particolare a «Lancillotto e Nausica», rivista di critica e sto-
ria dello sport, fondata a Roma nel 1984 e diretta da Luciano Russi.
16
Per una bibliografia più ampia a riguardo cfr., A. Papa e G. Panico, Storia
sociale del calcio in Italia. Dai campionati del dopoguerra alla champions-league
(1945-2000), Bologna, Il Mulino, 2000, in particolare il capitolo Le accademie del
calcio, pp. 165-88. Preziosa fonte è anche R. Trani, Lo sport nella cultura lettera-
ria italiana del secondo Novecento, in N. Bottiglieri (a cura di), Letteratura e
sport. Atti del Convegno su Letteratura e Sport IUSM Foro Italico Roma 5/6/7/
aprile 2001, Arezzo, Limina Edizioni, 2003, pp. 403-45. Ricco di titoli è anche
l'articolo di D. Pastorin, Tutto il calcio mito per mito, «Max», giugno 2002.
Introduzione
VI
protagonisti personaggi appartenenti a questa categoria di veri e
propri "miti d'oggi", composta dagli atleti che praticano lo sport
professionistico, circoscrivendo il cerchio alle memorie dei calcia-
tori. Si è scoperto che il loro numero già cospicuo, è in continua
crescita. Ciò è dovuto anche al fatto che scrivere e pubblicare un
libro di reminiscenze autobiografiche, sembra essere diventata ai
giorni nostri, una vera e propria moda tra i personaggi famosi in
genere, quasi una tappa obbligata del cursus honorum a loro riser-
vato e, per quanto ne sappiamo, non risulta che sia mai stato in-
trapreso uno studio o una riflessione critica e letteraria su tale fe-
nomeno.
Introduzione
VII
B. PRESENTAZIONE DEI TESTI
Per quanto riguarda i calciatori, si tratta di un'abitudine che, a
parte qualche sporadico tentativo precedente, prende piede a co-
minciare dalla fine degli anni '80 del Novecento, e oggi ha rag-
giunto dimensioni imponenti, tanto che si può parlare in proposito
di un vero e proprio filone della narrativa d'appendice. Infatti, du-
rante il lavoro di documentazione, si sono individuati circa trenta
titoli di autobiografie scritte o tradotte in lingua italiana e, mentre
questo elaborato prende vita la bibliografia si arricchisce al ritmo
di almeno un volume a bimestre.
17
Gli incunaboli del genere sono il libro che narra l'esperienza di
Fulvio Bernardini come giocatore della nazionale italiana di cal-
cio, redatto in collaborazione con uno degli antesignani del gior-
nalismo sportivo italiano, Carlo Bergoglio, che risulta datato
1946,
18
e la prima autobiografia di Giampiero Boniperti, scritta e
pubblicata dal giornalista sportivo Gian Paolo Ormezzano nel
1958.
19
In particolare quest'ultimo testo è una vera e propria rarità,
steso per capitoletti, scanditi e sottotitolati alla maniera di una
17
In concomitanza con la chiusura di questo lavoro, sono state pubblicate nuove
autobiografie di calciatori che non è stato quindi possibile analizzare ma che indi-
chiamo qui per completezza d'informazione e per ribadire ancora una volta quanto
il fenomeno sia attuale. Tra queste segnaliamo il seguito dell'autobiografia di Ezio
Vendrame: E. Vendrame, Vietato alla gente per bene, Pordenone, Edizioni Biblio-
teca dell'Immagine, 2003. C'è poi la storia di Cristiano Lucarelli, scritta da Carlo
Pallavicino (ex giornalista e procuratore). L'attaccante livornese è l'eroe buono
che rifiuta un ingaggio milionario pur di giocare in serie A con la squadra della
sua città: C. Pallavicino, Tenetevi il miliardo, Milano, Baldini&Castoldi, 2004.
Per ulteriori notizie su questo testo cfr., T. Tintori, Lucarelli lieto fine a Livorno,
«il manifesto», sabato 7/08/2004.
