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Intr oduz i one
C on l’attuale crisi è diffusamente riconosciuto che sta diventando problematico per le
imprese attrarre finanziamenti esterni soprattutto quando si trovano nel momento iniziale
della loro attività: generalmente possono fare riferimento al solo capitale sociale, visto il
periodo non proprio d’oro delle banche per concedere prestiti. A ciò si aggiunge che gli
investitori più specializzati, i B usiness Angel o i Venture C apitalist, preferiscono puntare
a qualcosa di sicuro e stabile come aziende già avviate e stabilizzate nel mercato piuttosto
che start-up. Tutto ciò ripiomba sugli imprenditori e sui progettisti e l’esito è che le
organizzazioni, le start-up e coloro che vorrebbero realizzare un progetto rimangono
senza fondi per avviarsi.
La tesi ha il fine di analizzare il fenomeno del crowdfunding, una nuova prassi di
finanziamento valida per start-up e per molteplici progetti di diversa natura, che si pone
come strumento di contributo monetario della folla (crowd) degli utenti internet. In
particolare il presente lavoro indaga le possibili strategie utilizzate dai proponenti che
permettono la realizzazione finale dei progetti grazie al loro capitale sociale.
Gli elementi distinguenti del crowdfunding sono fondamentalmente i progetti, quindi
l’oggetto della campagna di raccolta, le diverse piattaforme sulle quali si rendono visibili
tramite la pubblicazione, i proponenti, cioè gli ideatori dei progetti stessi ed infine i
crowdfunder, ossia le persone che con il loro sostegno e contributo finanziario fanno sì
che i progetti raggiungano un esito positivo.
Il primo capitolo espone un quadro generale del progresso tecnologico, ancora oggi in
corso, facendo particolare riferimento all’evoluzione del Web e all’importanza delle
pratiche partecipative in rete ormai indispensabili per poter “sopravvivere” nella nuova
società definita networked. In special modo viene messo in rilievo il concetto di capitale
sociale ed il peso che ha nel determinare la riuscita o il fallimento del progetto.
Successivamente all’esposizione di questi temi, nel secondo capitolo segue una
descrizione dettagliata del fenomeno del crowdfunding e della piattaforma Produzioni dal
B asso: specificamente verranno riportate le diverse definizioni che se ne possono dare, i
modelli a cui si può fare riferimento e i requisiti necessari, il funzionamento della
piattaforma e le modalità di utilizzo che la caratterizzano. Per quanto concerne le
campagne, nel terzo capitolo, verranno descritte le differenti fasi per l’attuazione,
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dall’idea all’obiettivo, descrivendo gli strumenti che, a seconda del progetto, risultano più
efficienti. Non mancherà il punto di vista critico rispetto a tale fenomeno che sta
riscontrando sempre più popolarità in Italia con l’istituzione di molteplici piattaforme.
Infine, nell’ultimo capitolo, verrà fatta un’analisi approfondita su due progetti di
produzione culturale il più possibile simili che hanno riscontrato esiti diversi (uno
positivo e uno negativo) nell’utilizzo del crowdfunding. Si chiariranno le diverse strategie
e metodi di raccolta fondi e diffusione del progetto impiegate attraverso un’intervista in
profondità.
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Capi tol o 1
IL P RO G RE SSO T E CNO L O G ICO
1.1 Dal Web 1.0 al Web 2.0
Per comprendere l’evoluzione ed il progresso tecnologico in atto, sia dal punto di vista
culturale che da quello finanziario, occorre avere ben chiaro un quadro introduttivo
dell’evoluzione del Web. Fino al 1993 Internet era destinato all’uso dei soli militari e
scienziati e le uniche applicazioni commerciali nell’utilizzo della rete erano limitate.
Negli anni a seguire, con la nascita del Web 2.0 il modo di comunicare ed intrattenere
relazioni attraverso Internet ha subito profondi mutamenti. Se quindici anni fa si navigava
in siti web statici e a navigazione lineare oggi ci viene proposto un prodotto che riesce a
soddisfare le sempre più varie esigenze degli individui: un prodotto dinamico e
interattivo.
1.1.1 Web 1.0
In un primo momento, quando la parola social non era ancora di uso comune, le
“novità” di Internet erano i newsgroup, le prime versioni di Windows Explorer e il
massimo della multimedialità era qualche musichetta in formato midi. In particolare ciò
che caratterizzava il Web 1.0 era la sua struttura informativa prevalentemente gerarchica
(presenza di chi forniva notizie e chi ne usufruiva) e la comunicazione, perciò, avveniva
esclusivamente in modo monodirezionale, dall’alto verso il basso. Le pagine che si
adattano al tipo di schermo o device ancora erano inesistenti e le pagine web risultavano
statiche ed invariabili composte da pure pagine di HTML. Non meno caratterizzante era il
basso rischio, se non inesistente, per il mancato canale di ritorno. Il così definito Web 1.0,
la prima generazione dei siti web, metteva a disposizione pagine che potevano risultare
come biglietti da visita, però il loro aggiornamento non avveniva in tempo reale e solo chi
aveva competenze sui linguaggi HTML e C SS poteva effettuare cambiamenti.
Inizialmente, essendo appena nato il mondo del Web, era visto come qualcosa di
affascinante, di innovativo, ma privo di usabilità per cui gli utenti non riuscivano a
raggiungere determinati obiettivi attraverso il sito web. C ominciava a delinearsi quindi
una nuova versione del World Wide Web, aggiornabile in tempo reale e soprattutto più
coinvolgente: anche chi non dispone di competenze informatiche adeguate e di
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www.unithinktag.it
programmazione web ha la possibilità di comunicare senza limiti di alcun genere e ogni
volta che lo desidera.
