4
INTRODUZIONE
Dove andrà Cuba?
A 48 anni dalla salita al potere di Fidel Castro cosa succederà dopo la sua
morte?
Come cambierà il quadro geopolitico?
Come cambieranno le relazioni di questa piccola isola che durante gli anni
della Guerra Fredda ha cercato di rivestire il ruolo di grande potenza?
Queste le domande che mi sono posta nell‟intraprendere il mio lavoro e queste
le domande che sono alla base dello stesso.
Ho avuto difficoltà nel reperire libri e materiale documentario che mi
offrissero un quadro completo della situazione e che analizzassero tutti gli
aspetti della questione. Ho dovuto quindi affrontare un lavoro di ricerca
piuttosto impegnativo, che non ha la pretesa di essere completo ma che
comunque intende adeguarsi il più possibile alla realtà di fatto.
Il presente lavoro è stato articolato, cercando di tenere sempre presente la
complessità del caso, in tre grandi aree. La prima parte è storica e prende le
mosse dalla scoperta spagnola dell‟isola fino ad arrivare agli anni Novanta del
XX secolo, passando per le tappe più importanti della storia di questo Paese,
come il fallito attacco al Moncada nel 1953, l‟incontro tra Fidel Castro e
Ernesto Gevara, la presa de L‟Avana nel 1959, l‟internazionalismo di Cuba in
Africa e in America Latina. Un‟analisi completa ma sintetica, una semplice
premessa per poi soffermarmi in modo più dettagliato, nella seconda parte,
sulle relazioni con l‟Urss e successivamente con la Russia e con gli Stati Uniti, i
due maggiori Paesi che hanno, per un certo verso, condizionato gli sviluppi di
Cuba, e ho poi cercato di analizzare il suo isolazionismo in seguito alla
dissoluzione dell‟Unione Sovietica, le leggi approvate dal Congresso
statunitense (Legge Torricelli e Legge Helms-Burton) e lo sviluppo delle
relazioni con l‟Unione Europea. Nella parte finale ho esaminato l‟eventualità di
una possibile apertura dell‟isola ai valori dell‟Occidente (democrazia, rispetto
5
dei diritti umani, liberalismo economico ecc.) per arrivare a studiare le
complesse personalità di Fidel Castro e di Raúl, del nuovo quadro geopolitico
latinoamericano fino ai possibili scenari del “dopo Fidel”.
Cito testualmente al riguardo le parole di Ignacio Ramonet nella prefazione al
libro Autobiografia a due voci, “La caduta del Muro di Berlino con la scomparsa
dell‟Unione Sovietica e il fallimento storico del socialismo autoritario di Stato
non sembrano aver modificato il sogno di Fidel Castro di instaurare nel suo
Paese una società di nuovo tipo, con meno disuguaglianze, più sana e più
istruita, senza privatizzazioni e discriminazioni e con una cultura globale
integrale. La nuova alleanza con il Venezuela di Hugo Chávez è servita a
consolidare queste convinzioni” e ancora “nonostante gli avversari di Fidel
Castro non riescano ad accettare l‟idea, la lealtà dei cubani alla Rivoluzione è
una realtà politica”
1
.
Cuba attualmente sta vivendo un momento di grande importanza storica, una
transizione inevitabile, graduale ma non per questo meno dolorosa. Fidel
Castro nel 2006 ha abbandonato la scena politica del Paese delegando, in
quell‟occasione, solo “temporaneamente” i poteri al fratello Raúl e, in una
lettera pubblicata sul Granma, il 19 febbraio 2008 ha espresso la sua definitiva
intenzione di “non accettare né l‟incarico di Presidente del Consiglio di Stato
né di Comandante in Capo”
2
. Preludio questo di un effettivo cambiamento o
solo di un semplice passaggio di testimone nella continuità della tradizione
rivoluzionaria? Con le nuove elezioni dell‟Assemblea Nazionale sembra sia
questa la corrente prevalente ma lo scenario è ancora aperto e non si possono
azzardare previsioni sul futuro. Mi sento solo di dire che l‟autorità morale di
Castro non verrà indebolita dal semplice ritiro dal proscenio ma, pur nella
continuità dei principi rivoluzionari, Raúl e tutta la dirigenza politica cubana
dovrà operare dei cambiamenti rimediando inoltre agli errori del passato
(specialmente in campo economico), se vuole salvaguardare il proprio potere
attraverso un rinnovato consenso popolare.
1
Ignacio Ramonet, Fidel Castro, Autobiografia a due voci, Editore Mondadori, Milano, 2007, p.17
2
http://www.granma.cubaweb.cu/2008/02/19/nacional/artico3.html
6
Non tutti saranno d‟accordo con tale impostazione ma occorre pur dire che la
Rivoluzione fa davvero parte della cultura storica di Cuba e del suo popolo le
cui reazioni non sono certamente prevedibili.