18
Cfr., F. Bernardini, Dieci anni con la nazionale, prefazione di C. Bergoglio,
Roma, Gismondi, 1946.
19
Cfr., G. Boniperti, La mia Juventus, prefazione di C. Bergoglio, Torino, G.P.
Ormezzano Editore, 1958.
Introduzione
VIII
cronaca medievale.
20
Entrambe comunque, sono opere pressoché
introvabili e pertanto di difficile consultazione. Se si escludono
queste due isolate testimonianze, il resto dei testi copre l'arco
temporale dell'ultimo trentennio, con un evidentissimo incremento
delle pubblicazioni a partire dal 1998.
Il primo ad inaugurare la moderna schiera dei calciatori scrittori
fu Paolo Sollier nel lontano 1976.
21
Si trattava sicuramente di
un'esperienza che potremmo definire d'avanguardia, tanto che
l'autore non era un famosissimo campione, ma un solo un buon
professionista. Sembrerebbe che il giocatore piemontese abbia
steso da solo il testo, oppure si sia servito di un vero e proprio
nègre del quale non c'è traccia nel libro. Ha trattato temi che sa-
ranno per la maggior parte sconosciuti ai libri successivi, come la
politica militante, riflessioni sulla società in cui viviamo, la
solidarietà, l'anticonformismo.
L'anno successivo è il momento di Dino Zoff.
22
Il portiere origi-
nario di Mariano del Friuli, sperimenta il racconto autobiografico
stimolato e seguito da Bruno Perucca, giornalista e scrittore. Il li-
bro è composto da una prima parte agio-biografica, attribuibile a
Perucca, nella seconda parte è Zoff a prendere la parola, seppur
guidato. In virtù di questo vincolo, racconta aneddoti stereotipati,
senza mai catturare l'interesse del lettore, cercando di ammetterlo
nell'intimità del proprio pensiero. Ciò che può sembrare strano è
che nel 1977, Zoff era sì un campione affermato (accreditato per
intenderci a stendere un'autobiografia), e per di più in età atletica
avanzata (36 anni), ma l'ultima parte della sua lunghissima carrie-
ra, quella che va dal 1977 al 1983, doveva riservargli i successi e
20
Cfr., M. Raffaelli, Il calciatore che si fece sfinge, «il Manifesto», venerdì 27
giugno 2003.
21
Cfr., G. Egidio, Tutto cominciò con Sollier, ecco a voi il campione-scrittore,
«la Repubblica», sabato 15/03/2003.
22
Cfr., D. Zoff, Io portiere, a cura di B. Perucca, Torino, Società Editrice In-
ternazionale, 1977.
Introduzione
IX
la fama maggiori (su tutti il trionfo, da capitano, ai mondiali di
Spagna nel 1982). Curioso quindi, che non abbia ripetuto in segui-
to l'esperienza autobiografica.
Dopo Zoff, bisogna attendere qualche anno per trovare il testo
di un calciatore in libreria. Nel 1984 probabilmente sull'onda del
successo ai mondiali di Spagna, è Bruno Conti a dare alle stampe
il racconto della sua vita.
23
L'atleta nato a Nettuno, racconta aned-
doti principalmente legati alla sua vita sportiva. Dall'iniziale pas-
sione per il baseball (nella cittadina laziale è uno sport molto po-
polare e praticato), al primo provino davanti al "mago" Helenio
Herrera dopo il quale (come vuole il copione), Conti viene scarta-
to perché Herrera lo considera fisicamente inadeguato. Seguirà il
riscatto grazie a mille sacrifici, la vittoria con la nazionale e lo
scudetto con la Roma. La narrazione in prima persona, si inter-
rompe contemporaneamente alla carriera di Conti.
Nel 1987 è il momento di ripercorrere le proprie gesta per un'i-
cona del calcio italiano, Sandro Mazzola. Pregevole il testo steso
in collaborazione con Gigi Speroni, nella prima parte del quale
viene rievocata l'atmosfera del dopoguerra italiano (Mazzola è na-
to nel 1943), e la tragedia aerea di Superga, in cui perse la vita il
padre di Sandro, il grande Valentino Mazzola.
