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CAPITOLO 1
PRELIMINARI DI ALGEBRA
TEORIA DEI GRUPPI
DEFINIZIONE 1.1.1 :
Una struttura algebrica con un‟operazione interna si dice gruppo se è
un‟operazione associativa in , esiste in l‟elemento neutro, rispetto all‟operazione , e ogni
elemento di è simmetrizzabile.
DEFINIZIONE 1.1.2 :
Un gruppo si dice abeliano se l‟operazione interna è commutativa.
Senza perdita di generalità usiamo per l‟operazione in un gruppo la notazione moltiplicativa, in tal
caso l‟elemento neutro in si denota col simbolo 1 e il simmetrico di un elemento si denota
con
. In notazione additiva, invece, l‟elemento neutro si denota col simbolo 0 e il simmetrico di
un elemento , detto opposto, si denota con – .
DEFINIZIONE 1.1.3 :
Sia un gruppo e un suo elemento. Qualunque sia un numero intero relativo, la potenza
di con esponente è l‟elemento di definito ponendo
e, per induzione,
,
se . Se poi dovesse essere negativo si pone
.
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DEFINIZIONE 1.1.4 :
Sia un gruppo. Una parte stabile di si dice sottogruppo di , e si scrive , se la
sottostruttura è a sua volta un gruppo. Poiché l‟operazione in è ovviamente associativa, in
quanto tale è l‟operazione in , la parte stabile di è un sottogruppo se, e solo se, la struttura
possiede elemento neutro e ogni suo elemento è simmetrizzabile.
PROPOSIZIONE 1.1.5 :
Sia un gruppo. Una parte non vuota di è un sottogruppo se, e solo se, per ogni coppia
di elementi di anche il prodotto
appartiene ad .
Introduciamo ora le equivalenze in un gruppo.
Siano un gruppo e un sottogruppo di . Si consideri in la relazione binaria
, definita
ponendo
se, e solo se, e sono elementi di tali che
.
è una relazione di equivalenza, inoltre , risulta
.
La classe
si dice laterale sinistro di in determinato da , e si denota col simbolo .
Notiamo che se l‟operazione in è denotata additivamente il laterale sinistro di in determinato
da si denota col simbolo , ed è l‟insieme .
Facendo lo stesso discorso fatto per i laterali sinistri, dato un gruppo e un suo sottogruppo e
considerata la relazione binaria
definita ponendo
se, e solo se,
, si ottiene che
è una relazione di equivalenza e una classe di equivalenza corrispondente ad un elemento di
si definisce come segue:
. Una tale classe di equivalenza prende il nome di
laterale destro di in determinato da e si denota col simbolo .
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OSSERVAZIONE 1.1.8 :
1. I laterali sinistri e destri costituiscono una partizione di .
2.
e
.
3.
e
definiscono un unico laterale che coincide col gruppo stesso.
e
definiscono i laterali del tipo , con , ovvero i singleton di .
DEFINIZIONE 1.1.9 :
Data una struttura algebrica , una relazione di equivalenza in S si dice compatibile a sinistra
(rispettivamente a destra) con l‟operazione se, qualunque siano gli elementi
e
di tali che
, si ha che
(
rispettivamente
) .
DEFINIZIONE 1.1.10 :
Data una struttura algebrica , con operazione interna, una relazione di equivalenza
in si dice conguenza in se
tali che
e
, risulta anche
.
Data una struttura algebrica e una relazione di equivalenza in , l‟operazione interna
induce un‟operazione sull‟insieme quoziente se, e solo se, è una congruenza in .
Si dimostra inoltre che è una congruenza in se, e solo se, è compatibile a sinistra e a destra
con l‟operazione
. Vediamo ora come si caratterizzano le congruenze in un gruppo.
TEOREMA 1.1.11 :
Sia un gruppo. Una relazione di equivalenza in è una congruenza se, e solo se, esiste un
sottogruppo di tale che
.
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DEFINIZIONE 1.1.12 :
Sia un gruppo. Un sottogruppo di si dice normale in se risulta
.
