3
INTRODUZIONE
idea di questa tesi è nata nel gennaio-febbraio 2020 con il progetto CONI
“SCUOLE APERTE ALLO SPORT” per le scuole medie e il progetto
territoriale (del Comprensorio Nervi-Quinto )per le elementari con le società sportive
del Levante Genovese.
In questi due ambiti, nonostante la grandissima differenza di età (dai 6 anni ai 13anni),
si sono verificate le stesse problematiche motorie.
La principale problematica è la poca disponibilità da parte degli insegnati ad affidare la
classe a dei professionisti come tecnici federali e studenti o laureati in scienze motorie
o diplomati ISEF.
La seconda problematica, soprattutto nella scuola primaria, è il non sviluppo dei
programmi ministeriali, sempre a livello di educazione motoria.
A seguito di questo, l’ora dedicata all’educazione motoria è un proseguo della
ricreazione.
Ovviamente si parla di un periodo pre-COVID quindi dove si potevano strutturare
un’attività didattica ottimale.
Queste lacune motorie sono recuperabili nelle scuole primarie ma non nelle scuole
secondarie.
Con il progetto genovese per Genova 2024 si è organizzata una didattica, sempre
affidata a chi del settore, di 10 ore per classe nel periodo del secondo quadrimestre
dell’anno accademico (2021-2022).
Questo progetto è stato accolto dagli insegnati come un’occupazione ore e non hanno
trasmesso agli alunni l’importanza dello svolgimento dell’educazione motoria.
Questa tesi vuole mettere a nudo le vere problematiche scolastiche nel capire, e
nell’accogliere che l’educazione motoria deve essere una materia come le altre con un
suo insegnate (LAUREATO).
L’
5
Per poter parlare di educazione motoria nell’ambito della scuola primaria è giusto
seguire una linea storica che parte da lontano, dove era molto chiaro l’obiettivo, giusto
o sbagliato che sia, per arrivare ai giorni nostri.
Nel passato abbiamo personaggi davvero importanti per il mondo dell’educazione
motoria e soprattutto rimasti di esempio nella ginnastica ritmica e ginnastica artistica.
Si parte davvero da molto lontano:
- Secolo XVI
In questa epoca vediamo come protagonisti Pier Paolo Vergerio, Francesco Filerfo,
Leon Battista Alberti, Matteo Palmieri, tutti di origine Fiorentina, dove
promuovevamo l’attività fisica come “Arte per la Guerra”. In contrapposizione a
questo pensiero troviamo Vittorino da Feltre che fa storia a sé; per lui la preparazione
alla guerra deve essere accompagnata dall’educazione fisica praticata con giuochi o
gare, in un’atmosfera familiare.
1
- 1513, Niccolò Macchiavelli e Baldassar Castiglione
In questa data l’autore inizia a elaborate un trattato fondamentale per la storia militare,
IL PRINCIPE.
È un trattato politico/militare dove evidenzia il problema dell’educazione bellica dei
giovani dopo l’assedio di Pisa dove i mercenari svizzeri si sono ribellati a Firenze.
Ha esaminato l’organizzazione mercenaria francese e tedesca così da riformarla per
l’esercito fiorentino, non sotto forma si riforma “tecnica” ma come impegno
“educativo”, preliminare a qualsiasi altro tipo di iniziativa.
Baldassar Castiglione, allievo di Da Feltre, scrive IL CORTEGIANO, un libro molto
lontano dall’idea politica di Macchiavelli.
In questo è inserita la ginnastica per l’uomo di corte, tra cui la ginnastica “bellica” e la
ginnastica “pedagogica”.
Il Cortegiano fa da corona a tutta una serie di pubblicazioni specialistiche sui singoli
esercizi fisici da eseguire a cavallo, durante la caccia, durante la scherma, durante il
giuoco alla palla, durante il giuoco del calcio fiorentino e molti altri.
2
1
Di Donato M., Storia dell’educazione fisica e sportiva. Indirizzi Fondamentali, Roma, Edizioni
Studium, 1998, pp. 35-36.
2
Ibidem, pp. 36-37.
6
- 1516, Niccolò Macchiavelli
Un altro scritto del medesimo autore esce in questo anno, ARTE DELLA GUERRA,
dove sottolinea che gli antichi << esercitavano adunque la loro gioventù per fagli
veloci nel correre, per fagli destri nel saltare, per fagli forti a trarre il palo o a fare
alle braccia. E queste tre qualità sono necessarie in un soldato…>>.