24
Immancabili poi i
ricordi sul periodo della "grande Inter" di Herrera.
25
Seguono i re-
troscena di un altro episodio ormai epico del calcio italiano, la
famosa "staffetta" con Gianni Rivera ai mondiali del 1970,
26
per
finire con curiosi e divertenti aneddoti riguardanti trattative di
calcio-mercato, risalenti al periodo in cui Mazzola è stato dirigen-
te dell'Inter.
27
Il libro è strutturato come una lunga intervista che,
23
Cfr., B. Conti, Io Bruno Conti, Firenze, Bonechi, 1984.
24
Cfr., S. Mazzola, La mia vita è il calcio; conversazione con Gigi Speroni,
Milano, Rusconi, 1987, pp. 20-26.
25
Cfr., ibid., pp. 27-38.
26
Cfr., ibid., pp. 39-59.
27
Cfr., ibid., pp. 105-25.
Introduzione
X
come vedremo, è la soluzione formale più usata dagli editor ita-
liani.
Dello stesso anno è l'autobiografia di Michel Platini,
28
uscita in
Francia e tradotta in Italia l'anno seguente. Questo è forse il primo
best seller del genere, vincitore tra l'altro del premio letterario
"Bancarella sport" nel 1988.
29
Si tratta di uno scritto dove forte si
avverte la presenza del collaboratore nella rielaborazione dei testi.
Nonostante il protagonista sembri parlare in prima persona, troppo
evidente è la scorrevolezza quasi accademica del testo, più simile
allo stile romanzesco, unita all'uso di parole sofisticate e ricerca-
te. Anche l'espediente retorico di porre il racconto dell'ultima par-
tita del protagonista, cioè dell'addio al calcio, all'inizio e non alla
fine del libro è un segnale della presenza decisiva di uno sceneg-
giatore. Platini rievoca quasi esclusivamente episodi che riguarda-
no la sua professione di calciatore, con particolare attenzione alle
trattative e agli accordi stipulati per i suoi trasferimenti da una
squadra all'altra, quasi come il protagonista volesse giustificarsi
28
M. Platini, e P. Mahé, Ma vie comme un match, Paris, Editions Robert Laf-
font, S.A., 1987 ; trad. it. La ma vita come una partita di calcio, a cura di T. Da-
mascelli, Milano, RCS Rizzoli libri, 1988.
29
Il 18 Marzo 1964, è nato per opera di Renzo Chiappale, un premio letterario
dedicato allo sport: il "Bancarella sport". Si tratta di un premio di letteratura
sportiva che si affianca al "Bancarella" e al "Bancarellino", quest'ultimo riservato
alla letteratura per ragazzi. Il sogno di Chiappale non tardò a realizzarsi e già il 9
agosto 1964 in piazza della Repubblica a Pontremoli, fu proclamato il primo vin-
citore, si trattava di Cesare Bonacossa in gara con: Lo sport nasce in Asia, che la
giuria presieduta da Giancarlo Dosi Delfini, aveva scelto fra quindici dei più si-
gnificativi libri pubblicati sino alla fine del 1963. Da allora il palmares del pre-
mio si è arricchito di nomi prestigiosi. Campioni, giornalisti, scrittori, saggisti,
figurano infatti nell'albo d'oro: Buzzati, Brera, Chabod, Cernuschi, Gianoli, Or-
mezzano, Bartali, Messner, Ragazzoni, Pennacchia, Redaelli, Bordin, Guido Ver-
gnani, Maietti, Ciotti e Marchesini. Anche alcune autobiografie che fanno parte
dei testi da noi studiati, come quelle di Michel Platini e Serse Cosmi, hanno vinto
il premio nel rispettivamente nel 1989 e nel 2003. Altre autobiografie come quella
di Roberto Baggio sono state finaliste. Per l'albo d'oro del premio si veda il sito
http://www.alice.it/publish/awa.pub/prm72.htm
Introduzione
XI
per aver ricevuto l'accusa di essere un mercenario. Viene mante-
nuta nel libro (non potrebbe essere altrimenti), la schiettezza e la
sfrontatezza che contraddistinguevano il personaggio nell'immagi-
nario dei tifosi. Piuttosto deludente il finale, dove troviamo un in-
tero capitolo dedicato alla promozione di valori e ideali semplici e
scontati, e il monito alle giovani generazioni per la conduzione di
una vita sana, priva di droga e alcool.