In tal caso la relazione di equivalenza
si denota semplicemente con il simbolo
.
PROPOSIZIONE 1.1.13 :
I sottogruppi di un gruppo abeliano sono tutti sottogruppi normali.
Possiamo ora affermare che una relazione di equivalenza in un gruppo è una congruenza in
se, e solo se, esiste un sottogruppo normale tale che coincida con la relazione
(dei laterali)
determinata dal sottogruppo normale stesso.
Sia un gruppo e sia un suo sottogruppo normale. Poiché la relazione di equivalenza
è una
congruenza in , è possibile definire sull‟insieme quoziente , come già osservato in
precedenza, un‟operazione, detta operazione quoziente:
.
Si dimostra che l‟operazione in è associativa,
è l‟elemento neutro in e
l‟inverso di ogni elemento di è il laterale
.
Pertanto, possiamo asserire che la struttura algebrica è un gruppo chiamato gruppo
quoziente di rispetto al sottogruppo normale , i cui elementi sono i laterali di in .
In particolare, se è abeliano anche il gruppo quoziente da esso definito è abeliano.
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TEORIA DEI CAMPI
DEFINIZIONE 1.2.1 :
Sia un insieme non vuoto. La struttura algebrica dotata delle due operazioni binarie
interne “ ” si dice campo se valgono le seguenti:
1. è un gruppo abeliano.
2. è associativa.
3. Esiste in l‟elemento neutro rispetto a .
4. Ogni elemento di non nullo è invertibile.
5. è commutativa.
6. Vale la proprietà distributiva della moltiplicazione rispetto alla somma, ovvero:
.
L‟elemento neutro di
è lo 0 e si dice anche elemento nullo, mentre 1 è l‟elemento neutro di e
prende il nome di unità o elemento unitario.
Se la cardinalità del campo, che si indica con , è un intero positivo finito, allora il campo si dice
finito, altrimenti il campo si dice infinito.
Introduciamo ora il concetto di caratteristica di un campo .
Premettiamo che, dato un anello unitario, la cui unità si denota con , e considerata l‟applicazione
, si dimostra che è un omomorfismo, per cui
è un sottoanello di isomorfo a , detto sottoanello fondamentale di .
Il generatore non negativo dell‟ideale di prende il nome di caratteristica di .
In particolare, se è un campo, si dice sottocampo fondamentale di , e si indica con
, il
campo dei quozienti del sottoanello fondamentale di .
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Si dimostra inoltre che, fissato un campo , la seguente definizione è equivalente alla precedente.
DEFINIZIONE 1.2.2 :
Sia un campo e sia 1 il suo elemento unitario e 0 il suo elemento nullo.
Si definisce caratteristica del campo , e si indica con , il minimo numero intero positivo
tale che .
Se un siffatto non esiste allora si pone .
PROPOSIZIONE 1.2.3 :
Sia un campo . Allora la caratteristica di è zero oppure è un numero primo.
PROPOSIZIONE 1.2.4 :
Sia un campo di caratteristica . Se , il sottocampo fondamentale
di è isomorfo al
campo Q dei numeri razionali, mentre se è un numero primo, il sottocampo fondamentale
di
è isomorfo al campo
degli interi modulo .
COROLLARIO 1.2.5 :
Sia un campo con caratteristica 0, allora è infinito.
Il viceversa del teorema precedente non vale, infatti basta prendere il campo
, delle funzioni
razionali su un campo finito, per avere un semplice controesempio.
TEOREMA 1.2.6 :
Sia un campo finito, allora la sua caratteristica è un primo .
TEOREMA 1.2.7 :
Sia un campo finito. Allora l‟ordine di è una potenza
di un numero primo .
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TEOREMA 1.2.8 :
Per ogni potenza
di un numero primo , esiste, a meno di isomorfismi, un unico campo
finito di ordine .
Consideriamo ora un argomento che utilizzeremo spesso nel prosieguo della tesi, ovvero le
estensioni. Tratteremo quest‟argomento dando per scontati alcuni concetti algebrici di base,
soprattutto sulla teoria degli anelli, e alcuni risultati formali, onde evitare inutili divagazioni.
