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ABSTRACT
La sopravvivenza di un’azienda è assicurata dalla sua capacità di creare valore per i suoi
stakeholders. Tutte le aziende devono essere capaci di saper gestire a loro vantaggio tutti
gli eventi incerti che si verificano nell’ambiente di mercato interno ed esterno. La gestione
di un’impresa oggi è fortemente orientata alla gestione dell’incertezza che si diffonde
dagli innumerevoli fattori di rischio che ogni decisione, in un mondo economico sempre
più globalizzato comporta. La gestione dell’incertezza oggi rappresenta il pilastro
principale su cui il management deve rifarsi e costruire attorno ad esso la sua azienda.
Tutte le aziende devono affrontare eventi incerti e la sfida del management è di
determinare il quantum di incertezza accettabile per creare valore. Poiché cerchiamo di
ottimizzare una gamma di possibili risultati, le decisioni sono raramente binarie, con una
risposta giusta e sbagliata. Ecco perché la gestione del rischio aziendale può essere
definita sia un'arte che una scienza. E quando il rischio è considerato nella formulazione
della strategia di un'organizzazione e degli obiettivi di business, la gestione del rischio
aziendale aiuta a ottimizzare i risultati.
L’elaborato che ho realizzato alla fine del mio percorso accademico di I livello conta di
poter descrivere come il concetto di rischio oggi è entrato dentro la pianificazione
strategica nelle istituzioni finanziarie, e come gli atteggiamenti manageriali delle banche
stesse creano e realizzano diverse gestioni di rischio (ERM) plasmandole al loro meglio
con la gestione di pianificazione strategica e controllo di gestione direzionale (MAS).
L’idea che l’ERM è un componente chiave di una governance efficace ha guadagnato
diffusa accettazione negli ultimi anni, a causa degli importanti avvenimenti sistemici
realizzatesi. La realizzazione di un sistema di gestione del rischio è stata considerata come
il miglior rimedio alla spregiudicatezza di molte imprese bancarie americane ed europee
in quel periodo, e pertanto, l’ERM oggi risulta essere la più plausibile soluzione ad una
stabilità finanziaria più solida e di valore.
La gestione del rischio è diventata estremamente importante nel settore bancario negli
ultimi decenni, per via di una cd. Tirannia dei numeri e del sogno di domare l’incertezza
economico-finanziaria dei mercati. Siamo oggi in un’epoca fortemente computazionale,
in cui i Big Data, i numeri sono diventati di gran lunga i driver più importanti che
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un’impresa deve saper disporre, analizzare, interpretare e controllare. Sono le stesse
autorità di vigilanza che impongono una visione computazionale delle decisioni da
intraprendere sulle attività che influenzano il risk appetite di un’attività economica basata
sul libero scambio e sulla misurazione del grado di rischio delle singole business units.
Esse, infatti, chiedono oggi alle imprese di disporre di una funzione di supervisione del
rischio al livello aziendale, in particolare dopo la grande crisi finanziaria del 2008-09, ove
alcune grandi istituzioni bancarie non disponevano nemmeno di un CRO o di un sistema
di gestione del rischio efficace.