Sempre nel 1988 esce l'autobiografia di Antonio Cabrini,
30
com-
posta in collaborazione con il giornalista e scrittore di origine
brasiliana Darwin Pastorin. Libro di scarso spessore narrativo, è
percorso da costanti riferimenti ai valori più consunti del mondo
del calcio: la lealtà, la lotta, la famiglia. Cabrini non esce mai dal
resoconto obbligato degli eventi che hanno scandito la sua carriera
di calciatore, la sfera confidenziale è limitata a patinatissime foto
che lo ritraggono in compagnia della moglie e dei figli, nonché a
banali aneddoti di vita privata. Da notare come queste ultime tre
opere vengano date alle stampe da editori piuttosto affermati nel
mercato editoriale, Rusconi, Rizzoli, Sonzogno, particolare questo
che scopriremo essere piuttosto insolito.
Segue una lunga pausa e per vedere pubblicata la successiva au-
tobiografia di un calciatore bisognerà attendere dieci anni, preci-
samente il 1998. Da questo punto in avanti la gran parte dei testi
viene pubblicata da case editrici sconosciute o comunque meno
note o specializzate in pubblicazioni sportive. È il caso tanto per
cominciare, dell'autobiografia di Oliver Bierhoff
31
(infarcita di fo-
to e con una trama poco significativa), e Filippo Inzaghi.
32
Que-
st'ultimo, giovanissimo, scrive a soli 25 anni.
30
A. Cabrini, Io Antonio, Milano, Sonzogno, 1988.
31
M. Campazzo e M. Meroi, Il bello del gol: Oliver Bierhoff si racconta, Mila-
no, Libreria dello sport, 1998.
32
F. Inzaghi, Juve, Gol & Superpippo, (prefazione di V. Feltri, testi a cura di S.
Agresti, A. Bocci e C. Forte), Firenze, Ed. An.Ma. & San Marco Sport Events,
1998.
Introduzione
XII
Con l'avvento del nuovo millennio le autobiografie di calciatori
sembrano avviarsi ad una produzione seriale. Nel 2000 è la volta
di Paolo Di Canio
33
che, non a caso, pubblica le sue memorie in
Inghilterra, dato che da qualche anno si è trasferito lì a giocare ed
è diventato molto famoso, mentre in Italia il suo nome è significa-
tivo solo per i tifosi della Lazio. L'anno seguente, dato il successo
ottenuto oltremanica, il libro viene tradotto in italiano e diffuso
nel nostro paese.
Sempre nel 2000 è Diego Armando Maradona a cimentarsi con
la narrazione della propria vita.
34
Il libro pubblicato in Argentina
riscuote un enorme successo, trattandosi del calciatore più famoso
al mondo, ma bisognerà attendere ben due anni e ventiquattro tra-
duzioni in altrettanti paesi, perché l'opera sia finalmente tradotta
in italiano.
Vero e proprio libro scandalo è quello di Carlo Petrini,
35
centra-
vanti degli anni '70 che racconta i risvolti più oscuri della sua car-
riera e vita personale, mettendo in discussione l'intero mondo del
calcio. Dal doping alle partite truccate, per non dire delle facili
avventure sessuali, e delle oscure manovre economiche, tutta la
vita di Petrini sembra svolgersi ai margini della moralità e dell'il-
legalità. Non è un caso dunque che l'atleta toscano pubblichi per i
tipi della Kaos Edizioni, marchio che si contraddistingue per la
divulgazione di libri che trattano temi e vicende note ma in manie-
ra sovversiva e insolita.