DEFINIZIONE 1.2.9 :
Sia un campo. Un campo si dice estensione di se esiste un monomorfismo ,
ovvero ciò equivale a chiedere che sia isomorfo a un sottocampo di .
DEFINIZIONE 1.2.10
Sia un campo, un suo sottocampo e un elemento di .
Si consideri il sottoinsieme di costituito dagli elementi
, dove è un
intero non negativo e i
sono elementi di .
Tale insieme è il sottoanello di generato da ed è un dominio di integrità.
Consideriamo ora il sottoinsieme di così definito:
,
e
.
, che prende il nome di estensione semplice di mediante , è isomorfo al campo dei
quozienti di ed è, più precisamente, il sottocampo di generato da .
DEFINIZIONE 1.2.11 :
Siano un campo, un suo sottocampo e
una parte finita di .
Il sottocampo di generato dall‟insieme
si denota col simbolo
e
risulta
.
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DEFINIZIONE 1.2.12 :
Siano un campo e un suo sottocampo.
Un elemento di si dice algebrico su se è radice di un polinomio non nullo a coefficienti in ,
cioè se esiste non nullo tale che .
Un elemento di che non sia algebrico su si dice trascendente.
Sia ora un campo, un suo sottocampo e un elemento di .
L‟applicazione:
è un epimorfismo.
Infatti
è ovviamente suriettiva e risulta che qualunque siano i polinomi e in :
e
.
Segue allora che è isomorfo all‟anello
, dove
, ovvero l‟ideale di
costituito dai polinomi di cui è radice.
Pertanto è trascendente su se, e solo se,
, ma in questo caso l‟applicazione
è anche
iniettiva per cui e sono isomorfi.
Sia invece
, allora esiste un unico polinomio monico a coefficienti in tale che
. Tale polinomio si dice polinomio minimo di su ed ha grado minimo tra i polinomi
non nulli a coefficienti in di cui è radice.
Inoltre, dalla minimalità di , si dimostra che quest‟ultimo è un polinomio irriducibile.
Di seguito enunciamo alcuni ulteriori risultati.
PROPOSIZIONE 1.2.13 :
Sia un campo e siano un sottocampo di e un elemento di algebrico su .
Un polinomio a coefficienti in è il polinomio minimo di su se, e solo se, è irriducibile,
monico e .
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PROPOSIZIONE 1.2.14 :
Siano un campo e un sottocampo di . Un elemento di è algebrico su se, e solo se,
.
TEOREMA 1.2.15 :
Sia un campo e siano un sottocampo di e un elemento di algebrico su .
Se è il grado del polinomio minimo di su , allora ogni elemento del campo si esprime in
un unico modo nella forma
, con
.
DEFINIZIONE 1.2.16 :
Sia un campo e un sottocampo di .
La restrizione della moltiplicazione in all‟insieme è un‟operazione
esterna ad con dominio di operatori e le proprietà delle operazioni in assicurano che la
struttura algebrica è uno spazio vettoriale sul campo .
Si dice grado di su , e si denota col simbolo , la dimensione di come spazio vettoriale
su , cioè il numero cardinale di una base dello spazio vettoriale stesso.
In particolare se tutte le basi di sono finite e hanno ordine , risulta .
DEFINIZIONE 1.2.17 :
Un‟estensione si dice finita se ha grado finito, infinita altrimenti.
DEFINIZIONE 1.2.18 :
Siano un campo e un sottocampo di . Si dice che è un‟estensione algebrica di se ogni
elemento di è algebrico su .
Se non è un‟estensione algebrica, allora si dice trascendente.
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TEOREMA 1.2.19 :
Sia un campo e sia un‟estensione di di grado finito . Allora è un‟estensione algebrica su
, e ogni elemento di è radice di un polinomio non nullo a coefficienti in di grado al più .
TEOREMA 1.2.20 :
Sia un campo, un sottocampo di e un elemento di algebrico su . Se è il grado del
polinomio minimo di su , allora l‟estensione semplice ha grado su .