Alla gioventù del ‘500, Macchiavelli, consiglia esercizi come << correre e fare alle
braccia, fargli saltare, fargli affaticare sotto armi più gravi che l’ordinarie, fargli
trarre con la balestra e con l’arco >>.
3
- 1565, circa, Girolamo Mercuriale
A lui si deve la nascita della ginnastica medica. Scrive due libri: ARTIS
GYMNASTICAE APUD ANTIQUOS CELEBERRIMAE, NOSTRIS
TEMPORIBUS IGNORATAE e DE ARTE GYMNASTICA.
Il secondo libro è nato a Roma quando l’autore era a servizio del cardinale Alessandro
Farnese, la sua intenzione e quella di trattare << di arte celebre nel passato >>,
ignorata in quel tempo.
Mercuriale analizza con gli strumenti del filosofo, dell’erudito e del medico l’atletismo
greco e romano, ricostruendo gli esercizi e le tecniche prese da diversi autori
dell’epoca.
4
Con questi tre autori, Macchiavelli, Castiglione e Mercuriale si hanno le basi di quello
che sarà l’esercizio fisico, due secoli più tardi.
-1785, Gaetano Filangieri
Pubblica il libro Scienza della legislazione dove inserisce l’educazione fisica tra le
componenti fondamentali della riforma delle pratiche formative, con lo scopo di
promuovere il progresso civile e sociale delle nazioni.
Secondo Filangieri, le innovazioni militari facevano troppo affidamento all’efficacia
delle armi piuttosto che alla forma fisica del soldato; per questo motivo si era creato
un generale indebolimento fisico della popolazione.
Ritornando ad avere nuovamente l’educazione fisica come obiettivo si poteva avere un
popolo, anche se non in guerra, prosperoso e con un buon benessere psico-fisico.
3
Ibidem, p. 38.
4
Ibidem, pp. 41-41-42,43.
7
L’autore ha dato “linee guida” sulla nutrizione, sul sonno, sull’abbigliamento, sulla
pulizia personale, e insisteva sulla necessità degli esercizi del corpo, che, << non solo
tollerati, ma prescritti dalla legge >>, e dovevano occupare una parte precisa della
giornata indipendentemente dalle condizioni atmosferiche.
Gli esercizi fisici erano orientati sulla corsa, sui salti, sul salire sugli alberi, sulla lotta,
sui pesi, sulla forza, sull’agilità e sul dare ai loro corpi piena energia e piena
robustezza.
Si suggeriva di insegnare a nuotare e di proporre << giuochi notturni >> utili allo
sviluppo del coraggio.
Filangieri prendeva spunto dagli autori Rousserau e Locke; da quest’ultimo, derivava la
finalità disciplinare dell’educazione motoria, atto ad irrobustire il corpo e a temprare
lo stile di vita della gioventù.
Questi ideali sono raccolti nell’opera filangierana e compresa nel pensiero pedagogico
dell’illuminismo italiano, che, anche per la ginnastica, si fa promotore di un nuovo
programma educativo rivolto a tutti i ceti sociali, cioè sia per chi serviva << la società
colle loro braccia >>, sia per chi serviva << con i loro talenti >> intellettuali.
Tale progettualità non è coinvolta nelle scuole ma in quelle realtà assistenziali e
formative come nel cosa dei progetti pedagogici e negli orfanotrofi, dove si crescevano
dei militari.
5
-1807, Giuseppe Bonaparte
Ha costituito i collegi reali con la legge del 30 marzo 1807. Era previsto l’insegnamento
della scherma e del ballo ma ancora non si parlava di educazione del corpo; infatti,
queste arti cavalleresche non rispondevano all’idea di rigenerazione fisica e morale
dalla nazione ma rimanevano ancora funzionali alla preparazione tecnica
dell’aristocrazia militare.
6
-1808, Gioacchino Murat e Vincenzo Cuoco
Con il riordinamento del sistema scolastico nasce una visione differente dell’educazione
fisica. Secondo quanto dichiarato nel documento, l’equitazione e la scherma, pur
offrendo un contributo importante per l’ingentilimento dei costumi dei giovani,
5
Alfieri P., Le origini della ginnastica nella scuola elementare italiana. Normativa e didattica di una
nuova disciplina, Brescia, Pensa Multimedia, 2017 pp. 29-30-31.