7
CAPITOLO I
INQUADRAMENTO STORICO
Cuba è stata una delle prime terre “scoperte” da Cristoforo Colombo durante
il suo viaggio verso le “Indie” ma, ossessionato dalla ricerca dell‟oro, egli
lascerà ben presto l‟isola perchè ne possiede limitate quantità e spetterà a
Diego Velázquez il merito di averla esplorata a fondo alla fine del 1509.
L‟estinzione della popolazione autoctona di Cuba comporta la necessaria
importazione di schiavi che non cessa neanche con un decreto reale in cui
sono esplicitamente condannate le attività schiavistiche. Nel 1762 Cuba viene
occupata manu militari da parte degli inglesi che, nonostante i pochi mesi di
permanenza, introducono nell‟isola attrezzature moderne per la lavorazione
della canna da zucchero e importano numerosi negri d‟Africa. Cuba si apre
così al commercio internazionale e tale situazione non viene modificata
neanche con la restaurazione della sovranità spagnola nel 1763
3
.
Tra il 1774 e il 1817 il Paese conosce un forte incremento demografico e le
restrizioni commerciali ancora in vigore vengono ufficialmente eliminate
(1818). Tuttavia, intorno al 1830, il Governo spagnolo torna a praticare
politiche repressive, provocando nei coloni un forte sentimento di
indipendenza.
Il movimento indipendentista diventa particolarmente attivo tra il 1834 e il
1838 durante il governatorato di Miguel de Tacón; rivolte e cospirazioni
contro gli spagnoli domineranno la scena politica cubana per tutto il resto del
secolo. Tra il 1848 e il 1851 un movimento che rivendica l'annessione dell'isola
agli Stati Uniti, guidato dal generale ispano-americano Narciso López, viene
duramente represso dagli spagnoli che giustiziano lo stesso López. Nel 1854
gli americani prendono in considerazione l'acquisto e l'annessione dell'isola,
3
Fu la Pace di Parigi a determinare il ritiro da Cuba dell‟Inghilterra
8
ma la guerra di secessione e il netto rifiuto degli spagnoli non consentono la
realizzazione del progetto. Nel 1868 un movimento rivoluzionario, sotto la
guida di Carlos Manuel de Céspedes, proclama l'indipendenza; gli spagnoli
reagiscono ancora una volta con dure repressioni che segneranno l‟inizio di
una guerra lunga e sanguinosa destinata a concludersi solo dieci anni dopo,
con il patto di El Zantón. Tra il 1880 e il 1886 il Governo spagnolo attua
riforme volte ad abolire la schiavitù e nel 1893 viene decretata l‟uguaglianza dei
diritti civili tra bianchi e negri. Nonostante l'attuazione delle suddette riforme,
il Governo spagnolo continua ad opprimere la popolazione; il 23 febbraio
1895 il crescente malcontento dà vita ad un‟azione rivoluzionaria sotto la guida
di José Martí
4
e del generale Máximo Gómez y Báez. Il Governo degli Stati
Uniti a seguito dell‟affondamento della nave da guerra Maine avvenuto il 15
febbraio 1898 nel porto de l‟Avana, episodio di cui la Spagna, probabilmente a
torto, fu ritenuta responsabile, interviene a sostegno dei rivoluzionari
nell‟aprile del 1898, scatenando così la guerra ispano-americana. Sarà proprio
l‟intervento statunitense a determinare la sconfitta spagnola. Il palese squilibrio
di forze porta a una rapida conclusione delle operazioni belliche e nel
dicembre del 1898 viene firmato a Parigi il trattato di pace con il quale gli Stati
Uniti ottengono Puerto Rico, Guam e le Filippine mentre a Cuba si insedia un
governo militare di occupazione, che si protrarrà sino al maggio del 1902,
quando verrà formalmente istituita la Repubblica cubana con l‟elezione a
Presidente di Tomás Estrada Palma.
Tuttavia la Costituzione cubana, già adottata nel 1901, viene sottoposta a
revisione da parte del Congresso statunitense (Emendamento Platt)
5
il quale
4
Josè Martì, patriota cubano a lungo esule prima in Messico e poi negli Stati Uniti. Uomo di lettere,
convinto repubblicano introduce nella seconda metà del diciannovesimo secolo l‟idea che una guerra
di indipendenza dalla Spagna dovrebbe portare con sé, oltre al cambiamento della leadership politica,
anche una profonda rivoluzione sociale nella struttura schiavistica della società coloniale, una riforma
agraria, eguaglianza fra le razze e giustizia sociale. Muore nel combattimento del 1895.
5
Emendamento approvato dal Congresso degli Stati Uniti nel febbraio del 1901, che conferisce agli
Stati Uniti “il diritto di intervenire per salvaguardare l‟indipendenza di Cuba e garantire un governo in
grado di proteggere la vita, il patrimonio e le libertà dei cittadini”. Tale emendamento consente inoltre
agli Stati Uniti di insediare sul territorio dell‟Isola basi navali e carbonifere. Viene inoltre concessa agli
Stati Uniti, a tempo indeterminato, la base militare di Guantánamo.