In particolare è un‟estensione algebrica di .
COROLLARIO 1.2.21 :
Sia un campo e sia un sottocampo di . Allora ha grado finito su se, e solo se, esistono
degli elementi
di algebrici su tali che
.
OSSERVAZIONE 1.2.22 :
Esistono estensioni algebriche di grado infinito. Consideriamo ad esempio, fissato l‟intero , il
numero reale
. Tale elemento è algebrico su Q, in quanto radice del polinomio
, ma tale
polinomio è irridicibile in Q ed è il polinomio minimo di
su Q.
Dunque
non è radice di alcun polinomio non nullo a coefficienti razionali di grado minore di
, segue allora dalla proposizione 1.2.19 che la chiusura algebrica (DEFINIZIONE 1.3.10) di Q
nell‟insieme dei numeri reali è un‟estensione algebrica di grado infinito di Q.
Poiché un elemento trascendente su un sottocampo di un campo non è soluzione di alcun
polinomio a coefficienti in , il grado dell'estensione su è infinito; di conseguenza, il grado
di qualsiasi estensione trascendente è infinito, e questo strumento in tal caso si rivela inutile.
Al suo posto si introduce la nozione di grado di trascendenza, ottenuto sostituendo al concetto di
indipendenza lineare quello di indipendenza algebrica.
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DEFINIZIONE 1.2.23 :
Sia un campo e sia un suo sottocampo. Gli elementi
sono algebricamente
dipendenti su se soddisfano una relazione polinomiale non banale su , ovvero se
non nullo tale che
. Se ciò non accade allora gli
si dicono
algebricamente indipendenti su .
DEFINIZIONE 1.2.24 :
Sia un campo, un suo sottocampo e un sottoinsieme di infinito. si dice algebricamente
indipendente su se ogni sottoinsieme finito di è algebricamente indipendente su , altrimenti
si dice algebricamente dipendente su .
DEFINIZIONE 1.2.25 :
Sia un campo, un suo sottocampo e
un insieme massimale di elementi di
algebricamente indipendenti su , allora
si dice base di trascendenza di su .
La seguente proposizione ci permette di correlare la nozione di elementi di un campo
algebricamente indipendenti su un sottocampo con quella di estensione.
PROPOSIZIONE 1.2.26 :
Se
è una base di trascendenza finita del campo su un suo sottocampo , allora ogni
, o più, elementi di sono algebricamente dipendenti su .
Si ha inoltre che ogni coppia di basi di trascendenza di su finite hanno lo stesso numero di
elementi, e tale numero prende il nome di grado di trascendenza di su .
Notiamo, in particolare, che un‟estensione algebrica ha grado di trascendenza 0.
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Trattiamo, infine, estensioni separabili e inseparabili (o non separabili), tali nozioni saranno
utilizzate in seguito nello studio delle curve in caratteristica positiva.
DEFINIZIONE 1.2.27 :
Sia un campo e sia un polinomio irriducibile a coefficienti in di grado , esiste
allora un‟estensione algebrica
di in cui si fattorizza in fattori lineari,
, con ;
tale estensione prende il nome di campo di spezzamento di .
Si dice che è separabile se è privo di radici multiple in , ovvero
, in caso
contrario il polinomio si dice inseparabile (o non separabile).
Un polinomio si dice separabile se ogni suo fattore irriducibile in è separabile.
Se il campo ha caratteristica zero tutti i polinomi irriducibili sono separabili, nel caso invece della
caratteristica positiva un polinomio irriducibile
è separabile se, e solo se,
tale che
.
Inoltre si dimostra facilmente, che un utile criterio di separabilità è che il polinomio
, derivata di rispetto alla variabile , sia diverso dal polinomio nullo.
DEFINIZIONE 1.2.28
Data un‟estensione algebrica di un campo sul suo sottocampo , un elemento è separabile
su se il suo polinomio minimo è separabile. Inoltre l‟estensione di si dice separabile se ogni
è separabile su . In caso contrario l‟estensione si dice inseparabile (o non separabile).