I casi studio in letteratura, citati e proposti in questo mio lavoro di laurea, esprimono il
grande impegno dei management aziendali nella complessa e difficile integrazione tra il
rischio aziendale e la pianificazione strategica. Gli innumerevoli risvolti sulla diversa
gestione del rischio delle compagini europee rappresentano un ulteriore tassello di una
discrepanza di atteggiamenti manageriali, e di una eccelsa varietà comportamentale sul
concetto di rischio. L’ERM ancora oggi è un sistema di gestione ancora acerbo, ma in
forte ascesa. I tentativi di una sua integrazione con il MAS, hanno dato i loro frutti, ma
hanno incrementato le complessità di gestione manageriale delle compagini bancarie
europee. È forse questa una delle più importanti variabili che influenzano le differenze di
gestione del rischio sulla pianificazione strategica, il ruolo della complessità di gestione
di informazioni, dati ed elaborazioni tecniche sempre più complesse e non sempre del
tutto facili da analizzare. Un approccio più pragmatico sulla gestione delle sofferenze
bancarie e sugli asset finanziari, detenuti dalle banche, offre notevoli vantaggi dal punto
di vista della flessibilità e dà spazio più al ruolo chiave della leadership e della
competenza manageriale. D’altro canto, un approccio di tipo pragmatico può comunque
soffrire di una mancanza di analiticità e razionalità, mettendo a rischio il capitale
azionario attraverso delle politiche notevolmente orientate alla percezione e persuasione
dei leader del settore bancario. Un approccio calcolatore, invece, soffre di una certa
mancanza di leadership manageriale, poiché in questi contesti il rischio diventa la
variabile principale su cui tutte le decisioni aziendali vengono prese. Pertanto, il ruolo
fondamentale dei CRO e dei senior manager specialisti nell’analisi del rischio, e non nella
gestione strategica degli innumerevoli business bancari, può andare incontro a notevoli
avversità dal punto di vista motivazionale alle risorse umane disponibili presso le
compagini bancarie.
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Introduzione
L’attività economica-aziendale è un’attività intrinsecamente rischiosa (Zappa, 1956).
Non c’è impresa, che nel suo operato, non prenda delle decisioni rischiose allocando le
proprie risorse, capitali e umani, al servizio della sua attività economica, al fin di
incrementare il valore economico dell’impresa e la soddisfazione dei suoi stakeholders.
Il rischio è connaturato alla diversa tipologia di decisioni prese in azienda, e la conoscenza
di tali rischi ne dovrebbe migliorare l’efficienza allocativa delle risorse. Un buon processo
di gestione strategica delle imprese deve concentrarsi sul raggiungimento di una buona
efficacia aziendale nei risultati conseguibili, e nel raggiungimento dell’efficienza
operativa, allocativa delle risorse disponibili (Arcari, 2014). In questo senso, l’impresa
dovrebbe concentrarsi notevolmente sulla consapevolezza che ogni decisione intrapresa
crea delle conseguenze economiche-sociali alla collettività e ai mercati, che
inevitabilmente ricadono sul valore creato da essa stessa. Pertanto, il management di
un’impresa deve munirsi di un entreprise risk management e di una struttura organizzativa
e organica dell’impresa, attraverso la quale, il management risulta essere in grado di
prendere le giuste decisioni, in un particolare contesto storico fortemente influenzato da
una grande situazione di incertezza economica-sociale.
Negli ultimi anni, la crisi finanziaria del 2008-09, traslata successivamente in una crisi
economica sistemica dell’eurozona, la crisi dei debiti sovrani, ha comportato
innumerevoli risvolti sul tema del rischio e sulla sua percezione nelle decisioni aziendali
(Arena M, 2010) (Soin K., 2013). Oggi il rischio è un tema molto rilevante e sempre più
di primo piano nell’ambito della corporate governance e nelle dimensioni dei processi
strategici e di budgeting. Studiare, definire e misurare il rischio significa permettere al
management di meglio ponderare le decisioni aziendali, cercando di determinare il
quantum di capitale esposto al rischio di una determinata scelta; significa avere la
consapevolezza che una buona gestione di un’impresa è sempre relativa agli eventi
economici incerti e non è mai massimizzante e deterministica
1
.
Viviamo in un’epoca in cui il rischio oggi assume un ruolo ancor più di primo piano anche
nella struttura aziendale e organizzativa (COSO, 2017). Pertanto, oggi è opportuno che il
1
Per un approfondimento sulla Teoria della contingenza, si veda per esempio Luthans, F.,
(2011) dodicesima edizione, comportamento organizzativo, Tata McGraw Hill.