9
stabilisce che ogni accordo militare o diplomatico del Paese deve prima essere
vagliato e approvato da Washington. In questo stesso periodo le compagnie
americane investono massicciamente nell'economia cubana, arrivando a gestire
gran parte delle risorse del Paese, tra cui la redditizia industria dello zucchero.
L'insoddisfazione popolare per questo stato di cose, aggravata da fenomeni di
frode e corruzione in seno alla classe dirigente, sarà la causa di molteplici
insurrezioni, la prima delle quali, che avviene nell'agosto del 1906 in seguito
alla rielezione di Palma, causa l'intervento militare degli americani i quali
controlleranno l‟isola fino al 1912. Un ulteriore intervento statunitense avviene
nel 1917, quando Miguel Gómez guida un'insurrezione contro il Presidente
Mario García Menocal; a partire da quel momento i legami tra Cuba e Stati
Uniti diventeranno sempre più stretti.
6
.
Nel 1925 si costituisce nell‟isola il Partito Comunista. Tra i fondatori è
presente Julio Antonio Mella
7
che era stato segretario della Federazione degli
Studenti Universitari (FEU), organizzazione di istanze popolari e
antimperialiste. Sempre nel 1925 si costituisce la Confederazione sindacale.
Come quasi in tutti gli stati dell‟ America Latina, il Governo risponde alle
periodiche insurrezioni civili con forti misure repressive che divengono ancor
più pesanti sotto la dittatura di Gerardo Machado
8
destinata ad avere breve
durata a causa dell‟incapacità di garantire stabilità e sicurezza agli interessi
statunitensi e soprattutto poiché in contraddizione con il New Deal
9
.
6
Antonio Moscato, Breve storia di Cuba, Datanews Editrice, Roma, 2006, pp.13-48.
7
Assassinato il 10 gennaio del 1933
8
Machado, uomo politico e Presidente di Cuba (1924-1933). Generale durante la guerra per
l‟indipendenza dalla Spagna, diviene più tardi un importante uomo d‟affari. Eletto capo del Partito
liberale nel 1920 , e Presidente di Cuba nel 1924, tenta una politica di maggiore autonomia economica
dagli Stati Uniti, conferendo al proprio Governo tratti sempre più autoritari. Rieletto nel 1928, si trova
a fronteggiare con scarso successo gli effetti della crisi del 1929, non riuscendo a contrastare la
crescente impopolarità. La brutale repressione di una rivolta condotta dai capi dell‟opposizione nel
1931 è il segnale d‟inizio di un regime di terrore che in due anni gli aliena anche il supporto
dell‟esercito, offrendo agli Stati Uniti il pretesto per un intervento militare a seguito del quale Machado
viene rimosso dalla carica presidenziale e costretto all‟esilio.
9
Con New Deal si intende il piano di riforme economiche e sociali promosso dal Presidente americano
Franklin Delano Roosevelt fra il 1933 e il 1937, allo scopo di risollevare il Paese dalla grande
depressione che ha travolto gli Stati Uniti d'America a partire dal 1929.
10
Dopo un breve periodo di confusione, nel 1933 il potere viene assunto da una
coalizione di civili e sottufficiali guidati dal Sergente Fulgido Batista che offre
la Presidenza a Ramón Grau San Martín, Preside della facoltà di Medicina.
Il dominio di Batista continua ad essere assicurato dall‟utilizzo costante di
metodi violenti, ma anche da un apprezzabile consenso popolare favorito da
una lenta ripresa economica della seconda metà degli anni Trenta grazie anche
al programma di aiuti statunitensi all‟America Latina. A Batista un sostegno
inaspettato viene anche dal Partito Comunista che, indotto da alcune aperture
dell‟ex Sergente, individua in lui un buon interlocutore. Inizia così una
collaborazione che nel 1940 porterà Batista alla Presidenza con quasi il 60%
dei voti, mentre i comunisti cubani otterranno, in cambio del loro appoggio,
incarichi ministeriali.
Assai più difficile risulta la collaborazione con Grau San Martín, eletto
nuovamente Presidente nel 1944 in seguito alla sconfitta di Batista. Sia nel
Partito Comunista, sia tra gli elettorali prevarrà un sentimento di delusione in
quanto egli disattenderà le loro aspettative. Il 10 marzo 1952 Batista, con
l‟appoggio di Washington e della maggioranza della classe dominante cubana,
attua il golpe che lo porterà ad ottenere la carica di Presidente dopo aver
sciolto il Parlamento, abrogato la Costituzione e sospeso garanzie e libertà.
10
Ad assumersi tutto il peso dell‟opposizione è un giovane avvocato, che ha un
ruolo come dirigente nel Partito Popolare Cubano creato da Chibás di cui
resterà membro fino al suo dissolvimento otto anni più tardi: Fidel Castro
11
.
Ma Castro era già un comunista?
10
Eliminando così anche la possibile opposizione di Eduardo Chibás che ha costituito il Partido del
Pueblo Cubano e che successivamente morirà suicida.
