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Introduzione 
 
 
 
Il tema che verrà affrontato riguarda la tematica della distorsione dell’immagine 
corporea nei soggetti sofferenti di anoressia.  
Ciò che mi ha spinto ad affrontare questo tema è il desiderio di poter approfondire una 
tematica importante quale quella dell’immagine corporea, nel periodo critico 
dell’adolescenza, lasso di tempo in cui si assiste alla modificazione di tale immagine; 
metterò in rilievo come un’errata percezione dell’immagine corporea possa portare, 
soprattutto in questo periodo della vita, a cadere vittime di uno dei problemi più discussi 
del nostro secolo, come l’anoressia.   
L’obiettivo del mio lavoro sarà quello di analizzare il concetto di immagine corporea e 
dell’importanza che esso può assumere nella fase adolescenziale. Per questo sarà 
necessario, prima, comprendere in maniera esauriente tale fase, quali siano i compiti di 
sviluppo attinenti ad essa e poi esplicare meglio come un’adolescente possa vivere in 
maniera problematica il cambiamento della propria immagine, tanto da subire una 
distorsione percettiva di tale. 
Un’ulteriore obiettivo da raggiungere, mediante la stesura di tale elaborato, sarà quello 
di scrutare in che modo la percezione dello schema corporeo influenzi la comparsa dei 
sintomi legati all’anoressia; per affrontare la tematica della percezione corporea annessa 
al disturbo alimentare dell’anoressia, farò particolare riferimento agli studi effettuati sui 
temi dell’immagine corporea, dallo psicologo e ricercatore Emanuel Mian. 
Nell’esecuzione del mio lavoro, nel primo capitolo, mirerò a fornire un inquadramento 
generale del periodo adolescenziale.  
Sarà importante, parlando di adolescenza, porre una precisazione dei termini: pubertà, 
preadolescenza e giovinezza; rappresentanti, le prime due, la fasi che precedono, e 
l’ultima, la fase che segue, indicante il completamento della fase adolescenziale. 
Mi soffermerò, come suddetto, ad approfondire il concetto di adolescenza. Sarà 
importante trattare la tematica della costruzione dell’identità, facendo riferimento ai
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modelli proposti da Erikson e Marcia, e dei compiuti di sviluppo concernenti il periodo 
adolescenziale, con riferimento ad Havighurst. In particolare, verrà approfondito uno tra 
i compiti di sviluppo al quale l’adolescente deve rispondere riguardante lo sviluppo 
fisico-corporeo sessuale. Vedremo i cambiamenti che si subiscono in tale periodo ed il 
modo in cui vengono vissute tali modificazioni. L’adolescente è chiamato a rivedere la 
propria immagine corporea che, durante il periodo puberale, diviene completamente 
sconosciuta. 
Il secondo capitolo sarà, perciò, dedicato alle tematiche riguardanti l’immagine 
corporea e dei fattori influenzanti la percezione di tale immagine nel soggetto 
adolescente. Sarà fatto riferimento al ruolo che svolge la percezione dell’immagine 
corporea nell’acquisizione di un’identità forte e coesa. Una distorta percezione 
dell’immagine corporea  può innescare la comparsa di disturbi nel comportamento 
alimentare.  
La comparsa dei disturbi alimentari, come l’anoressia, avviene in adolescenza e 
generalmente comincia con una manifesta dispercezione del proprio corpo. 
Quindi, nel terzo capitolo affronterò la tematica dell’anoressia cercando di offrire una 
conoscenza globale della patologia. In particolare mi soffermerò nella descrizione della 
metodologia volta a riscontrare la presenza di un disturbo alimentare elaborata dal 
professor Emanuel Mian. 
La metodologia utilizzata in questo lavoro è di tipo compilativo.
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CAPITOLO I 
ADOLESCENZA E SVILUPPO PUBERTARIO 
 
 
 
Nel corso del primo capitolo saranno gettate le basi per comprendere le nozioni 
fondamentali riguardanti l’arco di vita che concerne il  periodo adolescenziale. 
