comunicazione e dell informazione, le tanto osannate Information and
Communication Technologies (ICT)? Approssimativamente, senza entrare nel
merito sociologico per darne una precisa connotazione, le nuove ICT non sono
altro che i nuovi media elettronici: le tecnologie informatiche e della
telecomunicazione, Internet in primis. Ebbene, Ł solo grazie ad esse, o a causa di
esse, che si Ł innescata la rivoluzione tecnologica, un inarrestabile processo di
cambiamento sociale che ha trasformato, e sta tuttora trasformando, l intera
societ umana, modificando il nostro modo di vivere, pensare e comunicare.
E per essere veramente rivoluzionario, per definizione stessa, questo
processo deve essere stato veloce, pervasivo e violento. Indubbiamente il primo
requisito, la velocit , Ł soddisfatto: se volessimo dare i natali alla Societ
dell informazione potremmo farlo senza esitazioni collocandoli nel 1991, ovvero
l anno in cui il Conseil EuropØen pour la Recherche NuclŁaire (CERN) di
Ginevra diffuse gratuitamente in rete il World Wide Web, dando vita alla rete
globale che tutti conosciamo. Internet e il WWW sono per figli di un insieme di
progressi tecnologici sviluppati nei due decenni precedenti la pubblica diffusione
del World Wide Web. Nonostante ci , la condizione di partenza rimane piø che
soddisfatta, perchØ se in meno di due decenni le tecnologie dell informazione
hanno raggiunto qualsiasi angolo del pianeta significa che lo hanno fatto
nell equivalente di un istante storico .
Anche il secondo requisito Ł pienamente soddisfatto: una delle
caratteristiche fondanti del nuovo paradigma sociale della Societ
dell informazione, che avremo modo di definire nel primo capitolo, Ł la diffusione
pervasiva degli effetti delle nuove ICT. Dato che l informazione Ł parte integrante
dell intera attivit umana, i nuovi media tecnologici agiscono profondamente su
tutti i livelli dell organizzazione e dall attivit sociale. Ormai non esiste nessun
ambito della societ in cui le nuove tecnologie non facciano sentire i loro effetti
ed in cui non siano diventate insostituibili e profondamente integrate.
E per quanto riguarda la terza condizione? Possiamo parlare di una
rivoluzione tecnologica violenta? In che modo la diffusione delle ICT pu aver
esercitato una qualche forma di violenza sugli individui, le comunit , o piø in
generale sulla societ ? Ebbene la risposta a queste domande, che rappresenta
l oggetto di studio centrale di questa tesi, Ł racchiusa in un solo concetto: Digital
Divide .
6
In prima approssimazione, per Digital Divide intendiamo lo squilibrio
nella diffusione di Internet e le ICT nel mondo. Il Digital Divide, o Divario
Digitale, non Ł altro che una nuova frattura sociale, o forse un baratro, che divide
chi ha l opportunit di cogliere i benefici che queste nuove tecnologie portano
geneticamente con sØ - perchØ le ICT sono uno straordinario strumento per
avviare o accelerare processi di crescita e sviluppo, un potente mezzo di
organizzazione e democratizzazione dell attivit umana ed una bramata
bacchetta magica capace di creare ricchezza e benessere - e chi ne Ł escluso. Il
problema Ł che questi formidabili strumenti non sono equamente distribuiti tra le
persone e le regioni del mondo, ed in questo modo generano violenza sociale.
Violenza perchØ la disuguaglianza determina esclusione sociale, e l esclusione
sociale, come avremo modo di spiegare, causa malessere, povert , emarginazione
e miseria. Ecco soddisfatta la terza condizione necessaria per poter definire
l odierna trasformazione sociale una rivoluzione.
A vostra insaputa, abbiamo anche gi introdotto il secondo oggetto
principale della tesi. Per svelarlo nella sua forma, e sostanza, facciamo un passo
indietro per soffermiamoci su di un argomentazione che abbiamo appena
sostenuto tranquillamente e senza remore: le nuove tecnologie possono essere un
fondamentale strumento per avviare o accelerare processi di sviluppo. Ma che
cosa si intende per sviluppo? Eccolo qui il prediletto: lo sviluppo. Sebbene questo
termine sia universalmente noto, definire il concetto di sviluppo non Ł per nulla
facile e banale, ne sono state date mille definizioni ed altrettante interpretazioni.