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concetto di rischio venga non solo allargato alla complessità decisionale dell’azienda, ma
sia parte della vita quotidiana di tutti noi.
L’elaborato, che segue questa piccola generale introduzione, conta di poter descrivere
come il concetto di rischio oggi è entrato dentro la pianificazione strategica nelle
istituzioni finanziarie, e come gli atteggiamenti manageriali delle banche stesse creano e
realizzano diverse gestioni di rischio (ERM) plasmandole al loro meglio con la gestione
di pianificazione strategica e controllo di gestione (MAS).
In particolare, il primo capitolo tenderà di dare una visione globale del concetto di rischio,
delle conflittualità con l’incertezza, cercherà di definire che cos’è l’ERM e le sue
caratteristiche e il processo di Risk Management alla base di ogni qualsiasi ERM. Il
secondo capitolo conta di descrivere quali sono i fattori particolarmente influenti
sull’integrazione tra ERM e MAS individuati in letteratura, cercando di individuare i
punti di forza di una buona integrazione sistemica e strategica. il terzo capitolo, infine,
terrà conto in pratica dei casi studi analizzati in letteratura sull’integrazione pratica dei
sistemi ERM e MAS in istituzioni bancarie europee.
In conclusione, del mio elaborato, vi saranno i ringraziamenti finali al mio relatore di
laurea, e a tutti i coloro che mi hanno sostenuto ed aiutato alla stesura di questo mio lavoro
finale.
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1 ERM e Rischio: Definizioni e sviluppo metodologie.
1.1 Introduzione al Risk Management. Cos’è il Rischio?
Il concetto di rischio, in economia aziendale, è entrato nel lessico comune di recente. Fino
a poco tempo fa, il rischio veniva percepito soltanto nella gestione dei portafogli
finanziari e negli studi dei mercati finanziari grazie alle teorie dinamiche di portafoglio
di Markowitz nel lontano ormai 1952 (Markowitz, 1952). Ma gli avvenimenti
macroeconomici verificatesi, principalmente la crisi finanziaria del 2008, hanno reso
sempre più inevitabile l’estensione di questi concetti anche alla sistematicità del processo
decisionale aziendale e all’impresa nel suo complesso. Le politiche intraprese della FED
prima, e della BCE successivamente, nel reparto finanziario dopo la grave crisi del 2008,
hanno inasprito sempre più l’eccessiva rischiosità delle gestioni bancarie americane ed
europee, alzando di molto i requisiti di capitale e di liquidità attraverso gli accordi di
Basilea II e III (Circolare Bankitalia, 2020) e la Dodd Frank-act in Usa (Obama, 2010),
la quale ha di fatto reso possibile una distinzione dell’attività bancaria di base con le
attività finanziarie al alto rischio come le assunzioni di posizioni in derivati, mercati cash
e gli hedging funds per meglio migliorare la gestione dei rischi sistemici per il sistema
finanziario (Forestieri & Mottura, 2017).
In letteratura non esiste un’unica definizione di rischio, poiché esistono diversi approcci
al concetto di rischio. inoltre, i soggetti che tendano a definire il concetto di rischio “sono
influenzati dal problema che si vuole risolvere” (Floreani, 2004) e questo ha portato alla
vastità di definizioni e approcci differenti.
Il concetto di rischio in letteratura varia soprattutto perché esistono diverse tipologie di
rischi, e diverse modalità in cui questi si realizzano nella realtà. Possiamo andare a
definire 4 approcci differenti in ordine cronologico:
• Approccio tradizionale-assicurativo: il rischio qui viene definito come rischio
puro o minaccia. Il rischio puro è “un’eventualità meramente negativa, a esclusivo
svantaggio del soggetto interessato” (Forestieri & Mottura, 2017). È un approccio
e una definizione propriamente utilizzata in ambito assicurativo. È un rischio
downside, ossia che comporta soltanto delle perdite qualora l’evento si
verificasse.