Obiettivo di tale capitolo sarà quello di fornire un inquadramento generale del periodo 
adolescenziale, facendo riferimento e proponendo i modelli proposti da Erikson e 
Marcia concernenti la tematica della costruzione dell’identità; annessa a ciò si 
approfondirà la tematica dei compiti di sviluppo riguardanti il periodo adolescenziale, 
con riferimento ad Havighurst. 
Si farà riferimento al principale compito di sviluppo al quale l’adolescente è chiamato 
relativo allo sviluppo fisico-corporeo sessuale; si passerà ad una descrizione del “cosa 
succede” dal punto di vista dello sviluppo fisico-corporeo e sessuale e l’acquisizione di 
un’identità di genere, verrà valutato anche il “come vive” l’adolescente questi 
cambiamenti. 
1. Definizione e limiti temporali dell’adolescenza 
L’adolescenza è quella fase della vita umana in cui si verifica la transazione dallo stato 
di bambino a quello di adulto. È un periodo piuttosto lungo, mutevole da individuo ad 
individuo in cui si fa fronte a numerose trasformazioni fisico-corporee che 
influenzeranno profondi cambiamenti psicologici, che investono la capacità cognitiva, 
la sfera degli affetti e le competenza sociali della persona.  
Di seguito verrà approfondita la tematica dell’adolescenza e sarà riportata una 
precisazione dei termini ad essa connessi: sarà, pertanto, utile parlare di pubertà, in 
quanto indicante l’inizio dell’adolescenza; di preadolescenza, quale fase di transizione 
specifica dell’arco evolutivo; di giovinezza, fase successiva al periodo adolescenziale, 
da non confondere con esso. Dopo aver trattato, in breve, delle fasi che precedono
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l’adolescenza, pubertà e preadolescenza, e della fase che segue, la giovinezza, 
l’attenzione verrà focalizzata alla fase adolescenziale. 
1.1. La pubertà 
Per definire l’inizio dell’adolescenza,  come suddetto, la pubertà costituisce un 
riferimento rigoroso. 
È possibile effettuare una distinzione tra la pubertà e l’adolescenza. Il termine di 
pubertà è in genere usato per indicare il periodo in cui prevalgono all’attenzione 
l’insieme delle trasformazioni fisiologiche dovute a complesse azioni ormoniche che 
determinano la comparsa dei caratteri sessuali secondari, nonché la maturazione della 
prima cellula germinale maschile e del primo ovulo femminile, cioè della capacità 
generativa dell’individuo (Magni, 1973, 101). 
La pubertà, dunque, è il periodo in cui avviene il passaggio dalla condizione fisiologica 
del bambino alla condizione fisiologica dell’adulto. In tale periodo si riscontra, oltre ad 
uno sviluppo sessuale, uno sviluppo staturo-ponderale e morfologico coinvolgendo 
anche le trasformazioni organiche che interessano le grandi funzioni (respiratoria, 
cardiaca, ecc…). L’esordio della pubertà è influenzato, anche, dalle condizioni sociali 
mediante l’intermediazione dei fattori nutrizionali ed igienico-sanitari; il fenomeno 
della pubertà si connette ad un'altra problematica che consiste nel ritardo della maturità 
“sociale” per le nuove generazioni (Palmonari, 1993, 77). 
1.2.  La preadolescenza 
La terminologia di preadolescenza non ha ancora larga diffusione in campo psicologico. 
La psicologia dello sviluppo ritiene necessario fare una distinzione fra prima (11-14 
anni) e seconda (15-18 anni) adolescenza, parlando addirittura di adolescenza 
intermedia (tra i 15 ed i 16 anni).  
De Pieri e Tonolo (cit. in Palmonari, 1993, 79) sostengono che la preadolescenza sia 
l’età delle grandi migrazioni, poiché l’individuo si stacca dal proprio corpo infantile, si 
allontana dalla famiglia e si dirige verso il gruppo dei pari, passa dal pensiero logico- 
concreto al pensiero logico- formale, ridefinisce la propria appartenenza scolastica,
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mette in questione la propria religiosità, avvia il processo della propria identità 
personale e sociale. 