In linea di massima, rimanendo sul vago, prendendo in prestito da un comune
dizionario definiamo lo sviluppo come «progresso; crescita in estensione, quantit
efficienza
4
». Si tratta di una definizione vaga, imprecisa ed inutile ai nostri fini
perchØ a noi interessa una precisa nozione di sviluppo, lo sviluppo sociale, che Ł
anche crescita e progresso, che mira certamente ad aumentare l efficienza, che
indubbiamente concerne anche lo sviluppo meramente economico, ma che non si
riduce solamente a questi aspetti. Come avremo modo di vedere, il concetto che
piø si avviciner alla nostra idea di sviluppo sar il cosiddetto sviluppo umano .
A questo punto Ł giunto il momento di porsi una semplice domanda: in che
modo le tecnologie dell informazione e della comunicazione possono favorire, o
ostacolare, uno sviluppo umano piø equo? Ancora, piø in generale, che relazione
4
Dizionario Italiano Sabatini e Coleti (1997, p. 2691)
7
si istaura tra ICT e sviluppo? Univoca o bidirezionale? O al contrario si tratta di
due entit , o meglio processi, distinti e in nessun modo relazionabili? Avremo
modo di appagare la vostra curiosit in merito a questi interrogativi. E non solo,
perchØ oseremo molto di piø e rischieremo la reputazione per rispondere alla
domanda per eccellenza, che rappresenta il vero obiettivo che ha portato alla
nascita dell idea di scrivere questa tesi: Ł possibile ed auspicabile superare, o
colmare, il Digital Divide? Questa volta evito di suggerire possibili risposte a
questo enigma, perchØ di un rompicapo si tratta davvero, e invito il lettore a
soddisfare il desiderio di conoscerle da sØ, leggendo questo elaborato.
Tanto per stuzzicarvi ulteriormente il desiderio di sapere, colgo
l occasione per citare le sapienti parole dell onorevole Franco Bassanini, il quale
ha affermato che «il problema del Digital Divide Ł il problema cruciale di questo
secolo
5
». Un secolo che, se Ł stato definito Digital Renaissance
6
, il nuovo
rinascimento digitale, potrebbe anche tramutarsi in una Digital Middle Ages , un
Medio Evo digitale: un nuovo secolo buio
7
dominato dall ineguaglianza, il
privilegio, la povert , l analfabetismo, la miseria, la fame e chi piø ne ha piø ne
metta. A questo punto la tentazione potrebbe essere quella di chiudere l elaborato
che avete tra le mani per evitare di sprecare tempo prezioso nel conoscere un
problema che vi tocca relativamente, perchØ in fondo Internet ce l avete e sapete
benissimo come usarla, e chi se ne importa di quella parte del mondo che non ha
le nostre possibilit , il problema non ci tocca.
Sbagliato, perchØ il Digital Divide non Ł soltanto una nuova frattura
sociale che si va ad aggiungere a tutte le altre, ma Ł un problema emergente e
prioritario, una fonte di disuguaglianza nuova, pervasiva ed estremamente
pericolosa. Non interessarsene, lasciare che le cose vadano come devono andare e
sperare che il Divario Digitali si colmi da solo Ł un errore di portata storica.
Bisogna intervenire, trovare delle soluzioni e cercare di superare, o almeno
ridurre, il Digital Divide il prima possibile perchØ questa volta il tempo, per varie
ragioni, ci Ł nemico. E la responsabilit di fare ci spetta a noi, all uomo e a
nessun altro, perchØ la rete delle reti siamo noi: noi l abbiamo creata, noi le
5
Bassanini Prefazione , in Buongiovanni et al. (2003, p. 10)
6
Carly Fiorina cit. in Bassanini Prefazione , cfr. Buongiovanni et al. (2003, p. 10)
7
Senza con ci voler contraddire l ormai assodato superamento, sancito dalla storiografia
moderna, della concezione del medioevo come periodo buio , ma piø semplicemente rifacendomi
al vecchio luogo comune.
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abbiamo dato una forma e noi possiamo cambiarla. Quindi bando ad ogni ipotesi
di determinismo tecnologico, noi siamo i responsabili di fronte ad una realt cos
distorta e a noi tocca cercare di cambiarla e migliorarla. Un primo passo per farlo
poggia sull analisi e la ricerca teorica. Ormai Ł universalmente assodato il fatto
che sia necessario un inquadramento concettuale del problema rappresentato dallo
squilibrio nella distribuzione delle ICT. Solo in questo modo si potr determinare
la prassi per tutti coloro che progettano azioni ed interventi specifici volti al
superamento del Digital Divide. E noi proveremo a dare un minimo e modesto
contributo affinchØ questo passo decisivo sia compiuto.