Se il campo ha caratteristica zero o è un campo finito, allora ogni estensione algebrica è
separabile. In generale in caratteristica positiva ciò non vale.
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DEFINIZIONE 1.2.29 :
Sia un campo e un suo sottocampo di caratteristica . Un elemento si dice puramente
inseparabile su se una qualche potenza
di con appartiene a .
Ciò accade soltanto se il polinomio minimo di su è del tipo
, con ed .
Come nel caso della separabilità, un‟estensione di si dice puramente inseparabile se ogni
elemento di è puramente inseparabile su .
Chiudiamo questa parte enunciando le seguenti proposizioni, che evitiamo di dimostrare.
PROPOSIZIONE 1.2.30 :
Data un‟estensione algebrica di un campo , esiste un unico campo intermedio , ovvero
, tale che è un‟estensione di separabile, mentre è un‟estensione di puramente
inseparabile. In particolare si ha che , dove si dice grado inseparabile e
si dice grado separabile dell‟estensione di .
PROPOSIZIONE 1.2.31 :
Sia un‟estensione di grado di trascendenza 1 su un campo , allora
è
un sottocampo di , inoltre è un‟estensione di
puramente inseparabile di grado . Viceversa se
e è un‟estensione di
puramente inseparabile di grado , allora
.
PROPOSIZIONE 1.2.32 (TEOREMA DELL‟ELEMENTO PRIMITIVO) :
Sia un campo infinito e sia un‟estensione algebrica di . Allora, se almeno uno tra e
è un elemento separabile su , esiste tale che .
PROPOSIZIONE 1.2.33 :
Sia un campo algebricamente chiuso e sia un‟estensione avente grado di trascendenza 1 su .
Se è un elemento trascendente su , allora esiste tale che .
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POLINOMI
DEFINIZIONE 1.3.1 :
Sia un campo e consideriamo
variabili.
Si definisce monomio nelle variabili
a coefficienti sul campo un‟espressione del tipo:
, con
e . Si dice grado del monomio la somma degli
esponenti delle variabili incognite, ovvero
.
DEFINIZIONE 1.3.2 :
Si dice polinomio nelle variabili
una somma finita di monomi, ovvero
.
Si definisce grado del polinomio, e si indica con , il massimo tra i gradi dei monomi che lo
compongono. I polinomi di grado zero sono le costanti, mentre l‟unico polinomio a cui non è
assegnato un grado è il polinomio nullo, in notazione 0, cioè il polinomio somma di monomi nulli.
L‟insieme
denota l‟insieme dei polinomi a coefficienti in nelle variabili
e può essere dotato di alcune operazioni:
1) Prodotto esterno di uno scalare per un polinomio:
.
2) Prodotto interno tra due polinomi:
.
3) Somma interna tra due polinomi:
.
Una volta definite tali operazioni si ha che:
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(i)
è uno spazio vettoriale di dimensione infinita.
(ii)
è un gruppo abeliano.
(iii)
è un dominio di integrità.
Poiché l‟operazione ristretta a
coincide con il prodotto esterno ·
, d‟ora in avanti,
per semplicità, useremo la notazione · per entrambi i prodotti.
OSSERVAZIONE 1.3.3 :
Siano
due polinomi in
allora si ha che:
e .
DEFINIZIONE 1.3.4 :
Sia un polinomio in
, allora un polinomio
si dice associato di se
, con .
DEFINIZIONE 1.3.5 :
Siano
due polinomi in
, con .
i dice che è un divisore di (in notazione ) o equivalentemente che divide
se
tale che .
Osserviamo che tutti i polinomi ammettono divisori: i loro associati e le costanti.
Tali divisori si dicono divisori banali.
Notiamo inoltre che, banalmente, ogni polinomio in
divide il polinomio nullo.
DEFINIZIONE 1.3.6 :
Un polinomio
, non costante, è irriducibile se ammette solo divisori banali.
PROPOSIZIONE 1.3.7 :