11
Nato il 13 agosto 1926 da un immigrato spagnolo che iniziò a lavorare come operaio per la United
Fruit Company e in seguito riuscì a diventare un proprietario terriero a Birán. Angelo Castro aveva
avuto due figli da un‟insegnante e altri cinque (tra cui Fidel e Raúl) da una cuoca, Lina Ruz, che aveva
sposato dopo la morte della moglie. Fidel studiò prima nel collegio La Salle dei Frati Mariani, un
ordine di origine francese, a Santiago, poi nella famosa scuola dei gesuiti a L‟Avana, il collegio Belén
dove si diplomò nel 1945. Successivamente si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell‟Università de
L‟Avana. Il 2 ottobre sposò Mirta Diaz-Balart e da questa unione nacque un figlio, Fidelito.
11
Come lui stesso affermerà più tardi “all‟epoca avevo già delle cognizioni di
base di marxismo-leninismo, ma non posso certo dire che a quel tempo fossi
marxista leninista”
12
.
Si può parlare di due tentativi di reazione alla dittatura:
1. Il primo tentativo di reazione, piuttosto ingenuo, è quello di citare in giudizio
Batista di fronte al Tribunale di Suprema Garanzia Costituzionale,
chiedendone la condanna a 108 anni di carcere per violazione della
Costituzione. Il Tribunale, ovviamente, respingerà il ricorso.
2. La fase successiva è caratterizzata dalla preparazione dell‟assalto al Cuartel
Moncada a Santiago di Cuba, la seconda caserma del Paese per importanza, che
ha luogo all‟alba del 26 luglio 1953. E‟ questo il momento a cui, nella
storiografia di Cuba sotto Castro, si fa risalire l‟inizio ufficiale della sua
Rivoluzione.
La data del 26 luglio viene scelta per far coincidere l‟azione militare con il
carnevale di Santiago in quanto durante i festeggiamenti la guarnigione di
vigilanza alla base avrebbe sicuramente prestato minor attenzione
all‟espletamento dei compiti affidatigli.
La strategia militare prevedeva che un plotone avrebbe assaltato il Palazzo di
Giustizia, fondamentale non tanto per il suo ruolo quanto per la sua posizione
strategica, dato che dal suo tetto si aveva la possibilità di dominare il quartiere
generale della caserma. Un altro plotone aveva come obiettivo l‟ospedale, per
predisporre l‟assistenza ai feriti, mentre altri dovevano occupare la caserma di
Bayamo, in modo da bloccare l‟arrivo di rinforzi via terra a Santiago. Tutti i
preparativi però erano viziati da una grande improvvisazione.
13
La repressione di Batista è spietata e solo l‟intervento del Vescovo Pérez
Serantes riesce ad evitare la carneficina. Fidel, Raúl e altri vengono arrestati
dopo essersi nascosti per una settimana sulle montagne vicine a Santiago.
12
Fidel Castro, My Early Years, p.112 , in Volker Skierka, Fidel, Fandango libri, Roma, 2003, p.36.
13
Ignacio Ramonet, Fidel Castro, Autobiografia a due voci, Editore Mondadori, Milano, 2007
12
Batista concede loro un processo pubblico che ha inizio il 21 settembre a
Santiago. Durante l‟udienza Fidel, ottenuta la possibilità di difendersi da solo,
trasforma la sua arringa in una serrata inquisitoria contro Batista, ripubblicata
più volte nel volume La storia mi assolverà (tratto dalla frase conclusiva del suo
discorso) che diviene la base programmatica del Movimento 26 Luglio
14
.
Castro presenterà nel manifesto pubblicato il 19 marzo 1956 nel giornale
Bohemia il suo Movimiento 26 Julio come l‟unica “opposizione rivoluzionaria della
povera gente, fatta dalla povera gente e per la povera gente”
15
contro la
dittatura di Batista e definirà se stesso e il suo Movimento come i veri eredi del
fondatore del Partito Ortodosso, Eddy Chibás.
Il processo, attraverso lo strumento televisivo, assicura al giovane avvocato
una straordinaria popolarità che gli sarà utile al momento dello sbarco del
1956, poiché faciliterà l‟adesione dei contadini della Sierra Maestra rendendoli
protagonisti di questo processo rivoluzionario.
Fidel Castro viene condannato a quindici anni di reclusione, Raúl a tredici anni
e altri a pene lievemente inferiori che sconteranno solo in parte, in quanto nel
maggio del 1955 Batista decide di concedere l‟amnistia ai rivoltosi, pensando
probabilmente ed erroneamente che quel gesto avrebbe rafforzato il regime ed
umiliato il giovane antagonista.
14
Fidel proclama quelle che vengono definite le “cinque leggi rivoluzionarie” durante il suo processo:
1. La prima legge rivoluzionaria restituiva al popolo la sovranità e proclamava la Costituzione dl 1940
quale vera legge suprema dello Stato in attesa che il popolo decidesse di modificarla o cambiarla.
2. La seconda legge rivoluzionaria concedeva la proprietà inespropriabile e inalienabile della terra a tutti i
coloni, i subcoloni, i mezzadri e di abusivi che occupassero appezzamenti di cinque caballerías
(equivalente a 67 ettari) o meno di terra.