36
33
P. Di Canio e G. Marcotti, Paolo Di Canio: The Autobiography, Londra, Har-
per Collins Ltd, 2000; trad. it. Paolo Di Canio: L'autobiografia, a cura di M.
Mantica e M. Maggi, Milano, Edizioni Libreria dello Sport, 2001.
34
D. A. Maradona, Yo soy el Diego, Editorial Planeta Argentina, S.A.I.C.,
2000; trad. it. Io sono el Diego, a cura di A. Bracci T., Roma, Fandango libri,
2002.
35
C. Petrini, Nel fango del dio pallone, Milano, Kaos Edizioni, 2000.
36
Cfr. in proposito il sito http://www.kaosedizioni.com.
Introduzione
XIII
Esistono poi due racconti autobiografici pubblicati dalla stessa
casa editrice (la An.Ma. & San Marco Sport Events), che danno
l'impressione di essere stati divulgati con il preciso intento di rag-
giungere una ristretta e ben precisa cerchia di pubblico, e che si
distinguono chiaramente per il loro appeal locale. Stiamo parlando
dei libri che narrano le vite di Manuel Rui Costa
37
e Giuseppe Si-
gnori.
38
Il primo viene pubblicato a Firenze, città nella cui squadra
il protagonista giocava all'epoca della scrittura, il secondo a Bo-
logna, qualche anno dopo, per lo stesso motivo. La ricerca biblio-
grafica ci sostiene nell'affermare la nostra tesi. Il primo è posse-
duto solo da biblioteche situate nella zona di Firenze, il secondo
esclusivamente a Bologna. C'è di più. Il libro dell'estroso campio-
ne portoghese ha per titolo Il mio 10 per Firenze, e nella copertina
spicca il colore viola. Più che evidente dunque l'intento del pro-
getto editoriale, creare un prodotto apposito per i tifosi della Fio-
rentina. Il giornalista Mario Sconcerti autore della prefazione,
guarda caso è un tifoso della squadra gigliata. Stesso discorso vale
per Signori. Nel 2000 al momento della pubblicazione, l'atleta
bergamasco è l'idolo dei tifosi felsinei e nella copertina del libro
campeggia lo stemma della compagine rossoblu. I testi sono stati
curati da due giornalisti de «il resto del Carlino», che come noto è
si un quotidiano nazionale, ma la redazione principale si trova nel
capoluogo emiliano-romagnolo.
Due autobiografie molto simili sono quelle di Tony Adams
39
(te
37
M. Rui Costa, Il mio 10 per Firenze, (prefazione di M. Sconcerti, testi a cura
di A. Polverosi e A. Rialti), Firenze, Edizioni An.Ma. San Marco Sport Events,
1998.
38
B. Signori, Una vita da Signori. Autobiografia di Beppe-gol, a cura di C. Be-
neforti e V. De Salvo, Bologna, Edizioni An.Ma. & San Marco Sport Events, 2000.
39
T. Adams con I. Ridley, Addicted, London, Harper Collins Ltd, 1998, trad. it.
Fuori gioco: La mia vita con l'alcool, a cura di M. Belli, Milano, Baldi-
ni&Castoldi, 2001.
Introduzione
XIV
nace difensore inglese) e George Best,
40
(estrosa mezz'ala nordir-
landese), nelle quali i protagonisti raccontano soprattutto le loro
avventure extracalcistiche. Entrambi alcolisti, spiegano con una
narrazione in prima persona, in che modo hanno cominciato a bere
e come hanno trovato la forza di smettere. Le loro debolezze li
hanno resi più umani e più apprezzabili dal pubblico, che leggen-
do questi testi trova consolazione per le proprie disgrazie quoti-
diane.
A metà tra la biografia e l'autobiografia è il libro che porta il
nome di Massimo Mauro,
41
centrocampista di buon livello che nel
corso della carriera ha avuto la fortuna di giocare al fianco dei tre
più grandi calciatori della sua epoca e non solo: Zico, Platini, Ma-
radona. Più che la vita del calciatore pugliese, il racconto deve la
sua fortuna a questa particolare vicenda e nel testo Mauro si com-
porta più che altro come un biografo dei tre compagni, piuttosto
che di se stesso.