1.1.2 Web 2.0
Una prima definizione di Web 2.0:
“Il Web 2.0 è la rete intesa come una piattaforma, attraverso tutti i dispositivi
collegati; le applicazioni Web 2.0 sono quelle che permettono di ottenere la maggior
parte dei vantaggi intrinseci della piattaforma, fornendo il softw are come un servizio in
continuo aggiornamento che migliora l’utilizzo, sfruttando e mescolando i dati da
sorgenti multiple, tra cui gli utenti, i quali forniscono i propri contenuti e servizi in un
modo da permetterne il riutilizzo da parte di altri utenti, creando una serie di effetti
attraverso “un’architettura della partecipazione” che va oltre la metafora delle pagine
del Web 1.0 per produrre così user experience più significative”.
TIM O’R EILLY, “ Web 2.0: compact definition ”
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Il Web 2.0, infatti, quello che viviamo oggi, ha mutato ogni sua caratteristica per poter
inscriversi nella definizione di media democratico: i contenuti diventano accessibili a
tutti. Il grande cambiamento si può anche sintetizzare con il termine disintermediazione,
in riferimento a cultura, politica, economia ed informazione. Quello in cui eravamo
abituati a vivere era un mondo caratterizzato dalla figura dell’intermediario al quale ci
affidavamo completamente. Le dinamiche della rete oggi, invece, ci inducono a diminuire
i passaggi di intermediazione obbligati. Le conclusioni che se ne traggono da questa
trasformazione sono contrastanti poiché c’è chi rimane legato alla tradizionale agenzia
viaggi (per citare un esempio) o all’intermediario assicurativo e chi, invece, preferisce
andare in rete a scegliere fra una miriade di offerte e risolvere qualsiasi problema in pochi
minuti.
Il web 2.0 non può essere definito né come un software né come un protocollo: dal
punto di vista rigorosamente tecnologico la seconda versione è molto simile alla prima. Il
cambiamento radicale sta nell’approccio con cui gli utenti si orientano al Web: si nota
innanzitutto come la partecipazione e consultazione dei contenuti sia più attiva, non ci si
limita alle e-mail, all’uso dei motori di ricerca e alla navigazione lineare. Già da molti
anni si parla di produzione dinamica e attiva di pagine web, di partecipazione interattiva
attraverso la pubblicazione di contenuti sul Web e di pubblicazione di qualsiasi tipo di
materiale sulle diverse piattaforme.
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www.corriere.it
C aratteristiche da non sottovalutare sono i principi di libera competizione e
collaborazione: rispettando le diverse norme legali chiunque può “attivarsi” in rete,
rendersi produttore online, e lo scambio che avviene da utente ad utente riesce a rendere
manifesta l’origine dell’informazione in tempo reale. Il Web 2.0 è aperto, inoltre, ad altri
strumenti di comunicazione come i cellulari, la televisione, la radio, i gestionali aziendali,
che tra loro possono interagire: è questo quello che fa la potenza del Web, si colloca
ovunque ed in ogni momento. La condivisione di informazioni tra applicazioni e
piattaforme tecnologiche completamente diverse è una delle caratteristiche principali. Si
tratta di partecipazione, interattività e intelligenza collettiva e ciò non comporta un
appiattimento della creatività. Questo “cervello globale” non implica danni sociali, anzi
produce una collaborazione continua ed uno sviluppo incessante della creatività del
pensiero dell’uomo.
1.1.3 Verso il Web 3.0: il Web semantico e l’e-commerce
L’evoluzione non si ferma: molti studiosi sostengono che una nuova versione del Web
sia già alle porte e la parola chiave sarà “semantica”. Si tratta del futuro dei motori di
ricerca. Si cerca di aggiungere significato ad Internet rendendo i contenuti comprensibili
anche alle macchine (spiega Luciano Serafini, responsabile di ricerca Data and
Knowledge Management di Fbk)
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. Semplicemente si può tradurre tutto ciò con un
esempio. Volendo cercare su un comune motore di ricerca il nome della squadra
vincitrice del campionato mondiale di calcio nel 2006, normalmente, si otterrebbero,
come risultati, documenti i quali contengono per intero la frase che noi abbiamo digitato.
Il Web semantico, invece, dovrebbe essere in grado di rispondere direttamente alla nostra
domanda. Esso non si pone come sostituto del 2.0, ma come completamento dell’ultima
versione. In questo contesto non mancano le difficoltà: per citarne una possiamo prendere
in considerazione l’eterogeneità semantica in quanto i contenuti che fino a venti anni fa
venivano organizzati da un solo individuo o da un gruppo ristretto su un computer
singolo, nel nuovo assetto tecnologico e con la diffusione della rete, un elevatissimo
numero di utenti può immettere dati collocandoli nei modi più disparati.
Il Web 3.0, oltre ad essere considerato semantico, si può associare anche alla parola e-
commerce: veri e propri ipermercati globali, multilingue, accompagnati spesso da blog
informativi estremamente interattivi verso l’utenza e aperti a tutti i sistemi interbancari. I
pannelli di controllo risultano essere notevolmente semplici in modo da non richiedere
particolari attitudini tecniche, graficamente accattivanti ed in grado di dialogare con tutti