3. La terza legge rivoluzionaria accordava agli operai e agli impiegati di partecipare al 30% degli utili in
tutte le grandi imprese industriali, commerciali e minerarie, zuccherifici inclusi.
4. La quarta legge rivoluzionaria concedeva a tutti i coloni il diritto di partecipare agli utili della raccolta
della canna da zucchero nella misura del 55% e fissava una quota minima di quarantamila arrobas
(equivalenti a 460 tonnellate) per tutti i piccoli coloni che fossero tali da tre o più anni.
5. La quinta legge rivoluzionaria ordinava la confisca dei beni di tutti coloro che avevano commesso
peculato con tutti i governi e dei loro aventi causa o degli eredi relativamente ai beni ottenuti per
testamento o ab intestato dalla dubbia fondatezza, per mezzo di tribunali speciali aventi piena facoltà
di accedere a tutte le fonti di informazione, di ispezionare a tal fine le società anonime, registrate nel
paese o operanti in esso. La storia mi assolverà, Edizione Datanews, Roma, p.51-52.
15
Gregorio Selser, La revolución cubana, Buenos Aires, 1966, pp.102-118.
13
Convinto che la lotta contro Batista non possa essere condotta rispettando i
principi della legalità, Castro raggiunge il fratello Raúl in Messico, luogo di
ritrovo degli oppositori fuggiti da Cuba. E‟ in tale circostanza che i fratelli
Castro entrano in contatto con Ernesto Guevara. Il “Che” era arrivato a Città
del Messico quasi nove mesi prima, nel settembre 1954, dopo esser stato in
Guatemala. Mentre lavora all‟ospedale centrale di Città del Messico come
allergologo incontra Raúl Castro e sarà proprio Raúl a metterlo in contatto con
il fratello Fidel che Guevara conosce solo di fama. E‟ la sera dell‟8 luglio 1955
quando i due si conoscono. Quell‟incontro sarà l‟inizio di una grande amicizia
e di un futuro politico comune in cui il “Che” arriverà a ricoprire a Cuba il
ruolo di potente numero due, esercitando un influsso decisivo
sull‟orientamento ideologico della Rivoluzione. Entrambi rimangono molto
colpiti l‟uno dall‟altro. Castro annoterà negli anni successivi: “La
consapevolezza rivoluzionaria del Che dal punto di vista ideologico era ben
più avanzata della mia. Aveva un migliore retroterra teorico e come
rivoluzionario era molto più maturo di me”
16
. E Guevara annoterà, a sua volta:
“L‟aver conosciuto Fidel Castro (…) ha rappresentato un evento politico”
17
.
“Dopo un paio d‟ore avevo già deciso di prender parte a quell‟impresa (…).
Fidel mi ha impressionato. E‟ un uomo fuori dal comune(…)
18
.
La preparazione della spedizione, già decisa da tempo, viene più volte sabotata
dagli agenti di Batista, che fanno arrestare Castro, Guevara e altri venti
partecipanti con l‟accusa di preparare in Messico un attacco contro un altro
Paese ma l‟intervento dell‟ex Presidente Lázaro Cárdenas li fa scarcerare
rapidamente. E‟ la notte tra il 24 e il 25 novembre quando la nave Granma
19
salpa dal porto messicano di Tuxpan. L‟impresa, nel complesso, non è stata
preparata molto meglio rispetto a quella precedente del Moncada in quanto è
viziata da problemi organizzativi. L‟imbarcazione è troppo piccola (una
16
Voljer Skierka, Fidel, Fandango libri, Roma, 2003, p.56, in Anderson, ,Che, p.143.
17
Ibid., p.57, in Castañeda, Che Guevara, p.107.
18
Ibid., p.57, in Ernesto “Che” Guevara intervista con Jorge Masetti in Granma, l‟Avana, 16 ottobre
1967.
19
Trad. La Nonna
14
ventina di metri per ottantadue uomini) e a causa di un errore di rotta giunge a
Cuba con tre giorni di ritardo rispetto alla data prevista. Inoltre lo sbarco non
avviene nella baia di Niquero in quanto la nave si arena a Los Cayuelos, una
zona paludosa a circa due chilometri dal luogo dell‟appuntamento sulla costa
meridionale della provincia di Oriente.
I rivoluzionari vengono subito individuati e costretti a disperdersi. Solo una
ventina di loro riesce a far perdere le proprie tracce sulla Sierra Maestra
20
. Il
loro successo finale e la loro stessa sopravvivenza, nonostante l‟enorme
apparato repressivo impegnato nell‟accerchiamento, possono apparire
inspiegabili senza l‟apporto straordinario dei contadini che accolgono,
nutrono, guidano e affiancano quel piccolo gruppo male equipaggiato (definito
gruppo di “barbudos”
21
).