Ultimo titolo appartenente alla casa editrice Baldini&Castoldi,
è l'autobiografia di Serse Cosmi, noto più come allenatore che
come giocatore.
42
Con il supporto del giornalista Enzo Bucchioni è
nata un'opera premiata con il "Bancarella sport" nel 2003. Si tratta
di un libro che racconta in gran parte vicende di calcio dilettanti-
stico, dato che il protagonista della storia è da pochi anni giunto
alla ribalta della serie A, dopo una lunghissima militanza nelle se-
rie inferiori. Il punto di vista sugli eventi agonistici è quello del
tecnico e non quello del giocatore, così leggendo, dopo i soliti ri-
cordi d'infanzia, ci troviamo di fronte ad un'epopea che si costrui-
sce non a suon di gol segnati, ma con promozioni di squadre da
40
G. Best, Blessed. The autobiography, 2001; trad. it. The Best, a cura di F. Pa-
racchini, Milano, Baldini&Castoldi, 2002.
41
M. Mauro con L. Argentieri, Ho giocato con tre geni: Zico, Platini, Marado-
na, Milano, Baldini&Castoldi, 2001.
42
S. Cosmi con E. Bucchioni, L'uomo del fiume. La mia vita, il mio calcio, Mi-
lano, Baldini&Castoldi, 2002.
Introduzione
XV
una serie ad un'altra, tattiche ben riuscite e giocatori sconosciuti
portati alla notorietà.
Il 2002 ha ispirato anche l'irlandese Roy Keane,
43
autentica co-
lonna della squadra inglese del Manchester United. Si tratta di un
altro libro che ha fatto molto rumore per quanto rivelato da Keane,
sia su questioni personali che su fatti riguardanti altri colleghi
calciatori. In questo caso c'è qualcosa che è andato oltre le solite
dinamiche del merchandising, secondo le quali inserendo qualche
episodio scabroso nella narrazione, si otterrà una pubblicità gra-
tuita al libro e di conseguenza si venderanno più copie. L'autore
ha pagato il successo in libreria con una sanzione pecuniaria e
l'inquisizione presso la giustizia ordinaria. In seguito a queste vi-
cende il libro è stato tradotto in italiano.
Dopo Sollier nel 1976, dobbiamo attendere il 2003 per leggere
un'altra autobiografia scritta dal protagonista stesso della vita nar-
rata. Si tratta di Ezio Vendrame,
44
soprannominato il poeta di Ca-
sarsa,
45
in quanto nato nella cittadina friulana che fu rifugio di Pa-
solini e anch'egli scrittore di poesie. Scopriremo che questo libro,
che possiamo definire un quaderno di appunti autobiografici, ha
molti punti in comune con quello di Sollier per quanto riguarda il
linguaggio crudo ed essenziale, e il modo di intendere il calcio e
la vita. La critica al calcio d'oggi, ai suoi strapagati protagonisti
ma anche agli adulanti tifosi, è il vero filo conduttore di tutta la
narrazione che ritroviamo quasi pedissequamente nell'autobiogra-
fia di Gianfranco Zigoni,
46
vero e proprio personaggio sui generis,
43
R. Keane e E. Dunphy, Keane. The Autobiography, London, Penguin, 2002;
trad. it. Keane. L'autobiografia, Milano, Edizioni Libreria dello Sport, 2003.
44
Cfr., E. Vendrame, Se mi mandi in tribuna godo, Pordenone, Edizioni Biblio-
teca dell'Immagine, 2002.
45
Cfr., M. Moder, Vendrame un dribbling alla vita, «il Manifesto», giovedì
21/11/2002.
46
Cfr., G. Zigoni, Dio Zigo pensaci tu, Pordenone, Edizioni Biblioteca dell'Im-
magine, 2003.