Nel farlo, nel cercare di comprendere, misurare e spiegare il Digital
Divide, per forza saremo influenzati dal nostro modo di pensare, da ci in cui
crediamo e dal modo in cui vediamo e percepiamo il mondo che ci circonda. Ma
nel chiederci quale sar l impatto sociale futuro del Digital Divide, se valga
davvero la pena interessarsene, e nel cercare di capire come sia opportuno
intervenire per colmarlo, saremo Cyber-ottimisti , cioŁ sicuri della possibilit di
sradicare le disuguaglianze sociali dalla faccia del pianeta grazie alle ICT,
Cyber-pessimisti , vale a dire convinti che le nuove tecnologie al contrario
aumenteranno le disparit esistenti, o Cyber-scettici , convinti che le ICT non
porteranno di per sØ ad alcun cambiamento radicale e verranno invece utilizzate
dai poteri forti della societ per mantenere lo status quo?
8
Nelle argomentazioni
appena proposte il sottoscritto si Ł gi chiaramente sbilanciato a favore di una
delle tre possibilit , e nel resto della tesi avr modo di motivare tale posizione.
Posizione che per , proprio in virtø del superamento del determinismo
tecnologico, non Ł nØ predeterminata, nØ irremovibile.
Prima di concludere questa breve prefazione, vediamo infine di riassumere
il percorso di analisi che ho scelto di seguire in questa tesi. Il primo capitolo Ł
sostanzialmente il quadro storico e teorico di riferimento su cui si baser l intera
discussione, ed Ł volto a definire e spiegare l essenza della nuova societ in rete.
Nel secondo capitolo vedremo di inquadrare, definire e relazionare i due soggetti
principali della tesi: il Digital Divide e lo sviluppo umano. Nel terzo capitolo
analizzeremo il ruolo svolto dai principali grandi attori sociali nelle politiche e
negli interventi miranti il superamento del Divario Digitale. Nel capitolo quattro,
dopo aver analizzato le molteplici dimensioni del Digital Divide, cercheremo di
8
Cfr. Norris (2001, Chapter 2, p. 1)
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proporre un modello che possa rappresentare un valido strumento condiviso di
comprensione e intervento per il superamento delle disuguaglianze nella
diffusione delle ICT. Nel quinto e nel sesto capitolo, avvalendoci delle piø
attendibili ed aggiornate ricerche ed indagini condotte in materia, analizzeremo
due dei piø importanti livelli del Digital Divide: la distribuzione degli utenti di
Internet e la distribuzione delle informazioni e dei contenuti presenti in rete.
Ho cercato di seguire un percorso di analisi serio e coerente, il piø
esaustivo possibile e, in linea di massima, caratterizzato da una parziale
autonomia delle singole parti che lo compongono, nell ottica di permetterne una
consultazione semi-indipendente. Essendo il Digital Divide uno dei problemi piø
dibattuti degli ultimi anni e sempre piø spesso al centro dell attenzione mediatica
mondiale, a volte alcune nozioni di base sono date per scontate: del resto non si
pu pretendere totale esaustivit riguardo lo scibile umano ad una tesi di laurea.
Ci non significa per che l elaborato sia rivolto esclusivamente agli addetti ai
lavori , ai piø esperti in ambiti quali la sociologia, l informatica e le tecnologie
perchØ, quando possibile, mi sono preso il lusso di dare le informazioni retroterra
necessarie per capire meglio i ragionamenti ed i passaggi base. Non di meno il
Digital Divide Ł un problema vasto e sfaccettato, multidimensionale e mutevole, e
sicuramente uno dei fenomeni sociali meno chiari e di piø difficile interpretazione
dei giorni nostri. Molto Ł stato detto e tanto ci sarebbe ancora da dire su di esso.
Pertanto, l analisi che faremo nei capitoli seguenti sar necessariamente figlia di
una selezione: una scelta personale tra un infinit di approcci, punti di vista, idee
e posizioni diverse, a volte concordanti altre volte divergenti.
Concludo con una provocazione tratta dalle parole di Manuel Castells, il
vero maestro che piø di tutti mi ha ispirato, istruito e consigliato nella stesura di
questo elaborato: « la storia Ł appena iniziata. [ ] ¨ l inizio di una nuova era,
l Et dell informazione, contrassegnata dall autonomia della cultura in rapporto
alle basi materiali della nostra esistenza. Ma questo non Ł necessariamente motivo
di celebrazione. PerchØ, finalmente soli nel nostro mondo umano, dovremo
guardarci allo specchio della realt storica. E quello che vedremo potrebbe non
piacerci
9
».
9
Castells (2002a, p. 544)
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