A diffondere il mito dei guerriglieri e a suscitare simpatie per la loro causa
interviene in buona misura la stampa, specie dopo l‟intervista concessa nel
febbraio del 1957 da Castro a Herbert Matthews, giornalista del New York
Times, intervista che conferisce a questa azione un notevole valore mediatico
ponendo così la Rivoluzione al centro dell‟attenzione mondiale.
All‟interno del fronte castrista vi sono però delle divergenze di natura
strategica tra il fronte impegnato sulla Sierra Maestra che insiste sulla assoluta
priorità della guerriglia e l‟ala urbana del movimento che appare restia ad
abbandonare i vecchi sistemi di lotta, forte di una tradizione politica risalente
agli anni Venti. I contrasti tra gli opposti schieramenti esplodono nell‟aprile del
1958 a causa della decisione del fronte urbano di proclamare uno sciopero
generale. Castro è molto scettico sulle probabilità di successo dell‟iniziativa, in
quanto convinto che i ribelli non possono contare né sulla Conferenza
Nazionale del Lavoratori di Cuba (CTC) di fatto controllata da Batista né sui
comunisti. L‟agitazione si conclude, infatti, con un clamoroso fallimento.
20
La Sierra Maestra è una catena montuosa che si estende nella zona sud-orientale di Cuba.
21
Definizione che deriva dalle loro lunghe barbe incolte.
15
La preminenza della via insurrezionale rurale viene sancita dall‟apertura, da
parte del Direttorio e dei comunisti, di nuovi focolai guerriglieri sulla Sierra
Escambray.
22
Batista intanto cerca di promuovere l‟elezione di un nuovo
Presidente, cui avrebbe dovuto lasciare il potere nel febbraio del 1959, e fa
eleggere il 3 novembre una persona da lui controllata, Riviero Agűero, ma
l‟operazione tentata da Batista non convince nessuno né a Cuba né negli Stati
Uniti.
Dopo l‟inizio della battaglia di Santa Clara, Batista comincia a preparare la sua
fuga e quella di parte dei suoi complici e, consapevole della sua incapacità di
reprimere la rivolta, all‟alba del 1° gennaio 1959 lascia l‟isola in mano a una
giunta militare guidata dal Generale Cantillo, il quale propone inutilmente un
armistizio ai ribelli. Il dittatore e il suo entourage prima di partire svuotano le
casse statali dimenticando però di portare con sé i documenti atti a dimostrare
il grado di corruzione e di criminalità del regime. Tali documenti infatti
verranno in seguito abilmente utilizzati dai rivoluzionari per dimostrare al
Paese la necessità e la legittimità della loro Rivoluzione
23
. Castro, dopo aver
impiegato una settimana per percorrere la distanza che separa Santiago da
L‟Avana, a causa delle innumerevoli soste imposte dalle folle lungo la strada, fa
il suo ingresso trionfale nella capitale l‟8 gennaio 1959.
Decisive per la caduta del vecchio regime non sono state però soltanto le
battaglie vinte sulle montagne ma anche i numerosi atti di sabotaggio, da parte
della società civile, contro uffici ed istituzioni pubbliche nelle città, contro
l‟industria dello zucchero e contro i latifondisti nelle campagne. Non da
sottovalutare poi la presa di posizione, sempre più diffusa e convinta, da parte
della gente nei confronti dei ribelli considerati ormai come liberatori dal
terrorismo di stato, dalla corruzione e dagli omicidi perpetrati nei confronti
degli oppositori.
22
Antonio Moscato, Breve storia di Cuba, edizione Datanews, pag. 72-73.
23
Volker Skierka, Fidel, Fandango libri, Roma, 2003,pp.86-87.
16
Poco dopo la sua instaurazione, gli Stati Uniti riconoscono il Governo
rivoluzionario sostituendo l‟ambasciatore Smith, troppo compromesso con il
regime di Batista, con Philip Bonsal (diplomatico di carriera che a differenza
dei predecessori parla spagnolo e ha vissuto diverse esperienze diplomatiche in
America Latina) ma di fatto si comportano in modo incoerente. Da un lato,
infatti, appoggiano o comunque tollerano le incursioni aeree che incendiano
piantagioni e colpiscono impianti, minacciando inoltre una drastica riduzione
degli acquisti di zucchero e dall‟altro, invece, mantengono un dialogo
attraverso l‟ambasciatore.
L‟impresa forse più difficile per il nuovo gruppo dirigente guidato da Castro è
quella di far procedere parallelamente le aspirazioni nazionaliste e l‟avvio di
significative trasformazioni economiche e sociali rispondenti ad un modello
che, basato sui principi dello statalismo, comporti una più equa distribuzione
della ricchezza, e la priorità dei consumi rispetto ai risparmi. Nonostante
quanto affermato nella storiografia ufficiale, chi veramente appoggia la “presa
de L‟Avana” di Castro non è la popolazione rurale ma è la classe media che
spera di migliorare la propria condizione e che, stanca di Batista e della
crescente soggezione alla prepotente economia americana, pensa
ingenuamente di poter controllare questo giovane emergente rendendosi però
ben presto conto dell‟impossibilità di farlo. Nel 1959 Castro si fa portavoce di
quel “nazionalismo radicale venato di elementi di socialismo utopico”
24
che
sarà alla base del suo pensiero ideologico. Fra i suoi obiettivi primari ci sono
un‟estesa campagna di alfabetizzazione, un sistema di copertura sanitaria su
larga scala e una riforma agraria. Le decisioni iniziali sono segnate da una forte
componente etica: chiusura delle case da gioco, lotta senza quartiere al traffico
di droga, liberalizzazione degli accessi ad alberghi, spiagge, locali fino ad allora
riservati a circoli esclusivi. Questa politica affascina la maggioranza della
popolazione che garantisce un forte sostegno al nuovo regime.