La teoria focale riconosce che ci sono dei compiti di sviluppo diversi atti a superare 
problemi di diversa natura, concernenti la prima e la seconda adolescenza. I compiti di 
sviluppo che riguardano specificatamente il periodo della preadolescenza sono: 
1. ristrutturare un’identità corporea, messa in crisi dalla quantità e dalla qualità dei 
cambiamenti corporei della pubertà; 
2. risolvere i problemi legati al genere sessuale di appartenenza, a cui l’adolescente 
diviene sempre più sensibile; 
3. il delinearsi del processo di autonomizzazione dalla famiglia e l’apertura a 
nuove forme di socialità. Si approfondiscono le riflessioni su di sé, sugli aspetti 
della realtà; si allargano gli orizzonti della vita con l’atteggiamento della 
sperimentazione attiva che è tipico di questo periodo. (Palmonari, 1993, 80). 
1.3.  Adolescenza 
L’etimologia della parola adolescenza si ritrova nella  voce latina del verbo 
“adolescĕre”, ossia crescere.  
Facendo riferimento al grande scrittore Hermann Hesse nella sua opera Siddharta, 
considerata un narrazione prototipica delle vicende adolescenziali, l’adolescenza è 
valutata come una traversata di un grande fiume impetuoso. 
L’adolescenza è quella fase della vita umana, normalmente compresa fra gli undici e i 
diciotto anni, nel corso della quale l’individuo acquisisce le competenze ed i requisiti 
necessari per assumere le responsabilità di adulto. Nel processo di mutamento verso lo 
stato adulto entrano in gioco ed interagiscono fra loro fattori di natura biologica, 
psicologica e sociale (Palmonari, 1993,43).  
Si può affermare che l’adolescenza inizi con la pubertà ma non è solo il cambiamento 
biologico connesso con la pubertà che provoca il momento adolescenziale. Al 
cambiamento fisico si addizionano esperienze emozionali molto vigorose: per la 
rilevanza dei cambiamenti corporei e dell’assetto pulsionale che impongono la ricerca di 
nuovi equilibri nei rapporti con il mondo e con il proprio sé; per la precocità del 
cambiamento rispetto a quello delle coetanee che lo fa giungere inaspettato, o per il suo
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ritardo che suscita in chi aspetta di cambiare, ansie di incertezze in rapporto a chi è già 
cresciuto. 
I cambiamenti fisici determineranno il modo in cui l’individuo verrà trattato dalle 
persone con cui è in contatto, e anche dagli estranei, che sarà diverso da come era 
trattato da bambino. Le richieste saranno diverse ci si aspetterà un comportamento da 
adulto anche se si continuerà a considerarlo non autonomo, non competente nel 
prendere delle decisioni riguardanti il suo futuro. L’adolescente modificherà il proprio 
atteggiamento verso se stesso ed il mondo circostante. 
L’adolescenza si conclude quando l’individuo sarà in grado di mantenere rapporti stabili 
e significativi con se stesso, con i gruppi di riferimento più vicini e con il proprio 
ambiente di vita più ampio (Palmonari, 1993, 43-45). Il riferimento cronologico è 
attorno ai diciotto/venti anni; tale dato non significa che la fase pienamente adulta 
dell’esistenza inizi immediatamente dopo l’adolescenza, soprattutto per chi intraprende 
carriere formative prolungate come laurea o master. A tal proposito, è utile definire 
anche una fase giovanile, quale momento di moratoria sociale, da non confondere con 
l’adolescenza (Palmonari, Sciolla, Garelli, 2006, 233).  
1.4.La giovinezza 
La fase adolescenziale non si conclude con l’ingresso alla fase pienamente adulta ma 
esiste una situazione di moratoria sociale, in cui il soggetto vive una condizione di 
mancanza di piena autonomia economica dalle ripercussioni psicologiche rilevanti: la 
giovinezza. Può essere definita come la fase post-adolescenziale dello sviluppo 
riguardante alcuni anni del terzo decennio di vita.  
Keniston (Ibidem) presenta la necessità di descrivere come “giovinezza” la fase di vita 
fra l’adolescenza e l’età adulta; tale fase è caratterizzata dal fatto che le ragazze e i 
ragazzi appaiono adulti psicologicamente, in quanto sanno amare e lavorare, ma sono 
adolescenti dal punto di vista sociologico, in quanto sono ancora dipendenti dalla 
famiglia di origine.