6
Ibidem, pp. 30-31
8
dovevano mirare specialmente a << formar l’uomo sano nella pace e valoroso, o
almeno spedito nella guerra >>.
Queste attività avevano lo scopo di formare << degli eccellenti agricoltori, degli
eccellenti militari, il che, quando i nostri avi eran grandi, era sinonimo di buon
cittadino >>.
Il principale ispiratore di questa nuova visione è stato il segretario della commissione,
Vincenzo Cuoco, il quale voleva formare dei cittadini-soldati.
I giovani cittadini-soldati avevano bisogno, necessariamente, di una buona educazione
fisica, soprattutto nella scuola ginnasiali e liceali frequentate dai ceti agiati.
Cuoco riteneva che questi ragazzi dovessero seguire percorsi di formazione militari,
utili a favorire non tanto una specializzazione prebellica, quanto piuttosto un
addestramento fisico e l’assimilazione di valori quali l’obbedienza e l’ordine.
7
-1828 circa, Ferrante Aporti
L’educazione fisica doveva formare globalmente il giovane, a partire dall’infanzia.
Da lì a poco, negli asili, viene inserita l’educazione fisica con il fine delle norme
igieniche, dell’allenamento della voce con il canto, delle norme di educazione durante
il pranzo che deve essere ordinato e con orari regolari.
Aporti prescriveva esercizi ginnici per la postura, l’equilibrio, la marcia, la corsa, il
salto, la salita, il getto del peso, la sospensione, i giochi con la palla, la trottola, il disco
è il cerchio. A queste indicazioni va riconosciuto << l’indiscusso merito di aver dato
alla educazione fisica dignità di materia nella scuola dell’infanzia >>.
Queste proposte, insieme a quelle precedenti, davano importanza alla possibilità
formativa dalla ginnastica.
8
-1833, Rodolfo Obermann
Venne chiamato dalla Svizzera in Piemonte e gli venne affidato l’insegnamento
dell’esercitazioni ginniche prima agli artiglieri-pontieri e poi a tutte le milizie sabaude,
questo perché l’esercito è stato aperto ai ceti sociali medi.
Obermann, in una prima fase, intedesca fornire un’istruzione ginnica di base, comune a
tutti i corpi dell’esercito e basata su alcuni esercizi essenziali con l‘obiettivo di
sviluppare la forza, la scioltezza e il coraggio.
Questa “scuola di pensiero” viene poi adottata in seguito a Napoli e a Milano.
7
Ibidem, pp. 32-33
8
Ibidem, p. 37.
9
Lo stesso Obermann, nel 1844, costituì la Reale Società Ginnastica Torino (Fig.1,2) con
il compito di educare i militari ma successivamente venne aperta ad ogni ceto per
compensare la mancanza nelle scuole dell’educazione motoria.
9
-1848, Francesco De Sanctis
La novità del suo progetto riguardava l’inserimento della ginnastica fin dal grado
primario dell’istruzione.
Le scuole primarie dovevano essere dotate di un prato o di un cortile per la pratica della
ginnastica perché era stata inserita nelle materie scolastiche.
Agli insegnanti elementari, inoltre, era chiesta la disponibilità nelle ore pomeridiane
della domenica, per tenere lezioni, anche di ginnastica, non solo ai ragazzi che
volevano potenziare quanto appreso a scuola, ma anche agli adulti non scolarizzati.
Questo progetto però non fu, ancora, approvato.
10
-Aprile 1858
I vertici della Reale Società Ginnastica di Torino presero in considerazione la proposta
di invitare i parlamentari ad assistere ad una lezione di ginnastica con lo scopo di
persuaderli circa la possibilità di promuovere l’introduzione di questa disciplina nelle
scuole.
In questa occasione numerosi deputati si erano convinti e cercarono soluzioni per
istruire, in modo adeguato, gli insegnamenti, in modo tale da fornirgli adeguate
informazioni sull’insegnamento ma fu inutile perché il nuovo progetto venne
licenziato dalla Camera e successivamente anche dal Senato, senza alcuna prescrizione
a proposito della ginnastica.
Un vago riferimento all’educazione ginnica era presente solamente nei programmi di
pedagogia al terzo anno.
9
Ibidem, pp. 35-40
10
Ibidem, p. 39.
Fig.1
Palestra Reale
Società
Ginnastica
Torino.
Fig.2
Stemma della
Reale Società
Ginnastica