24
Volker Skierka, Fidel, Fandango libri, Roma, 2003, p.97.
17
Analizzando la struttura del primo Governo si nota che è composto quasi per
intero da personaggi di estrazione borghese-liberale. Il ruolo di Primo Ministro
è rivestito da José Miró Cardona, mentre quello di Presidente da Manuel
Urrutia. L‟unico membro dell‟esecutivo con un passato dichiaratamente
comunista è Osvaldo Dorticós Torrado il quale diviene responsabile della
legislazione rivoluzionaria. Lo stesso Fidel Castro non ha incarichi nel
Governo e ufficialmente si accontenta del titolo di Comandante Supremo delle
Forze Armate. Tali scelte politiche nascondono una verità ben differente che
diviene palese e comprensibile se si leggono le parole scritte da Franqui: “Tutti
noi sapevamo cosa fosse Fidel, l‟incontestabile leader della Rivoluzione. Il
potere era concentrato nelle sue mani, Urrutia era il Presidente di un Governo
che non governava”
25
. Secondo Franqui nel Governo coesistevano quattro
correnti principali: una era radicalmente anti-imperialista; un‟altra democratico-
riformista; la terza conservatrice e favorevole agli Stati Uniti e l‟ultima marxista
e pro-sovietica. Come la storia dimostrerà nel futuro sarà questa la corrente
vincente, a cui appartenevano tra gli altri Raúl Castro, Che Guevara e Camino
Cienfuegos.
In realtà sotto il nome di Ufficio per la Pianificazione e il Coordinamento
Rivoluzionario, il gruppo del Granma realizza, dietro l‟incarico di Castro, una
specie di Governo parallelo che prenderà, dietro le quinte, le decisioni più
delicate.
Nel marzo del 1959 viene imposta una diminuzione dei canoni di affitto del
30-50%, accompagnata da una limitazione delle importazioni di beni voluttuari
e da una riduzione del prezzo di medicinali, libri scolastici, tariffe elettriche,
trasporti urbani etc. Tale manovra provoca forti reazioni negli Stati Uniti in
quanto molte delle compagnie in questione appartenevano a cittadini
statunitensi. Le proteste aumentano dopo l‟emanazione, nel maggio 1959, della
prima riforma agraria che costituisce il progetto centrale e la misura più
radicale di questo nuovo quadro politico e fissa per le tenute agricole un limite
25
Ibid., p.99, in Franqui, Family portrait with Fidel, pp.21-22, 24.
18
massimo di 402 ettari elevabile a 1342 per le aziende ad alta produttività. La
superficie in eccesso viene assegnata a cooperative oppure distribuita in
proprietà individuali. L‟esproprio avviene dietro indennizzo in titoli pubblici
ventennali, calcolato in base al valore dichiarato al fisco. Per impedire la piaga
del minifondo, la legge proibisce inoltre la vendita (salvo che allo Stato) delle
terre ricevute, il loro frazionamento e la pratica dell‟affittanza.
Per garantire una corretta applicazione della legge si istituisce, nel maggio
1959, l‟INRA
26
, nato in qualità di responsabile degli aspetti concernenti la
realizzazione della riforma stessa, diventerà il principale strumento di politica
economica e avrà il compito di controllare il settore industriale, bancario, dei
lavori pubblici e dei trasporti. La riforma agraria suscita però forti reazioni non
solo nelle campagne ma anche presso le classi alte e i ceti medi urbani e
all‟interno dello stesso Movimento 26 luglio. Le tensioni possono essere
spiegate analizzando il quadro più ampio degli attriti politici che, iniziati fin dal
febbraio del 1959 con l‟assunzione della carica di Primo Ministro di Castro in
sostituzione del moderato Miró Cardona, si inaspriranno ulteriormente a luglio
con lo scontro tra Fidel e il Presidente Urrutia, conclusosi con le dimissioni di
quest‟ultimo
27
.
Le misure di nazionalizzazione colpiscono anche le imprese industriali e
commerciali estere e di proprietà dei controrivoluzionari e degli esuli. In tal
modo alla fine del 1960 lo Stato arriva a controllare tutto il settore bancario e
dell‟istruzione, il commercio estero, una rilevante parte dei trasporti,
dell‟industria e dell‟edilizia e un terzo dell‟agricoltura. I risultati più significativi
ed incoraggianti sono ottenuti dal Governo rivoluzionario nel campo
dell‟istruzione attraverso la campagna di alfabetizzazione di massa che, iniziata
26
Istituto Nazionale di Riforma Agraria di cui Castro diventerà il Presidente e la direzione verrà
assunta da Antonio Núñez Jiménes.
Angelo Trento, Castro e Cuba, Giunti, Firenze, 2003, pp.32-33.
27
Il successore di Manuel Urrutia sarà Osaldo Dorticós, Presidente di Cuba fino al 1976 anno in cui
lo stesso Castro assumerà l‟incarico. Nel 1959 inoltre Raúl Castro viene nominato a capo del Ministero
delle Forze Armate Rivoluzionarie (MINFAR) in sostituzione di Cienfuegos.
19
nel 1961 e realizzata mediante l‟invio di volontari in ogni angolo del Paese, farà
diminuire il tasso di analfabetismo di 21 punti percentuali
28
.
Particolare attenzione viene prestata alla cultura -ne è testimonianza la
creazione della Casa de las Américas
29
- che diventa un punto di riferimento per
tutto il mondo intellettuale latinoamericano. Da menzionare inoltre il
particolare interesse che lo Stato mostra nei confronti dello sport e del settore
della sanità che grazie ai progressi compiuti diviene punto di riferimento per
gli altri paesi latinoamericani.
Le riforme socio-politiche producono, però, un effetto fallace: la gente,
soprattutto le classi povere, si ritrova ad avere improvvisamente più denaro, i
consumi aumentano esponenzialmente ma la prosperità avrà una durata molto
breve in quanto al rinvigorito potere d‟acquisto non corrisponde né un
aumento della produzione né un più alto tasso del PIL. La popolazione si
troverà così a vivere una situazione di falso benessere. La diminuzione della
produzione e l‟aumento delle importazioni che Castro non può pagare, lo
costringeranno a chiedere un prestito al Presidente del Venezuela Rómulo
Betancourt e il 12 marzo 1962 è costretto ad annunciare un razionamento dei
generi di prima necessità. I cubani impareranno da allora fino a tutt‟oggi a
vivere con una tesserina, la cosiddetta libreta, indispensabile per gli acquisti di
generi alimentari e di prima necessità. L‟insorgere e il diffondersi di bande
controrivoluzionarie guidate da dirigenti che provengono da famiglie borghesi
e latifondiste è un chiaro indicatore del malcontento diffuso tra le classi sociali
medio alte. L‟impossibilità di rovesciare il Governo e di sostituirsi ad esso
conduce all‟esilio volontario. Sono circa 600000 i cubani che nel periodo tra il
1959 e il 1973 lasceranno l‟isola. Il fenomeno dell‟esilio è una caratteristica
fondamentale del regime di Castro che porterà, involontariamente, al
rafforzamento del suo potere in quanto d‟ora in avanti non esisterà all‟interno
dell‟isola una dissidenza compatta capace di opporsi al nuovo Governo: errore
28
Grazie a questa campagna il tasso di analfabetismo scenderà al 4% rispetto al precedente 25%.
29
Trad. Casa delle Americhe
20
della classe media che, sottovalutando Castro e ignorandone le doti politiche,
pensava di poterlo controllare. García Marquez considera Castro come “uno
fra i più grandi idealisti del nostro tempo”, interpretando “questa la sua più
grande virtù ma anche il suo limite principale”
30
. In quest‟idealismo infatti si
nasconde un grande pericolo: l‟isolamento, nel quale non c‟è contraddittorio e
si ha sempre ragione.
1. Relazioni Cuba-Unione Sovietica negli anni Sessanta-Settanta
Spesso si è accennato al rapporto con l‟Unione Sovietica e con il suo modello
come se si trattasse di un “errore” del gruppo dirigente castrista.
L‟11 gennaio 1959 la rivista Bohemia pubblica un editoriale dal titolo Contro il
comunismo. Lo scritto è un elogio a Castro per aver dichiarato che “il nuovo
Governo rifiuta qualsiasi rapporto con i regimi dittatoriali” specificando come
questa considerazione si riferisca “in primo luogo all‟Unione Sovietica”. “Non
può esserci alcun accordo fra quelli che hanno cominciato a emancipare la
propria gente e chi opprime la libertà di una dozzina di Stati europei, spara
addosso all‟indifeso popolo ungherese (nella sollevazione del 1956) e
costituisce il peggior esempio mondiale di dispotismo. La vera rivoluzione è,
senza dubbio, cubana nei fatti e nelle intenzioni”
31
.
La relazione tra i due Paesi, quindi, non era nei programmi iniziali della
Rivoluzione, come conferma il fatto che per oltre un anno Cuba non aveva
neppure ripristinato le normali relazioni diplomatiche con l‟Urss. Castro non
aveva alcun interesse a stabilire nell‟isola un sistema marxista-leninista
d‟impronta sovietica perché ciò avrebbe significato porsi in una posizione di
30
Márquez, Fidel Castro: Fidel- My early years, p.24.
31
Bohemia, 11 gennaio 1959, p.95.